In questi giorni sto facendo un trasloco, e la fatica del fare, spostare e svuotare scatole e mobili mi ha fatto sempre più pensare a quanto sia meravigliosa l’evoluzione del digitale. Tutti i miei dati, tutta la mia vita digitale si è spostata in un istante; il resto è stato (ed è) tutta un’altra storia. Se fosse possibile, digitalizzerei tutto… o quasi tutto. La cosa che è più importante, però, è considerare cosa effettivamente è digitale (un hard disk è un mattone, un oggetto analogico, i dati sono digitali, quindi, quando privi di un supporto fisico, e sono online, sempre accessibili da qualsiasi punto del mondo).
Sappiamo che molte persone guardano con titubanza alle soluzioni cloud, per motivi che spesso sono frutto di valutazioni pratiche, ma alcune (molte) per una paura che si può comprendere solo analizzando lo spirito umano, che non riesce a concepire facilmente il possedere qualcosa che non si può “toccare” (e che forse possono toccare altri). Queste paure sono tendenzialmente queste:
- Se poi mi trovo senza connessione, come faccio?
- “Quelli che mi archiviano” i miei dati, possono poi rubarmeli?
- Ma se poi “mi perdono i dati”?
Non c’è come un trasloco per rispondere a queste domande:
- Ormai non c’è luogo dove io non posso collegarmi (almeno in Italia… in attesa di soluzioni di connettività globali); in questo momento non ho ancora, nella casa nuova, la connessione Internet, ma ho due piani di connettività dati che viaggiano ben più veloci dell’ADSL e che mi garantiscono una connessione sia qualitativa che quantitativa: in pratica, posso accedere a quello che mi serve, senza problemi;
- Il fatto che possano rubarmi i dati è meno facile rispetto alla possibilità che possano rubarmi un computer, e i relativi hard disk di backup: considerando che vivo con uno zaino salendo e scendendo tutti i giorni dai treni, non c’è dubbio che sia possibile più una perdita fisica che non una digitale;
- Per quello che riguarda la perdita dei dati, posso assicurarvi, per fare una battuta, che ho paura di avere perso tante di quelle cose, in questo trasloco, che sapere che qualcuno si incarica di tenere conservati e aggiornati i miei dati mi regala un non indifferente senso di tranquillità. No, di solito chi perde i dati siamo noi, che non siamo professionisti della gestione dei dati, non i sistemi che fanno questo come business.
Queste sensazioni che si sono aggiornate nella mente per questa situazione di trasloco, mi portano a segnalarvi due soluzioni per l’archiviazione e per la tranquillità della nostra storia digitale che personalmente usiamo, in particolare per quello che riguarda le fotografie (nostro pane quotidiano) che condividiamo con voi.
1) Dropbox
Da tempo, ormai, Dropbox consente di archiviare le immagini delle fotocamere (smartphone compresi) che si collegano al computer, usando una modalità automatica che salva le immagini in una cartella chiamata Camera Upload. Non dovete fare assolutamente nulla, se non autorizzare questa funzione la prima volta. E’ una soluzione che consente l’accesso alle vostre immagini da qualsiasi postazione e device dal quale possiate accedere al vostro account Dropbox (compresi smartphone, tablet, computer pubblici), e anche fare delle gallerie da condividere con i clienti. Questa funzione è gratuita nei limiti del vostro account di Dropbox, quindi è gratuito se rientrate nel limite dei 2 Gb, altrimenti il costo è di 9,90 Euro al mese. Ci si iscrive da qui, gratuitamente e poi se usandolo vi sembra una soluzione interessante, per tutti i servizi che Dropbox propone, potete fare un upgrade.
Un trucco: se salvate la vostra libreria di Lightroom o di Aperture all’interno di Dropbox, potrete accedervi da qualsiasi computer.
2) BackBlaze
Un servizio scoperto da poco e che consente un archivio continuo di tutti i dati (illimitati) dal computer, per consentire un accesso e un recupero dei dati, sia da computer che da smartphone. In pratica, si tratta di un backup progressivo che salva continuamente i cambiamenti e i nuovi files inviandoli – quando abbiamo connessione internet attiva – on line. In caso di necessità di recupero “fisico” è possibile richiederli anche con spedizione postale di una chiavetta o di un hard disk. Costa 5 Euro al mese e potete iniziare a fare un test scaricando gratuitamente il software da qui. Se poi, dopo averlo usato, non vorrete rinunciarvi, farete questo piccolo ma utile investimento. Il software è disponibile sia per Windows che per Mac.
Un trucco: interessante che la soluzione BackBlaze provvede a criptare i vostri dati, in modo da renderli più protetti da eventuali curiosi.
Questo è un punto di partenza, tutto digitale, che si aggiunge ad altre soluzioni più analogiche, come per esempio TimeMachine su MacOS, Drobo (i più usati sistemi di archiviazione da parte dei fotografi di tutto il mondo, peccato che in Italia nessuno se ne occupi in modo serio…), ed altro ancora di cui parleremo a breve. Non ora perché ora si torna alle scatole e al trasloco fisico…