Farsi pagare le fotografie, è ora di cambiare!

Farsi pagare le fotografie, è ora di cambiare!

Le fotografie, come qualsiasi prodotto, devono essere monetizzate non solo di più, non solo meglio… ma in modo diverso. Forse non ci stiamo accorgendo, ma una delle rivoluzioni in atto più evidente è quella della modalità di pagamenti; lo notiamo forse da utenti (quelli che pagano), ma forse meno in quello di venditori. Eppure, non ci sono motivi, se non le abitudini, che spesso sono davvero pessime (sia dal lato di chi paga, sia da chi riceve), perché le fotografie non debbano essere pagate con i sistemi moderni. Proviamo a fare il punto, nella speranza di mostrarvi che il lato finanziario dell’attività deve cambiare, da tutti i punti di vista.

Come farsi pagare, velocemente? Cambiando approccio, sui clienti già esistenti e cercandone di nuovi

Uno dei principali problemi che hanno moltissimi professionisti, nei confronti dei rapporti con le aziende e con i privati, sono i tempi di pagamenti, che generano tempi troppo dilatati che schiacciano e pesano. Il principale problema, dopo la necessità di aumentare il fatturato (spesso inferiore a spese e ad una serena propria sostenibilità), è il tempo di pagamento: 30, 60, 90 giorni, a fine mese, poi “aspetta che ora ti pago”, “scusa il ritardo, ma attendo anche io di ricevere dei soldi”… Non c’è nulla di peggio che un ritardo nei pagamenti, ci si organizza e poi le cose non procedono come sperato. Ma, in generale, l’allungamento nei pagamenti è un costo, altissimo. Va superato, e qualcuno – lo sappiamo – dirà che se si impone un meccanismo di pagamento diverso, più breve, ancor peggio “immediato” si perderanno clienti, che nessuno lo accetterebbe. Vero, ci sono clienti che non accetterebbero, ma è un processo da sviluppare a step, con intelligenza, basta che si comprenda la priorità di questa modalità nel proprio business. Facciamo un esempio:

1) Avete fatto un preventivo, vogliono uno sconto davvero “eccessivo”… voi dite di no, il meccanismo si rischia di bloccare e alla fine accettate. Bene, in questa condizione, dite “si” (quel si che direte comunque, ovvio che se non ha senso deve essere un no comunque), ma imponete un pagamento immediato con carta di credito, o con un pagamento elettronico/digitale in tempo reale (poi parliamo di quali e come).

2) Iniziate a creare proposte e servizi che possono permettervi di vendere prodotti e servizi con questa modalità veloce: personalmente pago qualsiasi cosa in questo modo, anche il commercialista e non mi viene in mente di chiedere pagamenti diversi. Certo, con le grandi aziende non è possibile, non ancora… ma proprio per questo poter pensare di fare “cassa” con servizi che invece non richiederebbero pagamenti più lunghi. Per esempio:

Vuoi 5 foto del tuo prodotto, mandami e te le faccio entro 72 ore, pagamento anticipato, con carta di credito, Paypal, ApplePay…

Questo tipo di vendita sarà simile a quella che in un negozio è appunto la “cassa” e la finalità è quella di creare gocce di entrate continue, quotidiane, allargare i contatti. C’è bisogno di una strategia di marketing, una bella promozione, ma è fondamentale capire che i flussi economici devono essere veloci, costanti. Possiamo, se credete, darvi una mano nella formazione in questa tipologia di approccio di marketing, se siete interessati fatecelo sapere, potremmo organizzare un JumperCamp organizzato su questi temi, mostrandovi soluzioni che funzionano (e non solo in fotografia… dobbiamo/dovete capire che la fotografia non è un mercato diverso da qualsiasi altro… e il titolo che abbiamo fatto è solo un piccolo trucco SEO (quelle leggi che portano a convogliare persone di target specifico verso le nostre pagine… altro argomento da approfondire… In realtà TUTTI i prodotti hanno bisogno di metodi di pagamento veloci).

Modalità di pagamento veloce: quali sono e come implementarle facilmente?

Pochi giorni fa, Facebook ha annunciato che partirà, dopo una prima sperimentazione, Whatsapp PAY, che segue un approccio di pagamento via chat che è ormai la modalità di pagamento più usata in Cina grazie all’app WeChat. Qui se ne parla, e sembra che l’Italia potrà disporre presto di questa funzionalità. E’ interessante, anche se per noi che ci stiamo occupando moltissimo di tematiche riguardanti la privacy crea un po’ di tensione (ma è una storia anche questa immensa, faremo un convegno a marzo a Milano nell’ambito della MilanoDigitalWeek, magari qualcuno sarà interessato al tema). Ma è un segnale: stiamo andando ben oltre la logica dei pagamenti veloci a cui siamo abituati, la carta di credito, quella “fisica” cesserà di esistere presto, un esempio è Apple Card, che pur esistendo anche nella elegante versione fisica in titanio (che non avrà scadenza), di fatto è solo digitale, ma anche tutti i servizi di conti digitali, tra cui N26 che ha avuto un successo incredibile, anche questa che dispone di una card fisica, ma quasi tutto si fa con lo smartphone.

  • I pagamenti veloci e digitali sono semplici da implementare: si può usare Paypal, non solo per spendere soldi, ma anche per riceverli, si possono creare facilmente pulsanti che permettono di vendere beni in totale sicurezza sul proprio sito senza implementare un sistema di e-commerce (per esempio, i bottoni che usiamo per le iscrizioni ai JumperCamp si creano in pochi secondi e si inseriscono in un post di un blog senza alcuna fatica…, Ma se avete rapporti di incontri fisici in studio (per esempio gli sposi che vengono per prenotare un matrimonio), si possono usare sistemi per effettuare transazioni all’istante con carte di credito, Apple Pay (anche da iPhone, o addirittura da Apple Watch), ma anche con GooglePay: per esempio, SumUp, startup italiana che permette di acquistare a soli 79 euro l’apparecchio per la transazione che comunica con lo smartphone (quindi non serve connessione, solo quella del cellulare) e che non chiede alcun canone mensile, ma solo una piccola commissione del 1,95% sulla vendita. Interessante.

Il futuro, le criptovalute… cosa cambierà? (E quale sarà il ruolo dello Stato…)?

La tematica è ampia, ma dobbiamo entrare in questo mondo: come professionisti (ancor più come “liberi professionisti”), come cittadini, e come persone che guardano all’orizzonte con coscienza. Ci sono da anni le criptovalute, per ora confinate ad ambienti anche (ma non solo) dai contorni oscuri, ma questa sarà la nuova rivoluzione che ci dobbiamo aspettare e che metterà in scacco tutta l’economica mondiale: quella delle transazioni, della vendita, delle banche, addirittura dello Stato così come viene pensato oggi. Perché? Per farvi un esempio: se i cittadini useranno una o più criptovalute, perché dovrebbero pagare le tasse allo Stato?

E’ un tema complesso, profondamente complesso, ed è troppo facile trasformarlo in polemica o in entusiasmo dal sapore della speculazione. Ma, senza dubbio, è un tema che influenzerà. Tra i protagonisti di questa evoluzione ci sarà Facebook con la sua Libra (che sta subendo parecchi rallentamenti e complicazioni, nel gruppo che l’ha visto nascere si stanno perdendo vari nomi importanti, l’ultimo è Vodafone, se ne parla per esempio qui). Quello che è importante capire è che vendere prodotti e servizi richiederà una visione approfondita di tematiche che sono più grandi di noi, ma a cui dobbiamo avvicinarci. E’ finita l’era dei pagamenti in contanti (spariranno i contatti, e questo ovviamente mette in luce un approccio al controllo molto semplice di qualsiasi operazione, basterà un click per sapere tutto quello che spendiamo, ma ancor di più tutto quello che riceveremo… è un fatto che richiede una analisi moderna che porta tutti a calcolare i prezzi e i guadagni sulla base di questa “trasparenza”).

Come vedete, tanto da approfondire, avevamo promesso che con il 2020 il Sunday Jumper avrebbe potenziato il suo ruolo: meno parlare di fotografia, e più di professione, di temi che non si possono esaurire in una chiacchierata, che richiedono studio e approfondimento. Che faremo, e sempre più rivolgeremo a chi davvero vuole avere un ruolo nella professione del futuro. Auguriamoci, per tutti, un buon lavoro: sano e concreto.

PS: ci sono ancora pochissimi posti per i camp di febbraio: quello sulla Realtà Aumentata e quello sull’editoria indie. Non perdete questa occasione, se non lo avete fatto iscrivetevi subito, perché davvero le “sedie” disponibili sono ancora pochissime.

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