La notizia è arrivata via email, alle 7,48 del mattino. Il nostro editore, Antonio Tombolini di Simplicissimus (un personaggio da conoscere, se non lo conoscete vi consiglio la sua newsletter, ci si iscrive qui) che ha girato la mail dal subject “Your application is Ready for Sale“, con il suo commento “EVVAI! Spargete la voce! :D”.
Di colpo, tutte le ipotesi sarebbero diventate realtà. Da anni sognavamo di tornare a fare gli editori di una rivista, e di colpo… eccoci. Da anni sognavamo un’alternativa alla carta, sperimentando varie soluzioni, e di colpo… era lì, sull’Appstore. Come i grandi, come quelli che contano… Ma non eravamo preparati a quello che è successo.
Dopo mezza giornata, timidamente, ma senza alcuna speranza e senza preparazione, abbiamo dato un’occhiata alle classifiche. Incredibilmente, nel marasma delle centinaia di migliaia di applicazioni che ci sono, la nostra icona grigia con il logo JPM si affacciava timidamente alla posizione 34 tra le App in vendita per iPad. Non era possibile: abbiamo sempre pensato che avremmo avuto una buona diffusione grazie alle versioni che stiamo ultimando, per poter visualizzare la rivista su computer (Mac, win… quello che volete) e per smartphone, considerando il numero esiguo di iPad in Italia: anche se ci rivolgiamo a tutto il mondo, perché la rivista è sia in Italiano che in inglese, l’inizio lo abbiamo puntato sull’Italia per ovvia logica. Arrivare ad una posizione così alta non ci sembrava possibile…
Ma, ancora una volta, non eravamo preparati. Il mondo digitale stupisce anche chi ci vive da dentro, da tanti anni. Quel numero, 34 (rimarrà stampato nella mente per tutta la vita), non è rimasto tale, ci aspettavamo una discesa, invece è salito. 32, 30, 29. Ci siamo detti, tra noi, chissà, magari saliamo ancora, ma quanto? E, mentre lo si pensava timidamente, si sapeva che sarebbe stato ben più ovvio che saremmo ritornati in posizioni più indietro. Si sperava, ma non ci si illudeva. Attaccati al computer, non si aveva il coraggio di fare il refresh della pagina di iTunes… ma non si poteva tenere le dita ferme. Dopo qualche ora, ci siamo mossi… da 29 a… 27. E poi, dopo, 25, ma è durato pochissimo… poco dopo… 19! Allora ce lo siamo detti quasi a voce alta: chissà se arriviamo nella top ten, quella che in home page di iTunes è dedicata a chi fa i numeri veri, che è “cool”. A voce alta… ma senza crederci. Sarebbe stato impossibile…
Ve la facciamo breve, ci siamo arrivati: 9, poi 8 e in piena notte siamo andati a dormire sapendo di essere a quota 7. Abbiamo dormito felici: incredibile: noi, con una rivista che parla di fotografia professionale, italiani e senza avere alle spalle investimenti folli e editori dai palazzi d’oro, siamo arrivati al settimo posto in un giorno. Avevamo paura di svegliarci da un sogno, e il terrore che al mattino quei numeri non sarebbero più tornati. Eravamo sicuri: abbiamo raggiunto quasi la vetta del cielo e sarebbe stato solo un fuoco di paglia….
La mattina successiva, quella del 4 febbraio, ci siamo svegliati presto e prima di ogni cosa siamo andati al computer… eravamo ancora al posto 7, e dopo un urlo di gioia, abbiamo pensato… facile, di notte e all’alba chi mai compra apps? La mattina però è diventata “tarda mattinata”, e si… ci siamo mossi, ma non siamo crollati… siamo saliti: 6, poi… 5… poi 4! Abbiamo superato applicazioni “mitiche”, da Angry Birds a Numbers… eravamo lì, al quarto posto tra tutte le App a pagamento per iPad. Lì, Jumper Photo Magazine, il nostro piccolo grande sogno, nato per cocciutaggine, perché crediamo che l’editoria digitale non sia solo un modo di dire.
No, non eravamo preparati, e non ci crediamo ancora. Ma, state tranquilli, non vi diciamo tutto questo per vantarci, per farci “grandi”. Lo stiamo dicendo prima di tutto perché chi ci segue da tanti anni ha il diritto e il piacere di sapere cosa è successo dietro l’angolo di un grande progetto condiviso, ma specialmente perché questo conferma che il tanto predicato sulle potenzialità dell’editoria digitale, del self publishing non è una teoria: sono fatti concreti, la classifica parla chiaro. Se ci sono buoni progetti, se ci si investe tempo e sforzo, se si sviluppano con luciditàe con strategia, se non ci si accontenta delle cose facili (quanti editori, anche grandi, anche vicini a noi, hanno fatto finta di fare rivoluzioni facendo delle paginette sfogliabili sul monitor, nate per la carta e mai sviluppate concretamente?), i risultati ci sono. C’è spazio, nel mondo, per progetti che hanno la voglia di essere vissuti. Non fatevi illudere solo dalla tecnologia, però: servono i contenuti, le idee, il resto viene di conseguenza. E le persone ascoltano, comprendono, e fanno eco in rete. Questa notte, prima di iniziare a scrivere questo SJ, abbiamo intercettato un link che parlava di noi, scritto da Maurizio Natali su “Saggiamente“. A confronto, la “rivoluzione” di Murdoch, The Daily, quotidiano che doveva mostrare il futuro dell’informazione sul web, e che ha deluso sia per la sua poca visione “global” (sullo Store italiano non si può scaricare l’app) e per la sua fragilità tecnologica (è possibile leggere “gratis” i contenuti su un sito, che è riuscito in una giornata a craccare la sua protezione… non male per un progetto che ha messo in campo 30 milioni di dollari.) con la nostra. E’ stato fatto anche un video, che abbiamo embeddato qui sotto, e che ci ha impressionato, perché parla della nostra rivista, ma non gliela abbiamo spiegata noi… e vi assicuriamo che è un’emozione incredibile vedere che quello che abbiamo messo “dentro” e che non abbiamo volutamente spiegato (non sopportiamo che serva un “libretto di istruzioni” per spiegare come sfogliare una rivista digitale… quelle cartacee ci riesce anche un bambino di 5 anni… perché quelle digitali richiedono tante parole e disegni esplicativi?) è stato capito così bene.
Il consuntivo di questa settimana incredibile è che… si può fare, dall’altra parte dello schermo c’è un pubblico che è attento, curioso, che comprende lo sforzo, e che lo premia. A questo punto, siamo qui a chiedervi un segno. Stiamo lavorando alla versione per desktop, per quella smartphone, tra breve sarà tra “noi”, per coloro che non hanno un iPad. Noi sappiamo già però che le altre versioni digitali non riusciranno ad eguagliare la versione iPad per completezza, per una serie di motivi tecnici (l’unica che si avvicinerà, o forse addirittura sarà uguale, sarà quella per Android, ma arriverà tra qualche settimana di ritardo, non per mancanza nostra, ma perché il software non è ancora a posto…. non solo quello per convertire la rivista, ma specialmente per quello che riguarda il sistema operativo: per i tablet ci sarà Honeycomb, che è stato annunciato ma non ancora rilasciato, e i tablet che avranno questo OS non usciranno prima della primavera avanzata… per quel momento ci saremo anche noi!).
Vi chiediamo quindi di fare un gesto: andate su Appstore e comprate il primo numero di JPM. Non lo potrete vedere, se non avrete un iPad, ma se ci manderete una mail dicendo: l’ho fatto come segno di fiducia, vi manderemo appena disponibile, e gratis, la versione desktop. E, comunque, è un bel gesto come “regalo” per noi di Jumper, l’investimento è davvero minimo (2.39 euro…), ma il senso di appartenenza sarà forte. Dire: Hey, ragazzi: ho partecipato a far partire questo grande sogno… non è male come effetto, vero?
Noi, inutile dirlo, siamo già al lavoro non solo per completare le edizioni del numero 1, ma anche per il numero 2. Come al solito, ci chiedono: ma avrete cose da dire? Aahhahaha…. da vent’anni cerco di spiegare che il problema non è “cosa metterci”, ma cosa “lasciare fuori”: promettiamo, comunque, un impegno crescente sui contenuti, perché avendo superato quasi tutte le complessità tecnologiche… ora si parla (e finalmente) di contenuti.
Grazie a tutti, buona domenica e buona lettura! Always & totally Digital!