Personalmente, credo di avere scattato l’ultimo rullino di Kodachrome oltre 20 anni fa. Insomma, non posso dire che la notizia (formalizzata il 22 giugno) dell’interruzione della produzione di questa leggendaria pellicola mi abbia fatto piangere, non sono caduto in depressione, non ho pensato che… ormai il mondo non ha più un senso. E, per assurdo – malgrado quello che è stato scritto in questi giorni – non credo che sia il segno dei tempi. Il segno dei tempi non è questo, semmai c’è da domandarsi perché tanto “tirarla lunga”, il Kodachrome era già morto e sepolto da anni: i professionisti non potevano più usarla perché nessuno la sviluppava più (oggi un solo laboratorio, Dwayne’s Photo, è certificato da Kodak per questo trattamento, e ha garantito che garantirà lo sviluppo delle pellicole Kodachome fino al dicembre 2010, non sappiamo cosa faranno gli altri laboratori indipendenti che pur non “ufficiali” hanno finora offerto questo servizio), perché le pellicole moderne hanno raggiunto comunque dei livelli simili con processi di sviluppo standard e specialmente molto meno inquinanti. E, per finire, alla fine nessuno (a parte qualche feticista) ha bisogno più della pellicola, tantomeno di un 35 mm.
Salutiamo quindi con ottimismo, e non con le lacrimucce, questa fine di una storia, che tanto ha raccontato nella storia della fotografia, ma che evidentemente non aveva più nulla da dire: neanche la borsa, che di solito reagisce a queste dichiarazioni con nervosismo, ha reagito male, anzi: le azioni di Kodak (sigla: EK) in questa settimana sono addirittura salite (tra parentesi… era tanto che non guardavo il valore delle azioni, ero abituato a numeri a due cifre, e ora si parla di poco più di 2 dollari). Un altro segnale: avendo aspettato così tanto, Kodak avrebbe potuto stringere i denti ancora per qualche mese, visto che nel 2010 sarebbero stati festeggiati i 75 anni di età, e invece nulla, uno sgarbo per i fans di questo materiale, sparsi nel mondo.
Chiudiamo il capitolo con qualcosa di divertente, che possa permetterci, se lo vogliamo, di rimanere legati a questo capitolo di storia, anche nel futuro: ecco una piccola mappa di link, da visitare:
1) KodachromeProject: un sito che celebra e unisce gli appassionati del Kodachrome
2) Tributo al Kodachrome: sul sito di Kodak, dove si fa una giusta commemorazione alla pellicola per eccellenza. Con contributi di Steve McCurry e la sua (non se ne può più….) foto multipremiata della ragazzina afgana, scattata ovviamente in Kodachrome.
3) Pagina di Flickr dedicata al Kodachrome: non che i contenuti “taggati” con la keyword Kodachrome siano poi così significativi, ma… eccola!
4) Kodachrome Preset per Lightroom: se volete, potete scaricare da qui un preset gratuito per riprodurre le tonalità del Kodachrome 25 con Lightroom (oltre ad altre pellicole). Ok, è uno scherzo, ma è pur sempre un modo per superare la perdita!
5) Kodachrome, Paul Simon: il celebre brano scritto nel 1973 da Paul Simon, disponibile su iTunes. Abbiamo scritto questo SJ ascoltandolo a ripetizione, e mette di buon umore. Visto che abbiamo promesso sorrisi e non tristezza, ecco una frase tradotta di questo brano: