Per trovare strade per vendere dei prodotti chiamati “fotografie” è necessario comprendere sempre più come queste fotografie vengano percepite come “valore” nelle moderne abitudini degli utenti. Il discorso vale sia nel caso il “cliente” sia un’utenza professionale (azienda diretta, agenzia, ente…) sia “privata” (fotografia di matrimonio, ritratto, eccetera). E troppo spesso c’è un muro tra chi produce e chi “consuma” immagini: si tende a snobbare le tendenze del mercato di massa, accusato di “poca cultura”, di uso troppo grezzo della comunicazione visiva, e facendo così ci si allontana, con un’unica grande e drammatica conseguenza: che si perde mercato, business, fatturato e – ancor più preoccupante – ruolo.
Cerchiamo di fare una sintesi veloce di quello che viene percepito come “importante” nella fruizione dell’immagine da parte dell’utente moderno:
1) Condividere: ormai, il valore principale del pubblico non è possedere delle immagini, ma poterle condividere con gli altri, tramite i social network o le strade digitali. Per questo motivo, la settimana scorsa consigliavamo la scelta di “cessione” delle immagini ai clienti, in modo che possano farne un uso vantaggioso a tutti per la promozione del nostro lavoro;
2) Rivivere emozioni: Le emozioni non sono “statiche”, sono dinamiche, spesso rumorose, sono a 360 gradi. Per questo, pensiamo che l’uso integrato di immagini fisse e in movimento sia un elemento vincente (ne parliamo dopo, presentando un’idea interessante e nuovissima);
3) Interconnessa: Le generazioni più giovani, ma anche le esigenze di comunicazione più “aziendali”, necessitano di creare dei percorsi che portano a delle informazioni che risiedono on line: sito internet, motori di ricerca, social network, iscrizione a mailing list. Un esempio di come l’immagine sia sempre più importante (ancor più della ricerca “oggettiva” che si svolge su Google o altro Search Engine) viene dal successo di Pinterest: ne abbiamo parlato in un convegno (di cui trovate tutti i contenuti su Jumper Premium) e presto anche con altri contenuti formativi che stiamo preparando: in sintesi, comunque, Pinterest riesce – attraverso l’attrazione di una fotografia o di un’immagine – a portare persone a raggiungere dei contenuti pubblicati on line, ed è già diventato la fonte di crescita di traffico più forte di questo ultimo periodo. Se pensiamo a delle immagini che non solo sono emozionanti in quanto tali, ma ci permettono di raggiungere altri contenuti, residenti on line, stiamo svolgendo qualcosa di importante, per oggi e per il futuro.
4) Realtà aumentata: sempre più, le immagini dovrebbero essere una porta di accesso a contenuti che ci permettono di aggiungere informazioni e (specialmente) emozioni da vivere nella “vita reale”. In pratica, la foto della piazza con dei monumenti dovrebbe portarci a scoprire e vedere quello che sta dentro una chiesa o un Palazzo, il ritratto di una persona nella sua stanza dovrebbe permettere di accedere alle immagini di quella stanza, un bambino che sorride con un pallone in mano dovrebbe permettere di accedere al campetto di basket per vedere dove ha fatto il suo punteggio record. Sembra fantascienza, ma non è così, e ci sono strumenti oggi che possono essere usati per creare vero entusiasmo con l’immagine e proporre nuove strade per differenziarci e da monetizzare.
Potremmo andare avanti, ma sappiamo che quello che serve è parlare in modo pratico. Ogni argomento trattato ha almeno 10 applicazioni che ci vengono in mente e che dovremmo approfondire, ma trasformeremmo una chiacchierata domenicale in un corso di 6 ore almeno, e l’obiettivo di questo intervento è quello di dare stimoli, generare domande, sviluppare esigenze e competenze. Ci limitiamo quindi a segnalare un progetto – per ora disponibile solo negli USA, ma poi vi diciamo come creare qualcosa di simile in altro modo, in attesa di poterlo fruire direttamente anche in Italia – sviluppato e lanciato solo un paio di giorni fa da HP. Si chiama “Live Photos” ed è sostanzialmente un’APP per iPhone che svolge un gioco interessante, che si può vedere nel video che abbiamo “embeddato” qui sotto.
In pratica, l’idea di HP è quella di veicolare delle immagini stampate (pensate ad un album di matrimonio, ma anche la brochure di un’azienda, o una pagina web su un sito o su una pubblicazione digitale… HP spinge ovviamente e logicamente sulle immagini stampate per generare un valore aggiunto alla stampa, ma concettualmente il tutto è applicabile a qualsiasi tipo di immagine). Chi vede questa immagine, può inquadrarla con il proprio iPhone usando l’app apposita scaricabile da Appstore gratuitamente (ma, come detto, per ora limitata al mercato americano) e sarà possibile accedere a dei contenuti video che verranno erogati perché l’app riconoscerà dall’immagine stampata il relativo contenuto “animato” in modo automatico. Tutto semplice, immediato, ma senza dubbio anche emozionante, perché integra proprio i quattro punti che abbiamo trattato come “esigenza aspirazionale” del mercato.
Come spiegato nel video, si parte da un video, si sceglie con l’app il “fotogramma chiave” più interessante, che è quello che andremo a stampare, e poi il resto è semplice. Ovviamente, questa è un’applicazione amatoriale e poco affine ad un lavoro professionale, per ovvi motivi:
- Fare video ritratti con un iPhone probabilmente non è la strada migliore per un professionista (soluzione: si possono fare video con una bella reflex video, e poi inserire nell’iphone il video realizzato)
- Qualsiasi persona può scaricare l’app e fare “uguale” (soluzione: si può usare la stessa idea con sistemi meno “amatoriali”, e se si usano altri sistemi di ripresa, la qualità che otteniamo è comunque diversa)
- In Italia non si può usare (soluzione: un’azienda come HP non è possibile che si muova solo su un’utenza “locale”; quindi di sicuro l’app sarà presto disponibile – magari dopo un periodo di test – in tutto il mondo).
- L’idea è però eccellente, in ogni caso, e quindi ci vengono in mente possibilità davvero realizzabili subito e in modo semplice, per esempio adottando un sistema di lettura di codici QR-Code che consentono di accedere ad uno spazio internet dove c’è il video di partenza dal quale abbiamo creato l’immagine stampata. Per fare questo serve una reflex di qualità che faccia video, imparare a fare brevi video emozionali (qualche secondo, non qualche minuto!), pubblicarli online, creare un link QR-Code (se non lo sapete fare, ecco un link comodo: basterà inserire l’indirizzo URL del video e ottenete il codice in un istante. L’utente dovrà usare uno smartphone qualsiasi, dotato di un’app quasi sempre gratuita (per Android, per iPhone, per Windows Mobile, per Blackberry).
Il lato interessante di questo progetto, sia questo sviluppato con soluzione pre confezionata come quella di HP, o una tecnicamente sviluppata personalmente (e si tratta di “tecnica” molto banale… mica bisogna essere programmatori!), è che unisce ancora una volta (ne abbiamo parlato qui) l’integrazione tra immagine fissa – che ha linguaggi, modalità di fruizione e di distribuzione tutti suoi – e immagine in movimento a vantaggio di un coinvolgimento sempre più avvolgente dell’utente che vogliamo “colpire”.
Già mentalmente penso allo sviluppo di album di matrimonio fatti con esempi di realtà aumentata, esperienze di esplorazione di oggetti per l’e-commerce, nuove emozioni per creare pubblicazioni cartacee e insieme digitali… cosa aspettate a far esplodere la vostra creatività e la vostra voglia di proporre nuove idee ad un mercato immobile e grigio? Fatevi avanti, gli strumenti li abbiamo tra le mani, se volete vi aiutiamo a sviluppare la tecnica, le modalità di vendita di queste idee… ma non è certo il momento di stare fermi!
Barbara Parolini says:
Un altro esempio sull’andare oltre la fotografia statica (e stampata) è il catalogo 2013 di Ikea.
Ciao!
Barbara
simone says:
Ciao Luca,
Ho fatto, circa due anni fa, un progetto molto simile che si basava sull’utilizzo di ritratti e qr code per creare una mostra interattiva e connessa online, con tecnologie semplicissime (iphone, macbook, software free).
Il concept è esattamente lo stesso, inoltre l’idea l’ho aperta ad amici colleghi e contatti web.
L’ho proposto a Cagliari a galleristi e curatori di mostre ma, non senza qualche risatina di compassione, mi è stato detto che è solo un bel gioco per addetti ai lavori!!! Senza contare che sarebbe stato un problema anche avere in galleria un connessione adsl…
Questo tuo post mi rida fiducia.
Grazie per saper cogliere (e raccogliere senza paura) tra le maglie della quotidianità online/offline ogni minimo segnale di ‘apertura’ e innovazione, quando innovazione può significare anche semplicemente sperimentazione (il tuo tutorial ‘fai da te’ di fine post ne è ulteriore prova, per chi ne avesse bisogno).
Luca Pianigiani says:
Simone, non c’è nulla di “meno contemporaneo” delle gallerie d’arte. L’innovazione vera è quella che trovi nelle strade. Lo dicevano anche i futuristi :-) insisti, cerca strade futuristiche e troverai soddisfazione! Auguri
Mauro says:
Fantastica questa app. Un QR code su un album di nozze è veramente brutto, questa soluzione invece è fantastica.
Luca Pianigiani says:
I qr code possono essere “abbelliti” con grafica, incastrandoli nel logo del fotografo, e in tanti altri modi e offrono potenzialità che una soluzione automatizzata probabilmente non permetterà, oltre ad essere una soluzione di brand e quindi che porta pubblicità ad HP e non a te fotografo.
Nelle strategie di marketing “bello” o “brutto” sono termini poco vantaggiosi anche perché immettono un elemento di valutazione personale. Le cose, nelle strategie di marketing, sono “utili”, “fruibili”, “attuabili” eccetera.
Te lo segnalo non per farti cambiare idea, ma per metterti sulla strada giusta del ritorno di business :-)
Mauro says:
Si ok ma inquadrare una foto e vedere che parte un video é notevolmente più bello che inquadrare un codice bello o brutto che sia, poi le tecnologie dobbiamo sfruttarle nessun cliente mi chiede con che fotocamera scatto non sono come gli studi grafici che vogliono sapere che computer usi, ma questa è un’altra storia.
Luca Pianigiani says:
Non è molto chiaro il secondo concetto, ma quello che volevo spiegarti è che le soluzioni amatoriali devono essere di stimolo per crearne di professionali, se no diventa difficile giustificare un prezzo congruo per usare un’app gratuita. Anche se poi sono il primo a dire che, quello che conta, è l’idea, la sensibilità e la capacità di sfruttare al meglio i mezzi. Comunque mi aspetto che tra non molto questa soluzione sarà disponibile anche in Italia, oppure che possa trovare una soluzione per usare un account di iTunes Americano :-))
Max says:
Ad essere precisi, una funzione molto simile è stata proposta in alcuni numeri di Sette del Corriere della Sera qualche mese fa, basata sul software Aurasma, disponibile in app store in versione light gratuita e pro a pagamento. Inquadravi la pagina stampata e accedevi al servizio video collegato.
Luca Pianigiani says:
Da qualche anno queste (tantissime, ne potrei citare molte altre) tecnologie sono in fase di sviluppo e di proposta. Quindici anni fa ho contattato un’azienda che stava facendo le prime sperimentazioni usando le riviste cartacee e una webcam, mi risposero che non era possibile collaborare perché in Italia c’erano poche Webcam e quindi non gli interessava il nostro mercato…). Purtroppo difficilmente sono uscite dalle logiche della pura sperimentazione, e specialmente dal meccanismo che tende a promuovere una tecnologia in attesa di uno sviluppo commerciale. Essere arrivati ad un punto di uso prettamente amatoriale mette in luce l’esigenza di trattare, approfondire, strutturare ma anche maturare la conoscenza del lessico e delle potenzialità.
Purtroppo, quando si mostrano tecnologie innovative, c’è più un approccio che dice “come funziona la tecnica” oppure “Si, l’ho già vista“, piuttosto che interrogarsi su “come sfruttarla” e specialmente “cosa costruire di interessante”. Ci auguriamo che possano venire fuori, invece, nuove idee, da mostrare, da condividere, da promuovere.
Di solito, per esperienza, i grandi editori tendono ad usare le innovazioni come specchietti per le allodole (quasi sempre mettendo in gioco solo la loro forza nel divulgare, molto meno nello sborsare soldi a chi investe in ricerca) e non come strategia per sviluppare nuovi prodotti.
alle bonicalzi says:
Per gli auguri di inizio 2013, abbiamo realizzato un ‘oggetto comunicativo complesso’: l’idea era regalare… cose belle per il nuovo anno; i supporti erano quattro cartoline e tre pins (spillette). Le spillette, riportavano ciascuna un augurio legato ai cinque sensi (luce/vista; frutti/gusto; fuoco/tatto ecc.), veicolato da un’immagine (disegno originale); le cartoline, invece, riportavano ciascuna il testo di una canzone amata e significativa e, sul retro, un Qr Code di rimando a un video della canzone stessa, scelto su YouTube.
Il packaging prevedeva che le cartoline fossero tenute insieme da un cordino che, passando in alcuni fori, ‘cucisse’ le spillette al tutto (per capirci, si può vedere qui: http://www.allebonicalzi.com/il-valore-di-un-augurio/). Artigianato+Comunicazione+Tecnologia, insomma.
Comunque.
L’accoglienza di questo oggetto beneaugurante è stata interessante, giacché la ‘critica’ si è letteralmente spaccata in due: c’è stato chi non ha capito nulla, ha fatto spallucce, ha gettato sguardi tra l’interrogativo e il perplesso; e chi, invece, ha esultato, divertito e ammirato, di fronte a una piccola ma ‘preziosa’ idea.
I primi erano vecchi e i secondi giovani, direte?
Non esattamente.
I primi erano arroccati e distratti; i secondi curiosi e attenti.
Io voglio coccolare questa seconda categoria di possibili clienti ma…
Ma continuo a difendere ANCHE il valore intrinseco di un’immagine statica.
Che dire: sperimentiamo!!!
Ciao. Alle
mokastyle says:
Anche la rivista Digitalic utilizza Aurasma se non erro, il risultato è d’effetto!
I Qr code sono brutti, ma servono ;)
Il biglietto da visita con la VCard lo trovo molto utile.
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