Quando ero giovane aspirante fotografo, c’era – nelle agenzie pubblicitarie e negli studi più prestigiosi di comunicazione – l’abitudine di cercare ispirazione per realizzare campagne e per trovare il “mood” per un messaggio pubblicitario su un prestigioso libro, chiamato “The Black Book”. Era un volume di pagine ben stampate, ed erano tutte pagine di “pubblicità” pagate fior di soldi dai fotografi di tutto il mondo (ma primariamente americani) per mettersi in mostra. Ed era un libro costosissimo: anche nelle grandi agenzie che se lo potevano “permettere” ne girava al massimo uno o due copie, che passavano di mano in mano. Molte pagine sono state di ispirazione e sono state “copiate” dai “creativi”, ma molte sono state occasione di contatto con dei fotografi che sono riusciti a monetizzare ampiamente il loro investimento. Era, appunto, un modo di trovare occasioni di incontro, difficile all’epoca e ancor più difficile oggi.
I tempi, ovviamente, sono cambiati, negli anni novanta altri libri hanno preso il posto del BlackBook, per esempio quelli della svizzera Rotovision (Index), gestiti in Italia dalla cara amica Zandra Mantilla. Il meccanismo era simile, la fruizione simile ma con un vantaggio: le edizioni locali consentivano un contatto più diretto tra fotografi e committenti, non bisognava contattarli dall’altra parte del mondo.
Perché parlo di queste cose vecchie? Siamo un ambiente di discussione e di incontro di persone che guardano avanti, e non indietro, e di sicuro siamo ben orgogliosi di questo approccio. Ne parliamo perché in queste pubblicazioni c’era un elemento che poi abbiamo perso per strada, e in assoluto l’ha perso proprio chi dovrebbe invece trarne il maggiore vantaggio: quello dell’essere di ispirazione per il proprio cliente, per il proprio mercato. E, proprio su questa base, abbiamo progettato un prodotto, un libro, un’app (chiamatelo come volete) dedicato al mondo della produzione fotografica italiana: si chiama TAUvisual’13 e si può scaricare gratuitamente da Appstore (e tra qualche giorno da GooglePlay per Android e da Amazon per KindleFire). E’ un progetto che ci ha impegnati, noi di Jumper e TAUvisual che è l’associazione dei fotografi per la quale lo abbiamo realizzato, al fine di promuovere i fotografi associati, per diversi mesi, una pubblicazione enorme che per la prima volta ha messo insieme tutti (o, almeno, “tutti coloro che hanno voluto partecipare”) i fotografi di tutte le categorie professionali. E’ uno specchio culturale e professionale del nostro mondo, del nostro mestiere. Abbiamo scritto prima “culturale”, perché è questo il lato forse più affascinante di questo “catalogo”: c’è tutta la sensibilità dei professionisti nelle fotografie, la loro tenace ricerca, ma anche la loro fragilità, le specificità di un mercato che varia da zona a zona, da città a paese, dalle esigenze di un cliente diretto, agenzia, privato. Il risultato sarebbe molto diverso rispetto a quello di altre nazioni… diciamo che “sarebbe” perché non c’è il confronto: non ci sono prodotti analoghi nel mondo (a nostra conoscenza), perché all’estero si tende ad aggregare professionisti di settori ben specifici (fotografi di matrimonio, di pubblicità, moda, fotogiornalismo); in questo caso, invece, abbiamo messo “tutti insieme”, e quindi lo spaccato è affascinante, nel suo complesso.
La pubblicazione/app è stata sin dal primo momento un grande successo di download: pur nella categoria “gratuita” (dove i “numeri” sono altissimi) ha raggiunto la posizione 5, a dimostrazione che l’interesse è stato elevatissimo (avevamo “sopra di noi” Photoshop per iOS e Flickr… insomma concorrenti di tutto rispetto!), e questo è già un successo: la fotografia professionale italiana, nella sua globalità, ha spezzato le barriere dell’anonimato, ha spaccato, ha raggiunto un mondo che, troppo spesso, rimane indifferente al nostro lavoro di fotografi, ci sarebbe da brindare: l’unione di tutti fa la forza, fa crollare il muro dell’indifferenza, mette in evidenza una realtà che in solitudine non riesce a far breccia. Abbiamo fatto – TAUvisual, i suoi fotografi e noi, tutti insieme – un lavoro di squadra.
Questa grande popolarità ottenuta ha portato anche un’accesa discussione, e anche questo è positivo, perché parlare di qualcosa significa creare interesse. Molti hanno dato il loro contributo, con opinioni a volte con toni pieni di entusiasmo (e non sono state pilotate come purtroppo abitudine nell’appstore, ma spontanee), altre critiche, con due approcci: uno tecnico (problemi con iPad prima generazione, stiamo investigando per capire se e come possiamo risolvere il problema, avremmo potuto inibire il download agli utenti iPad1 – cosa che è sempre più comune nelle App, visto che da molti mesi Apple non supporta più lo sviluppo dell’iPad uscito nell’aprile del 2010, purtroppo tre anni in questo mondo corrisponde a 50 anni nel settore delle fotocamere – ma ci stiamo lavorando, e prestissimo daremo una risposta ufficiale e definitiva, e se possibile anche delle soluzioni). La seconda, invece, riguarda la fruizione dell’app. Viene contestato il fatto che non è possibile fare ricerche, non si può consultare velocemente, e che è…. tanto pesante, in termini di Mb.
Ci sono motivi, perché questa applicazione è stata fatta così: alcuni sono ottimizzazioni/compromessi tecnici, che poco interessano gli utenti, ma quasi tutto è figlio di un progetto che è “stato pensato così”, e ne facciamo capire il motivo. E’ vero, siamo abituati alla consultazione rapida, ad andare su Google e cercare una risposta alle nostre domande. E’ un fatto comune, ma non è sempre la soluzione migliore. Avevo una maglietta (diventata troppo stretta… chissà se per colpa della lavaggio sbagliato, o per la pancia che si è dilatata…) con una frase di Pablo Picasso che diceva:
“I computer sono stupidi, perché possono dare solo risposte”.
Siamo abituati a credere che la soluzione è quella dell’avere risposte, si accentra la nostra attenzione sul formulare le domande giuste. Ma siamo sicuri che la strada giusta per promuovere il lavoro dei fotografi sia quella di un database? Noi non lo pensiamo, o meglio: siamo convinti che questa non sia l’unica strada, e lo motiviamo: seguiteci però nel pensiero, prima di avere un giudizio assoluto (che quasi mai porta a nulla).
Nel mondo, e specialmente in Italia, ci sono più fotografi che non committenti di fotografi.
Ogni potenziale cliente ha attorno decine di fotografi più che disposti a farsi in quattro per lui. Ovvio che ci sono persone che cercano su Google, o su un database, “Fotografo di matrimonio a Roma”. Ma forse potrebbe scrivere un’altra domanda: “Fotografo di matrimonio a buon prezzo a Roma”, o anche “il miglior fotografo di matrimonio a Roma”. In tutti i casi – e vi esortiamo nel caso a fare un buon lavoro di ottimizzazione sui motori di ricerca – le domande sono in realtà più stupide delle risposte, perché non saranno gli algoritmi di ricerca di Google a dare la migliore risposta possibile in nessun caso: come facciamo a raggiungere il miglior fotografo per noi? Cosa significa, per ciascuno, la parola migliore? E nemmeno il termine economico ha senso: c’è sempre qualcuno che può chiedere “meno”.
La ricerca di un fotografo non è oggettiva, se non in casi molto specializzati (fotografia scientifica, aerospaziale, ripresa con elicottero… cose così), ma si guardano immagini e si scopre che un fotografo ha delle doti e qualità che sono affini a noi, per qualità, per sensibilità, per mood. Tutte cose che Google, e tantomeno un database meno evoluto, può proporci. No, se ha un senso un catalogo di fotografi, questo porta ad un solo approccio: ispirazionale. Cosa significa? Che bisogna viaggiare attraverso le immagini, e scoprire, sognare, percepire, annusare. Ed è quello che abbiamo cercato di fare. Un’opera che fa viaggiare dentro l’immagine e non sui metadati. Di metadati è pieno il mondo del web (più o meno efficaci), quello che mancava, secondo noi, era un percorso che potesse mettere al centro la fotografia, e la sua capacità di comunicazione. E quindi lo abbiamo fatto.
Da parte nostra – oltre a parlare di fotografia, e fare app, a fare formazione in questo settore – sono un acquirente di fotografie, e i fotografi che ho scoperto con questa app (costruendola, giorno dopo giorno) non avrei mai potuto scoprirli se non in questo modo. Abbiamo avuto modo di emozionarci per lavori strepitosi di facce sconosciute (ne conosco tanti di fotografi, ma non tutti…), in luoghi dell’Italia sconosciuti, e siamo sicuri che con alcuni di questi svilupperemo qualcosa. Abbiamo disegnato questa app con questo spirito: togliendo la freddezza delle keyword e mettendo al centro invece il valore del contenuto. Alcuni dicono che questo sia un errore, noi siamo dell’opinione che questa sia una strada “fuori tendenza” (è vero, lo è… ma chi ci conosce forse ci riconosce la capacità di guardare avanti e non di essere spiazzati dalle novità), ma proprio per questo guadagna attenzione. Un database non avrebbe avuto lo stesso impatto, e non ce l’avrà.
Anche il peso, giudicato da molti un grande limite (e in parte lo è, lo ammettiamo) fa peso in relazione al suo valore: ci sono quasi 1000 fotografi, ci sono oltre 5000 immagini in totale, molti video, ci sono link e riferimenti ai social, i siti si aprono “dentro” l’applicazione e non si “sfugge via”, la navigazione si sfoglia, pagina dopo pagina, immagine dopo immagine: vero, è un viaggio lungo… ma chi sarà interessato a questo viaggio lo farà con crescente piacere. Chi non lo farà, vuol dire che non sta cercando ispirazione. Prendere un’auto e percorrrere in una giornata primaverile la nostra penisola da nord a sud dovrebbe portarci ad apprezzare il “durante” e non solo borbottare perché “non si arriva mai a destinazione”. Se non riusciamo ad apprezzare il viaggio, allora significa che vogliamo accontentarci del punto di arrivo, e dell’oggettività di questo risultato. Allora poco importa quello che facciamo, poco importano le sfumature, la personalità, il modo di interpretare… se lo pensiamo noi, perché ci lamentiamo se lo fanno i clienti?
Tutto quello che si fa non è esente da errori, ma tutto quello che si può fare anche per migliorare non può prescindere da una visione, e questa app ha una strategia forte, ed è una strategia che è figlia del fenomeno social più forte ed efficace del momento: si chiama Pinterest, ne abbiamo parlato con molti di voi nei convegni dedicati al marketing, stiamo ultimando un libro “Pinterest per fotografi” che pubblicheremo entro un paio di settimane. Pinterest ha la stessa strategia dell’app di TAUvisual: attraverso le immagini, si arriva alle emozioni e si crea traffico sui siti. Gli utenti di Pinterest (in grandissima crescita, è il social network che sta crescendo di più al mondo, e sta guadagnando grandi ritorni) esplorano migliaia di immagini, e scoprono quello che non potrebbero mai “cercare” oggettivamente, perché non sanno che quelle cose esistono fino a quando… non le vedono. Per i fotografi di TAUvisual’13 è la stessa cosa: lo diciamo perché è successo per noi, e succederà per gli altri.
Tante sono le applicazioni che ogni giorno si scaricano, ci si gioca e poi si buttano via. Tutte, meno quelle che davvero fanno la differenza. Sono tre anni che lavoriamo in questo settore, con un’intensità e uno studio profondo (perché gran parte del nostro lavoro è cercare di capire per poi insegnare, nelle scuole o nei corsi e camp), e abbiamo capito che iPad e Tablet non sono strumenti per fare “ricerche veloci”; per quello c’è il web. Sono strumenti che ci fanno andare a fondo, che ci lasciano lo spazio e il tempo (perché li usiamo nei momenti in cui questo tempo non solo lo abbiamo a disposizione, ma ce lo rubiamo alla frenesia della giornata e della vita) per andare oltre. Per farci domande, e non per cercare risposte. Non è “per tutti”, ma per quelli che hanno questo approccio di approfondimento, di capacità di valutare la qualità e le sfumature. Noi vogliamo lavorare con e per loro, voi? Solo per quelli che non sanno cosa farsene di questi valori?
Se avete apprezzato questo pensiero, dateci una mano, con un commento sull’Appstore, che aiuti gli altri a capire il senso di questo progetto e di un approccio “Slow” alla qualità dell’immagine e al suo lavoro (i commenti sono importanti per far capire cosa si sta scaricando). E se non avete un iPad o un tablet, fate una considerazione su quello che questa scelta dello “stare fuori” vi porta. Il mondo dell’informazione “profonda” sarà sempre più legata a queste forme di editoria digitale, fruibili da tablet. Un libro cartaceo come l’app di TAUvisual’13 sarebbe oggi impossibile, o costerebbe così tanto da non essere “democraticamente accessibile a tutti”.
Grazie, tutto questo non lo abbiamo scritto per “giustificare” il nostro lavoro, ma per spiegarlo e condividerlo. Perché abbiamo bisogno di sentirci tutti uniti e parte di un mondo che deve farsi conoscere, apprezzare e amare. Il mondo della fotografia professionale.
PS: quest’app sarà molto scaricata dai fotografi, ma stiamo lavorando perché possa essere scaricata da tanti “clienti” di fotografi. Per questo, stiamo mandando una mail personale a molti picture editor e persone che si occupano del buying e della promozione delle fotografie, per spiegare e raccontare questo progetto. Dobbiamo andare fuori, e non rimanere dentro il nostro mondo, e in questo un’app come TAUvisual’13 aiuterà la fotografia professionale a trovare nuovi spazi ;-))
andrea says:
“Se non riusciamo ad apprezzare il viaggio, allora significa che vogliamo accontentarci del punto di arrivo, e dell’oggettività di questo risultato”
condivido questa filosofia slow, che le ricerche sul web sono, per lo più, numeriche e non qualitative o “sensoriali”.
La filosofia del viaggio fotografico, la ricerca del luogo alternativo non affollato è alla base di un progetto che vorrei realizzare: delle guide alla scoperta dei luoghi (non semplici guide turistiche. Di queste c’è ne fin troppe) dove la fotografia e il video siano il fulcro della guida. Tutto (ma proprio tutto) deve ruotare attorno all’immagine…
Purtroppo non riesco a trovare finanziamenti per questo progetto. Si parla tanto di fondi europei ma poi all’atto pratico ci si accorge che è solo réclame.
Grazie sempre per il vostro prezioso lavoro.
Andrea
Roberto Pastrovicchio says:
Cari Jumpers, purtroppo sono uno dei fotografi che partecipano a questo splendido progetto ma hanno ancora un vecchio (ma funzionante e utile) Ipad 1 e quindi non ho ancora potuto vedere l’app. Secondo me vanno studiate delle vie che permettano una retro compatibilità con strumenti già esistenti anche se ormai vecchi addirittura 3 anni ma che fanno il loro dovere. E se prendessimo esempio da Phase One che con le nuove versioni 7 del loro software permettono di migliorare i file anche di dorsi digitali e macchine ormai “vecchie” invece di dover pensare di buttarsi all’acquisto dell’ultimo strabello ma folle 80mpx…
Grazie e buona domenica!
Luca Pianigiani says:
Ciao Antonio, stiamo lavorando per risolvere il problema, sembra un bug non dovuto a noi (in fase di test funzionava perfettamente anche su iPad 1, così come su tutti gli altri iPad). Sembra invece un problema nel “building” dell’app finale, abbiamo aperto un “caso” presso l’assistenza di Adobe, attendiamo a brevissimo una risposta. Abbi fede, non ti chiederemo di comprare un nuovo dorso digitale ;-))
Max bonfanti says:
Prima di tutto grazie a voi e a Roberto per questo grande lavoro..anchio ho notato questi problemi ho dovuto far spazio cancellando un po’ di riviste e altro x far spazio ma ne vale la pena sto guardando e guardando bello dai e poi mi sono accorto in pochi mesi da quando ci avete chiesto il materiale x partecipare son cresciuto con voi e ora avrei i socialnetwork da aggiungere cavoli come e’ tutto veloce..ma si cresce bene grazie di nuovo ciao
Luca Pianigiani says:
Ciao Max, abbiamo già previsto un aggiornamento per correggere eventuali errori sui dati. Segnalaci quindi i tuoi “social” e faremo il possibile per inserirli in questo aggiornamento ;-) Anche questo è “digitale” ;-)
Cristiano says:
Ciao Luca,
intato complimenti. L’applicazione mi pare ben fatta. Ho solo una critica “a caldo” (ma mi riservo comunque di riguardare l’App con più calma)…mi pare che questa volta l’interfaccia di navigazione non sia un granchè.
Mi pare poco intuitiva e…perfino un po’ caotica. E’ più complicato del previsto muoversi al suo interno.
Un caro saluto
Cristiano
Luca Pianigiani says:
Ciao, il problema è che è “sparito” il menù “standard” dell’applicazione del viewer (un settaggio nuovo, non segnalato dalle informazioni per gli sviluppatori in relazione all’ultima release della DPS di Adobe). Aggiorneremo a breve e tornerà il menu che agevola – specialmente su una pubblicazione così ampia – la navigazione.
Giorgio says:
Perchè non fare anche una versione desktop? è assurdo essere esclusi solo perchè non si ha un tablet!!
Luca Pianigiani says:
Ciao Giorgio,
visto che abbiamo progettato “una pubblicazione su tablet”, inevitabilmente questa era la condizione. Ci sono tanti siti (che purtroppo non riescono quasi mai nella loro missione di aiutare la promozione dei fotografi) e non ci sono strumenti tecnologici che possano rendere fruibile ed efficace una pubblicazione del genere da scaricare. Ci sono, invece, molti motivi concreti e strategici che motivano questa pubblicazione su tablet (compresi studi molto approfonditi che, se vuoi, possiamo segnalarti).
Il concetto di base, però, è che non solo “non è assurdo”, quindi, ma specialmente bisogna pensare che non abbiamo realizzato questa pubblicazione per farla girare “tra i fotografi”, ma per rendere visibile il loro lavoro ai potenziali clienti. E i tablet nelle agenzie pubblicitarie, negli studi di comunicazione, nel mondo editoriale, in quello della moda sono davvero molto, molto popolari.
Ultima cosa: sempre più le pubblicazioni di qualità nel settore dell’immagine usano e useranno i tablet come veicolo di pubblicazione, la scelta dell’esclusione non è nostra ;-)
Mario says:
Inutile dirti mi trovo in pieno accordo con quello che sostieni e con la visione della fotografia che sempre esprimi. Ma siccome credo nei tablet (e vorrei riuscire a far capire perchè li usiamo) mi piacerebbe davvero leggere qualche studio approfondito, come tu accenni.
Ti ringrazio in anticipo.
Ora metto l’app in download.
ciao
Mario
Antonio says:
quella frase comunque la disse Picasso, non Einstein
Luca Pianigiani says:
Diavolo, che svista! Perdono a tutti e grazie Antonio per la correzione, che abbiamo provveduto a fare immediatamente, lasciando evidente però lo “svarione” da te segnalato pubblicando questo commento/segnalazione. ;-)
alle bonicalzi says:
Ciao, GRAN lavoro, letteralmente!
Devo e voglio ‘sfogliarmelo’ tutto per bene, prima di commentare a fondo, ma non vedo l’ora di gustarmi sì magna mole di materiale! Ho già visto immagini stupende!!!
Son contenta (si fa per dire :-)) di sapere che ci sono stati dei problemi (risolvibili) alla navigazione, perché anche a me è parsa difficoltosa e poco intuitiva; in particolare, la visione delle immagini (con e senza slideshow) mi sembra tutt’altro che slow…
Ma ripeto: ora me la vado a… divorare, poi ne riparliamo.
Intanto grazie per tutto e, domanda: davvero si potranno aggiornare i social links? Come e quando?
Ciaooooooo
alle
Danilo says:
Interessante!
Secondo me sarà fruita da committenti esigenti e che desiderano un fotografo di qualità. Mi occupo di fotografia matrimoniale e non credo però che saranno le coppie di sposini ad utilizzare quest’App. Piuttosto, invece, penso che l’App interessi in particolar modo agli Wedding Planner. Mi preoccupperei di farlo pervenire a questi attori del mercato…
Luca Pianigiani says:
Danilo, l’idea di contattare i Wedding Planner è ottima, ma deve venire da tutti, non solo da noi. Noi abbiamo contatti con alcune fette del mercato, e stiamo promuovendo, magari troviamo altre strade, anche con il vostro aiuto. Quello che va fatto, e va capito, è che il fatto che ESISTA questa app apre l’orizzonte per fare una promozione del singolo fotografo che prima non si poteva fare. Li contattiamo tutti insieme? Sarebbe davvero un modo per avere un successo di categoria!
Rudi says:
Complimenti per l’app, l’unica cosa che mi permetto di suggerire e’ quella di prevedere una chiave ricerca oltre che per cognome e categoria anche per provincia, se, come ci auguriamo questa app verrà scaricata anche dai potenziali clienti, la ricerca attualmente è molto dispersiva. Grazie
Luca Pianigiani says:
Lo strumento che abbiamo progettato, per i motivi che abbiamo spiegato, non supportano la ricerca. Per questo ci sono già tanti strumenti, questo è stato pensato in modo diverso. La ricerca non è l’unica strada giusta… quella di questa app non è “dispersiva”, è solo pensata “in altro modo”. Quanto vi hanno portato, negli anni, i siti con la ricerca per nome? Tanti lavori? Per esperienza a contatto diretto non è mai stato così. E allora, perché non dare credito ad un’altra strada? Perché seguire le strade vecchie che non hanno funzionato solo per sfiducia per il “nuovo” solo perché è diverso rispetto al vecchio? Comunque, alla fine di questa esperienza cercheremo insieme di capire, col sorriso e con la voglia di fare, tutti insieme, quali saranno le evoluzioni di questa che è un’app unica, e come tale anche “diversa”. Dateci una mano, con consigli e con la voglia di lavorare insieme…
Matteo says:
Ciao Luca,
rientro tra i critici del progetto che ho sostenuto, nel mio piccolo, con una pagina. Premesso che non potrò dare un giudizio di merito sull’app finché non sarà risolto il bug per iPad 1, mi sembra che la questione “peso” resti un limite. Le opinioni che esprimi sopra sono tutte più che legittime ma non mi convincono. Ho come la sensazione che, pur di rincorrere la tecnologia, si sia scelto un medium sbagliato per esprimere e condividere i nostri valori professionali. Come dire… l’app è efficace ma non efficiente.
La mia, naturalmente, è solo un’opinione.
Buon lavoro,
Matteo
Luca Pianigiani says:
Quando faremo l’aggiornamento, con la navigazione inclusa (anche questo un errore di Adobe che non ha segnalato questo cambiamento… mannaggia) e speriamo anche con la soluzione per iPad 1 vedrete che il problema NON è il peso, che comunque anche questo è un limite non dovuto a noi. L’app è (sarà) molto navigabile, ed è un grande successo su Appstore, con moltissimi download. Il “Medium”, Matteo, è un medium che funziona molto bene, lo dimostrano i numeri e i fatti… e il concetto è che è l’unica occasione proprio per “mostrare i vostri valori professionali”, l’alternativa era il nulla, perché nessun altro progetto avrebbe potuto unire migliaia di utenti. Perché si tende sempre a parlare male delle cose, senza vedere quelle positive? qualche decina di persone che hanno problemi (come detto, purtroppo non prevedibile e non causa nostra, ma di Adobe) non può togliere il valore di fondo; migliaia di persone hanno modo di vedere il vostro lavoro, che prima solo pochissimi (pochissimi….) potevano vedere. Il lavoro che abbiamo fatto è stato enorme, la passione totale, la condivisione con TAU visual gestita spalla a spalla. E’ un mezzo nuovo? Si. Ha difetti? Si, ma questo non toglie che nessun media, medium o prodotto ha fatto mai di più per la fotografia italiana, quella vera, quella di tutti e non solo dei pochi nomi famosi. Come viene vista, questa eccezionale cosa? Con critiche, con rabbia, con mancanza di comprensione e di condivisione positiva. Cosa appare? Che è un settore che invece che lavorare per il bene di tutti, è solo capace di vedere i fatti negativi (pochi, che comunque stiamo risolvendo, malgrado gli errori di Adobe) e non l’eccezionalità della situazione. Sapete cosa pochi stanno facendo? Stanno dando un messaggio negativo che porterà lontane le persone che – interessate al vostro lavoro – non scaricheranno magari l’app per piccoli difetti che tolgono il valore globale di tutti. Pensateci… Noi stiamo facendo (e abbiamo fatto) tanto, non abbiamo “commesso errori” (magari non tutte le scelte sono condivisibili, ma non sono errori), i bug sono allo studio dei tecnici della maggiore società di software del nostro settore… un po’ di pazienza e magari un po’ di comprensione sarebbero utili a tutti…. Detto questo, ci dispiace che invece che una festa, ci siano commenti negativi, stiamo fa giorni facendo correzioni anche di funzionalità visto che alcuni hanno chiesto e proposto soluzioni che stiamo facendo.
Matteo says:
Ciao Luca,
permettimi ma, se trovo uno spazio per farlo, come questa pagina, mi piace esprimere la mia opinione.
Le critiche, se non sono gratuite, sono sempre costruttive. Nelle mie non c’è rabbia e neppure mancanza di comprensione o di pazienza, come scrivi. Come ti ho scritto, al di là della questione-bug, si tratta di opinioni. Condivisibili o meno, come le tue.
Di nuovo, buon lavoro,
Matteo
Luca Pianigiani says:
Matteo, i commenti sono utili e anche le critiche. Il problema è quando ci si focalizza (collettivamente, non nello specifico del tuo commento) solo su tematiche che portano alla visione parziale.
In questa tecnologia ci sono immaturità, che talvolta si mettono in disparte per fare comunque qualcosa di più grande di quello che è possibile. Ma lo si fa perché le cose “grandi” sono anche quelle che generano maggiore impatto e risultato. Abbiamo portato all’estremo questa tecnologia per fare qualcosa che comunque è unica e importante, racconta un pezzo di storia che nessuno ha mai raccontato, e con un mezzo che può raggiungere un vastissimo pubblico. È, in generale, invece che stare dalla parte non nostra ma del prodotto che racconta questa categoria, si parla solo male, vanificando o riducendo l’effetto e l’importanza.
Avremmo potuto fare una cosa molto più fluida, veloce, piccola, semplice. È sarebbe stata snobbata da tutti: come tutti i siti che aggregano fotografi. Abbiamo fatto una cosa grande, e ha dei limiti: non progettuali, ma tecnici. Non erano arginabili, se no li avremmo arginati. Dopo tre anni di esperienza su questo media, abbiamo maturato parecchia esperienza almeno per sapere cosa va bene e cosa va male. Quando scegliamo qualcosa che non è ottimizzata, lo facciamo purtroppo con dolore, ma facciamo sempre delle scelte che, inevitabilmente, sono un compromesso.
Siamo strafelici che esista questo annual, una piccola percentuale di persone (una decina, una ventina) trovano che sia sbagliato, e molte (non tutte) motivazioni sono lecite. Quello che possiamo stiamo modificandolo (per esempio lo swipe delle foto: secondo noi era una buona soluzione di compromesso e anche fluida, ma è stata comunque un ripiego per portare da 3 a 1 gb la dimensione del file… Ancora una volta Adobe dovrebbe risolvere queste cose, ma non sa nemmeno come risolverle, dobbiamo sempre trovare noi delle soluzioni). È la quarta volta che riprendiamo tutte le pagine e le rifacciamo per risolvere problemi. Ma lo facciamo con entusiasmo, perché pensiamo che sia un bel progetto, importante per tutti i fotografi (anche per quelli che ci scrivono dando opzioni critiche, anzi… Ancor più per loro).
È una versione beta, affiniamo e miglioriamo, speriamo nel supporto, pur tardivo, di Adobe per risolvere le cose che non possiamo risolvere noi. E guardiamo avanti, per fare in futuro molto meglio,anche cambiando se serve tecnologia (che al momento però è l’unica che consentiva questo progetto). Voi aiutateci a migliorare, ma anche a supportare positivamente il prodotto, perché comunque è uno strumento importante, e utile. Grazie e scusate i toni accesi a volte, ma è passione e non rabbia.
FEDERICO says:
Risolvete i problemi all’applicazione TAUvisual’13 perché dopo aver scaricato 1gb di dati, aver pagato per comparirci, non e’ possibile aprirla con IPad 1, spero vivamente che risolviate questo problema,non molto simpatico,
Grazie
Luca Pianigiani says:
Abbiamo Aperto un ticket di assistenza con Adobe, che ha girato agli ingegneri la problematica. Ribadiamo che la versione testata in beta da noi funzionava perfettamente anche su iPad1, il problema è stato, solo per iPad 1, riscontrato a pubblicazione avvenuta, ed è un problema che deve, purtroppo, risolvere SOLO Adobe. Noi stiamo spingendo questo intevento tecnico correttivo con grande enfasi. Va detto, comunque, che l’obiettivo dell’app è che venga vista dai committenti dei fotografi e non solo dai fotografi. Su questo sembra che i pochi fotografi che hanno avuto questo problema (e ce ne dispiace) non abbiano fatto molte valutazioni ;-) Ce la faremo, ma non arrabbiatevi con noi, le specifiche e i beta testing li abbiamo fatti tutti e non attenzione. Attendiamo le risposte da parte di Adobe.
Giovanna Sala says:
Il dettaglio che sfugge a molti è che commentare negativamente questo prodotto, specialmente su App Store, non fa che scoraggiare eventuali persone davvero interessate ai fotografi presenti nell’app.
Ma pare che di questo non importi granché a nessuno… l’importante è vedere le proprie foto sul proprio iPad e cercare il proprio nome, vero? Beh, allora pace :)
Fabrizia Caleari says:
E per Android ?
sul mio Samsung GT-S7500 non e’ compatibile, e neppure sul Samsung S 2….
Luca Pianigiani says:
L’app è disponibile per i TABLET, anche android, non sugli smartphone :-)
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