Una delle caratteristiche della cultura moderna è quella di voler “far parte” dello spettacolo della vita. Non spettatori, protagonisti. Non si ama più guardare quello che succede, si vuole viverlo, sentirlo sulla pelle e, specialmente, poterlo condividere con gli amici per dire: hey, guarda… quello sono io! E’ capitato proprio a me!
Figli dei reality, dei “Grande Fratello”, dell’apparire più che dell’essere: questa è la generazione che sta diventando (o è già diventata) il mercato principale, al quale bisogna offrire prodotti e soluzioni che possano avere questa forza di coinvolgimento. L’attesa non è più un elemento di eccitazione, tutto quello che bisogna aspettare per poterlo fruire diventa poco importante, poco eccitante e pertanto poco interessante è investirci soldi.
La fotografia è nata prevedendo (imponendo) l’attesa: dallo scatto alla fruizione, è stata necessario tutto il processo di sviluppo e di stampa… per tanti anni. Poi è arrivata la figlia del signor Land, che ha chiesto al papà di vedere le fotografie scattate subito, ed è nata la Polaroid. Infine, alla fine degli anni ’80 è arrivato il digitale, e ha promesso di vivere le immagini subito, appena realizzate, ma più che una “fine” è stato un inizio, perché la vera rivoluzione è stata quella della condivisione online delle foto, nell’era degli smarphones, che hanno allargato il campo e la dimensione del “palco” dello spettacolo: da locale a globale. Ma tutto questo è storia, e come sapete in questo spazio si parla (o si tenta di parlare) degli step che si svilupperanno nel prossimo futuro. Secondo noi, il prossimo step è quello di “entrare” dentro l’immagine, farne parte, vivere esperienze nuove.
Già qualche settimana fa abbiamo parlato di “realtà aumentata” e anche di Video Mapping. Sono solo due degli esempi che crediamo possano aprire un percorso in cui l’immagine è parte di quello che viene vissuto attorno agli utenti, che permettono di immergersi. A questi, possiamo aggiungere tutto quello che sarà l’evoluzione che vedremo e toccheremo “con mano“, e non è un fenomeno nuovo, ma crescente: pensate che nel lontano 2008 parlavamo di una tecnologia di Microsoft chiamata Photosynt, che univa (unisce: se ne parla poco, ma esiste e cresce: se volete potete sperimentarla effettuando voi direttamente delle immagini, usando la vostra fotocamera o un’app per iPhone o per Windows Phone) fotografia e 3D per creare una realtà immersiva.
In questo spazio, però, non vogliamo mettere in evidenza solo tematiche esoteriche e super tecnologiche, ma anche occasioni per creare spettacoli che “semplicemente” coinvolgono le persone in un percorso di esperienze visive che diventano spettacoli. “Stupore” e “coinvolgimento” sono le parole d’ordine di questa strategia, da unire con occasioni che danno valore alla “presenza fisica” in un determinato luogo, da vivere “dentro” e non “dietro” un monitor.
Pensate a una serie di monitor/ televisori collegati all’interno di una sala, che propongono in tempo reale immagini appena scattate. Le persone di colpo diventano protagoniste, al centro dell’attenzione, non sono più uno di tanti ma il fulcro del coinvolgimento. Una realtà “non virtuale”, ma un’estrapolazione del dettaglio dal gruppo. Dei quadri che trasformano il luogo, e lo fanno per mano di un fotografo e dei protagonisti dell’evento.
Il meccanismo non lo immaginiamo come delle videocamere collegate, che trasmettono la “realtà”, ma con fotocamere (anche una sola…) che scatta, passa da una breve ma efficace elaborazione e la trasmette. Pochi secondi, minuti, e poi si va sullo schermo, per la visione condivisa con tutti. Un Album che si crea al momento, e che poi ovviamente verrà reso “indimenticabile e definitivo” stampandolo, inviando le immagini su Facebook, eccetera. Dal punto di vista tecnico, non c’è nulla di complicato, si tratta di predisporre dei collegamenti wireless (avevamo parlato più di un anno fa di soluzioni comode per fare questo tipo di collegamenti, nel frattempo ne sono nate altre), semmai il problema è avere a disposizione monitor grandi, ma anche questi spesso sono disponibili nelle sale adibite a feste, pranzi, cene… eccetera. Altrimenti, la strada è quella di predisporre dei proiettori, oggi disponibili a prezzi non elevati e a qualità eccezionale. Ovviamente, l’ideale sarebbe quello di avere più proiettori, più schermi, ma il meccanismo può crescere quando si inizia a carburare con questo tipo di progetto e prodotto da proporre. I settori che crediamo possano trarne beneficio sono:
- – Eventi
- – Matrimoni
- – Fiere
L’organizzazione deve prevedere qualcuno che scatta e qualcuno che si occupa della parte di elaborazione e “veicolazione” sugli schermi e poi sui social, elemento che permette di creare l’ultimo step, che è quello della condivisione da parte dei partecipanti sui loro canali e ai loro amici. La fotografia diventa di colpo argomento dell’evento, centro dell’occasione di incontro, messaggio da condividere con chi è fuori da quell’evento (e che si sentirà “fuori” con un po’ di delusione… perché vorrebbe essere “dentro”).
E’ solo l’inizio: serve comunicare questa idea, renderla cool, parlare di “nuove esperienze“, di “uno spettacolo dove siete protagonisti”, di una “rivoluzione nel fruire immagini“. Fate capire che si tratta di qualcosa di nuovo, da volere. Costerà di più? Si, certo, ma in questo momento mancano più le idee che non i soldi.
Vi lasciamo con un video, che è stato realizzato per promuovere un evento creativo. Molto carino, che conferma tutto quello che abbiamo detto: di colpo protagonisti, le persone si divertono, si emozionano, scattano foto per condividerle su FB… e l’ingrediente è la fotografia, una bella idea, un briciolo di tecnologia. Le magie sono a disposizione di tutti, basta saperle cogliere!