Alla fotografia – inteso come mercato e come operatori del settore – servono almeno due elementi: l’intelligenza e la capacità di divertirsi.
Fotografia: puntare sull’intelligenza
Mettere in discussione l’intelligenza del settore potrebbe apparire sgradevole in prima battuta, ma in realtà non stiamo parlando dell’intelligenza degli operatori (in tutti i settori ci sono stupidi e intelligenti, semmai bisognerebbe fare una statistica per comprenderne la percentuale degli uni e degli altri, ma non è di nostra competenza e/o interesse occuparci di questo). Parliamo dell’evoluzione dell’intelligenza degli strumenti: in questo momento, quello che si può percepire è che ci sono un sacco di player esterni al mondo della fotografia “vera” che stanno sviluppando intelligenze molto evolute. Diciamola meglio: più gli strumenti sono “popolari” e più l’intelligenza del software sta facendo passi in avanti mostruosi. L’altro giorno guardavo il keynote di HTC che ha presentato qualche novità in ambito telefonia, ma si è soffermata tantissimo sul software per la cattura delle immagini fotografiche. Qualcuno sorriderà dando poco credito o valore a questa cosa (roba da “selfie”), ma questa azienda ha dichiarato con i fatti di voler entrare decisamente nel mondo della fotografia: con “l’intelligenza” di nuovi software, ma anche con un apparecchio di nuova concezione, la RE… dalla curiosa forma di un periscopio. Anche la forma, a dirla tutta, è un argomento importante e segno di “nuova intelligenza”. Non è detto (e non diciamo) che abbia o avrà successo, qualcuno addirittura la sta votando come il maggiore potenziale flop dell’anno dicendo che se è difficile per HTC vendere telefoni – in mezzo alla guerra accesa tra i più blasonati concorrenti – ancor più difficile sarà convincere un pubblico non ancora definito a dover spendere circa 200 dollari per una fotocamera. Forse avrà successo, forse no: di sicuro, però, è una strada coraggiosa e innovativa.
Al di là dell’exploit di HTC, che come detto si valuterà nel tempo se porterà nuove buone sorti all’azienda in questione, bisogna considerare che l’intelligenza dei software – complici non solo quelli inclusi nei sistemi operativi, ma anche quelli che sono poi quelle piccole-grandi app che usiamo tutti i giorni – sta facendo meditare molte persone sul vero futuro della fotografia. Molti si soffermano sui limiti che gli apparecchi tipo smartphone ancora oggi hanno dal punto di vista della resa, specialmente in condizioni di luce scarsa, e non si nota quanti sono i passi in avanti che sta facendo il software, che sono molti, molti di più di quelli che sta facendo il software delle Case del settore fotografico puro. Siamo convinti che questa “guerra” non si vincerà sul fronte dell’hardware, ma del software, non solo dal punto della resa tecnica e della perfezione (incisione, nitidezza), ma quanto dell’usabilità, dell’innovazione per il mercato della fotografia. Ci preoccupa quindi che non si percepiscano dei segni forti da parte dei leader del settore fotografico in questo senso, e speriamo invece di vederli a breve.
HTC ha mostrato per esempio un sistema per riprendere contemporaneamente con la fotocamera frontale e posteriore, e di unire in real time i due segnali. Una pacchianata? Probabilmente si, ma il problema è che fare una cosa del genere prevederebbe – in ambito fotografico “di alto livello” – di avere due fotocamere (non esiste una reflex con ripresa anche posteriore), due stativi (o quattro mani), un software di editing video in grado di creare una maschera alpha per scontornare un soggetto dall’altro, un computer e tanta pazienza. Altro esempio: la fotocamera “periscopio” RE ha un solo pulsante, se premi velocemente fa una foto, se premi più a fondo fa un video. Non stiamo a discutere la qualità, stiamo dicendo che è semplice, comprensibile, immediato e che c’è bisogno forse di una visione esterna per trovare nuove soluzioni: le fotocamere “vere” sono così simili tra di loro per venire incontro alle abitudini consolidate. Siamo sicuri che questa sia la strada giusta per la vera innovazione? A volte andare troppo incontro a quello che qualcuno si aspetta genera un rallentamento nell’adozione di nuove strade. Bisogna trovare una strada tra innovazione e nuove idee, un equilibrio tra conservare e andare avanti è difficile, ma bisogna trovarlo, perché il vero mercato che conta è proprio tra questi due estremi.Fotografia: non dimenticare l’elemento divertimento
I fotografi non si divertono più, è un fatto evidente. Si prendono troppo sul serio, cercano di giustificare con faccia triste e sconsolata la povertà di portafoglio dichiarando all’esterno che è in realtà una povertà di idee. Insomma: il concetto è che dobbiamo essere tutti tristi perché il mondo è brutto, e specialmente perché tutti fanno fotografie bruttissime (e non ne commissionano ai fotografi bravi… come quelli tristi che si lamentano). Mi sono svegliato questa mattina e mi è “apparso” un link che parlava di questo… tutto è brutto, tutte le foto che si scattano sono brutte, la colpa è dei cellulari e dei “filtri”… che bisogna tornare all’estetica “non falsa”… Diciamo la verità: a raccontare falsità, per primi, sono stati i fotografi professionisti, e sempre loro per primi hanno usato filtri per falsificare e imbruttire “la realtà”. Quelli che non l’hanno fatto, o non erano capaci o erano quelli che avevano qualcosa da dire a prescindere… ma in questa ultima categoria ci sono anche un sacco di fotografi che, pur usando il digitale avevano e hanno belle cose da dire… Che noia questi discorsi sterili: si cerca di dare valore ai contenuti e poi si parla solo di macchine e di sistemi, di pellicole o di pixel… tutti quelli che parlano di queste cose lamentandosi non sono altro che tristi, non riuscirebbero a capire una buona idea nemmeno se gli cadesse addosso avvinghiandosi al loro collo. Ci sono foto che fanno schifo fatte con la pellicola e foto meravigliose fatte con un cellulare e un filtro stupido. E viceversa… che palle doverlo sempre ribadire!
Serve qualcosa che possa far divertire questo settore. Non conosco barzellette, ma potrei provare ad imitare l’Orso Yoghi che si gratta la schiena sulla corteccia di un albero… vi assicuro che sarei molto divertente. Ma non sono io che devo far ridere, è il settore che si deve alzare: ho appena visto la semifinale delle ragazze del Volley e chi commentava diceva che dovevano sorridere di più in campo, hanno sorriso poco e hanno perso (le cinesi sorridevano molto e prendevano tutte le palle…). Non so se i sorrisi c’entravano (ho giocato a pallavolo da ragazzo e in campo quando si giocava contro gente come quelle cinesi c’era poco da sorridere…), ma so che questo settore è troppo triste. Prendersi meno sul serio è una strada, usare giocattoli per fare fotografie e trovare modi per sorridere (e non per fare i pagliacci… molti fotografi pensano che sia la stessa cosa, e fanno cose terribili, e i risultati sono terribili, anche nelle foto). Abbiamo scoperto che è appena uscito un libro che parla delle fotocamere più buffe della storia… secondo me è un buon modo per iniziare a cambiare approccio: se volete si trova qui, dateci un’occhiata! Io lo prendo di sicuro, perché, come voi e come il settore, ho bisogno di ritrovare il sorriso. Il futuro e la vita parte sempre da un sorriso…
ale says:
Ciao Luca
Condivido pienamente il tuo discorso; posso parlare solo del settore in cui opero, la fotografia di cerimonia, forse per reazione alla scarsa considerazione che aveva in passato il fotografo matrimonialista mi capita sempre più spesso di leggere interviste di colleghi che si atteggiano a nuovi artisti del visivo e che rifiutano con sdegno la definizione che ho usato sopra (matrimonialisti) ma la percezione che ne ho come lettore è solo di boria ed è un peccato perché alcuni di questi fotografi hanno anche un bel portfolio!!!!
Buona serata
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