Da due anni non si parla d’altro: Apple uscirà con un orologio, si chiamerà iWatch e sarà una nuova rivoluzione, dopo quella dell’iPod (musica), dell’iPhone (telefonia e comunicazione “mobile”), dell’iPad (il primo computer dell’era post-PC). Per un certo periodo, le voci sull’iWatch si sono alternate con quelle dell’iTV, ma questa seconda “rivoluzione attesa” sembra essere meno perseguibile a breve, o quantomeno è stata accantonata dal mondo dei rumours.
Il 9 settembre, però, oltre ai tanto ormai visti e analizzati iPhone 6 (i modelli saranno da 4,7“ e 5,5”) è dato per sicuro anche la presentazione dell’iWatch. Dovete sapere che ci sono rumours di serie B (milioni di siti) e quelli di serie A (3 o 4), e quando queste poche fonti attendibili di “serie A” dichiarano tutte la stessa cosa, si può essere sicuri che non si tratta di una bufala. Si, il 9 settembre – tra qualche decina di ore per chi scrive – verrà presentato (e non ancora commercializzato: si parla di 2015 per la disponibilità nei negozi) l’iWatch.
In questi due anni di attesa, le altre aziende si sono mosse: velocemente, talvolta in modo grossolano, a volte addirittura comico. Pur di poter dichiarare di “essere arrivate prime”, si sono prodigate nel realizzare degli orologi “intelligenti” che di fatto hanno fatto apparire stupidi i pochi acquirenti (davvero pochi) che se lo sono messi al polso; tanto per confermare questa impressione ci viene incontro lo spot di Samsung per il suo Galaxy Gear, considerata da molti la peggiore pubblicità del 2013: qui la figura da stupidi la fanno tutti i protagonisti dello spot, e un bel po’ anche l’azienda in questione. Nel frattempo, altre novità presentate durante il 2014 e in particolare alla recente IFA, la fiera dell’elettronica, hanno dimostrato che attorno al progetto “orologio smart” ci stanno lavorando in molti, Google ha presentato una piattaforma informatica per questo tipo di device (Android Wear) alcuni, per esempio HTC, hanno addirittura già abbandonato il campo considerandolo poco redditizio. E qualche giorno fa, Motorola ha finalmente presentato il suo Moto 360, che forse è il più bello tra tutti i prodotti finora mostrati, con il suo schermo rotondo e il suo look da orologio tradizionale.
Il vero problema sul quale riflettere è: ma siamo sicuri che il mercato desidera davvero un orologio, per quanto smart possa essere? Basterà un logo di una mela a vendere milioni di orologi nel mondo, come sembra da questa presa in giro di un paio di mesi fa, quando per scherzo hanno presentato a delle persone per strada un vecchio Timex da pochi dollari dicendo che si trattava del famoso iWatch e tutti sono rimasti estasiati dal “progetto”? Siamo sicuri che in un periodo storico in cui sempre meno persone indossano un orologio (tutti guardano l’ora sul cellulare, sul computer, oppure sul forno a microonde), proporre un oggetto che indica l’ora farà fare la coda di notte a tante persone? E in che cosa potrà poi differenziarsi l’iWatch rispetto ai modelli già presentati dagli altri? Potrebbe essere certamente più bello, più leggero, più flessibile, più costoso… ma sarà rivoluzionario come dovrebbe essere un prodotto di questa portata, che sembra avere richiesto investimenti pazzeschi?
A cosa servirebbe, un orologio intelligente? Si dice che integrerà un chip per i pagamenti elettronici, ma questo è realizzabile anche da un cellulare (con Android da anni, con l’iPhone 6 tra un paio di giorni, oltreché con le nuove carte di credito contactless). Tutto quello che potrebbe essere l’eventuale supporto a delle mappe o alla ricerca di un’indicazione o di qualcosa può essere fatto anche questo (da anni) con un cellulare, magari comandato dalla voce se per esempio siamo in bicicletta e abbiamo le mani su manubrio.
iWatch: dettagli interessanti, considerando l’uso “indossabile”:
1) Molti parlano di tecnologie di sensori per monitorare il nostro corpo (battiti cardiaci, pressione, eccetera) e inviare i dati all’iPhone: questo potrebbe essere un motivo che giustificherebbe la necessità di indossarlo.
2) Considerando che i telefoni diventano sempre più grandi perché il mercato li richiede (stupidamente, per certi versi), trasformandoli in strumenti difficili da usare con una sola mano, forse uno strumento al polso potrebbe essere un “ponte” tra noi e il telefono che rimane in tasca o in borsa: potremmo vedere chi chiama, rispondere dall’auricolare, vedere le notifiche che ci vengono segnalate, e così via. Ma sarebbe quindi nulla di più che un “accessorio” del telefono, un “secondo monitor” che è anche un “secondo costo”.
3) Il fatto che verrà presentato e reso disponibile solo tra qualche mese, significa una sola cosa: che serve che qualcuno sviluppi delle app, delle soluzioni, delle applicazioni. Queste saranno probabilmente la chiave del nuovo corso: non l’oggetto, ma il suo potenziale.
C’è qualcosa che sfugge, ma di una cosa possiamo essere certi: non sarà l’indicazione dell’ora l’elemento determinate, quello che ne decreterà il successo. No, non crediamo che sarà un “orologio”, se lo fosse, per quanto intelligente, dimostrerebbe solo una mancanza di vera innovazione, e di un prodotto già “inventato” da altri, e sarebbe la prima volta che Apple arriva “dopo” (anche se potrebbe arrivare “meglio”, sarebbe sempre “dopo” e non crediamo che il marketing della mela se lo possa permettere). Abbiamo parlato molto di tecnologie indomabili su JPM7, in uscita a brevissimo, cercando di identificare un’evoluzione che tiene conto della moda, del gusto, dell’utilità pratica e non solo quella che delizia gli appassionati di tecnologia: sono uscite fuori delle belle interviste, abbiamo raccolto opinioni, abbiamo mostrato molte sfaccettature. Ovviamente non abbiamo parlato dell’iWatch… ma ci sarà mai un iWatch?
Esiste una chiave per capire che c’è qualcosa di speciale nell’aria, non un “semplice orologio che sarà come un piccolo iPhone/iPod (quello c’è stato con l’ipod Nano, anch’esso indossabile con un cinturino):
1) L’evento di presentazione verrà fatto nella sede dove è stato presentato il primo Macintosh, nel 1984 (e nessun altro prodotto): la liturgia degli eventi e la scelta dei dettagli in Apple non è mai causale, vogliono dire che sarà qualcosa di pari impatto quanto il primo Macintosh.
2) Nulla, proprio nulla è mai stato visto in rete. Non una foto di un moke-up, ma nemmeno un cinturino, nemmeno una vite. Questo dimostra che se lo vuole Apple è ancora capace di tenere un segreto. Da quando è morto Steve Jobs (un maniaco della segretezza) sembrava che in Apple avessero perso lo smalto, ma ora più che mai si capisce che si tratta solo di strategia, il “far scoprire” alcuni elementi dei progetti prima della presentazione. Dell’iPhone 6 si sa tutto, si è già visto tutto. Dell’iWatch nulla… possibile? C’è qualcosa che non si deve far vedere, forse perché la forma (e la funzionalità) dell’iWatch sarà molto diversa dall’immaginario collettivo.
3) In questi anni abbiamo visto come è cambiato l’uso del telefono, che non ha più la forma e la logica del telefono; abbiamo visto come è cambiato l’uso delle fotocamere, che non hanno più la forma delle fotocamere (a parte per gli appassionati e i professionisti), ma la forma di un telefono; abbiamo visto come anche il computer ha cambiato forma, ed è diventato un tablet. Ora, probabilmente, siamo di fronte ad una nuova rivoluzione, che cambierà il nostro modo di intendere una tecnologia indossabile, e continuiamo a dire che non sarà la metafora di un orologio, non crediamo che lo sarà.
Se tra due giorni, Apple tirerà fuori dal cappello un oggetto che sembrerà un orologio da mettere al polso e avrà come sua logica primaria quella di indicare le ore, allora ci saranno due perdenti: noi che abbiamo sbagliato in questa teoria, e la stessa Apple che avrà fatto un passo all’indietro. Se invece, sarà un oggetto completamente diverso da quello che ci immaginiamo, cercheremo di capire se e come questo potrà cambiare le nostre abitudini. Mancano poche ore per scoprirlo…
UPDATE
Ok, la presentazione c’è stata: la vera novità è stata che non si chiama iWatch ma Apple Watch. Tutti diranno, leggendo questo articolo, che ci eravamo sbagliati, e che… in realtà era “proprio” un orologio. Forse, ma noi continuiamo a pensare che quello che sembra è certamente un orologio (c’è chi ha detto che è bellissimo, chi ha detto che sembra un gioco dell’HappyMeal), altri dicono che è rivoluzionario, altri che sarà un fiasco, e altri sono arrabbiati perché non può “vivere” senza un iPhone e quindi “a cosa serve”, oppure perché sembra che la batteria dura troppo poco.
Ognuno ha ragione in partenza, tutti avranno torto o ragione e lo si vedrà… tra un anno o due. Quello che personalmente crediamo possono essere sfumature interessanti sono:
1) Non è, secondo noi (lo confermiamo) un orologio. La forma dell’orologio è la più semplice per introdurre il concetto di un oggetto indossabile. Non poteva essere una collana (troppo femminile), un bracciale (idem) un calzino (troppo poco visibile), una giacca (troppo invernale)… doveva essere un orologio. Ma di fatto è un’interfaccia per nuove tecnologie, per ricevere e trasferire informazioni, per effettuare pagamenti e per controllare in nostro corpo. Sono sensori e uno schermo secondario per l’iPhone
2) E’ una evoluzione/piattaforma verso un’interazione diversa tra uomo e macchina (schermo). In questo c’è un’eccezionale studio (sicuramente migliorabile… ma non sarei in grado ora, senza provare e usare, di dire come) sull’interfaccia, sul come interagire con le informazioni, sulle gestures. C’è da farci un trattato sulla User Interface e sulla User Experience.
3) E’ un ponte verso un modo nuovo di intendere il software. Siamo sicuri che molte delle idee dell’Apple Watch verranno riprese, evolute e sviluppate in altri settori e in altre piattaforme informatiche, dalla forma ben diversa da quella di un orologio.
Basta, non c’è altro da dire. Non ora… ne parleremo tra qualche mese, quando i fatti e l’utilizzo guadagneranno spazio sulle parole, che per ora hanno poco valore.