A volte, il vantaggio di avere un appuntamento settimanale in un giorno fisso ci permette di analizzare i fenomeni e gli eventi con maggiore freddezza e analizzando con maggiore saggezza. L’istinto è un dono meraviglioso, ma quasi sempre ci porta verso strade rischiose: si tende ad affrontare le evoluzioni, magari studiate (da persone che hanno dimostrato di essere in gamba) per anni, e che noi sintetizziamo e “bolliamo” in pochi minuti. Chi siamo noi? Spesso, coloro che scrivono, che si reputano “esperti”, sono in realtà una banda di saputelli che amano il meccanismo del “pollice”, da abbassare o alzare dopo pochi istanti. Ho letto pochi commenti e post (e ne ho letti tanti) che tendono a dire… non capisco, ma forse ci faranno capire. Tanto per capirci, stiamo parlando di iPad, il nuovo – e tanto atteso – “oggetto” di Apple. Tutti a dire, anche per sentirsi e dimostrarsi “davvero intelligenti ed esperti“, che non ha nulla di nuovo, che è solo un “iphone” con gli steroidi, che per di più non telefona, che non ha nulla di innovativo, che sarà un “flop”. Io stesso, durante la presentazione (che ha mandato in tilt metà dei siti mondiali, in Italia in assoluto, ma anche all’estero), ho pensato che tutto quello che è stato mostrato era già stato ipotizzato, mi ha disturbato un po’ la forma, più tendente al quadrato che non al formato HD. Ho aspettato fino alla fine il colpo di magia… e sono rimasto titubante. Premetto che da sei mesi mi dico – per convincermi – che non ne ho bisogno, che passo le giornate in giro con iPhone e computer e che quindi questo “ibrido” non mi serve. Ho avuto questa conferma, per qualche ora: non mi serve, e che forse serve a pochi. Ma non ho commentato, ho cercato di scavare, di capire. Perché non capivo? Cosa c’era che non mi convinceva? Dopo un’ora mi sono convinto… il fatto che non fosse chiaro, logico, immediato voleva dire che non avevo analizzato bene, e ho dato un “bonus” di fiducia: Steve, Apple, gli uomini di Cupertino non sono stupidi (anzi!), non hanno dedicato così tanti sforzi ad una “bufala”. E, alla luce di questa convinzione, mi sono addentrato più a fondo. E’ stato il video (ora sul canale ufficiale di Apple su YouTube… finalmente!), messo on line poco dopo il keynote, che ne mostrava l’uso che ha iniziato ad aprirmi la mente. Quella gestualità, sulle ginocchia, le mani che si muovevano con leggerezza, aprendo menù e applicazioni, e dove tutto si accentrava sul multitouch (la possibilità di gestire azioni con più dita sullo schermo… a volte le parole vengono prese con leggerezza e senza capire: tutti gli schermi possono essere “touch”, quindi usabili con un dito, ma solo la tecnologia Apple consente il “multitouch”, se non lo avete ancora provato non potete capire… usatelo con l’iPhone, ma anche con i portatili di ultima generazione o con il Magic Mouse, e da quel momento l’interazione con i computer sarà tutta un’altra cosa). Ho capito una serie di cose, nei giorni successivi, e vorrei condividerli con voi. Vado veloce, se no qui ci scriviamo un libro…
1) iPad apre un orizzonte importante (fondamentale) per l’uso dell’informatica nelle scuole. Premesso che in Italia siamo alla preistoria, possiamo considerare che i problemi nell’uso dei computer nelle scuole sono diversi, e spesso più banali di quelli che immaginiamo. Ok, manca il Wifi per tutti nelle scuole, ma potrebbe essere fatta una legge che imponga a tutte le scuole di avere una connessione obbligatoria. Ci vogliono soldi (ma si possono trovare, magari con l’aiuto e la sponsorizzazione tecnica privata… Telecom, invece che pagare Belem per un anno potresti investire in strutture nelle scuole e avere gratis dalle reti televisive spot che presentano il progetto… sarebbe facile, no?). I problemi nelle scuole sono, per esempio, che i banchi non hanno prese elettriche, e questo oggetto ha una autonomia di 10 ore…(i netbook, che sono poco potenti e abbastanza inutili, non riescono ad avere pari prestazioni di durata). Ci sono altri vantaggi convergenti: un decreto legge che indica nel 2012 una scadenza che impone a tutti gli editori del settore della scolastica di proporre anche versioni digitali dei libri di testo. Se questo decreto legge fosse ottimizzato, adeguando l’aliquota IVA anche alle pubblicazioni scolastiche digitali (al momento: libro 4%, lo stesso libro in versione digitale 20%!), il risparmio dei costi da parte delle famiglie potrebbe far ammortizzare più facilmente il costo di iPad, magari potrebbero esserci anche degli incentivi… Ovvio che non si può agevolare solo un produttore, le leggi vanno fatte a vantaggio non unilaterale, ma il senso è che Apple ha aperto una strada, in assenza di altre proposte… si potrebbe comunque iniziare ad usare quello che c’è, e spingere per esempio verso il formato ePub, ideale per la pubblicazione di libri e standard aperto e libero (quindi, chi non vorrà un iPad potrà leggere i documenti con qualsiasi computer o altro device).
2) Sistema di presentazione lavori e immagini. iPad, rispetto ad un iPhone (o altro smartphone o similare) presenta uno schermo “grande” e funzionalità gestuali molto evolute. Ma mi soffermo sulla dimensione dello schermo: il fatto che sia grande non solo apre l’opportunità di enfatizzare al massimo immagini, video e comunicazione visuale, ma ne rende naturale la condivisione. Uno schermo piccolo, un oggetto tascabile è qualcosa di “intimo“, solo “per i nostri occhi“. Un monitor da circa 10 pollici è naturalmente visibile e fruibile da più persone, e quindi ideale per delle presentazioni, con una naturalezza superiore anche a quella di un computer. Guardate nello stesso video segnalato cosa è possibile fare nella presentazione delle foto, e poi ditemi se non sarebbe splendido per mostrare il proprio portfolio ad un cliente? Fossi in voi, lo prenoterei anche solo per questo…
3) Il sistema operativo, simile ad iPhone, amplia ancora di più le possibilità e le metafore di navigazione tra i documenti. Quanti sono gli utenti che, poco esperti di computer, trovano poco logica, complessa, ostica la metafora delle cartelle, dei documenti, eccetera? Non penso solo agli anziani, ma anche alle categorie che per vari motivi non si sono avvicinati ai computer, finora. Il digital divide non è solo quello del terzo mondo, credo che ci sia almeno il 30% delle persone dei paese “più industrializzati” che non usa – o lo fa senza nessuna fluidità – un computer. Qualcuno ha polemizzato dicendo che iPad va bene solo per le massaie per seguire le ricette in cucina… fosse anche solo questo, sarebbe un successo.
4) Editoria: E’ stato definito la rivoluzione digitale per l’editoria. Per i libri lo sarà, senza dubbio: pensate che la “cosa più innovativa” che c’era prima del 27 gennaio era Kindle di Amazon, che ad un costo simile offre solo la lettura, a toni di grigio, dei libri. No video, no internet, no mail, no games… Per le riviste, quello che si è visto è qualcosa di povero (magari entusiasma qualcuno, ma noi che ci stiamo lavorando da anni sulle evoluzioni digitali delle riviste, sappiamo che sono proprio piccole cose, al momento): il tanto mostrato New York Times non è altro che la versione iPad di qualcosa che esiste già, ed è molto più evoluta: si tratta della versione in Adobe AIR del NYT, disponibile da questo link, che funziona su ogni tipo di computer e che prevede – per andare oltre alla home page, il pagamento di un abbonamento (ma da poco, anche l’app del Corriere su iPhone costa soldi… un ottimo motivo per disinstallarla!). Il vantaggio della versione AIR è che permette di salvare fino a 7 giorni di giornale e, specialmente, di poter funzionare anche offline: una volta che si sono scaricati i dati, magari dalla rete di casa e dell’ufficio, si può leggere anche senza connessione. Un bel vantaggio, no? Sta agli editori, ora, sviluppare nuovi prodotti, e ne siamo contenti… perché questo è il sogno che abbiamo da troppo tempo nel cassetto (Editori: volete farlo? Parliamone!). In questo Apple non ha fatto il passo che avevamo ipotizzato, ovvero di creare un flusso per la creazione delle riviste, da pubblicare poi su App Store (tra l’altro, è stato presentato il BookStore, ma non il MagazineStore…). Per creare prodotti originali, è necessario studiare un workflow adeguato, per trasformare progetti cartacei e statici in prodotti (se vogliamo, possiamo chiamarle APPS… ) multimediali fruibili con iPad (e magari non solo… da ricordarsi che anche se ci saranno probabilmente milioni di iPad in pochi mesi, ci sono, già oggi, miliardi di computer… Per questo, servono mosse serie e mature da parte di Adobe (per parlare di quella più avanzata) che ha già esortato gli sviluppatori a lavorare su iPad, passando dalla programmazione Flash (è possibile farlo con i tools che anticipano CS5). E poi lavorando investendo seriamente in progetti e in promozione in questo nuovo mondo che sarà presto “il mondo”, e non solo una nicchia. Gli editori vogliono progetti globali, che uniscono i vari media e le varie potenzialità di fruizione. E siamo convinti che questo farà aprire nuove fasce di self-publishing che potrebbero rivoluzionare il business, il mondo e la cultura delle riviste.
iPad è una rivoluzione come concetto, non solo come prodotto, di sicuro è un antenato di quello che sarà: se vediamo il primo iPod del 2001 rispetto a quelli attuali ci viene da ridere, ma all’epoca pur nei suoi limiti ha rivoluzionato il mondo della musica. Ad iPad manca il multitasking? La webcam per le videoconferenze? Forse vedremo accessori… Il fatto è che oggi (tra 60 giorni) è tra noi, e per di più ha un prezzo più basso del previsto (partirà da 499 dollari, per la versione 16 Gb e solo Wifi… ma speriamo che sia sufficiente, se verrà consentita la connessione 3G al cellulare via Bluetooth via tethering. altrimenti la soluzione potrebbe essere anche questa). Iniziare a conoscerlo, ad usarlo, a capirlo da subito ci offrirà la possibilità di comprenderne e sfruttarne le potenzialità prima degli altri… prima di quelli che non capiscono e si sollazzano nel pensare di essere così superiori ed intelligenti al punto da poter rimanere indietro, senza capire. Nell’era digitale, chi pensa di avere capito tutto invecchia rapidamente.