Dopo una vasta esperienza in campo editoriale, passata tra Nylon e Martha Stewart Living, Michele Outland ha deciso di fondare una rivista di food e lifestyle… proprio come andava a lei. Dedicata all’idea dell’incontrarsi conviviale per condividere e gustare piatti prelibati, Gather Journal è uno dei più raffinati esempi di editoria in questo campo, che propone copertine artistiche, talvolta provocatorie. Il cibo, su queste pagine, diventa pura ispirazione creativa, una tela su cui dipingere idee e stimoli creativi.
Mi racconti un po’ del progetto di Gather?
Gather Journal è una rivista dedicata alle ricette di cucina. L’ho co-fondata insieme a Fiorella Valdesolo nel 2012. Lei è il direttore editoriale e io il direttore creativo. Ci siamo conosciute mentre lavoravamo insieme per la rivista Nylon e, dopo essere diventate freelance, abbiamo deciso di creare un magazine che potesse combinare i nostri interessi: il cibo con un pizzico di cultura. Il primo numero è uscito nell’estate del 2012 e il quinto, Caravan, è disponibile ora. Abbiamo scelto una struttura a ricette in modo che la rivista somigliasse di più ad un libro… in questo modo le persone possono conservare i numeri e riguardarli nel tempo per ispirazione.
Gather ha sempre delle copertine di grande impatto. Qual è il processo di creazione e scelta di queste immagini?
E’ stato molto divertente sviluppare un’identità visuale per Gather e giocare con cibo e fotografia. Di solito voglio che le copertine non siano un piatto finito, ma un’astrazione di elementi che fanno parte di un pasto o una ricetta, oppure un sentimento che la cucina, il cibo o l’incontro di persone (gathering) evocano.
Anche all’interno, Gather presenta grandi foto. Con quali fotografi lavori e come assegni loro i vari shooting?
Tipicamente lavoriamo spesso con gli stessi fotografi. Ho lavorato nell’editoria a New York per molti anni e molte delle persone con cui scattiamo sono amici o persone con cui ho lavorato in precedenza. Inoltre, su ogni numero, voglio collaborare anche con nuove persone. È divertente lavorare con fotografi che di solito non scattano food: penso che portino un occhio diverso sul set. Quando siamo in fase di sviluppo della rivista, comincio a mettere insieme liste di fotografi con cui vorrei lavorare per ciascuna sezione. La mia speranza è che ogni capitolo abbia una sua identità visuale e la sua storia, così pianifico l’intero numero con in mente quest’idea di varietà… cosa che è molto divertente da progettare e fotografare!
Quanto è stato importante, fin dall’inizio, dare a Gather un’identità visuale unica?
Moltissimo. Fare la nostra rivista è un sogno diventato realtà. Vogliamo creare questo posto in cui possiamo giocare, rischiare e sperimentare sia visivamente che editorialmente. Quindi, perché no? Siamo così grati che le persone apprezzano ciò che facciamo – è la ciliegina sulla torta, come si suol dire.
So che hai collaborato alla prima edizione iPad di Martha Stewart Living, un numero che penso sia ancora un ottimo esempio di rivista digitale. Cosa mi dici di quell’esperienza?
Grazie! Sì, è stata un’esperienza incredibile. Poiché ho lavorato nell’editoria cartacea così a lungo, è stata una sfida interessante pensare all’esperienza editoriale in questo modo nuovo. Poi quello era un team eccezionale – guidati da Gael Towey ed Eric Pike, entrambi direttori creativi della casa editrice da lungo tempo. Inoltre, hanno chiamato i Mueller Brothers, due fratelli di incredibile talento, a cui piace farsi chiamare digital dandies. Sono stati loro a fare il ponte tra noi – persone che vengono dal mondo cartaceo – e il mondo digitale. Così, come team, è stata una grande esperienza per capire come poter integrare la sensibilità di Martha Stewart Living sulla carta anche in questo nuovo formato digitale.
C’è nell’aria l’idea di una versione digitale di Gather Journal?
Anche se mi è piaciuto lavorare alla prima edizione iPad di Martha Stewart Living, sono ancora innamoratissima della carta. Per Gather abbiamo preso la decisione molto consapevole di continuare a stamparla. Ma capiamo anche come le persone cucinano oggi e che si accede a molte informazioni digitalmente. Offriamo quindi archivi delle nostre ricette nel nostro sito e stiamo lavorando ad un’app di ricette (nota a lato: i Brothers Mueller e Studio Mercury hanno fatto il nostro sito e stanno sviluppando l’app di ricette). Quindi mi interessa che Gather esplori il mondo digitale con un’app di ricette, ma non vedo una versione digitale del magazine nel nostro futuro. Ci piacerebbe che le persone continuassero a scegliere la nostra bella edizione stampata. Lunga vita alla stampa!
Questa intervista fa parte di uno speciale dedicato all’editoria indipendente del settore food pubblicato su JPM 7.