La buona notizia è: se avete un ristorante o un albergo, e se siete negli USA, in Australia, Nuova Zelanda e Giappone potete chiedere a Google di far venire un fotografo, gratis, che in meno di un’ora fotograferà la vostra sede dall’interno, per consentire la pubblicazione (sempre gratis) su Google Places e quindi permettere a tutti di “visitarvi” da qualsiasi computer o cellulare. Bello, no? Volete prenotare un ristorante, e potrete entrare nel locale direttamente da casa, per capire se il mood è quello giusto: è un vantaggio per i clienti e per il ristorante/albergo, apre un orizzonte commerciale e informativo che si integra con Google Maps e appunto con Places che raccoglie i commenti e i consigli di coloro che hanno già goduto dei vostri servizi.
La brutta notizia è che se siete un fotografo (e non un ristoratore o albergatore) c’è puzza di marcio, e il marcio rischia di essere molto vicino: praticamente in casa nostra. Non dite che non ve l’abbiamo detto, non siamo andati a caccia del Sunday Jumper di qualche anno fa per semplice pigrizia (prima o poi raccoglieremo tutti i SJ in un libro, che ne dite dell’idea?), ma sappiamo di averlo scritto, anche se purtroppo questo terreno di dialogo troppe volte viene interpretato come “visionario” e fuori dalla realtà pratica. E’ vero, siamo per abitudine in anticipo sui tempi, ma il fatto è che poi non potete dire che non vi abbiamo avvisato per tempo, se non si prendono seriamente i segnali che vi indichiamo (e che raramente sono stati disillusi dalla realtà).
Oggi, il servizio è partito, non ancora in Europa, ma non ci vorrà molto: per ora Google è in fase di test (non sono incluse città quali New York, San Francisco, Chicago ma realtà più circoscritte come Phoenix (AZ) oppure San Antonio (TX), ma quando parte un progetto del genere, il “Panzer” dal logo multicolore non avanza lentamente, e città come Parigi, Londra, ma anche Roma difficilmente saranno lasciate in disparte. Come funziona? Facile: se un ristoratore vuole questo servizio lo può richiedere; al contrario delle riprese delle vie fatte con la Google Car, gli interni dei locali richiedono ovviamente una autorizzazione. Una volta che la richiesta viene accettata, arriverà un fotografo dotato (si legge nelle faq) di fotocamere digitale di alta qualità, di ottiche grandangolari ed è formato per realizzare anche fotografie panoramiche con fisheye e in ambienti con poca luce (nel video, che vi consigliamo di vedere, è carino, si vede un fotografo che arriva con treppiede…). Il servizio verrà realizzato in meno di un’ora, poi le foto verranno pubblicate su Google Places e il gioco è fatto. Come detto, il servizio non ha costo, la pubblicazione delle “informazioni visuali” non ha un costo. Come si sostiene questo progetto, decisamente impegnativo? Ma, ovviamente, con l’indotto che Google riesce creare con la ricerca sul web e con le sue attività commerciali e pubblicitarie. In pratica, nascerà il database di immagini più grande al mondo e sarà in mano a Google (le foto saranno infatti di proprietà di Google… visto che le “paga”, ci sembra anche giusto).
Difficile competere con questo progetto, vero? L’analisi potrebbe essere: Google ha bisogno di fotografi? Forse si, e forse conviene (potrebbe convenire) tenere d’occhio la situazione, forse si potrebbe diventare partner di questo gigante, visto che di sicuro non si potrà combattere. Oppure, si potrà fare quello che Google non farà mai e mai potrà fare. Quanti sono i locali che vorrebbero qualcosa di più di una semplice “foto ricordo” dell’interno del proprio locale? Il video mostra il successo del piccolo ristorante che – grazie alle foto di Google – diventa visitatissimo, ma cosa succederà il giorno in cui “tutti” saranno presenti in questo modo su Google? Che solo il valore reale vincerà, esserci non sarà sufficiente. Non fate però l’errore di pensare che siano sufficienti le parole: da una parte i clienti avranno non solo la forza delle parole, ma dei fatti: essere su Google in modo efficace è, senza dubbio, molto redditizio. Non possiamo contrapporre solo fumose promesse “di qualità”, dobbiamo proporre una strategia.
Quello che non vogliamo sentire è che “ormai la fotografia professionale è morta”. In un momento in cui la fotografia diventa sempre più importante, al punto che sta indicando la strada alla società che più ha fatto tesoro delle informazioni testuali, questo non può essere un commento sensato. Si aprono nuovi orizzonti, nascono nuovi orientamenti che devono spingere su concetti e su ruoli del fotografo professionista che si devono estendere oltre. Non è un caso che “Oltre” è il leit motiv di JPM Magazine 2, che sta per uscire (tra un paio di giorni al massimo è “fuori”). Ve lo annunceremo in una newsletter speciale , ma vorremmo collegare il tema in chiusura di questo Sunday Jumper. Dobbiamo andare “Oltre”, ed è una strada fatta di mente fresca, di idee nuove, di nuove convinzioni. E di movimenti veloci: se aveste seguito i nostri consigli di due anni fa, questo non sarebbe una “scoperta” o una “mazzata”, ma solo una delle tante evoluzioni gestite e tenute sotto controllo. In questo mondo che corre, dobbiamo essere pronti a muoverci, seguendo o anticipando le grandi rivoluzioni, oppure andando controcorrente, ma con le idee chiare, e non mossi da semplicistici approcci da “bastian contrario” e nemmeno dovendo sempre rincorrere. Seguiteci, abbiamo intenzione di andare lontano, abbiamo intenzione di aiutare coloro che vogliono essere aiutati, non quelli che hanno già gettato la spugna. Se lo avete fatto, e quindi pensate di lasciare perdere il mondo della fotografia e pensate di investire gli ultimi soldi in un piccolo ristorante, fatecelo sapere: verremo ad assaggiare le vostre specialità e, in più, vi segnaleremo a Google per passare a fare le foto al vostro locale ;-)