Avevamo annunciato qualche settimana fa che ci sarebbero state delle novità. La prima è finalmente disponibile, e possiamo raccontarla a tutti. Si tratta dell’atto finale di un anno di lavoro realizzato con un gruppo fantastico, all’interno di una realtà che davvero merita di essere raccontata, non solo perché è una bella storia, ma anche e soprattutto perché crediamo sia un bel segno del fatto che il mondo si muove, se lo vogliamo.
La premessa: circa un anno fa sono stato contattato da un Istituto di formazione Grafica di Trento, l’Istituto Pavoniano Artigianelli e in particolare dal responsabile del corso di Alta Formazione, Marco Franceschini. Mi ha raccontato che questo corso di Alta Formazione vuole essere – da quando è nato – un importante riferimento nell’ambito della formazione di giovani professionisti, e vuole fornire una visione innovativa ed avanzata non solo nelle tematiche “tradizionali” (stampa, serigrafia, grafica… eccetera), ma anche di tutto il mondo del digitale, compreso ovviamente (e forse specialmente) il settore dei tablet e dei nuovi media. Mi ha chiesto, in quella telefonata, di fare un corso sulla creazione e produzione di pubblicazioni su iPad, e senza nemmeno sapere altro ho detto di si. In quel giorno, mi sono “trasformato” in “Docente”, e nemmeno mi aspettavo quanto potesse essere bello e affascinante come mestiere. Per me è un’attività “aggiunta” alle tante che svolgo, che però molto hanno a che fare – direttamente o indirettamente – con la formazione: i JumperCamp, JumperPremium e in parte anche il lavoro di giornalista mi portano ad occuparmi di formazione. Ma da quel momento, nasceva un’ufficialità nuova, che tra l’altro si è arricchita di altre proposte che mi hanno portato ad insegnare anche a Milano, presso la Naba. Ma non voglio parlare di me, ma del progetto, che io ho attivato e acceso, ma che poi è stato portato avanti da una ventina di ragazzi davvero speciali.
Come è nata? Beh, dopo un primo semestre di formazione tecnica e teorica, siamo passati alla pratica, progettando una pubblicazione che doveva essere completata entro la fine dell’anno scolastico e pubblicata su Appstore, in modo che questa esperienza potesse essere condivisa in tutto il mondo, senza vincoli, senza barriere. Un portfolio di lavori che, pur nato in ambito scolastico, voleva avere una visione professionale e ad ampia partecipazione internazionale. Per rendere possibile questa comunicazione “senza muri”, è stato deciso che all’interno della rivista ci sarebbero stati davvero pochissimi testi (in realtà, praticamente quasi nessuno!), quello che è stato scritto comunque è stato tradotto o addirittura scritto solo in inglese, ma in ogni caso protagoniste sono le immagini, i suoni, la voglia di “toccare”, ovvero quello che possiamo fruire con i tre sensi della vista, dell’udito e del tatto.
E’ nata quindi una rivista, si chiama AF Mag (da Alta Formazione), che si può scaricare gratuitamente da qui. Gli studenti del corso sono stati suddivisi in gruppi, e ognuno ha realizzato un progetto/articolo dedicato alla vista, all’udito e al tatto. Sono nate delle idee splendide, sviluppate poi nell’arco di un trimestre, realizzando foto, video, illustrazioni, suoni, animazioni in 2 e 3D. Abbiamo avuto anche il supporto di iStockPhoto (grazie a tutti!) che ci hanno fornito gratuitamente delle immagini per completare alcuni progetti della rivista. Ci sono state strade partite bene e che poi si sono ingarbugliate, e altre partite timidamente e che poi si sono rafforzate. Tutti ci hanno messo impegno e passione, con molti degli studenti ci si sentiva via email o tramite social network anche a notte fonda, perché tutti hanno dedicato tutto il loro tempo per ottenere il meglio, il massimo.
Il risultato parla, crediamo, da solo. Non avete un iPad? Beh, ecco un motivo in più per averlo: quello che sta esplodendo oggi, come forma di comunicazione, è a portata di mano, servono gli strumenti, ma chi si occupa di comunicazione non può rimanere indietro, non può non conoscere, comprendere, studiare e approfondire questi mezzi. Gli studenti hanno fatto salti mortali per averne uno, di iPad. Magari comprato usato, su eBay, oppure “torturando” i genitori per averne uno (magari al posto di qualcosa di più “young”, che magari alla loro età sarebbe stato anche comprensibile), o ancora lavorando – in uno studio, in una gelateria, facendo la babysitter – per pagarsi uno strumento senza il quale non era possibile studiare.
Con molti di questi ragazzi e ragazze, abbiamo fatto di più: abbiamo creato un gruppo di lavoro, molti già lavorano con noi, altri lo faranno presto, perché quello che è stato creato è molto di più di un prodotto, è molto di più che “un esame”, è molto più di “creatività e tecnica”. Abbiamo avuto la possibilità di “creare futuro”, di “creare realtà”, e in un momento in cui il lavoro sembra scarseggiare e la crisi avvolgere tutto, c’è ottimismo, ci sono sorrisi, c’è energia, e questa energia personalmente la reputo una piccola magia, che vuole proseguire. Quello che si è sognato da anni – di creare una forma di editoria e di comunicazione digitale – è ora una realtà. La rivista è stata pubblicata da una nuova divisione di Simplicissimus (editore anche di JPM Magazine, la nostra rivista che è in arrivo, completamente rinnovata, anche per iPhone!): si chiama MagMaker, ed è il frutto di due anni di lavoro e di oltre dieci di ricerca. Il sottoscritto è responsabile di questa divisione, coordinata insieme ad Antonio Tombolini e al suo team, e ci occupiamo di creare e sviluppare progetti nel settore dell’editoria digitale, e anche di far crescere questo settore, in modo da dare a tutti questi ragazzi un mercato che possa farli lavorare e crescere. Parliamo di presente, di forze che consentono di ottenere grandi risultati che il settore dell’editoria e della comunicazione può e deve sviluppare, e in questo presente. Ora ci sono le risorse, di esperienza e di menti fresche. Ora, chi vuole davvero costruire qualcosa, ha la possibilità di farlo, e deve farlo velocemente perché non ci sono scuse.
I nostri ragazzi dell’Alta Formazione sono vulcani, e sono stati fantastici. Scaricate la rivista e guardate cosa hanno fatto. Io guardo a loro e capisco che si sta costruendo, finalmente, e non potete immaginare quanto questo sia emozionante, quanto sia bello. Grazie a loro tutti, perché io so che passione e impegno ci hanno messo, e quanto credono al futuro.
Luca di Toscana says:
Ho scaricato e guardato con attenzione la nuova rivista, a mio parere e’ un lavoro veramente eccellente, per le capacita’ tecniche messe in gioco, per i contenuti e per la freschezza di un linguaggio grafico la cui composizione stupisce restando pulito, talvolta essenziale ma mai banale.
Per quanto possano contare, i miei complimenti li avete tutti !!!
Luca.
Emiliano says:
Congratulazioni Luca!!
È sempre bello percepire entusiasmo vero dai progressi di professionisti del settore.
Emiliano
carlo says:
Ho appena finito di scaricare il progetto.. direi che avete fatto come sempre un lavoro eccellente ! ! ! Ci sono ancora molte riviste blasonate che non utilizzano 1/10 delle funzioni che avete usato voi in questa pubblicazione. E se l’istituto funziona come quasi tutte le scuole/università italiane .. (della serie.. ognuno si arrangia per conto suo).. direi che il lavoro merita ancora più rispetto !! Largo ai giovani !!! Dobbiamo imparare molto da loro !
Carlo
Mario says:
Metto subito in download.
Complimenti Luca, è sempre un piacere sentire il commovente entusiasmo che ci metti quando parli di questi nuovi media. E mi commuovo ancora di più quando sento qualcuno che davvero crede nei giovani e lotta per aprire loro porte che da ogni parte vengono chiuse o peggio ancora buttate in faccia.
Non so se qualcuno vede la nostra economia collegata alla parola “entusiasmo”, ma credo che ai piani alti qualcuno debba lavorare per far capire che se c’è entuasiasmo di possono fare progetti dal peso inimmaginabile. Se c’è stimolo per crescere ed imparare possiamo arrivare davvero lontano.
In bocca al lupo per tutto… ora aspetto e poi ti darò un giudizio (che sarà ovvio che positivo) sulla nuova rivista.
Buon lavoro!
Mario
Riccardo Marcialis says:
BUONA GIORNATA A TUTTI
Ciao Luca.
Bravo e complimenti per il lavoro che hai o avete svolto.
In questo sistema, dove si continua a gareggiare per essere “eccellenti”, non si fa altro che prendere.
Sarebbe bene che cominciassimo anche a dare. Senza riserve. Senza ritorni.
Un “mondo” migliore non si costruisce con strade e case belle ma con persone preparate. In tutto.
Un settore professionale non si costituisce con la tecnologia ma con persone preparate. In tutto.
I veri maestri danno senza misura.
A presto. Riccardo
Luca Fedrizzi says:
Sto scaricando l’applicazione, però sono stato all’evento e devo dire un bell’evento organizzato interemente da una classe di giovani professionisti e dalla scuola Artigianelli di Trento che gli ha dato questa possibilità. Sicuramente la rivista multimediale che hanno creato sarà un bel biglietto da visita, e un buon bagaglio di tutte le cose che hanno imparato nel corso dell’anno.
Bravo Luca Pianigiani che ha saputo trasmettergli la passione per un lavoro che sarà sicuramente uno dei futuri dell’editoria, se forse non già il presente. Devo dire che l’evento mi ha trasmesso un sacco di energia e di voglia di mettermi in gioco in questo campo.
Luca Buon lavoro a tutti
Francesco says:
Complimenti per il ruolo, sai che seguo con interesse ogni tua strada … Ma lascimi esprimere qualche critica, di complimenti tanto ne hai già avuti e ne avrai parecchi a cui mi associo. Partiamo dalle cose tecniche, l’app crasha spesso, forse, troppi video e troppi suoni. Non si naviga e si ha la sensazione di essere in un calderone di troppa roba, della serie chi più ne ha più ne metta, sembra un collage di creatività cercata a tutti i costi senza un filo logico. Voglio immaginare che tu dopo aver insegnato abbia lasciato la liberta ai ragazzi di fare quello che volevano. Secondo me il problema del concetto scuola italiana sta proprio nella troppa liberta e nel far affrontare ai ragazzi tutto come un gioco ed escono queste cose insostenibili e inguardabili. Per cambiare e riportare la nostra nazione a competere dobbiamo ricominciare a trattare gli studenti come gli adulti e portarli a pensare a cose sostenibili . Spero venga presa come critica costruttiva ombra di una grande ammirazione.
Luca Pianigiani says:
Ciao Francesco,
Le critiche sono sempre molto utili, e far capire ai ragazzi specialmente che tutta la strada è in salita è fondamentale. Però le critiche vanno espresse con responsabilità e analizzando – da esperti e da adulti – ogni elemento.
Prima di tutto: il progetto c’è eccome: è un percorso di ricerca tattile, visuale e acustica, bisogna immergersi, giocare, esplorare. Forse sei rimasto al di fuori e non hai capito. O forse non risponde al tuo gusto, ma il giudizio non può essere in questo caso banalmente soggettivo, non trovi? Il progetto è molto profondo, invece… Molto
Il progetto c’è, eccome, e ogni step è stato studiato e seguito da me, lasciando spazio e libertà agli studenti, perchè in questo caso era giusto così, ma non sono mai stati lasciati soli, mai. Se hai delle critiche falle quindi a me che li ho “diretti”.
L’app a volte crasha e non per colpa degli studenti, ma per colpa di una tecnologia (quella della DPS di Adobe) che purtroppo è ancora giovane. La scelta fatta è stata quella comunque di portarla al massimo, a volte la RAM (molto limitata) dell’iPad gioca brutti scherzi, ma l’abbiamo testata a lungo e i problemi sono stati pochissimi (sicuro di avere l’iPad a posto?).
Per finire, la discussione sulla scuola non è forse un po’ troppo fuori luogo? Sono ragazzi, hanno avuto l’occasione di fare un lavoro da professionisti, e ti assicuro che pochi in Italia sanno fare quello che hanno fatto loro (neanche guru e esperti o finti tali). Io quindi farei un applauso a loro (gliel’ho fatto) e avrei un po’ di orgoglio per un’Italia che forse perde le partite di calcio, ma guadagna scuole e studenti come quelli che ho avuto l’onore di seguire.
Francesco says:
Infatti le critiche le ho fatte solo dopo essermi accodato ai complimenti, un applauso quindi a tutti e all’impegno. Rimango però della mia opinione, progetto poco sostenibile, avrebbero (e avresti) potuto fare qualsiasi cosa tranne che rimanere nel vago dell’arte estrema e dei percorsi creativi. Belline le bollicine, bellini i biscottini, belline le fotine, ma ripeto tutto bellino .. ino. Chiariamoci, non dico che dovevate fare un’altro jpm o chissà cosa, ma avrei voluto vedere qualcosa di meno scolastico e infantile sull’appstore e da una scuola di una regione autonoma. Riguardo al progetto del percorso tattile visuale e acustico … forse hai ragione te, è un mio limite, non lo vedo. Forse perché non ne sento la necessità visto che siamo alla terza generazione di iPad e ho perso il conto di quelle dell’iPhone. Quello che voglio dirti o stuzzicarti (non volermene), l’ho scaricata con tanta aspettativa e ne sono rimasto deluso. L’ho data in mano a mio figlio di 10 anni che ha la fortuna di usare l’ipad da un po’ e al secondo “sfoglio” di dito me lo ha restituito. È una scuola di grafica e comunicazione visiva, avrei voluto vedere piu ricerca e studio sul classico reinterpretato in una nuova e aggiornata comunicazione. Invece secondo me si percepisce solo la ricerca estrema dell’io artistico senza base e senza comunicare qualcosa. Forse parlo solo con l’amaro in bocca della vecchia delusione che ho avuto nell’approccio scolastico e guardo le cose per come le vorrei vedere, chissà? Però volevo comunicarti queste critiche come stimolo, cioè, secondo me siamo in una nuova fase di questa evoluzione di tali sitemi … sono zeppi di cose scarse, c’è l’ingorgo. La cosa giusta è stimolare e preparare le persone a fare cose semplici, funzionanti e utili e non è detto che il comunicatore e grafico debba fare tutto come vorrebbe farci credere l’adobe, ci vogliono anche i programmatori. Dobbiamo cominciare ad andare a braccetto in un mondo che va velocissimo, dove ognuno deve mettere la propria creatività scaturita da un grosso bagaglio culturale, che non vuol dire aver studiato gli egizi, non so se mi spiego?! È come voler fare la doppia capriola in aria con un mese di scuola di ginnastica artistica, stiamo perdendo l’impegno e la disciplina oltre che la nostra storia (il famoso 18 politico che non premia la meritocrazia). Un progetto del genere forse andava affrontato di pari passo con le altre materie e forse, perché no, fare qualcosa di costruttivo che rimanesse anche alla scuola e al territorio. Così gli studenti non lo avrebbero percepito come un gioco (e nemmeno noi) ma come un lavoro utile e consultabile anche da altri. Così invece mi sembra il classico lavorino che si porta a casa e si dice, mamma, guarda come sono stato bravo. Detto questo, ripeto come stimolo, non dico che è tutto sbagliato, inutile e inguardabile. È facile senno criticare al di fuori e a lavoro fatto, ma mi piacerebbe vedere i prossimi lavori con un concetto più costruttivo e sostenibile, naturalmente aggiornato. Non volermene .. e avanti così che ci riempi di stimoli … forse troppi, che ti ritornano contro:)
Luca Pianigiani says:
Perché leggo livore nei tuoi commenti, Francesco? Qualche risentimento nei confronti della scuola o paura che dei “ragazzi” possano fare meglio e di più? Tanta critica, valutazioni e “persino” un giudizio dato da tuo figlio (certamente un genio… non ne ho dubbi… ma giustificare la tua tesi col fatto che tuo figlio non ne abbia percepito nulla di interessante è davvero un po’ restrittivo).
Come docente ho giudicato molto positivo come percorso, quello dei ragazzi; evidentemente saresti un docente più “maturo” e competente di me, però ai commenti acidognoli (bellino….) posso aggiungere che molto raramente nella mia vita mi capita di vedere qualcosa di “eccezionale” (guardiamo anche quello che facciamo noi stessi…io, tu…non ho trovato l’estro di Leonardo sul tuo sito, come non lo trovo nel mio… come possiamo essere giudici? Mi accontento di accompagnare, di consigliare una strada).
Mi dici “come andava affrontato il progetto? Non trovi di ergerti troppo al di sopra delle parti? Dici che i ragazzi hanno percepito tutto “come un gioco”? Vieni a “sudare” ad un mio corso annuale, ti assicuro che non lo considererai un “gioco” e nessuno si è permesso di “giocare”, trovo che siano giudizi espressi senza rispetto e senza averne i parametri. I ragazzi hanno trattato l’argomento ANCHE sorridendo, e lo hanno fatto con una freschezza che non vedo nella comunicazione “seria” (che magari apprezzi tanto). E io la trovo deliziosa. Certo, piena di cose da migliorare, ma eravamo molto più bravi di loro, a vent’anni? Io no, di sicuro!
Dici e spieghi che servono Programmatori? Oggettivamente e concretamente, quale profonda esperienza hai nella produzione di riviste digitali? Forse ne abbiamo un po’ di più di te (anche gli studenti, te lo assicuro). Dici che non si poteva “pretendere” di fare un altro (senza accento….maschile), JPM, beh, io sto proprio lavorando con almeno tre di loro per sviluppare il nuovo JPM, che uscirà tra breve, e la loro gioventù, passione e capacità aiuteranno a farlo crescere. Io sto passando dal “fare” al “progettare”; e credo così tanto nei giovani che riuscirò a stupire anche te. E lavoro con loro perché so che sono dannatamente bravi.
Le capacità bisogna saperle coglierle quando sono acerbe, quando sono evidenti è troppo facile. Io proseguo a farlo, ma anche a crescere con chi in teoria dovrei far crescere. Non me ne volere, a volte le critiche si rivolgono anche ai critici ;-)
Gloria says:
Ciao,
sono una studentessa che ha fatto parte del progetto AF Mag, e vorrei chiarire un paio di cose.
Innanzitutto il corso di Alta Formazione Professionale per le Arti Grafiche non è un classico corso universitario o parauniversitario. In questi due anni abbiamo si studiato sui libri e sui software, ma soprattutto abbiamo cercato di diventare dei veri comunicatori. Abbiamo capito cosa significa veramente lavorare (sia da soli che in team) e avere a che fare con dei clienti, cosa che nessun altro corso universitario fa. E lo dico per esperienza perché io prima di questo corso ho frequentato l’università e mi sono laureata.
La strada è ancora lunga certo, e questo lo sappiamo bene. Infatti forse è proprio per questo che il messaggio non arriva chiaro a tutti. Ci vuole un po’ di immaginazione, siamo dei visivi e forse alcune cose le abbiamo date per scontato, ma volevamo che il fruitore della rivista si lasciasse andare in un viaggio attraverso i 3 sensi: vista, udito, tatto. Divertendosi e giocando un po’.
Il fatto secondo me è che siamo talmente bombardati di pubblicità, suoni, immagini, tv spazzatura ecc. che non badiamo più ai nostri sensi, li abbiamo quasi anestetizzati, e dovremmo riappropriarcene e ricominciare a usarli.
E poi c’è da dire che siamo in 23! Un bel numero! È giusto lasciare lo spazio a tutti di esprimersi. Mettere insieme 23 teste (26 se contiamo anche Luca ed altri professori che ci hanno seguito) non è facile, e per il tempo che avevamo a disposizione penso che abbiamo fatto molto!
Sicuramente essendoci dentro il mio giudizio è di parte, ma è una soddisfazione indescrivibile quella di vedere il tuo lavoro sull’AppStore! E comunque…siamo solo all’inizio!! Di strada ce n’è ancora molta da fare, siamo giovani e c’è solo da migliorare!
Mi sembra comunque un buon inizio!
Grazie di nuovo a Luca per questa opportunità! Per fortuna c’è ancora qualcuno che lascia spazio ai giovani!
Alessio – synergiaphoto.com says:
Scaricata e guardata.
Come già ti avevo detto in altri contesti in italia manca una cosa… una connessione internet adeguata. Nonostante un iPAD, wi-fi 3GS ho dovuto attendere di andare a lavoro e “rubare” la loro connessione per poter scaricare tutti quei mb…. :D :D Scaricarlo a casa sarebbe stato impensabile ed impossibile in giro.
Ho iniziato l’esperienza e in certi punti non l’ho trovato intuitivo; in altri invece ho visto qualcosa di banale, in altri ancora invece sono rimasto particolarmente affascinato dall’idea e da come è stata messa in pratica.
Concordo a pieno con la tua affermazione “Le capacità bisogna saperle coglierle quando sono acerbe, quando sono evidenti è troppo facile” ; e questo molto probabilmente è il motivo per il quale molti (io per primo) forse non riescono ad apprezzare a pieno, quanto tu, il risultato di questo progetto nel suo complesso (anche perché tu l’hai vissuto e hai potuto vedere tutta una serie di sfaccettature che all’utente finale sfuggono).
Francesco says:
È proprio quello che volevo sentire, e percepisco di aver stuzzicato forse un po’ troppo il docente. Ma anche i docenti a volte devono stare al gioco del giudizio a volte negativo, altrimenti si abituano male. Rimango in attesa di essere stupito, diciamo che per farla breve, a questo giro “non lo sono stato”, ne io ne mio figlio che è tutto tranne che un genio, anzi .. direi un vero vagabondo, ma volevo sottolineare che la potenza di una buona comunicazione deve arrivare subito e a tutti. Se ha bisogno di spiegazioni è una comunicazione o un opera sbagliata. Ricordati però che il sudore non giustifica il pessimo risultato. Vero che si ammira l’impegno. Non controbatto su tutto il resto con te, perchè: 1 sul linguaggio e modo di esprimere concetti .. vinci, 2 sicuramente avremo delle idee diverse come è giusto che sia, e la discussione porta solo a riempire righe e non serve a nessuno.
Matteo G. Palmieri says:
Sarà che sono di parte, essendo da poco entrato – grazie anche agli stimoli che ho trovato su queste pagine! – nell’orbita di chi, con entusiasmo e qualche mal di testa, prova a produrre queste nuove forma di comunicazione, ma non posso che dirmi affascinato dal lavoro che c’è dietro e dai risultati che siete riusciti a raggiungere. In AF Mag io il “progetto” lo sento, e in maniera forte. Anzi: credo che il confronto con JPM – nella sua veste più “classica”, più “editoriale”, se così posso dire – sottolinei maggiormente la capacità progettuale di adattare strumenti nuovi in forme diverse, a seconda dei contesti. E proprio per questo sono curioso di vedere il “progetto” che ci sarà dietro al JPM per iPhone…
Con sincera ammirazione, buon lavoro!
Francesco says:
Fermi, fermi tutti, qui ci siamo capiti male … anzi, mi sono spiegato male come al solito, non ho sicuramente la dote di luca. Riproviamo, le mie critiche sono e volevano essere all’app messa sull applestore da scaricare, quindi fruibile al mondo. È come avere la possibilità di fare uno spot pubblicitario in tv. È stato sottovalutato da Luca e dalla scuola tale responsabilità. Mi sono permesso tali critiche solo per questi due motivi: 1 perchè Luca in questo settore lo reputo ed è, non dico il numero uno perchè non è giusto, ma è una persona che con sacrificio e capacita (molte) sta combàttendo l’ottusità delle maestranze nel settore e giustamente si sta guadagnando ruoli interessanti come quello di docente. 2 perchè so di farlo in uno spazio che lui stesso ha creato e che serve proprio per stimolare tutti alle riflessioni e al miglioramento. Riformuliamo le critiche: la scelta di mettere sull’applestore l’app ha grandi responsabilità che forse a questo giro potevano essere evitate, proprio perchè le persone che la scaricano non conoscono cosa ci sia dietro ma interpretano solo quello che vedono (o meglio, quello che comunica l’oggetto). Quindi le critiche non sono rivolte a tutto quello c’è stato dietro, che posso solo immaginare e a cui faccio i miei veri complimenti, ne tanto meno agli studenti in quanto tali, ma al lavoro in se, o meglio al lavoro pubblicato e a chi non ha saputo cogliere o evitare il momento. Passiamo agli esempi pratici, se dovessi valutare la scuola dall’estero non conoscendo nient’altro gli darei un voto negativo, ma per fortuna conosco questo mondo e apprezzo l’impegno e la ricerca di stare al passo cercando il docente giusto. Se dovessi valutare il docente non conoscendolo gli darei un voto negativo, ma per fortuna conosco Luca e conosco le sue doti e qualità . Se dovessi valutare i ragazzi per un assunzione, non avrei la possibilità di valutarli e passerei oltre. Diciamo che nonostante un buon allenatore, un buon sponsor, una buona squadra e buoni giocatori, secondo me è stata giocata male una partita … ma niente di che. Sono sicuro che le altre saranno migliori. Scusate le critiche, ma se percepite bene servono a crescere. Le mie non vogliono essere distruttive e non pensate che non capisca le difficoltà e l’impegno, sono anzi contento che qualcosa si muova nella direzione giusta. Per Gloria: complimenti, il maestro e la scuola sono quelli giusti e come ti dimostra Luca, con impegno e capacita si può fare molto.
Luca Pianigiani says:
Francesco, il problema è che hai usato – e continui ad usare – un tono sbagliato, offensivo nei confronti del lavoro degli studenti, e specialmente non conosci la tematica, la complessità, le metodologie di realizzazione di una pubblicazione digitale. L’hai guardata da fuori, con tono da “maestro”, quando siamo tutti (e alcuni, te compreso, più di altri) dei neonati.
La pubblicazione su Appstore è stata compresa dagli studenti in tutta la sua responsabilità, e posso assicurarti che pochi prodotti sono così interessanti su Appstore, realizzati con questa tecnologia. Ci sono – certo, eccome! – prodotti migliori, ma non è detto che siano migliori in tutto e specialmente nella finalità della pubblicazione. Quello che c’è in questa App/magazine è emotività e freschezza, e ci sono soluzioni che tu nemmeno puoi immaginare per la loro complessità. Se manca la comprensione della grammatica, è difficile approfondire il pensiero, si rimane fuori e basta, sebbene non penso certo che la tecnica sia contenuto.
La partita è stata giocata ottimamente, al contrario di quello che dici, e i tuoi giudizi sono puramente estetici e non concreti, è come quello che guarda un vestito di alta moda e non è capace di capirne il pensiero, ma lo guarda e lo boccia dicendo “inusabile”… e non comprende che da quegli elementi se ne prendono piccoli elementi, si rielaborano e tutto si trasforma nelle collezioni che poi tutti useranno. Questo lavoro, pur nel suo collocamento necessariamente umile (per tutto, in generale), ha molto più contenuto e valore della maggior parte delle pubblicazioni per iPad che esistono non prodotte in Italia, ma in tutto il mondo, fatte da grandi editori, da guru e da pseudo esperti.
Se l’oggetto non ti comunica, forse il problema non è (solo) nell’oggetto, ma anche negli occhi dell’osservatore. Una dose di umiltà forse sarebbe necessaria, Francesco. E ti assicuro che avresti molto da imparare, dal punto di vista della comunicazione su questi nuovi media, da questi ragazzi, alcuni dei quali sono così bravi che, lo ribadisco, già sono lanciati nel mondo del lavoro di alto livello. E sappi, che se pensi che io sia un pochino esperto (lo dici tu), sappi che ho imparato tante cose io stesso, loro docente, e al momento tutti gli pseudo esperti della materia stanno studiando, grattandosi in certi casi la testa, per capire come sono state risolte alcune problematiche.
JPM è diversa, ha una maturità editoriale diversa, ma non necessariamente è “migliore”
Alessandro Stech says:
Bravo Luca e bravi ragazzi.
Ho avuto la fortuna di partecipare all’evento di presentazione e posso assicurare che realizzare un progetto di questo tipo, in una classe di 20enni è qualcosa di straordinario. Mi permetto di essere abbastanza sicuro della mia opinione in quanto sono ex studente dello stesso percorso formativo.
Riuscire a coordinare questo tipo di progetti, dove gaussianamente parlando trovi una classe composta dan 10% geni, 80% ragazzi normali e un altro 10 % di scarsi è veramente difficile. Per questo la suddivisione in gruppi è l’ideale per fare in modo che ognuno si senta a suo agio.
Attraverso l’evento si è capito subito che è stato un progetto di ricerca che aveva l’obiettivo di dimostrare le potenzialità di questi strumenti al pubblico e allo stesso tempo far imparare/lavorando gli studenti.
L’obiettivo, a mio parere, è stato completamente centrato! Complimenti!
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