Se fate una ricerca su Google, usando come chiavi di ricerca, i 10 lavori che sono più sovrapagati negli USA (fate la ricerca in inglese: 10 most overpaid jobs in America), scoprirete che, proprio al decimo posto ci sono i fotografi di matrimonio. Si tratta di una ricerca condotta da MarketWatch, che per la verità super datata (è del 2003, ma questo è poco rilevante: il web è un universo senza date, senza storia… se qualcuno ha scritto qualcosa, questo rimane scolpito in eterno, e torna attuale in ogni momento in cui qualcuno lo riprenderà e lo farà rivivere).
Cosa ha portato Chris Plummer, il reporter di questo importante spazio di informazione economica del Wall Street Journal ad inserire la professione dei fotografi di matrimonio tra i più pagati? L’analisi è un bel quadretto di banalità: si dice che, alla fine, per un giorno in cui si rincorre una coppia felice, si riceve una cifra che in media viene (veniva) calcolata attorno ai 1900 $, con punte fino a 5000$. Ulteriori analisi – che abbiamo trovato in rete – aggiungono che per di più il costo di un servizio di matrimonio, invece che ridursi a causa dell’ovvia riduzione della materia prima a causa del passaggio da analogico a digitale, si è sostanzialmente mantenuto uguale. Poco importa se queste valutazioni, fatte successivamente al post originale (pochi si accorgono, appunto, nel 2011 e 2012 che stanno facendo riferimento ad un’analisi che ha quasi dieci anni di vita), portano a dire che se il prezzo si è mantenuto uguale, non si può dire certo che il costo della vita abbia fatto altrettanto: pensiamo anche solo alla benzina… E poi forse non è così facile calcolare che il costo delle pellicole che si risparmia si ripaga ampiamente con la necessità di continui investimenti in attrezzature che invecchiano molto più rapidamente, in tempo che si passa non solo durante gli scatti, ma davanti al computer a correggere, ritoccare, stravolgere le immagini, in formazione e aggiornamento professionale. No, se era vero (e ne dubitiamo) che nel 2003 il mestiere del fotografo di matrimonio fosse tra i 10 meglio pagati, ora di sicuro questo è molto distante dall’essere vero.
A conferma di questa ovvia valutazione pessimistica, forse vale la pena dare un’occhiata ad una statistica (questa volta aggiornata, è stata pubblicata una decina di giorni fa) che indica i salari base dei software engineer, ovvero degli ingegneri informatici specializzati nel settore del software, che percepiscono compensi dai 90 ai 120 mila dollari all’anno (i più generosi sono Google e Facebook, caso voleste farci un pensierino). E sono salari “base”, non dei super top…
Come fare a guadagnare “bene” facendo un mestiere che ci pone in una situazione in cui sempre più siamo circondati da tanti “zii Bob” (come indicato scherzosamente da questo articolo – uno di quelli che però cita la ricerca sopra indicata, senza segnalare la sua datazione), che illustra con delle foto anche le tipiche situazioni di familiari, zii, nonne che si trasformano in eserciti di paparazzi, pronti a riprodurre tutti i momenti salienti del matrimonio, e qualcosa di più, e che diventano a volte anche dei muri invalicabili per il fotografo ufficiale che dovrebbe riuscire a fare il suo lavoro. Per di più, lo zio Bob, la zia Carla, l’amico-con-la-reflex hanno un vantaggio che il fotografo ufficiale non ha: dopo poche ore, sono in grado di vomitare su Facebook, sui siti, nelle email come allegati centinaia, migliaia di foto che generano eccitazione e coinvolgimento. Il giorno dopo, i più esperti amici e parenti, avranno fatto un piccolo slideshow con software arrangiati e magari con una bella musichetta dell’hit del momento (ovviamente senza averne il diritto), salvato tutto su un DVD, oppure usando siti e servizi online gratuiti preposti. I fotografi professionisti, invece, richiedono tempi lunghi per mostrare la loro “opera”, diverse settimane (l’altro giorno sentivo di un fotografo che segnala che lui consegna il lavoro dopo un anno dal matrimonio… coraggioso: di questi tempi a stento si arriva a un tempo così lungo per l’intero matrimonio, i divorzi si celebrano anche solo pochi mesi dopo il fatidico sì, per sempre), e quindi arrivano tardi, perdendo quell’effetto cool che si percepisce ancora inebriati dai festeggiamenti (e dall’alcool dei brindisi).
A conclusione di questa analisi, le soluzioni per questo mercato sono solo due:
- Mettersi a studiare ingegneria informatica, ma abbiamo paura che sia tardi per la maggior parte dei nostri lettori, e specialmente è difficile che poi possano trovare lavoro così ben pagato arrivando così in ritardo rispetto alle esigenze del mercato;
- Usare strategie di marketing e di posizionamento diverse da quelle che hanno attualmente. Il mestiere dei fotografi (specialmente di matrimonio) è purtroppo diventato quello di lamentarsi, di combattere a parole gli “Zii Bob”, invece che capire quello che è palese: oggi, lo Zio Bob può, con una fotocamera da pochi soldi, o addirittura con un cellulare, fare foto buone quanto le nostre, a volte addirittura migliori, e non certo per questioni di megapixel.
Qualcuno deve dirlo, qualcuno non può farlo per non risultare sgradevole, ma la nostra missione è quella di dire come stanno le cose, perché solo così si possono affrontare i problemi e risolverli: il livello qualitativo della fotografi di matrimonio in Italia è bassissimo, a volte terribile, a volte penoso. Ci sono dei bravissimi professionisti, dei veri artisti, dei grandi creativi… ma sono pochi. E, accanto a questa bassa qualità, c’è un’arroganza e una sovrastima che crea cecità e mancanza di autocritica. Di sicuro non è – quella della fotografia di matrimonio – nè la decima, nè la centesima delle professioni più pagate, ma è – escluse le eccezioni – una delle più sovrapagate in Italia in rapporto alla qualità offerta e proposta: poca cultura visiva, poca capacità narrativa, poca tecnica, poco confronto con il mondo esterno (che non è fatto solo di fotografia, e specialmente non solo di fotografia italiana).
Questo segnale – forte, senza dubbio, e anche poco simpatico, lo ammettiamo – è per dirci cose tra di noi che possano metterci in guardia per evitare il peggio; quello che sarebbe terribile è se questo lo dicessimo non tra di noi ma se fossero i clienti a dirlo. Ma il pubblico è sempre più smaliziato, cerca sempre di più o quantomeno fa paragoni, e se le foto dello Zio Bob sono e saranno meglio delle nostre, sarà sempre più difficile trovare un nostro posto sotto l’altare. Potete prendere questo con negatività, e non capirete che lo diciamo per amore per questo settore e per questa professione, che non vogliamo vedere sparire. Oppure potete chiedervi (e chiederci) come superare questi problemi. Qualche risposta noi ce l’abbiamo…