Ad Adobe Max Europe, che si è tenuto la scorsa settimana a Milano, abbiamo seguito alcuni incontri che abbiamo considerato molto interessanti, e il cui spirito cerchiamo di trasferire, con la giusta traduzione ed interpretazione, al pubblico di creativi che ci segue quotidianamente e settimanalmente su Jumper e sul Sunday Jumper. Parliamo di “creativi”, perché chi si considera “solo” fotografo forse non riuscirà ad interpretare come “utili” gli argomenti che trattiamo oggi. Al tempo stesso, ci auguriamo che tutti facciano uno sforzo per leggere fino in fondo, anche se all’inizio potrebbe sembrare una tematica molto al di fuori del proprio mondo, perché non è così! Fare i fotografi, oggi, significa confrontarsi con il mondo vastissimo della comunicazione, e in particolare della comunicazione digitale. Il professionista di questo mondo non può più essere colui che sa tutto dell’esposizione, della correzione delle ombre e delle luci in Photoshop, delle caratteristiche della messa a fuoco della propria reflex. E, andando ancora più a fondo, non può essere solo quello che vede nei pur eccezionali maestri della fotografia (magari storica) l’unico riferimento di aggiornamento culturale. La fotografia è parte integrante e spesso fondamentale della comunicazione digitale, e in questo deve condividere le evoluzioni della fruizione di tale comunicazione, che si traduce in nuovi (new) media, in nuovi linguaggi, in nuove strade di interazione e di condivisione delle informazioni. Di questo parliamo…
Ad Adobe Max abbiamo visto cose incredibili, e ci saranno occasioni di discussione, di confronto e di dialogo, ma la nostra concentrazione si è rivolta essenzialmente ad una serie di incontri tenuti da Bruce Bell, Senior Experience Designer di Adobe… uno di quelli che ha il compito di studiare i “future-thinking“, i pensieri futuri delle applicazioni e delle esperienze online, attraverso lo studio dell’evoluzione dell’interfaccia e cercando di comprendere in che modo le persone fruiscono e fruiranno degli strumenti e delle informazioni presenti in rete. Insomma, nemmeno potete immaginare quanto questo argomento sia importante, per noi che scriviamo, ma anche per tutti voi che leggete.
Per rendervi più digeribile la tematica, guardate un esempio che vi riguarda direttamente, è l’esempio di come si sia evoluta la barra degli strumenti di Photoshop… la vedete qui sotto… ma promettetemi che questa semplificazione non vi distoglierà dall’argomento che ancora non abbiamo iniziato a trattare, perché malgrado Photoshop sia il nostro-vostro pane quotidiano, ci sono risvolti ancora più importanti.
Come vedete, l’evoluzione è stata notevole, e guardando alle prime versioni, ci viene da ridere. Questa evoluzione è stata però più profonda di quello che sembra: non solo si sono aggiunte funzionalità, com’è ovvio, ma è cambiato il rapporto con il fruitore dell’applicativo, che è cresciuto insieme all’evoluzione dell’interfaccia. Alla fine, però, se si vive la tematica evolutiva come un miglioramento, una semplificazione, un potenziamento di un “volante di guida” di un’auto che, alla fine, ci serve per andare da un luogo A a un luogo B, a percorrere sempre la stessa strada, si perde quello che sta succedendo attorno a noi. Non è cambiato il “volante”, non è solo una questione di “sedili più comodi”, di comandi che ci permettono di accendere l’autoradio in modo più comodo… E’ cambiata l’auto, che ora non solo ci permette di andare non solo sulle strade rette, ma anche in quelle curve, sui dossi, in alta montagna, nel deserto… è molto di più! E’ che l’auto è diventata un treno, un aereo, una navicella spaziale… perché prevede di portarci in luoghi che prima nemmeno sognavamo di raggiungere (o anche che potessero esistere).
Photoshop lo usiamo ancora, da fotografi, per ritoccare le foto, per correggerle, al limite per esportarle in un altro formato. Nel frattempo, Photoshop è diventato uno strumento per lavorare nell’ambito del video (avete mai provato a fare effetti sul video? Con Photoshop, nella sua versione Extended, si può), del 3D (incredibile quello che si può fare: pensate all’elaborazione fotografica su un modello 3D!), della multimedialità, e ancora di più. Il fotografo cerca, nelle versioni nuove, nuovi tools che aiutano il suo mestiere di oggi, e non percepisce quasi mai (visionari e lettori di Jumper esclusi! eheheh) le cose che lo possono aiutare nell’evoluzione del mestiere di domani (o di oggi… valutate voi). In questa visione focalizzata su quello “che mi serve oggi”, si perde anche la visione generale che proprio analizzando la proposta e le evoluzioni future di Adobe si possono identificare. Ci conosciamo da tanto, con molti di voi, e sapete che non sono qui a mettermi a disposizione di una “promozione” di brand o di prodotto. Stiamo cercando di trasferirvi quello che, proprio ad Adobe Max, noi stessi abbiamo capito meglio: avere tra le mani non un “software”, ma un ambiente globale di sviluppo e di evoluzione delle soluzioni di comunicazione, ci deve far capire quello che sta succedendo. Vi faccio un esempio: una delle presentazioni di prodotti futuri in questo ambito è Adobe Catalyst, un ambiente di sviluppo Flash che permette a chi nulla (o poco) sa di programmazione, di realizzare siti o comunque elementi e interfacce interattive molto evolute partendo da un file di Photoshop a livelli. Pensate alle cose strabelle che vedete sui siti più evoluti (clicco sull’immagine, questa diventa trasparente, si sposta, fa entrare un’altra immagine che si ingrandisce a pieno schermo…. eccetera eccetera). Ho promesso di non approfondire troppo, ma il concetto è che Photoshop è ora il passaggio che porta all’interattività e a Flash, e questo significa che questi due mondi si avvicinano sempre di più. E dobbiamo capire se vogliamo essere dentro o fuori da questa evoluzione, che non riguarda solo “il web”, non stiamo dicendo che i fotografi debbano diventare degli sviluppatori di siti web basati su Flash, stiamo dicendo che questi passi portano ad usare (e a progettare) nuove forme di comunicazione, nuovi media, nuove riviste digitali, e il fotografo deve decidere se vuole essere protagonista o subire, ancora una volta, delle evoluzioni che non capisce e che non vuole capire.
Torniamo alle tematiche dell’interfaccia. Le presentazioni di Bell parlavano di tematiche che spiegavano, indirettamente, come sia cambiata l’interfaccia della Adobe Creative Suite CS4, e non è solo questione del singolo applicativo, ma dell’ecosistema globale, che consente di:
1) passare da un applicativo (o meglio, di un’applicazione, un utilizzo, una specificità) all’altro trovandosi comunque “sempre a casa”.
2) interagire, in fase di esportazione e importazione, creando la possibilità di continuare a creare con gli strumenti che conosciamo (Photoshop, Illustrator, InDesign… eccetera) e poi di entrare dalla porta principale negli altri ambiti (Flash, Video, Web) senza “perdere nulla”, addirittura consentendo di aggiornare le fonti di partenza con gli stessi applicativi con i quali li abbiamo generati e poi delegando agli automatismi gli aggiornamenti dei file usati negli altri ambienti. Vogliamo dire… se abbiamo creato un’immagine in Photoshop, la importiamo in Flash, poi se facciamo una modifica sul file di Photoshop possiamo aggiornare il lavoro di Flash, senza doverlo “ricostruire”.
3) Di modificare parte dell’interfaccia, per creare delle palette molto evolute e personalizzate. E’ il caso di Configurator, per ora sviluppato per Photoshop, ma che magari vedremo in futuro anche su altri applicativi (visto che sono stati sviluppati tutti allo stesso modo, con la stessa tecnologia, facile pensare che si tratti di una potenzialità che verrà allargata). Su Configurator, vi mostreremo presto… delle meraviglie che vi faranno capire che non si tratta di “un gadget” per “smanettoni”, ma un’interessante visione per il futuro.
4) Queste cose si capivano già prima di Adobe Max, e anche prima della CS4, come potenzilità. Quello che è apparso chiaro, grazie agli interventi che abbiamo seguito, è che Adobe sta aggiornando ed evolvendo l’interfaccia dei propri prodotti alla stessa velocità (anzi, forse ancora più veloce) dello sviluppo dei metodi di fruizione dei media digitali da parte degli utenti (noi tutti, ma anche coloro che fruiscono dei nostri prodotti e delle nostre “creazioni”). Imparando ad usare le nuove interfacce, non solo miglioriamo la nostra produttività e sviluppiamo nuove idee creative, ma specialmente le integriamo meglio ad un approccio più ampio degli utenti, sempre più connessi, sempre più “social networked”, sempre più legati ad un mondo che comunica con interazioni evolute.
Quello che vogliamo dire, è che oggi l’occasione è quella di prendere coscienza di quello che succede nel mondo, nel nostro mondo. Non c’è bisogno di “fotografie“, ma di fotografie “contestualizzate“, da vivere in un ambito di comunicazione digitale e di una cultura visiva spesso più evoluta di quella che chi produce immagini detiene e domina. Rischiamo di essere “vecchi” perché non ci guardiamo attorno, perché non percepiamo le mutazioni in atto, sottostimiamo le evoluzioni che sono già realtà, e quindi non capiremo mai quello che succederà… se non capiamo quello che “è già successo”. Il primo consiglio, quindi, lo avete di fronte a voi, magari proprio in questi giorni in cui state pensando di aggiornare il vostro Photoshop CS3 (o CS2, o CS o…. non ditemi anche più vecchio!!) a Photoshop CS4, visto che è disponibile ora anche in Italiano. Fate uno sforzo, e fate un aggiornamento più sostanzioso, ad una completa CS4, addirittura ad una Master Collection. Non è un consiglio commerciale, lo ribadiamo (Adobe non ci paga neanche un caffé per dirlo), è che bisogna usare, capire, comprendere, trovare nuove strade, e questo non si può fare guardando il mondo che cambia dallo spioncino della porta. Bisogna sporcarsi le mani, bisogna tuffarsi a capofitto, senza perdere gli obiettivi principali (se no ci si perde sul serio), ma con il desiderio di trovare spazi in futuro per un mestiere che è cambiato molto di più dei professionisti che ne fanno parte. Non basterà certo comprare un pacchetto, un software, un aggiornamento… ma è la strada più veloce per iniziare ad affrontare il futuro che abbiamo di fronte: con la testa, con il cuore, con le mani.
Non ci riuscirete da soli, non ci riuscirete rubacchiando le versioni in giro (vanno comprate, amici… come si comprano delle fotocamere nuove … perché se no non potrete davvero possederle, non saranno “vostre”… e quindi non dedicherete a loro il tempo necessario), servono corsi, serve parlare con gente diversa, serve seguire le “follie” che vi proporremo sempre di più su Jumper. Noi vi saremo vicini, perché siamo nella vostra stessa situazione: capiamo ancora poco, ma vogliamo capire, e siamo sulla strada giusta. Chi crede in noi, che ci segua… andiamo avanti con l’unica missione di aiutarvi a trovare la strada!
Luca Pianigiani