L’argomento sembra preoccupare i fotografi in modo eccessivo, eppure le motivazioni sembrano sbagliate in partenza. Parliamo forse di dettagli secondari, ma proprio su questi spesso si accaniscono delle prese di posizione che portano a delle valutazioni negative, quando negative non sempre sono. Parliamo di monitor, e della moda che tende ad averli sempre più “glossy” come superficie. I fotografi hanno un’idea ben chiara, magari avvalorata da qualche opinione di alcuni “esperti”: gli schermi lucidi, i professionisti non li usano, creano riflessi e quindi sono da evitare come la peste.
Da due anni uso schermi lucidi, e vengo visto come un folle. “Come fai?” – mi chiedono. Ma se fino a poco tempo fa, forse questo problema poteva essere giustificato, ora – sui nuovi portatili – le motivazioni del partito “anti glossy” sono, secondo la nostra opinione, solo frutto di una presa di posizione e non di una valutazione sul campo: si guardano i riflessi e non si riflette… tanto per fare un gioco di parole. Perché diciamo questo?
Prima di tutto perché sui monitor di ultima generazione, a LED, la luminosità è tale da superare quasi ogni barriera di riflesso della luce esterna. Certo, se ci puntiamo un faro da 1000 Watt sul monitor, il riflesso sarà troppo evidente, ma se puntiamo un faro da 1000 Watt su un monitor opaco, comunque, non si vedrebbe comunque niente. Nelle situazioni standard, i riflessi esterni sono più deboli dell’intensità luminosa del monitor e quindi non si vedranno. In altri casi, estremi, basterà inclinare leggermente il monitor per far sparire o ridurre l’effetto. Fate delle prove, vedrete che abbiamo ragione.
La seconda valutazione è di carattere più generale: se, in una situazione controllata, dove c’è bisogno di una valutazione del colore corretta e precisa, abbiamo dei riflessi sul monitor… significa che la situazione ambientale non è adatta a questo lavoro: se dobbiamo analizzare e correggere le immagini a monitor, abbiamo bisogno di una situazione di penombra, di pareti neutre attorno a noi, e specialmente… di nessuna tipologia di riflessi: se abbiamo il riflesso di un neon, significa che l’ambiente di lavoro è sbagliato, che dobbiamo spegnere il neon, non opacizzare il monitor che anzi nel suo essere “glossy” ci segnala che c’è un problema da risolvere.
A questo punto, comunque, vale la pena domandarsi perché lucido: ok, potrebbe anche non dare problemi, ma alla fine uno vorrebbe avere la possibilità di scegliere, e non di essere con le spalle contro il muro (lo diciamo perché i nuovi portatili Apple non consentono più la scelta tra lucido e opaco, sono solo glossy perché davanti hanno un vetro, e tra l’altro questo è un bene perché si puliscono molto più facilmente). La motivazione è che le immagini sui monitor lucidi… sono più belle. Più sature, più accattivanti, più brillanti… più vendibili. I fotografi spesso non considerano il lato della “confezione”, il glossy è di moda, lo capiscono anche le ragazzine che cercano i rossetti più “glossy” che si vedono in televisione, perché con le labbra più lucide si attraggono di più i ragazzi in discoteca, e si finisce col baciare di più. Nella ricerca tecnica, ci si dimentica spesso che non tutti affrontano le situazioni allo stesso modo: se il mondo, in generale, preferisce gli schermi lucidi, un motivo ci sarà: fanno sembrare più belle le cose che si vedono, più appaganti. E noi, invece, puntiamo a rendere più opache, meno attraenti e brillanti i nostri lavori, quando li presentiamo a monitor, in nome di una teorica motivazione tecnica, che non è detto che sia vera, ma che causa – nel fruitore finale, che spesso è colui che dovrebbe o potrebbe comprare il nostro prodotto – un risultato più “sciapo”.
Questo SJ parla, lo abbiamo detto, di futilità, alla fine chissenefrega del monitor, non vendo monitor e potete fare (con la nostra benedizione) quello che volete. Volevo solo farvi riflettere (come immagine riflessa o come riflessione mentale…) sul fatto che spesso nascono atteggiamenti che sono frutto di un’opinione non verificata, ma accettata: per sentito dire, o per esperienze passate. Le cose cambiano, le opinioni valgono per quello che sono: non legge, ma opinioni. Molte volte ascolto professionisti dire delle cose che forse erano vere tre anni fa, ma la tecnologia corre e impone un aggiornamento costante, una verifica costante sulle nostre convinzioni. Spesso dico che ogni sei mesi bisogna avere il coraggio di guardarsi allo specchio e riuscire a capire se tutto quello di cui siamo convinti (anche il “chi siamo”) vale ancora, o se è cambiato qualcosa, nel frattempo. Guardatevi pure allo specchio della riflessione del vostro monitor, così darete un motivo in più al suo essere “glossy”.
Buona domenica, tra poco è Natale, ma noi ci siamo ancora: oggi e anche domenica prossima!
Luca Pianigiani
Giacomo says:
A volte però i problemi ambientali non sono di così facile risoluzione… della serie: non posso spostare la finestra e non posso spostare il monitor perchè poi non arriva alla presa della corrente e in ogni caso il suo spostamento mi creerebbe altri 1000 problemi. In questi casi un monitor opaco può essere una via di mezzo per levarsi dall’impaccio!
Giacomo says:
A volte però i problemi ambientali non sono di così facile risoluzione… della serie: non posso spostare la finestra e non posso spostare il monitor perchè poi non arriva alla presa della corrente e in ogni caso il suo spostamento mi creerebbe altri 1000 problemi. In questi casi un monitor opaco può essere una via di mezzo per levarsi dall’impaccio!
giorgio says:
Caro Luca,
tu di pure quello che pensi, ma un monitor opaco è molto più versatile di uno lucido. Non si deve impazzire a cambiare orientamento e a fare altre strane manovre.
Il nostro amico Jobs farà bene a continuare a darci la possibilità di scelta tra un monitor lucido o opaco. Ho sentito che il Mac Book Pro nuovo ha il monitor solo lucido ( per adesso dicono ) ebbene fin quando non lo faranno anche opaco….. mi terrò il mio.
Saluti carissimi
Giorgio
giorgio says:
Caro Luca,
tu di pure quello che pensi, ma un monitor opaco è molto più versatile di uno lucido. Non si deve impazzire a cambiare orientamento e a fare altre strane manovre.
Il nostro amico Jobs farà bene a continuare a darci la possibilità di scelta tra un monitor lucido o opaco. Ho sentito che il Mac Book Pro nuovo ha il monitor solo lucido ( per adesso dicono ) ebbene fin quando non lo faranno anche opaco….. mi terrò il mio.
Saluti carissimi
Giorgio
Luca Pianigiani says:
Giacomo… ok, ma una finestra nel posto sbagliato è comunque un problema grave per la valutazione del colore… se si rinuncia ad ottimizzare, inutile parlare della superficie del monitor ;-) Per la presa… una prolunga…?
Giorgio: come dicevo, non voglio far cambiare a nessuno le idee, però se mi dici che non sai i dettagli del nuovo MacBook Pro significa che non l’hai provato. E, allora, torniamo al mio discorso: fare delle prove serie potrebbero – quelle si – far cambiare l’opinione. Non tutti i monitor sono uguali, non tutti i “lucidi” sono uguali, non tutte le luminosità sono uguali. Proponevo di “guardare” prima di giungere ad una conclusione, spero che sia così… chi lo ha fatto, spesso ha cambiato opinione. Ti confermo che il monitor del Pro è SOLO lucido, e non credo proprio che uscirà opaco… se tieni il tuo non mi fai un torto… alla lunga però, prima o poi… dovrai cambiarlo no? Buona serata
Luca
Luca Pianigiani says:
Giacomo… ok, ma una finestra nel posto sbagliato è comunque un problema grave per la valutazione del colore… se si rinuncia ad ottimizzare, inutile parlare della superficie del monitor ;-) Per la presa… una prolunga…?
Giorgio: come dicevo, non voglio far cambiare a nessuno le idee, però se mi dici che non sai i dettagli del nuovo MacBook Pro significa che non l’hai provato. E, allora, torniamo al mio discorso: fare delle prove serie potrebbero – quelle si – far cambiare l’opinione. Non tutti i monitor sono uguali, non tutti i “lucidi” sono uguali, non tutte le luminosità sono uguali. Proponevo di “guardare” prima di giungere ad una conclusione, spero che sia così… chi lo ha fatto, spesso ha cambiato opinione. Ti confermo che il monitor del Pro è SOLO lucido, e non credo proprio che uscirà opaco… se tieni il tuo non mi fai un torto… alla lunga però, prima o poi… dovrai cambiarlo no? Buona serata
Luca
Giorgio P says:
Luca,
tu ci hai offerto la tua opinione, legittima e apprezzata, sia chiaro, ma poi scivoli in chiusura confrontando verità e opinioni. È mia opinione che manchino nel tuo giudizio una serie di dati oggettivi che permettano ad altri di farsi una propria idea, fondata non dico sulla verità assoluta, ma almeno su piccole verità raggiungibili. Te ne elenco alcune:
1) dall’introduzione dei monitor lucidi o “Glossy” (circa due anni) non sono sostanzialmente cambiati i sistemi di stampa industriale (leggi: offset/rotocalco). La stampa digitale, spesso rivolta a piccoli professionisti o amatori, ha introdotto novità considerevoli negli inchiostri, ma non altrettanto nelle finiture superficiali. Di conseguenza, la resa più contrastata e profonda, intesa come neri *apparetemente* più profondi e colori *apparentemente* più saturi, offerta dai monitor lucidi obbliga l’osservatore ha tenere conto di questo margine. Come a dire: la stessa immagine di ieri, intatta, osservata sul vecchio monitor era un po’ piatta e oggi, sul nuovo glossy, appare più attraente.
Ma ciò che si invia alla macchina da stampa è lo stesso file.
2) Tecnologia. Led, Lcd, plasma. Oggi il fotografo può guardare e mostrare immagini su qualsiasi dispositivo. E, banalmente, per ottenere uno schermo lucido è sufficiente un buon vetro molato davanti ad uno schermo tradizionale (è cosa osservata una decina/quindicina d’anni fa sui televisori catodici, “ringiovaniti” all’epoca con questo artificio). Per rimanere in ambiente Apple, più familiare, il monitor 20″ dell’iMac, per esempio, è un prodotto Lcd, di livello medio/medio basso, ravvivato poi da un bel vetro lucido. Gamma dinamica, misurabile, luminosità massima e contrasto, misurabili anch’essi, mostrano una resa tutto sommato limitata. (considerazioni *soggettive* dopo la misurazione di un centinaio di monitor).
3) Efficienza. Senza entrare nel tecnico, l’angolo di visione verticale di un monitor a tecnologia Lcd è spesso molto limitato. Inoltre, l’angolo di visione *ottimale*, quello cioè che restituisce all’osservatore un colore senza percepibili differenze è ancora inferiore. Bene. Un monitor Lcd con vetro davanti è una soluzione in cerca di guai per chi punti all’efficienza. (E il povero iMac è bello e sistemato, sorry…). Anche questi primi schermi a Led hanno un angolo di visione ottimale piuttosto ristretto, anche se ben più ampio dei modelli Lcd, per cui la soluzione di inclinare lo schermo per i smorzare i riflessi non è sempre un’alternativa ideale.
Se poi un’azienda con molti dipendenti dedicati ai compiti di post-produzione e prestampa deve valutare *anche* la ridefinizione di spazi e luci per adattarsi alla moda del momento, forse – e questa è la mia opinione – una prolunga non basta…
4) Mode. Ad un fotografo che sbagli la consegna di un servizio, solo perché ingannato dai riflessi e dall’apparente maggior saturazione del suo monitor e che per questo veda, conseguentemente, diminuire la sua competitività (anche solo temporaneamente: giusto il tempo di riallineare lo stampatore-il proprio occhio-il proprio monitor)(e sì, perché vedi, considerazione personale, non sempre istogramma, curve e avvertimenti vari guidano l’istinto del fotografo e dunque il monitor, idealmente, dovrebbe dimostrarsi un alleato affidabile), beh, a quel fotografo chi la racconta la storia che oggi va di moda glossy e quindi: ciccia! O si adatta o rimane indietro.
Ho esperienza diretta di molti fotografi che anno “aperto” le ombre dei loro lavori, ben oltre il consentito, solo perché li hanno valutati a monitor. Cosa che del resto funzionava con i vecchi monitor. Risultato? A monitor immagini bellissime e croccanti, su carta scialbe.
E, personalmente, trovo una relazione tra le due cose. Per dirla alla Crozza.
Sono con te quando ci inviti a guardarci allo specchio ogni sei mesi. Ma, vista la popolarità e la credibilità di cui a pieno titolo godi, mi piacerebbe leggere dalle colonne di Jumper anche un giudizio critico su una tecnologia nuova, forse non del tutto indicata all’ambiente professionale e di certo ammantata enormemente dal marketing. Cosa quest’ultima che, di per sè, mi induce sempre a sospettare…
La lenzuolata è segno di stima.
Ciao!
Giorgio
Giorgio P says:
Luca,
tu ci hai offerto la tua opinione, legittima e apprezzata, sia chiaro, ma poi scivoli in chiusura confrontando verità e opinioni. È mia opinione che manchino nel tuo giudizio una serie di dati oggettivi che permettano ad altri di farsi una propria idea, fondata non dico sulla verità assoluta, ma almeno su piccole verità raggiungibili. Te ne elenco alcune:
1) dall’introduzione dei monitor lucidi o “Glossy” (circa due anni) non sono sostanzialmente cambiati i sistemi di stampa industriale (leggi: offset/rotocalco). La stampa digitale, spesso rivolta a piccoli professionisti o amatori, ha introdotto novità considerevoli negli inchiostri, ma non altrettanto nelle finiture superficiali. Di conseguenza, la resa più contrastata e profonda, intesa come neri *apparetemente* più profondi e colori *apparentemente* più saturi, offerta dai monitor lucidi obbliga l’osservatore ha tenere conto di questo margine. Come a dire: la stessa immagine di ieri, intatta, osservata sul vecchio monitor era un po’ piatta e oggi, sul nuovo glossy, appare più attraente.
Ma ciò che si invia alla macchina da stampa è lo stesso file.
2) Tecnologia. Led, Lcd, plasma. Oggi il fotografo può guardare e mostrare immagini su qualsiasi dispositivo. E, banalmente, per ottenere uno schermo lucido è sufficiente un buon vetro molato davanti ad uno schermo tradizionale (è cosa osservata una decina/quindicina d’anni fa sui televisori catodici, “ringiovaniti” all’epoca con questo artificio). Per rimanere in ambiente Apple, più familiare, il monitor 20″ dell’iMac, per esempio, è un prodotto Lcd, di livello medio/medio basso, ravvivato poi da un bel vetro lucido. Gamma dinamica, misurabile, luminosità massima e contrasto, misurabili anch’essi, mostrano una resa tutto sommato limitata. (considerazioni *soggettive* dopo la misurazione di un centinaio di monitor).
3) Efficienza. Senza entrare nel tecnico, l’angolo di visione verticale di un monitor a tecnologia Lcd è spesso molto limitato. Inoltre, l’angolo di visione *ottimale*, quello cioè che restituisce all’osservatore un colore senza percepibili differenze è ancora inferiore. Bene. Un monitor Lcd con vetro davanti è una soluzione in cerca di guai per chi punti all’efficienza. (E il povero iMac è bello e sistemato, sorry…). Anche questi primi schermi a Led hanno un angolo di visione ottimale piuttosto ristretto, anche se ben più ampio dei modelli Lcd, per cui la soluzione di inclinare lo schermo per i smorzare i riflessi non è sempre un’alternativa ideale.
Se poi un’azienda con molti dipendenti dedicati ai compiti di post-produzione e prestampa deve valutare *anche* la ridefinizione di spazi e luci per adattarsi alla moda del momento, forse – e questa è la mia opinione – una prolunga non basta…
4) Mode. Ad un fotografo che sbagli la consegna di un servizio, solo perché ingannato dai riflessi e dall’apparente maggior saturazione del suo monitor e che per questo veda, conseguentemente, diminuire la sua competitività (anche solo temporaneamente: giusto il tempo di riallineare lo stampatore-il proprio occhio-il proprio monitor)(e sì, perché vedi, considerazione personale, non sempre istogramma, curve e avvertimenti vari guidano l’istinto del fotografo e dunque il monitor, idealmente, dovrebbe dimostrarsi un alleato affidabile), beh, a quel fotografo chi la racconta la storia che oggi va di moda glossy e quindi: ciccia! O si adatta o rimane indietro.
Ho esperienza diretta di molti fotografi che anno “aperto” le ombre dei loro lavori, ben oltre il consentito, solo perché li hanno valutati a monitor. Cosa che del resto funzionava con i vecchi monitor. Risultato? A monitor immagini bellissime e croccanti, su carta scialbe.
E, personalmente, trovo una relazione tra le due cose. Per dirla alla Crozza.
Sono con te quando ci inviti a guardarci allo specchio ogni sei mesi. Ma, vista la popolarità e la credibilità di cui a pieno titolo godi, mi piacerebbe leggere dalle colonne di Jumper anche un giudizio critico su una tecnologia nuova, forse non del tutto indicata all’ambiente professionale e di certo ammantata enormemente dal marketing. Cosa quest’ultima che, di per sè, mi induce sempre a sospettare…
La lenzuolata è segno di stima.
Ciao!
Giorgio
Luca Pianigiani says:
Sacrosanto, Giorgio, e davvero ti ringrazio per il commento, che è competente e profondo, e scava molto più a fondo di quanto non ho fatto io, che avevo un’altra “mission”: quella di imporre proprio una riflessione approfondita su questo tema, e non deviata dalle “leggende”. L’errore di valutazione di qualsiasi monitor è causa dei tanti problemi che si verificano in stampa, e di discussioni tra chi crea e chi stampa. Tu dici cose che firmo, controfirmo e che accetto di buon grado (che bello avere persone come te che ci leggono), ma volevamo dire che gli errori da evitare, prima di tutto, sono in chi decide quello che è giusto e quello che è sbagliato, senza approfondire, senza avere voglia di studiare a fondo.
Non è nello schermo lucido o opaco, il problema… o almeno non è che scegliendo una o l’altra strada che si “fa giusto” o “sbagliato”, ma sapendo quali sono i limiti di una strada rispetto all’altra, e agendo di conseguenza.
Tranquillo, puoi evitare di sospettare.. non stiamo seguendo il marketing, stiamo cercando di condividere dubbi e portare avanti opinioni. E anche lasciare spazio a un dialogo costruttivo e ad una formazione concreta: oggi, grazie alla nostra provocazione e alla tua risposta, forse abbiamo fatto un po’ più di luce su un argomento che, alla fine, diventa importante.
Alla prossima. Luca
Luca Pianigiani says:
Sacrosanto, Giorgio, e davvero ti ringrazio per il commento, che è competente e profondo, e scava molto più a fondo di quanto non ho fatto io, che avevo un’altra “mission”: quella di imporre proprio una riflessione approfondita su questo tema, e non deviata dalle “leggende”. L’errore di valutazione di qualsiasi monitor è causa dei tanti problemi che si verificano in stampa, e di discussioni tra chi crea e chi stampa. Tu dici cose che firmo, controfirmo e che accetto di buon grado (che bello avere persone come te che ci leggono), ma volevamo dire che gli errori da evitare, prima di tutto, sono in chi decide quello che è giusto e quello che è sbagliato, senza approfondire, senza avere voglia di studiare a fondo.
Non è nello schermo lucido o opaco, il problema… o almeno non è che scegliendo una o l’altra strada che si “fa giusto” o “sbagliato”, ma sapendo quali sono i limiti di una strada rispetto all’altra, e agendo di conseguenza.
Tranquillo, puoi evitare di sospettare.. non stiamo seguendo il marketing, stiamo cercando di condividere dubbi e portare avanti opinioni. E anche lasciare spazio a un dialogo costruttivo e ad una formazione concreta: oggi, grazie alla nostra provocazione e alla tua risposta, forse abbiamo fatto un po’ più di luce su un argomento che, alla fine, diventa importante.
Alla prossima. Luca
Luca di Toscana says:
Un anno fa’ sono passato al monitor lucido, con enorme scetticismo, addirittura con rammarico per l’obbligatorieta’ della scelta imposta da Apple; oggi non tornerei indietro per niente al mondo, trovo che il monitor lucido sia una delle migliorie piu’ importanti che siano state introdotte negli ultimi anni.
La qualita’ della stampa offset e della stampa chimica e’ cresciuta enormemente negli ultimi anni, l’introduzione di soluzioni CTP e di selezione in 5 o 6 colori per l’offset, l’introduzione di fonti a luce fredda per la stampa chimica, danno dei risultati molto piu’ simili (tanto nei dettagli quanto nei colori) all’effetto “glossy” ( ovviamente se usato in un ambiente di lavoro adeguato e non sul portatile in spiaggia!) che non al vecchio opaco. Provare per credere!
Inoltre se effettivamente il mercato va in quella direzione probabilmente c’e’ qualcosa di piu’ della moda; non e’ venuto in mente a nessuno che Apple negli ultimi 20 anni ( e forse anche prima) ha tracciato il futuro dell’era digitale? Non sara’ che anche per questa scelta c’e’ una visione di futuro?
Quale? Beh, quella di intuire che il futuro della fruizione ( e del mercato) delle immagini sara’ sempre piu’ “digitale forever”…
Luca.
Luca di Toscana says:
Un anno fa’ sono passato al monitor lucido, con enorme scetticismo, addirittura con rammarico per l’obbligatorieta’ della scelta imposta da Apple; oggi non tornerei indietro per niente al mondo, trovo che il monitor lucido sia una delle migliorie piu’ importanti che siano state introdotte negli ultimi anni.
La qualita’ della stampa offset e della stampa chimica e’ cresciuta enormemente negli ultimi anni, l’introduzione di soluzioni CTP e di selezione in 5 o 6 colori per l’offset, l’introduzione di fonti a luce fredda per la stampa chimica, danno dei risultati molto piu’ simili (tanto nei dettagli quanto nei colori) all’effetto “glossy” ( ovviamente se usato in un ambiente di lavoro adeguato e non sul portatile in spiaggia!) che non al vecchio opaco. Provare per credere!
Inoltre se effettivamente il mercato va in quella direzione probabilmente c’e’ qualcosa di piu’ della moda; non e’ venuto in mente a nessuno che Apple negli ultimi 20 anni ( e forse anche prima) ha tracciato il futuro dell’era digitale? Non sara’ che anche per questa scelta c’e’ una visione di futuro?
Quale? Beh, quella di intuire che il futuro della fruizione ( e del mercato) delle immagini sara’ sempre piu’ “digitale forever”…
Luca.
Vittore says:
Personalmente preferisco il monitor opaco. Avendo un bel monitor Eizo devo dire che le immagini si vedono piuttosto bene.
Accolgo però il tuo punto di vista che le immagini sembrano più “croccanti” sui monitor lucidi questo può aiutarmi con una clientela più consumer che valuta i miei lavori a monitor ma non in stampa.
Molto spesso i miei clienti mi chiedono di presentare delle gallery con dei portfolii ad hoc preparati sulle loro specifiche esigenze che vengono mostrati assieme alla discussione del preventivo.
Ho notato che in questo momento la parte emozionale prende su molti il deciso sopravvento.
Vittore says:
Personalmente preferisco il monitor opaco. Avendo un bel monitor Eizo devo dire che le immagini si vedono piuttosto bene.
Accolgo però il tuo punto di vista che le immagini sembrano più “croccanti” sui monitor lucidi questo può aiutarmi con una clientela più consumer che valuta i miei lavori a monitor ma non in stampa.
Molto spesso i miei clienti mi chiedono di presentare delle gallery con dei portfolii ad hoc preparati sulle loro specifiche esigenze che vengono mostrati assieme alla discussione del preventivo.
Ho notato che in questo momento la parte emozionale prende su molti il deciso sopravvento.
biglio says:
…Ma la “fotografia”,quella bella cosa della quale finalmente si era deciso di parlare qualche settimana fa dove è finita? …la macchina commerciale si mangia tutto ciò che è cultura…non è difficile individuare gli sponsor ogni settimana…ma va bene cmq, è sempre interessante l’informazione commerciale.
biglio says:
…Ma la “fotografia”,quella bella cosa della quale finalmente si era deciso di parlare qualche settimana fa dove è finita? …la macchina commerciale si mangia tutto ciò che è cultura…non è difficile individuare gli sponsor ogni settimana…ma va bene cmq, è sempre interessante l’informazione commerciale.
Riccardo Urnato says:
Caro Luca, condivido quanto scritto da Giorgio P. Se lavori in campo commerciale pubblicitario, devi sempre e comunque fare i conti con l’off-set, mostrare la luna nel pozzo a monitor al cliente ti tiri giustamente una pacca nei coglioni, scusa il termine mi piace esser chiaro, se poi vogliamo giocare ai video giochi, beh giochiamo. Ti seguo sempre. Ciao Riccardo Urnato
Riccardo Urnato says:
Caro Luca, condivido quanto scritto da Giorgio P. Se lavori in campo commerciale pubblicitario, devi sempre e comunque fare i conti con l’off-set, mostrare la luna nel pozzo a monitor al cliente ti tiri giustamente una pacca nei coglioni, scusa il termine mi piace esser chiaro, se poi vogliamo giocare ai video giochi, beh giochiamo. Ti seguo sempre. Ciao Riccardo Urnato
Luca Pianigiani says:
Biglio, tanto per chiarire la situazione (perché questi commenti saccenti non sono corretti): il Sunday Jumper è frutto di esperienze, di commenti di impressioni che viviamo quotidianamente. Se veniamo colpiti per una, due o 100 volte da argomenti tecnici, vorrà dire che parleremo per 1, 2 o 100 volte di tecnologia. Credo che sia nostro diritto, visto che nessuno ci paga (nè i lettori, nè tantomeno gli inserzionisti). Questo spazio NON è sponsorizzato, e trovo offensivo che venga dichiarato questo (la nostra storia lo conferma: abbiamo sempre detto quello che pensiamo, non quello che avrebbero voluto farci dire). E’ anche ovvio che il diritto del lettore è di giudicare il contenuto, e di pensare quello che vuole, così come seguire o abbandonare la lettura. Ma, il rispetto, lo pretendiamo. Non siamo qui a vendere nulla, anche facendo cose sbagliate, ma nella correttezza di chi dice quello che pensa, e che accetta la condivisione e la crescita insieme a chi ci legge. Questo articolo, forse un po’ banalotto, ha comunque fornito spunti di riflessione e di discussione utili a tutti, e per nulla commerciali.
Luca Pianigiani says:
Biglio, tanto per chiarire la situazione (perché questi commenti saccenti non sono corretti): il Sunday Jumper è frutto di esperienze, di commenti di impressioni che viviamo quotidianamente. Se veniamo colpiti per una, due o 100 volte da argomenti tecnici, vorrà dire che parleremo per 1, 2 o 100 volte di tecnologia. Credo che sia nostro diritto, visto che nessuno ci paga (nè i lettori, nè tantomeno gli inserzionisti). Questo spazio NON è sponsorizzato, e trovo offensivo che venga dichiarato questo (la nostra storia lo conferma: abbiamo sempre detto quello che pensiamo, non quello che avrebbero voluto farci dire). E’ anche ovvio che il diritto del lettore è di giudicare il contenuto, e di pensare quello che vuole, così come seguire o abbandonare la lettura. Ma, il rispetto, lo pretendiamo. Non siamo qui a vendere nulla, anche facendo cose sbagliate, ma nella correttezza di chi dice quello che pensa, e che accetta la condivisione e la crescita insieme a chi ci legge. Questo articolo, forse un po’ banalotto, ha comunque fornito spunti di riflessione e di discussione utili a tutti, e per nulla commerciali.
biglio says:
non era mia intenzione offendere, chiedo scusa…
biglio says:
non era mia intenzione offendere, chiedo scusa…
Luca Pianigiani says:
Scuse accettate, però bisogna combattere l’atteggiamento che … tanto tutto è marketta, tutto è pilotato, tutto è poco serio. Qui non ci si vende, si può discutere dando opinioni, proponendo e consigliando. Con questo atteggiamento, anche le buone intenzioni poi si perdono e lo sforzo che si fa per fare qualcosa di intelligente e utile si vanifica. Comunque… amici come prima, speriamo prima o poi di scrivere qualcosa di più appassionante anche per te ;-)
Luca Pianigiani says:
Scuse accettate, però bisogna combattere l’atteggiamento che … tanto tutto è marketta, tutto è pilotato, tutto è poco serio. Qui non ci si vende, si può discutere dando opinioni, proponendo e consigliando. Con questo atteggiamento, anche le buone intenzioni poi si perdono e lo sforzo che si fa per fare qualcosa di intelligente e utile si vanifica. Comunque… amici come prima, speriamo prima o poi di scrivere qualcosa di più appassionante anche per te ;-)
Gianfranco (Siena) says:
Ciao Luca,
sono settimane, mesi che leggo i tuoi SJ e godo della tua inestimabile professionalità e grande versatilità nel proporre argomenti; ebbene anche io avevo mille dubbi prima di prendere un iMac 20″. Ho avuto il primo Studio Display 15″ pagato oltre 1,000,000 di LIRE nel 2000 e da li’ una serie di monitor di tutto rispetto compreso il primo Powerbook 17″ uscito nel 2003 (ordinato a gennaio e avuto a maggio). Poi ultimamente in seguito ad una serie di cose ho venduto molte strumentazioni ed ero rimasto con un Powerbook G4 12″ formidabile per la praticità ma non di certo un asso per il monitor eppure mi ostinavo a tenerlo per paura del “glossy” che tutti…. che molti ritengono la peste nera della pp fotografica. In più ho letto molte cose negative proprio sui monitor degli iMac 20″ che non sono realmente a 16.000.000 di colori ma poi alla fine ho scelto di prenderlo anche in seguito a varie offerte economiche appetibili. Ebbene io lo trovo giusto, pensa che non ho voluto nemmeno calibrarlo con strumentazione dedicata (tanto è quasi inutile) ma usarlo, solo in un secondo momento l’ho calibrato ma con colorsync “ad occhio”!!!. Certo io non devo fare i conti con gli stampatori avidi di file da stampare a suon di critiche ma spesso e volentieri vado dall’amico (professionista della stampa) con monitor “super” EIZO CG calibrato e gli dò in pasto una decina di file da vedere e stampare e ci troviamo sempre alla prima…. NO non voglio elogiare chissà quali fantasmagoriche mie capacità o pensare che l’amico del monitor “super” non ci capisce nulla voglio solo citare una persona che una volta mi disse in ambito acustico: “non sono i monitor buoni che ti fanno venire bene i mix ma sono i “tuoi” monitor che lo fanno!!” Intendeva dire quelli che ascolti tutti i giorni, che conosci, quelli che se gracchiano oltre i 95db lo sai e quindi non spingi col volume, ….. insomma bisogna conoscere la propria strumentazione amarla e sentirla, poi che sia glossy opaca o…. sabbiata, che ci importa!
con stima
Gianfranco
Gianfranco (Siena) says:
Ciao Luca,
sono settimane, mesi che leggo i tuoi SJ e godo della tua inestimabile professionalità e grande versatilità nel proporre argomenti; ebbene anche io avevo mille dubbi prima di prendere un iMac 20″. Ho avuto il primo Studio Display 15″ pagato oltre 1,000,000 di LIRE nel 2000 e da li’ una serie di monitor di tutto rispetto compreso il primo Powerbook 17″ uscito nel 2003 (ordinato a gennaio e avuto a maggio). Poi ultimamente in seguito ad una serie di cose ho venduto molte strumentazioni ed ero rimasto con un Powerbook G4 12″ formidabile per la praticità ma non di certo un asso per il monitor eppure mi ostinavo a tenerlo per paura del “glossy” che tutti…. che molti ritengono la peste nera della pp fotografica. In più ho letto molte cose negative proprio sui monitor degli iMac 20″ che non sono realmente a 16.000.000 di colori ma poi alla fine ho scelto di prenderlo anche in seguito a varie offerte economiche appetibili. Ebbene io lo trovo giusto, pensa che non ho voluto nemmeno calibrarlo con strumentazione dedicata (tanto è quasi inutile) ma usarlo, solo in un secondo momento l’ho calibrato ma con colorsync “ad occhio”!!!. Certo io non devo fare i conti con gli stampatori avidi di file da stampare a suon di critiche ma spesso e volentieri vado dall’amico (professionista della stampa) con monitor “super” EIZO CG calibrato e gli dò in pasto una decina di file da vedere e stampare e ci troviamo sempre alla prima…. NO non voglio elogiare chissà quali fantasmagoriche mie capacità o pensare che l’amico del monitor “super” non ci capisce nulla voglio solo citare una persona che una volta mi disse in ambito acustico: “non sono i monitor buoni che ti fanno venire bene i mix ma sono i “tuoi” monitor che lo fanno!!” Intendeva dire quelli che ascolti tutti i giorni, che conosci, quelli che se gracchiano oltre i 95db lo sai e quindi non spingi col volume, ….. insomma bisogna conoscere la propria strumentazione amarla e sentirla, poi che sia glossy opaca o…. sabbiata, che ci importa!
con stima
Gianfranco
morena says:
davvero per ottenere quel che si vuole dal proprio strumento occorre conoscerlo, ma dover rifarsi l’occhio ad ogni novita’ del marcato degli strumenti e’ un po’ eccessivo, vista la velocita’ dell’elettronica in genere.
mi pare poi che i discorsi debbano essere separati: se per “soddisfare l’occhio” del cliente puntiamo su un effetto che su carta non avremo,cosa che senza dubbio chiariremo bene….. nulla ci impedisce di lavorare col nostro “vecchiume” ed utilizzare le brillanti novita’ in fase di presentazione.
ciao
morena
morena says:
davvero per ottenere quel che si vuole dal proprio strumento occorre conoscerlo, ma dover rifarsi l’occhio ad ogni novita’ del marcato degli strumenti e’ un po’ eccessivo, vista la velocita’ dell’elettronica in genere.
mi pare poi che i discorsi debbano essere separati: se per “soddisfare l’occhio” del cliente puntiamo su un effetto che su carta non avremo,cosa che senza dubbio chiariremo bene….. nulla ci impedisce di lavorare col nostro “vecchiume” ed utilizzare le brillanti novita’ in fase di presentazione.
ciao
morena
Larry says:
signori, per favore, state dando un bruttissimo spettacolo di voi!
Un monitor Glossy può diventare (per l’esigenza del momento) opaco in 10 secondi, basta una pellicola “matt” applicata sopra, aderisce da sola poiché la superficie liscia del display Gloss la fa aderire staticamente in modo perfetto; i colori si desaturano e si ammorbidisce il contrasto di quel che basta a simulare l’offset. viceversa se hai un display opaco e vuoi renderlo lucido per fare la “buona impressione del momento” beh, eh…
Larry says:
signori, per favore, state dando un bruttissimo spettacolo di voi!
Un monitor Glossy può diventare (per l’esigenza del momento) opaco in 10 secondi, basta una pellicola “matt” applicata sopra, aderisce da sola poiché la superficie liscia del display Gloss la fa aderire staticamente in modo perfetto; i colori si desaturano e si ammorbidisce il contrasto di quel che basta a simulare l’offset. viceversa se hai un display opaco e vuoi renderlo lucido per fare la “buona impressione del momento” beh, eh…
Daniele Cardone says:
Ciao a tutti,
vorrei soltanto dire in merito alle parole di Luca: “se, in una situazione controllata, dove c’è bisogno di una valutazione del colore corretta e precisa, abbiamo dei riflessi sul monitor… significa che la situazione ambientale non è adatta a questo lavoro” allora la mia risposta è che il lavoro in post-produzione fatto come si deve non va fatto con un portatile, ma comunque vorrei precisare che i Top-Monitor nel nostro settore non hanno superfici glossy! (Eizo, Quato, LaCie)
A presto,
Daniele
Daniele Cardone says:
Ciao a tutti,
vorrei soltanto dire in merito alle parole di Luca: “se, in una situazione controllata, dove c’è bisogno di una valutazione del colore corretta e precisa, abbiamo dei riflessi sul monitor… significa che la situazione ambientale non è adatta a questo lavoro” allora la mia risposta è che il lavoro in post-produzione fatto come si deve non va fatto con un portatile, ma comunque vorrei precisare che i Top-Monitor nel nostro settore non hanno superfici glossy! (Eizo, Quato, LaCie)
A presto,
Daniele
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