Algoritmi: ricetta del successo per una strategia di marketing?

Algoritmi: ricetta del successo per una strategia di marketing?

Algoritmi e marketing strategico fotografi

Il successo è scritto negli algoritmi. Ce lo dicono tutti, e abbiamo finito per crederci. Per abitudine, però, abbiamo sempre diffidato dalle ricette perfette, che seguite con precisione ci portano al risultato prefissato. Semplicemente, se fosse “così semplice” tutti avrebbero successo.

Eppure, quasi tutti credono agli “algoritmi”, pur essendo una parola di cui forse nemmeno si conosce il vero significato, abbiamo cercato la definizione più pertinente:

Algoritmo: procedimento di calcolo esplicito e descrivibile attraverso un insieme di regole, costituite da sequenze logiche di istruzioni elementari e non ambigue, che conduce a un determinato risultato atteso, attraverso l’applicazione, per un numero finito di volte, di quelle stesse regole.

(fonte: Dizionario di Economia e Finanza, via Treccani)

Il mondo è ormai comandato dagli algoritmi, che sono anche la base degli strumenti che usiamo tutti i giorni e che influenza ormai tutta la nostra società ed economia; inutile dire che, al primo posto dei simboli della logica algoritmica ci sono Google, Facebook, Amazon, che a guardarli bene sono i motori trainanti dell’informazione, dell’interazione tra le persone di tutto il mondo e del commercio.

Gli algoritmi si basano su calcoli, e su dati: un altro elemento di questo panorama è proprio quello che viene definito dei “ BigData – e si parla 4 zettabyte di dati nel 2016, destinati a crescere fino a 44 zettabyte nel 2020 – chi ha il potere (tecnologico, di puro calcolo informatico ma anche politico perché l’accesso ai dati è spesso legato alla possibilità “legale” di poterlo fare). Se i dati dicono qualcosa, nella loro sintesi, se gli algoritmi sono in grado di analizzare tali dati e descrivere delle regole, allora si ha la certezza di un risultato.

Già, come nelle elezioni americane…

Più ci si basa sulle certezze, e più riusciamo a dimenticarci che siamo esseri umani, e l’umanità ancora non è definibile da calcoli e numeri. Certo, i numeri portano quasi sempre ad un risultato certo, le statistiche ci permettono di prevedere quasi tutto. Ma, alla fine, le “regole” possono fallire perché è normale l’imperfezione. E poi le macchine sono pur sempre programmate dall’uomo che alla fine valuta e analizza questi risultati quasi perfetti usando il proprio metodo, immensamente più impreciso. E più c’è la sicurezza e meno si introduce il fattore dubbio, più si fanno errori. In questo articolo , che ho appena girato a qualche studente che sta cercando la propria strada per creare soluzioni di comunicazione e di marketing e che condividiamo con voi tutti, si mette in evidenza quello che è stato sbagliato dai media, dagli opinionisti, dagli esperti, da quelli “che sanno e ce lo dicono in anticipo” sull’“imprevedibile” risultato dell’elezione di Trump. Erano tutti sicuri, lo dicevano i dati…. ma non lo diceva la gente.

Ci spaventa che chi oggi non può sbagliare (voi, noi tutti: quelli che hanno bisogno di lavorare per vivere e che hanno scelto un mestiere che vuole dare soddisfazione, e non solo “soldi”) stia cercando risposte negli algoritmi. Si cerca di analizzare il mercato, di seguire percorsi che “sono giusti”, si lavora per entrare nelle grazie degli algoritmi, si usano “codici” come fare un post con venti # perché si pensa di scalare la montagna della visibilità. Fa sorridere l’ingenuità, fa tristezza credere che si stanno seguendo strategie che – se tutto va bene – saranno le medesime usate da tutti quelli che pensano “di avere capito”. E cosa succederà? Che nessuno si accorgerà di queste “strategie”, che si sarà gli ultimi tra i primi (i “primi” sono quelli che “sanno” come usare gli algoritmi, gli ultimi quelli che non lo sanno), e non cambierà nulla… saranno sempre indietro, saranno i più freddi e calcolatori senza ottenere nulla di concreto; saranno superati anche da quegli “ultimi” che nella loro mancanza di conoscenza appariranno però sinceri e “veri”.

Gli algoritmi, i calcoli, le regole… sono ricette che semplicemente non funzionano a basso livello; se non funzionano ad alto livello (i giornalisti, gli opinionisti, eccetera), figuriamoci se possono esserlo per noi, che siamo piccolini.

Su queste basi, vogliamo lavorare. Noi e insieme a voi. Dobbiamo smontare le certezze matematiche e lavorare invece su strategie che si basano sul mettere in luce qualità e personalità. Il metodo, il calcolo, le strategie ci sono e ci devono essere, ma non possono essere “matematiche”, dobbiamo lasciare molto (tutto?) sul lato del valore aggiunto, quello che ci differenzia dagli altri sul serio e specialmente ci differenzia dalle macchine. E di questo parleremo al nostro Jumper CAMP del marketing, il 22 novembre a Milano. Se credete che quello che abbiamo scritto qui sia giusto e “calzante” sulle vostre esigenze, non perdete l’occasione per esserci. C’è ancora qualche posto, e visto il grande (grandissimo) interesse abbiamo deciso di allungare la proposta scontata “Early Birds” fino a mercoledi 16 novembre. Se non potete, ricordatevi che potete acquistare il video dell’evento, anche questo ANCORA scontato fino a mercoledi 16 novembre. Non aspettate oltre, specialmente per il posto “live” i posti rimasti sono pochissimi.

Go to top
Back

This is a unique website which will require a more modern browser to work!

Please upgrade today!

Share