La tecnologia sta tornando indietro come un gambero? Nella rincorsa verso l’innovazione e verso il mercato, spesso si può notare che alcune scelte portano a riconsiderare approcci e rivedere strategie: guardare oltre vuol dire anche questo.
Prendiamo ad esempio – il più eclatante per questo settore, ma non necessariamente il più eclatante in assoluto – la presentazione della nuova fotocamera α7S di Sony, qualche giorno fa durante il NAB l’evento più importante al mondo dedicato al video – che si presenta esteticamente identica al modello top di gamma, la α7R, con una differenza sostanziale: il sensore del modello S, full frame, ha una risoluzione di soli 12,2 Mpixel, mentre il modello R ne ha praticamente il triplo (36,4 Mpixel). Come mai? Beh, per il nostro lettore, che è un professionista o un esperto della fotografia, è facile da capire: pari dimensione, 1/3 della risoluzione portano a pixel molto più grandi. Il risultato è una resa superiore in tutte le situazioni, ma in particolare quando siamo in condizioni di luce scarsa: non a caso, si enfatizza – guardate il video che presentiamo in questo post – una sensibilità che raggiunge i 409,600 ISO.
Senza voler scendere nei dettagli (non ci impressionano mai i numeri, siamo troppo vecchi per non sapere che i numeri e le dimensioni valgono poco, se non si applicano nella realtà), appare evidente che una fotocamera di fascia alta, che costa attorno ai 2000 euro, possa avere solo 12 Mpixel: se ci fossero ancora i fustini del detersivo (quelli che portava Paolo Ferrari nelle pubblicità del Dash… i giovani non possono capire, se proprio volete approfondire, andate qui) probabilmente avremmo come gadget all’interno una fotocamera da 12 milioni di pixel… il senso è che sembra un prodotto di così basso valore che potremmo anche pensare di averlo come gadget! Eppure, abbiamo sentito parecchie persone che sarebbero disposte a vendere il gatto per riuscire a comprarla…
Tecnologia gambero, sui computer che si “tabletizzano”
La moda, d’ora in avanti, sarà: la mia fotocamera ha meno pixel della tua, quindi è meglio… e questo sarà stupido quanto quello che è accaduto finora al contrario, perché ogni concetto assoluto è stupido… Ma sta di fatto che la tecnologia sta facendo passi indietro per fare passi in avanti: una volta superata una certa risoluzione, i problemi di chi fotografa non sono la qualità in condizioni ideali (ci riesce anche un cellulare), ma in condizioni di luce scarsa, ed ecco la risposta gambero. Ma, come detto, non è solo il mondo della fotografia che sta subendo questa evoluzione: c’è anche quella che chiamiamo la “tabletizzazione dei computer”. Quattro anni fa la nascita del fenomeno tablet ha fatto apparire, di colpo, i computer come oggetti del passato, vecchi, da superare. Oggi, mentre l’evoluzione dei tablet sta seguendo una evoluzione lenta e legata alla naturale evoluzione di un oggetto maturo (più potenti, più leggeri, dotati di maggiore memoria RAM), le vere rivoluzioni si possono notare sul versante dei computer portatili, che hanno preso dai tablet la logica di base, ovvero:
1) Sottili e leggeri, si portano piacevolmente ovunque
2) Evoluzione dei software, sempre più “app” e sempre meno “elefanti nei negozi di cristalli”
3) Autonomia: i processori nuovi garantiscono reali autonomie da tablet (8–10 ore)
4) Schermi piccoli (solo i fotografi credono ancora che per poter lavorare servono schermi grandi… lo hanno capito anche i grafici – che hanno problemi più gravi del vedere e correggere una foto alla volta, perché lavorano su pagine che sono più grandi degli schermi – che si può lavorare benissimo su schermi da 13 o al massimo 15 pollici, i giovani, per esempio, che non sono condizionati dalla storia e dal passato, lo fanno senza alcun problema).
A questo punto, per apparire davvero interessanti, sono i tablet che stanno tornando indietro, cercando di riavvicinarsi a quegli oggetti che stanno cercando di sostituire. Ed ecco soluzioni come Adobe Lightroom, presentato pochi giorni fa (dopo tre anni di rumours), e che propone un’esperienza di correzione delle fotografie a livello professionale anche su tablet, seguendo un approccio molto “desktop”, e specialmente molto integrata al mondo del computer: si può infatti sincronizzare una parte della libreria per consentirne un accesso e una gestione anche da tablet. E’ ovvio, infatti, che se uno sta comodamente nel suo studio, lavora (più) agilmente su computer, ma se è fuori troverà più comodo lavorare con un tablet. L’ulteriore comodità è che Adobe Lightroom è gratuito su tablet se si dispone di una licenza Adobe Creative Cloud CC: i due mondi si uniscono, anche dal punto di vista del costo globale del software.
Tecnologia gambero, per avvicinare gli esseri umani
La tecnologia è un mondo meraviglioso: ci fa andare avanti, ci fa proseguire nel nostro cammino di esseri umani, e proprio perché siamo umani, siamo anche un mondo di contraddizioni: vogliamo tutto, non vogliamo nulla, tutto e il contrario di tutto: il mercato, i prodotti, i servizi devono essere pronti a seguire questo percorso altalenante. E, per chiudere questo pensiero, vi rimandiamo ad un articolo (sono belle foto, quindi non esitate a cliccarlo!) che mostra le 60 foto che meglio sintetizzano quella che viene definita “L’esperienza umana”. La tecnologia che non considera che, prima di tutto, ci si rivolge alle persone, non vale nulla.