Un anno e mezzo di lavoro. Sembra impossibile, ma appena chiuso JPM7 – l’ultimo numero, il settimo, della nostra rivista digitale (il primo era nato il 3 febbraio del 2011 su iPad, quell’iPad uscito pochi mesi prima, e che dal primo giorno abbiamo adottato per realizzare il progetto di fare – ci abbiamo provato, un po’ ci siamo riusciti – la più evoluta rivista italiana per questo nuovo “mezzo”), è passato un anno e mezzo.
Per noi di Jumper, la nostra rivista è il nostro laboratorio di ricerca: quello che impariamo, lo studiamo facendola; quello che insegniamo lo deriviamo da quello che abbiamo imparato. Da un anno e mezzo studiamo, senza interruzione, e l’unica cosa di cui siamo sicuri è che non finiremo mai di studiare, perché c’è troppo da imparare. Ma c’è un momento per tutto, e oggi è arrivato il momento del mostrare il frutto di questo studio. Cari amici, ecco a voi JPM8, è l’ottavo numero, ma al tempo stesso è un nuovo inizio.
Prima di tutto, JPM8 è diverso perché è aperto a tutti (e anche gratis): finora, la nostra rivista era disponibile solo su iPad, oggi non ci sono vincoli… computer, tablet, smartphone: non ci sono limiti, non ci sono barriere. Abbiamo fatto una rivoluzione, che sembra semplice, ma non lo è stata affatto: siamo passati dalla creazione di un’app, alla creazione di una rivista online, “scritta” totalmente in Html5, totalmente responsive, ma detta così sembra un “sito”… e non lo è: è una rivista, ma si naviga con un browser, si esplora usando gestures, prevede interazioni e non “semplici scrollate”. Ci sono ritmi da accettare che prevedono immersione, c’è un percorso, un viaggio, una copertina, un sommario, un editoriale; c’è un filo conduttore che unisce tutto. E, specialmente, c’è un argomento comune, che è un vero e proprio manifesto: quello della NUOVA FOTOGRAFIA.
La rivista, come detto, si può vivere su ogni device, ma visto che abbiamo da anni lavorato per spiegare che i media non sono solo “scatole”, ma che sono figli di una interpretazione e di una usabilità (diversi tra le mani, nella postura, nelle ore della giornata), non sono identici i risultati: su smartphone abbiamo ridotto al minimo le interazioni per consentire la lettura del testo, principalmente, perché gli utenti di uno smartphone preferiscono il dinamismo, magari sono in strada, o hanno pochi minuti a disposizione… diverso l’uso su computer e ancora parzialmente diverso su tablet, dove il tempo che si dedica – complice appunto l’approccio d’uso di questo mezzo – è superiore. Ci sono anche differenze tecniche: non tutto quello che si può fare con un mouse è identico a quello che si può fare con un dito su uno schermo touch, poi ci sono limiti tra sistemi operativi, tra dimensioni e risoluzioni, e quindi il consiglio è di vedere JPM su vari device, potrete vivere esperienze complementari, e anche capire/scoprire tanto di questi mondi. Seguite le istruzioni all’inizio, se navigate da smartphone o tablet, per salvare il link/icona sul vostro device, in modo da poterla richiamare come se fosse un’app (ma senza occupare spazio prezioso della vostra memoria, sempre piena!)
La rivista parla e interpreta appunto la “NUOVA FOTOGRAFIA”; quella nella quale crediamo, dove fotografie e video si fondono, dove vedere e interagire sono elementi che si propongono in un’altra ottica, dove il valore della comunicazione visiva prende nuova forma. Tutto quello che mostriamo è stato prodotto ad hoc, insieme a tantissimi professionisti e con la collaborazione di aziende che ci hanno dato le loro attrezzature più innovative e moderne accettando di far parlare “i risultati”. Abbiamo anche in questo caso, fatto una rivoluzione: parlare di fotocamere, mostrando essenzialmente i risultati, lasciando alle “macchine” poco spazio descrittivo per amplificare invece la loro potenzialità. Perché la fotografia nuova non è fatta di parole, ma di immagini, e si decide oggi di scegliere un’attrezzatura rispetto all’altra non leggendo le caratteristiche tecniche, ma valutando la loro potenzialità e quello che sono in grado di fare.
Abbiamo trasformato fotografie in animazioni, video in interazioni, filmati in sequenze. Abbiamo unito tante videocamere per ottenere scene VR, abbiamo lavorato con il movimento della luce. E abbiamo raccontato storie, emozioni: con l’immagine.
Ma non ci siamo fermati al monitor, nemmeno a “tutti i monitor del mondo”… che già sarebbe stata una rivoluzione vera. Abbiamo deciso di fare anche una rivista stampata, cartacea, realizzata con la maggior cura del mondo. Ogni copia è stampata singolarmente, a fogli singoli, con 5 tipi di carte diverse (comprese quelle trasparenti). In grande formato (24×34 cm), qualità fine art per mostrare cosa succede a questa fotografia che pur sempre più destinata ai monitor, può e deve ancora (e per sempre) finire sulla stampa, ma solo se è eccezionale. La carta è un bene prezioso e questo lo abbiamo voluto omaggiare creando un prodotto che mostra anche come le nostre “teorie”, per esempio che da un singolo frame video 4K sia possibile ottenere risultati stampati ineccepibili, oppure per ritrovare tecniche come le immagini 3D (con la rivista, riceverete anche gli occhialini gratis!) . Per comprovarlo, dovevamo stampare, per verificare dovete (potete) scoprirlo anche voi, ordinando la vostra copia stampata, disponibile sia in versione rilegata a mano (un vero e proprio libro fotografico) oppure nella versione “in scatola”, dove la rivista è raccolta in una scatola, i fogli sono sciolti e uniti da una fascetta. Meno “rivista” e più “portfolio.
Questa versione stampata è realizzata grazie alla collaborazione con Labocolor, storico laboratorio fotografico che ha sposato la nostra idea di un prodotto speciale, stampato con maestria, che si trasforma in una proposta che potrete seguire ed evolvere per vostri progetti e presentazione. La stampa è digitale, su carte preziose, il risultato è entusiasmante. E, per chi vorrà vedere tra le righe e nelle sfumature, si tratta anche di un nuovo modo di pensare all’editoria indipendente, non solo digitale ma anche stampata: non più investimenti (di produzione, di stoccaggio), ma una produzione che avviene solo quando richiesta ed acquistata. Non è una novità, ma lo è se pensiamo ai libri e alle riviste “fine art”, e specialmente è nuova se si pensa alla totale libertà: non ci sono vincoli, si possono produrre copie del formato, del numero di pagine, del tipo di rilegatura, dei tipi di carte (ce ne sono centinaia, potenzialmente).
JPM8 è una rivista… ma è molto di più: è una piattaforma, che offre mille modi per essere fruita, lotta contro la banalità di un “consumo sbadato dell’informazione e dell’immagine”, si posiziona per inventare, di nuovo, le riviste, in un mondo in cui tutto sembra non prestare attenzione ai dettagli e ai contenuti. Chi vive (e vuole vivere) in questo mondo combattendo la schiavitù dei likes, dell’inseguire le regole dei motori di ricerca (che non portano ad altro che non alla risposta più “banale” e “ricercata”, non alla qualità), che pensa come trovare un’alternativa ai giochi dei banner e dei “numeri” da rivendere sotto forma di pubblicità (in un’era in cui tutti usano soluzioni come Ad-Block per eliminare proprio i banner, facendo crollare totalmente un meccanismo economico che deve crollare perché non punta sulla qualità e sulla fidelizzazione).
Jpm8 è uscito, ma si completerà nelle settimane successive. Ci sono già eccezionali articoli ed esperienze da vivere, partendo da una copertina interattiva, e contenuti tutti da vivere e con i quali interagire. Ma è un percorso fatto di tanti tasselli, anche questa è strategia, per allungare questa esperienza e farla propagare. Andate a leggere, condividete gli articoli che amate di più, usando i pulsanti del menù dedicati allo sharing, comprate la rivista cartacea per capire con i vostri occhi cosa significa la qualità che – da domani – potrete vendere ai vostri clienti (foto, video, stampa… in un’unica produzione). Acquistare la versione cartacea non è questione di amore per la carta… ma di studio ed analisi delle potenzialità dei nuovi workflow di lavoro. Un piccolo investimento che vi aprirà gli occhi.
In questo viaggio dobbiamo ringraziare molte persone, è il primo numero di Jpm che è nato da un team grande (anche se piccolo, se pensiamo alle produzioni mainstream). Insieme al team storico di Jumper, si sono aggiunti ragazzi giovanissimi che hanno contribuito con (tante) notti insonni alla creazione di qualcosa che è più grande di loro, di noi, e anche dell’editoria. Ma che è un ponte per andare oltre. Immergetevi, il tuffo parte da qui, e se trovate anche cose strane, invece che pensare che “sono sbagliate”, ci invitiamo a cercare di capire “perché sono state fatte così”… perché forse non sono “sbagliate”; ma solo diverse, perché ci portano in un mondo ancora inesplorato…
Se vuoi comprare la versione cartacea di JPM8 (fallo, perché sarà un modo per capire “davvero” cosa significa qualità di stampa partendo da dei frames 4k e per ispirare il tuo business del futuro), usa questo bottone di Paypal qui sotto.