L’iPhone è un oggetto che gode di grande popolarità: tra le persone e sui media. Questi ultimi dimostrano, ancora una volta, la mancanza di voglia di approfondimento. Purtroppo, l’Italia vince alla grande in questo pressapochismo e in questa puzza sotto il naso che la maggior parte dei giornalisti ha nel proprio DNA (li vedo, nelle conferenze stampa, che si pavoneggiano e si riempiono lo stomaco di salatini, diventando grassi nel fisico e lenti nell’elaborazione mentale). L’ultima trovata è quella di sparlare della “scoperta” di un sistema che consentirebbe a Apple di “spiare” gli utenti iPhone. E così tutti hanno sparato allo scandalo, e tutti che vanno dietro urlando, lanciando anatemi, polemizzando solo per il gusto di polemizzare.
Nessuno si è creato il lecito dubbio, o in nessuno è nata la voglia di capire: più facile fare i gradassi, e creare zizzania nella speranza di vendere qualche copia in più dei propri giornaletti, ormai sempre più vuoti dei valori che dovevano essere quelli di base di un’editoria intelligente e utile. La verità, è che Apple non spia gli utenti, e questo è ben confermato da Jonathan A. Zdziarski, il programmatore che ha “scovato” l’applicazione incriminata. Sul suo sito, ha dato risposte molto chiare su quello che effettivamente avviene, in sintesi:
E’ falso che l’iPhone (e Apple) spia gli utenti riportando informazioni sull’uso di applicazioni “non legali”.
E’ falso che viene trasferita in qualche modo a Apple la propria posizione GPS
E’ falso che Apple può a distanza cancellare delle applicazioni presenti sull’iPhone
E’ falso che i nostri dati personali, presenti sull’iPhone (abbiamo letto cose del tipo…ecco, ora ci ruberanno i dati della carta di credito o il contenuto delle nostre mail!!) possano essere trasferiti o letti da Apple.
E’ vero, e solo questo è vero, che Apple potrebbe interrompere l’esecuzione di un’applicazione presente su un iPhone qualora si manifestasse una funzionalità dannosa allo stesso (spyware o altro).
Insomma, nel caso venisse attaccato da un virus, l’iPhone verrebbe “salvato” a distanza grazie al controllo di Apple, il che ci sembra più un vantaggio che non un attacco alla privacy. Quello che è criticabile, in realtà, è che questa funzionalità non sia stata resa pubblica prima della “scoperta”, ma si tratta di un peccato non così grave, a nostro giudizio. Tutto il resto, come spesso accade, è fuffa, aria fritta, inchiostro sulla carta (o bytes sul web, o parole e minuti in TV).
fabrizio says:
dimentichiamo che IPhone fa tutto quello che i concorrenti fanno gia da anni….. senza bisogno di fare i fighi…
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