Da quasi due anni si parla di video con le reflex. Abbiamo spulciato il nostro sito e siamo risaliti all’autunno del 2008 dove si iniziava a parlarne. All’epoca c’era molta titubanza, anzi: si diceva che questa non era altro che una trovata pubblicitaria, un gadget. Noi ci abbiamo creduto subito, e i fatti ci hanno dato ragione: oggi sono tantissimi i fotografi che hanno creato un’attività economicamente interessante su questa tecnologia che si sono trovati in mano. Al tempo stesso, i problemi si sono dimostrati ben superiori alle prime aspettative: fare video, e specialmente farlo con questi apparecchi, è complesso, se usciamo dalla metodologia “scimpanzé”, ovvero quello che porta chiunque a prendere una compatta, a cliccare su “rec” e muovere forsennatamente la macchina. Da oltre un anno organizziamo – all’interno dei nostri JumperCamp – seminari sulla tecnica di ripresa e post produzione video, e sappiamo che c’è tanto ancora da fare. Stiamo in questi giorni raccogliendo un po’ tutta l’esperienza maturata in questi due anni e cercheremo di renderla più fruibile ad un pubblico di fotografi professionisti sempre più ampio. In questa sede, però, vorremmo puntualizzare alcuni elementi sui quali conviene che tutti possano meditare, altrimenti si finisce col farsi male. Quello che succede, infatti (ed è ovvio: il tempo per studiare e fare ricerca fine a sè stessa non c’è: si lavora sul “venduto”, si propone un lavoro e poi il dramma è che bisogna portarlo a termine). Ecco quindi qualche indicazione, che non può che essere sintetica in questa sede, ma che vi assicuriamo che verrà approfondita con serietà e completezza, con varie modalità.
1) Non usate un treppiede fotografico
Abbiamo spesso detto che non ci possiamo permettere di fare riprese video a mano. Non che non si possa fare, o che non si faccia: semplicemente, se non avete l’esperienza giusta, farete solo danni. La macchina va tenuta stabile da un treppiede, punto. Lo sappiamo che ci sono trasmissioni che hanno fatto della ripresa a mano un linguaggio (Lucignolo, tanto per fare un nome), ma non è il momento, se siete agli inizi, seguite delle regole. Non solo treppiede, ma treppiede con testa video, perché i movimenti devono essere fluidi: lo so che è ovvio, che da sempre si parla “di teste fluide”, ma anche se volete fare i furbetti e svitare completamente le viti di sblocco di un treppiede tradizionale per foto, il movimento non riuscirà ad esserlo, fluido, specialmente all’inizio e a fine corsa. Potete dire…poi taglio inizio e fine, ma ascoltateci: non risparmiate, comprate almeno una buona testa video. Ci ringrazierete.
2) Convertite i files della fotocamera
I files della fotocamera vanno convertiti. Oggi, usando Adobe Premiere CS5, è teoricamente possibile importarli e gestirli in fase di montaggio agilmente (di solito non si riescono a vedere in modo fluido sulla timeline di montaggio), ma nella pratica il formato compresso usato per la memorizzazione non è adeguato per la gestione della post produzione, specialmente per quello che riguarda la correzione e l’intervento sul colore. I files, quindi vanno convertiti, in un formato che può essere anche più “pesante”, oppure altri formati di elevata qualità, prima di essere lavorati. I formati più consigliati sono il ProRes (ideale per l’ambiente Apple FinalCut), il DVCPro, XDCam. La cosa principale, anche se fa male ai fotografi che sono legati con un approccio mistico alla risoluzione, è che forse non abbiamo sempre bisogno di portarci dietro la massima risoluzione nativa della ripresa, (1920×1080 pixel per Canon, 1280×720 per Nikon). Quindi, quando convertite i files, scegliete anche la dimensione massima che effettivamente può servirvi e lavorate con quella. Ovvio che questo consiglio è finalizzato ad una produzione che non è ottimizzata: se avete un MacPro di ultima generazione con una tonnellata di RAM, tanti hard disk liberi e comunque volete lavorare al massimo, usate pure il full HD, ma fatelo usando la testa e non solo per “partito preso”: i files video sono pesanti, tanto pesanti, e se non siete al “top” vi fate male…
3) Conversione software
Ci sono tanti modi per convertire i files i video e quindi lavorare come descritto dal punto 2. Il migliore, secondo noi, tra quelli gratuiti e senza entrare nel mondo complesso dei software di montaggio professionali, è Mpegstreamclip, che si può scaricare appunto gratuitamente da qui. E’ davvero eccezionale, il “coltellino svizzero” di chi si occupa di video. Si seleziona il file (oppure un comodo batch), e si converte in modo adeguato, secondo le esigenze segnalate al punto 2. Il limite di questa soluzione “software” è il tempo: convertire dei video pesanti richiede tempo, ma è un’attività che possiamo delegare alla macchina o a una seconda macchina, mentre voi fate altro. Alternativa? Andate al punto 4…
4) Conversione hardware
Il migliore flusso di lavoro con i sistemi video è quello di usare una scheda video, come per esempio la piccola (ma efficace) Matrox mxo2 mini, ideale per l’uso con i portatili MacPro (attenzione, serve un ingresso Express 34, che purtroppo ormai è sparito dal 15″, quindi o avete il 17″ oppure dovete cercarvi un computer della penultima generazione nell’usato… se volete ne vendo uno ehehehehe….). Ma a cosa serve una scheda video? Serve a diverse cose, e proprio per questo forse il titoletto sta “stretto” in questo caso: consente certamente di convertire i files, ma più velocemente, usando una procedura semplice:
– si collega la scheda video al computer e la fotocamera (con la scheda con i files registrati che dobbiamo convertire) tramite cavo HDMI (piccolo dal lato della fotocamera, “standard” dal lato della scheda).
– si mette in “play” il primo video dalla fotocamera
– si determina il formato di conversione (per esempio: da 1080p a 720p come risoluzione, dal formato compresso H264 a ProRes… e così via)
– dai programmi di montaggio video si attiva la modalità “acquisisci” e quindi il flusso di dati viene “importato” (acquisito) nel formato giusto, e con un tempo pari al tempo della durata del video (1 minuto in 1 minuto).
5) La scheda video, però ha altri vantaggi:
– consente di collegare vari output: un monitor con connettore HDMI e (non oppure… anche!) altri monitor: per esempio un televisorino di quelli “poveri” per vedere la resa del nostro lavoro al “peggio”, oppure un monitor tarato come colore per controllare la qualità al massimo
– se prevista l’opzione che velocizza l’esportazione in H264 (per esempio la versione MAX su Matrox), avete la possibilità, una volta finito il lavoro di montaggio, di esportare in formato H264 (il più usato sul web, ma anche l’ideale per iPhone, iPad, eccetera) con grande velocità: è infatti una lavorazione molto pesante per il computer (leggi: ci mette di solito un sacco di tempo…).
C’è molto altro da dire sulle schede video, ma è fondamentale capire che… è uno strumento che serve davvero, per gestire il flusso di produzione video… anche se quasi nessuno le conosce, nel nostro settore e in tutti coloro che si avvicinano al video usando le reflex.
6) Regolate bene bilanciamento del bianco
Siamo abituati bene: si lavora, in fotografia, con il RAW e il bianco è una “questione che si regola dopo”. In video non è così facile… quindi dedicate un po’ di tempo a questa regolazione, fare riprese corrette sin dall’inizio. Ovviamente non è necessario spiegare a dei fotografi professionisti come farlo… però dobbiamo rientrare nei “ranghi” e non lasciare tutto al “dopo”.
7) Cose da evitare in ripresa
Evitate qualsiasi zoomata non fondamentale. Sarebbe bello evitare in assoluto le zoomate, ma se proprio non ce la fate… cercate di cadere poco in tentazione. Evitate anche eccessive carrellate. Un conto è un movimento per “avvicinare” l’occhio dell’osservatore verso un dettaglio, ma non fatene troppe e troppo ravvicinate… e comunque fateli sempre lentamente.
Evitare panoramiche troppo veloci: fanno venire la nausea ma anche si incorre in un difetto chiamato “Rolling Shutter” che crea deformazioni/inclinazioni delle righe verticali quando si usano i sensori Cmos. Se muovete lentamente la camera, il problema si riduce moltissimo.
8) Audio, non tralasciate questo elemento.
Per fortuna, uno dei grandi problemi è stato risolto: si trattava dell’autogain che rendeva praticamente inutilizzabile un microfono esterno collegato alle Canon sulla presa Audio IN. Ora, con l’ultimo aggiornamento firmware (si scarica da qui, leggete bene le istruzioni), è possibile la regolazione manuale e quindi si evitano una serie di disturbi (in pratica, quando l’audio ambientale si abbassava, la funzione di autogain aumentava la sensibilità di cattura dell’audio per riuscire a “scovare” qualcosa da registrare, creando disturbo). Se potete, acquistate un microfono esterno – quello della macchina è fin troppo valido per quello che è, ma non è sufficiente per una registrazione di qualità – oppure un registratore audio, come per esempio lo Zoom di cui abbiamo spesso parlato, per esempio questo che è l’ultimo uscito (più piccolo ed economico). Se usate una fonte di registrazione esterna, però, dovete ricordarvi di fare un “ciak” (anche solo battere due o tre volte le mani in modo secco) per poter sincronizzare facilmente l’audio della macchina con quello esterno e quindi con le scene video. Questo è fondamentale in fase di montaggio!
9) La luce spesso è troppa…
Questo problema in fotografia non ce l’abbiamo quasi mai: se abbiamo troppa luce, basta chiudere il diaframma o usare un tempo più veloce… possiamo arrivare anche a 1/8000 di secondo! In video, invece, la situazione è più delicata: spesso abbiamo bisogno di diaframmi aperti per ottenere un certo tipo di resa dal punto di vista della profondità di campo, ma specialmente il tempo “standard” della ripresa video è compreso tra 1/25 e 1/125 di secondo… questo significa che in condizioni di tanta luce ne abbiamo troppa! Per questo, servono filtri ND (Neutral Density), che “tolgono” 1, 2, 4 stop e quindi ci permettono di lavorare in condizioni adeguate.
10) Gestione dei files foto e video
Le nuove versioni di Aperture e di Lightroom si sono adeguate all’innovazione, ovvero al fatto che in una scheda si possono trovare sia files foto (jpg, Raw…), sia video. E’ un primo passo, prima i files non venivano riconosciuti e quindi non importati. Purtroppo siamo ancora lontani dalla possibilità di “gestire” i files, quindi l’unica cosa che ci è consentita è importare i .mov e poterne vedere l’anteprima. Insomma, purtroppo non è possibile fare quello che sarebbe tanto bello… per esempio applicare delle correzioni colore, inserire vignettature, correggere i contrasti… speriamo in futuro!
10+1) Messa a fuoco: il problema principale!
Abbiamo lasciato al punto 10+1 (quindi “fuori lista”) quello che forse è il maggiore problema della ripresa video con le reflex. La loro bellezza (possibilità di avere un favoloso sfuocato di sfondo) si traduce nella sua maggiore complessità… ovvero mettere a fuoco quello che deve essere nitido. Il problema è quindi la profondità di campo, molto inferiore rispetto a una videocamera, e il fatto che non si può usare l’autofocus correttamente (non è solo un problema tecnico, è perché il fuoco deve seguire la scena e deve prevedere i movimenti di macchina e del soggetto: più facile prevederla e ottimizzarla manualmente). Bisogna usare un sistema di messa a fuoco chiamato “FollowFocus”, che permette di evitare di “toccare” la ghiera della messa a fuoco con le dita (e quindi creare vibrazioni inaccettabili), ma anche di prevedere il movimento di messa a fuoco (in pratica, si mettono delle tacche sulla ghiera bianca di teflon dei sistemi follow focus, una del punto iniziale e una per il punto finale di messa a fuoco). Per fissare il Follow Focus sulla macchina servono dei binari, chiamati Rig, che possono avere varie funzionalità (anche ospitare vari accessori, dal paraluce, al portafiltri, al monitor esterno…).
Insomma, abbiamo cercato di aiutarvi dandovi una visione generale delle problematiche principali sull’argomento. Non per spaventarvi, anzi… per evitarvi mal di stomaco e arrabbiature, e anche delusioni: il video con le reflex è una grande opportunità, se gestita bene, e alla portata dei fotografi, purché non cadano nell’errore di sottovalutarlo. Serve imparare seriamente, serve affrontarlo nel modo giusto. Questo SundayJumper è stato forse (e forse per fortuna, diranno in molti! ehehee) poco filosofico e molto pratico. Avete un quadro di problemi e di soluzioni. Ci sarebbe molto altro da dire, per questo vi segnaliamo un paio di cose:
1) ci sono dei libri, in lingua inglese, che trattano bene l’argomento. Li potete scoprire in questa news, che abbiamo pubblicato pochi giorni fa. Jumper sta comunque lavorando ad un libro, che sarà (crediamo) il primo pubblicato in Italia
2) JumperPremium, con il prossimo aggiornamento, tra pochissimi giorni, pubblicherà ulteriori video sugli approfondimenti d’uso delle reflex nel settore del video. Se cercate un supporto formativo, sapete dove trovarci ;-)
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