Nella nostra continua, appassionata, a volte scanzonata missione di rendere “digitali” i nostri amici lettori, spesso fotografi che sono “nati” in epoca analogica, proseguiamo con la segnalazione di “Ingredienti” utili per questa conversione che non è certo di tipo “tecnologico”, ma culturale. Al giorno d’oggi, stare a discutere su fotografia analogica e digitale è così priva di senso che non solo non mi stimola, ma addirittura mi annoia e a volte mi provoca nausea. Ho letto oggi una frase che ben definisce questo, su questo (consigliassimo) sito, per coloro che hanno poca affinità con l’inglese, questa è la traduzione:
Non abbiamo ancora cominciato a valutare cosa la fotografia digitale potrebbe fare quando smetteremo di trattarla come una versione leggermente migliorata della fotografia analogica. La fotografia digitale è fondamentalmente ancora incompresa. La nostra opinione sulla fotografia digitale corrisponde alla nostra opinione sulla fotografia analogica, anche se, in realtà, le proprietà intrinseche delle due sono spesso molto diverse.
Diverso invece l’argomento della conversione digitale della nostra vita: facciamo ancora moltissime cose in modalità analogica, e questo non ci provoca – come qualcuno pensa – meravigliose sensazioni tattili ed “umane”, ma solo disagio e mancanza di efficienza.
Nulla impedisce di essere perfettamente a nostro agio usando carta, matite, penne… ma il piacere (sempre che ce ne sia uno, probabilmente in alcune persone è così ed è lecito) si scontra con un mancato sfruttamento delle potenzialità che il digitale ci offre. Una ricerca, pubblicata oggi sul Corriere della Sera (che io leggo ovviamente in versione digitale su iPad, ormai da due anni e mai più mi verrebbe in mente di acquistarlo in versione cartacea) parla di una ricerca effettuata in Inghilterra, e che segnala che le persone intervistate (circa 2000) hanno evidenziato che sempre meno si usano le penne per scrivere, se non per fare qualche scarabocchio o piccole note e appunti, e in media questo “evento” capita non più di una volta ogni sei settimane. Ovviamente l’articolo è un insieme di pensieri negativi, del tipo “dove andremo a finire”, “che triste”, “il mondo ormai è distrutto”…
Io sono molto contento che uso sempre meno le penne, di solito mi capita ormai solo in Posta e in Banca, per il resto uso anche una “Penna”, ma si tratta di una penna che serve per scrivere su iPad e che utilizzo in vario modo, in particolare con l’app Penultimate, ideale blocco di appunti, che mi permette di evitare foglietti di carta che si accartocciano nella tasca, che si rovinano e che – specialmente – si perdono facilmente, non possono essere condivisi con altri, non permettono di comunicare se non con se stessi.
Questa soluzione, però, ha ancora un attaccamento alla visione “analogica”, perché pur trasformando l’esperienza della scrittura su un bloc notes usando penna e “fogli”, ha il limite che rende difficile la ricerca: per un computer (un tablet, uno smartphone), quel “foglio” vergato a mano, non è altro che una fotografia di quel foglio: è possibile archiviarne la sua forma, ma il suo contenuto è un segno grafico, non un testo, non riconoscibile da un database. In pratica, se cerchiamo il numero di telefono di quell’amico, preso al volo scrivendolo in questo modo, non è possibile ritrovarlo facilmente a distanza di mesi, se non “sfogliando” i bloc notes, che nel frattempo saranno diventati pieni zeppi di note e commenti. La scritta “a mano” difficilmente può essere tradotta in “dato” (ci sono i software di riconoscimento testo… ma siamo nel mondo vero, non nella fantascienza…) e i dati sono più utili delle scritte a mano. A questo punto ci sono due soluzioni:
A) Archiviare quel “foglietto” inviandolo a qualche sistema di archiviazione, indicando con dei “tag” (come nella fotografia) che possano aiutare a ritrovare il contenuto. Se mettete un tag che ha il nome del vostro amico, e un altro tag “Telefono”, sarà facilissimo ritrovarlo. Cosa vi serve? Un “database” nato per questo scopo, ovvero: per ricordare note, links… tutto quello che vi interessa trattenere nella vostra memoria. Non è certo un caso, che proprio Penultimate è stata acquisita da una società chiamata “Evernote”, di cui appunto vogliamo parlarvi: probabilmente la migliore soluzione al mondo per poter archiviare (e ritrovare) tutti i pezzetti della vostra vita.
B) Invece che “scrivere” con una penna su un supporto digitale, scrivete (con la tastiera, sia questa fisica o virtuale, come quella di un tablet o di uno smartphone), e a quel punto la vostra nota viene non solo memorizzata grazie ai Tag (che pur potete inserire, ed è una pratica comoda e giusta) ma lo stesso Evernote ne consentirà una ricerca “full text” che vi permetterà di trovare in un istante ogni informazione di vostro interesse. E, se non bastasse, qualora l’acquisizione della nota fosse la scansione di un testo, Evernote si occuperebbe anche del riconoscimento dei caratteri, trasformando la “foto” di un testo in un testo editabile (e quindi ricercabile).
Bene, abbiamo identificato il concetto e l’utilizzo di Evernote, pur partendo dal lato sbagliato, ovvero da un testo scritto a mano, ma per fare una sintesi delle infinite potenzialità di questo sistema, segnaliamo:
1) Arrivate sul web ad una pagina con un contenuto interessante, volete archiviarlo (per studio, ricerca, interesse, per utilizzi futuri, per poterlo leggere in un secondo momento): basta inviarlo ad Evernote, inserendo se volete appunto dei tag per poterlo archiviare in modo più comodo (lavoro, divertimento, vacanze, arte…. quello che volete, e ovviamente potete mettere più tag, quindi potete archiviare un link come: “vacanze”, “montagna”, “Trentino”, “Bed and Breakfast”, “Basso costo”… eccetera)
2) Volete archiviare un’immagine, una foto, un elemento grafico: lo pubblicate su Evernote, con i tag, e sarà archiviato per sempre
3) Volete condividere una nota o un elemento presente su Evernote, lo selezionate e dite: Condividi… e mandate quel link a chi volete. Per esempio, lo stesso link dell’hotel in Trentino, dopo un anno lo volete segnalare ad una coppia di amici, andate su Evernote, fate una ricerca, in un secondo trovate quel riferimento, e lo condividete aggiungendo un commento: “Hey, che ne dite di andare il prossimo fine settimana QUI”? Facile, no?
4) Recuperare un’informazione presente sul computer, ma siamo in giro con il solo cellulare: Facile, ormai i principali cellulari (iOS, Android, BlackBerry) dispongono di un’app di Evernote, basta aprirla per poter fare le ricerche sulle nostre note.
5) Scoprite una musica che vi piace tanto: la potete catturare con un software che riconosce la musica (tipo “Shazam”) e poi inviarla su Evernote.
6) Volete inviare una mail salvandola contemporaneamente su Evernote: potete farlo, semplicemente inviandola ad un indirizzo di email vostro, collegato al vostro account di Evernote.
7) E’ possibile creare dei “taccuini” uno per ogni argomento, e se volete potete condividere un intero taccuino con qualcuno: pensate ad un progetto che condividete con un collega, un cliente o un collaboratore: basta condividere un taccuino e tutto quello che inserite verrà reso disponibile anche alla/e persona/e che avete selezionato per questa “condivisione”.
Non è utile? In realtà Evernote è uno strumento meraviglioso che cresce in funzione dell’utilizzo, perché imparerete giorno dopo giorno ad usarlo sempre di più e a scoprirne sempre più i suoi vantaggi e le sue opportunità. Ma quanto costa; Evernote? Già, la solita domanda stile “taccagno” ;-) Nulla, Evernote è gratis per il vostro computer, per il vostro iPhone, il vostro iPad, il vostro Blackberry, il vostro device Android, Windows7 e altri… C’è un’opzione a pagamento (Premium) che aggiunge delle funzionalità notevoli (possibilità di leggere le note offline, maggiore spazio, possibilità di ricerca full text anche dai PDF), che ha un “mostruoso” costo di 5 euro al mese. Ma potete iniziare gratis ad usarlo, e poi – come sarà – ne scoprirete tutti i vantaggi, allora ipotizzerete questo “grande” investimento.
Partite subito, iniziate a buttare via tutti i post it dalla vostra scrivania (di solito, le cose più “segrete”, come le vostre password, sono in evidenza sulla vostra scrivania… ci avete mai pensato?), i vostri documenti … tutto quello che vi viene in mente. Un passo che vi avvicina al mondo digitale, così necessaria come evoluzione per superare un momento di crisi causato in gran parte dalla mancanza di preparazione verso un mondo nuovo, così difficile da capire ai più. Iniziamo ad usare “una memoria da elefanti”, senza troppa fatica, siamo bombardati ogni giorno da centinaia di informazioni importanti, che non riusciamo più a tenere a mente… abbiamo bisogno di un aiuto!