Sono anni che cerchiamo di mostrare quanto stia cambiando il mondo dei professionisti che creano immagini (e ci vivono, o almeno ci provano). Spesso, siamo una voce che cade nel vuoto – dell’indifferenza, della mancanza di comprensione, della paura di affrontare i cambiamenti – ma arrivano i fatti concreti che confermano quelle che, fino a quel momento, sono solo previsioni. Questa settimana, questi fatti si sono mostrati in tutta la loro forza, anche se ancora una volta in molti non li hanno notati: per vedere le rivoluzioni bisogna essere rivoluzionari o quantomeno avere gli occhi allenati al cambiamento, e sono due doti/caratteristiche che non sono poi così comuni nel nostro Paese.
[tweetthis]CC2015 non cambia perché fa cose nuove, ma tutto il resto. E il resto siamo noi, il nostro lavoro [/tweetthis]
La novità della settimana porta due C e una data, 2015: si tratta della nuova suite aggiornata di Adobe CC2015. Non è tanto importante questo fatto, in assoluto, o meglio: non è importante poi così tanto dal punto di vista delle funzionalità (nuovi effetti, nuovi trucchi…); ovviamente ce ne sono, ma non sono il punto principale di questo aggiornamento. Quello che cambia oggi è… tutto il resto, e il resto siamo noi, e il nostro modo di lavorare.
Proviamo a motivare questa dichiarazione, e specialmente cerchiamo di spiegare quello che – secondo noi – la nuova versione della CC di Adobe ci sta mostrando in modo così evidente.
1) Ci sono tanti modi di produrre
L’aggiornamento molto evidente della nuova Suite è il potenziamento dell’interazione tra vari strumenti di progettazione e produzione. L’idea della “bottega artigiana” è definitivamente morta, e chi ancora usa questa metafora produttiva è fuori dal tempo. Gli artigiani erano (sono) coloro che hanno bisogno di uno spazio ben definito dove ci sono gli attrezzi per lavorare e il corretto ambiente per portare a termine il proprio lavoro. Vale ancora per falegnami, fabbri, meccanici… ma non per chi lavora sulla creatività. Oggi si può pensare di scindere e separare il momento della progettazione, dell’impostazione del lavoro, della condivisione con i clienti dalla fase esecutiva finale. Questo ora è possibile con una infinità di App (finalmente iniziano a vedersi anche quelle per Android, non solo per iOS) che permettono di “buttare giù” le idee ovunque (davvero ovunque: in un bar, sotto un albero, in treno) e di proseguire con un click sul computer di chiunque, anche se non direttamente accanto a noi sulla stessa rete WiFi come in passato, perché la condivisione avviene tramite Internet. Ci sono davvero esempi eccezionali, che partono dal poter lavorare impostando dei fotomontaggi, determinare il mood di un video dal punto di vista del colore e del contrasto partendo da una fotografia scattata (quante volte siamo in giro e percepiamo una sensazione cromatica che vorremmo riprodurre per un nostro lavoro?), iniziare l’impaginazione di una rivista, di un catalogo o delle pagine di una brochure, acquisire un logo o una scritta, renderla vettoriale e integrarla al flusso di lavoro, regolare la resa di uno shooting subito dopo lo scatto, mentre stiamo tornando a casa dopo un servizio di matrimonio (se non stiamo guidando noi, ovviamente!). Il tutto, ovunque, ma anche in quei momenti in cui la nostra mente è più libera, anche di sperimentare: siamo in modalità creativa, non produttiva… ma questo primo approccio “libero” non è tempo perso, perché lo ritroviamo poi sul computer per poterlo proseguire e ultimare.
2) Le foto si vendono (e si comprano) se sono a portata di click
Sono anni che abbiamo affrontato questa tematica, ora siamo ad una svolta definitiva crediamo con Adobe Stock: basta un click da Indesign, da Illustrator ma anche dallo stesso Photoshop (patria delle vostre fotografie) per poter accedere ad un archivio di oltre 40 milioni di immagini (foto, disegni, illustrazioni), che si possono scaricare gratuitamente per creare un bozzetto (sono a bassa risoluzione e hanno il watermark) e per comprarle direttamente. Il costo a foto – per immagini ad alta risoluzione per la stampa – è di 9.99 euro l’una, ma volendo si possono comprare pacchetti mensili di 10 foto (il costo passa a 2.99 euro a foto) o persino da 750 foto (e a questo punto le foto costeranno 0,21 centesimi cadauna). Secondo voi, cosa faranno “tutti”? Al costo di una foto, ne compreranno centinaia, e quando avranno bisogno di una fotografia o di un disegno, avranno scoperto quale è la strada più veloce e semplice. Ovvio, tutto questo farà arrabbiare molte persone che ci leggono, ma vuol dire che non ci hanno letto abbastanza con attenzione se avranno questa reazione, perché lo dicevamo diversi anni fa: o riusciamo ad entrare con serietà e impegno in un centro di distribuzione e vendita di foto (agenzie di stock o microstock), oppure saremo tagliati fuori dal mercato dei grandi numeri, ma anche dei piccoli numeri (i piccoli clienti saranno i primi a usare queste strade, lo hanno già fatto in passato ma ora tutto è ancora più facile ed economico).
Cosa rimane, se in questi anni non abbiamo pensato di sviluppare una strategia (da noi consigliata a gran voce, anche andando contro la popolarità e anche dei consigli dei “saggi”)? Rileggetevi, se volete, alcune considerazioni di 5/6 anni fa, e meditate, perché molte cose sono ancora super attuali:
Abbonamenti personalizzati (2010).
Consigli sulla fotografia di microstock (2009)
Rimangono ovviamente molti spazi, ma sono nicchie che richiedono super (SUPER) specializzazione. Qualche giorno fa, l’uscita di una campagna pubblicitaria per il tesseramento della Juve ha fatto scalpore, perché identica a quella di una piccola squadra spagnola, il Badajoz. In realtà, nessun plagio, solo accesso alle stesse idee (sotto forma di agenzie stock), come spiegato sui media. Cosa ci porta tutto questo? A dire – come dice e scrive qualcuno – che ormai la creatività non esiste più? No, solo che la rete riesce a mettere in evidenza una carenza di fonti e di copie che è sempre esistita, ma era più difficile da stanare. Chi vuole proporre qualcosa di davvero originale deve mettere in campo molte nuove idee, capacità di pensare “oltre” e “avanti”, e fornire altissima qualità, pena l’oblio.
[tweetthis]La rete riesce a mettere in evidenza le copie che sono sempre esistite, ma erano più difficili da stanare[/tweetthis]
3) I nuovi media sono I MEDIA
Date un’occhiata ai numeri dei fatturati della carta stampata (la faccio breve: oltre un quarto del fatturato è stato perso in soli 5 anni) e potrete avere conferma che tutto il business su cui si è sviluppato il lavoro è sostanzialmente in fase di crollo. Cosa rimane? Un mondo digitale, che non può essere solo considerato la versione economica della carta ma che ha regole e richiede competenze davvero totalmente assenti nel nostro settore (dove si confondono ancora i DPI con i PPI, la risoluzione con la “qualità” delle immagini). Bene, anche se avete deciso di rimanere ancorati al concetto di “fotografi” prendendo l’economica versione della Adobe CC “per fotografi” (che vi abbiamo sempre sconsigliato, perché oggi fare fotografie significa molto di più che usare Photoshop e Lightroom), forse vi siete accorti di un cambiamento epocale: Photoshop ora consente di cambiare interfaccia, di passare ad un look che si chiama Design Space che nasce per poter realizzare contenuti per tutti i principali device mobili (iPhone in tutti i formati, iPad, Android, Surface). Ce ne parla Zorana Gee, Senior Product Manager for Photoshop (famosa per la sua parlantina-turbo!) nel video che pubblichiamo qui sotto:
Guardate e scoprite come il mondo sta cambiando davanti ai vostri occhi. E se volete visualizzare tutto quello che fate non più sullo schermo del computer, ma esattamente come i vostri clienti lo vedranno direttamente sul proprio “MEDIA”, allora potete scaricate l’app Preview CC e visualizzare su tutti questi contenuti da Photoshop al device tramite connessione WiFi o via cavo. Ci sono anche delle novità sul come si esportano le immagini per gli schermi (ne abbiamo parlato a febbraio in un JumperCamp, mostrando le tante soluzioni nate ben prima di questo aggiornamento di Photoshop, e facendo una lezione sul come funzionano “DAVVERO” gli schermi Retina e ad alta risoluzione in generale, causando lo stupore di tutti… perché sono cose che non si sanno, non si conoscono, non si discutono in ambienti diversi da questo).
La carta è morta? No, non è mai stata così viva, ma per applicazioni di altissima fascia, di altissima qualità, di altissimo costo. Per proporre prodotti stampati bisogna garantire una qualità eccezionale, e non certo questa si basa solo sulle “macchine che usiamo”, o sulle parole che pronunciamo. Tutta la “normalità”, che è fatta anch’essa di altissima qualità passa dai monitor e passerà sempre più da questi: ora lo dice anche Photoshop, che ha cambiato interfaccia (se si vuole) per aprire questo nuovo mondo.
4) Non si lavora (più) da soli
Possiamo essere anche dei caratteri chiusi e difficili (personalmente, sono famoso per avere un carattere difficile), ma sempre più non possiamo credere di poter lavorare da soli. Perché ancora si lavora da soli? Per due motivi:
a) Perché crediamo di essere i migliori (e non lo siamo, specialmente se non siamo capaci di interagire e confrontarci con gli altri)
b) Perché abbiamo dei budget troppo bassi e facciamo dei preventivi che non riescono ad includere il lavoro di team.
Se vogliamo, possiamo rimanere in questa situazione, ma se guardiamo alla tecnologia (c’era già, ma si è potenziata con le Librerie CC e con il sistema CreativeSync), possiamo creare risorse condivise che possiamo aggiornare in un istante ovunque, possiamo iniziare un lavoro su un iPad e farlo finire ad un nostro collaboratore in studio, possiamo iniziare a creare un progetto usando il nostro “Linguaggio” (disegni a “matita”, elaborazione di palette di colori e di sensazioni su una fotocamera e proseguire su un video), possiamo lavorare contemporaneamente usando aree di archiviazione cloud condivisa. Ho trovato questa frase, che trovo perfetta (e che da anni è la filosofia di Jumper e di tutti i nostri progetti)
[tweetthis]Bisogna creare team che si basano sul talento, non sulla localizzazione geografica[/tweetthis]
Voglio lavorare con le migliori persone che ho trovato: non solo a Milano, dove abito e lavoro, ma in tutto il mondo. Se la parola “mondo” vi spaventa, iniziate con il paesino a pochi chilometri, in un’altra regione distante, su un’isola della nostra Italia… Ma poi andate oltre e scoprite che proprio tramite la CC Adobe si può entrare in contatto con un mondo incredibile di creativi, tramite Behance. Partite subito (se non lo avete ancora fatto) con il vostro portfolio pubblico, esplorate i creativi di tutto il mondo, interagite con loro perché forse possono nascere, proprio da questi rapporti, nuove idee e nuove strade per il vostro business.
5) Ci sono cose in meno… non per tutto Adobe c’è e ci sarà
Non è tutto un “aggiungersi”: le strategie delle grandi aziende sono importanti per trovare nuove visioni (quelle che, appunto, abbiamo cercato e cerchiamo di mostrarvi ben prima, per prepararvi), ma in certi casi ci sono strade che si chiudono. Per esempio, su Adobe inDesign CC2015 il mondo del Digital Publishing cambia, e non è detto che sia un bene. Ma proprio per questo, serve guardarsi attorno. Jumper – che in Italia è il punto di riferimento in questo settore, a tutti i livelli – da oltre un anno sta lavorando in attesa di questo momento, perché ovviamente abbiamo previsto e sapevamo con largo anticipo di questi cambiamenti e abbiamo preparato la più ampia visione di quello che si può fare, in che modo si può fare e come cambieranno i giochi in uno dei settori più entusiasmanti del futuro della comunicazione e dell’immagine. Oggi, per assurdo, le chiusure decise dai grandi diventano un mare meravigliosamente navigabile dai piccoli. Ma da quei “Piccoli” che vogliono diventare grandi.
Nel mio Brasile amato, si diceva “Il Brasile è il Paese del futuro”; per i brasiliani, questa promessa non era poi così entusiasmante… volevano il futuro nel presente, non in fondo ad una strada ancora da percorrere. Ok, vale la stessa cosa:
[tweetthis]L’editoria digitale è un futuro diventato presente.[/tweetthis]
E noi lo racconteremo, abbiamo un grande evento previsto per luglio, e nuove iniziative che cambieranno letteralmente (ancora una volta) la visione generale, e ancora una volta in anticipo rispetto al mercato. Se vi siete stupiti delle novità di Adobe del 2015, non fatevi stupire (perdendo il treno) dalle novità del 2016. Quelle le troverete solo con noi, ragazzi ribelli e visionari che continuano a “saltare” per portare il futuro tra di noi.
Flavio says:
Ciao Luca,
sbaglio o per poter usare Preview CC serve ITunes ma non essendo disponibile la versione di Itunes per Android chi ha Abdroid non può usare Previde CC?
Flavio
Luca Pianigiani says:
Ciao Flavio, come pensi di installare qualcosa su Android usando itunes? ;-) Il problema non è di iTunes, ma del fatto che Adobe, al momento non ha rilasciato Preview CC per Android, quando e se lo farà (non si è pronunciata su eventuali tempi di uscita di questa versione) sarà disponibile su Google Play, e scaricabile quindi direttamente sul tuo device. Come ho scritto, alcune app finalmente sono in fase di rilascio anche per Android, ma non tutte, purtroppo Preview non è tra queste.
Lorenzo says:
Ciao Luca!
Da semplice appassionato di fotografia sono un lettore del tuo sito. Articoli come questo hanno spunti interessantissimi applicabili ad altre discipline legate alla creatività, ad esempio alla progettazione architettonica (il mio campo).
Il paragone con la bottega artigiana calza a pennello e per produrre non è più possibile chiudersi in se stessi.
Allo stesso tempo un’organizzazione snella, non più legata al luogo ma basata sulla collaborazione di talenti, può rivelarsi la strada vincente.
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