Jumper

Not in my name…

 

I fotografi sono diventati un nuovo target per le aziende?
Prima di codificarci con un codice a barre… forse sarebbe necessario conoscerci un po’ meglio…

Siamo preoccupati: sono qualche settimana che leggiamo di presentazioni di prodotti “fatti per i fotografi”: sembra che siamo entrati nell’occhio del ciclone, e la domanda che ci poniamo è: ma siamo sicuri che questi signori che provengono da mondi molto lontani, ci conoscano così bene, al punto di arrogarsi il diritto di dirci… quello che è fatto per noi?

Ne abbiamo parlato nelle news: sia Sony che Lenovo hanno presentato dei laptop (portatili insomma, a me la parola “laptop” ha sempre fatto ridere, sembrano dei lecca lecca, oppure delle ballerine di lapdance…) che si dichiarano come “nati per i fotografi“. Ma siamo sicuri che siamo stati noi a chiederli? Si, perché se questa è la dichiarazione, significa che questi signori si aspettano anche che noi li compreremo.

Perché questi apparecchi sarebbero così ideali per il nostro lavoro? Perché hanno degli schermi molto grandi, da 17 a 18,4 pollici. Non so voi, ma io ho abbandonato il 17″ comprato il primo giorno che è uscito un Powerbook con questo formato (ed è stato forse il primo ad averlo adottato) e ora non tornerei mai indietro. E poi hanno dischi capienti, anche da 1TB, lettori incorporati di schede CF, uscite HDMI, lettori di dischi Blue-ray. E poi addirittura monitor per visualizzare del colore basati su tecnologie super evolute.

Belli? Li abbiamo chiesti noi? Ma ne sono proprio così sicuri? Facciamo una piccola valutazione tra di noi, e vediamo se è poi così vera… vediamo se condividete la nostra visione:

1) I fotografi che vanno in giro con un portatile, di solito si portano dietro una decina di Kg di attrezzatura fotografica, siamo sicuri che hanno voglia di portarsi dietro tre o più Kg di portatile?

2) Cosa ce ne facciamo di monitor super fighissimi in esterni? Anche perché non ce li regalano mica… quindi se siamo in interni possiamo anche usare un monitor super, anche da 24 pollici, super calibrato con sonde e software… ma per ottimizzare la visione dobbiamo essere in una condizione ideale, senza troppa luce ambiente (anzi, penombra), pareti di colore neutro, e così via. Se siamo al bordo di un campo di calcio, nello showroom di uno stilista di moda, sul set vicini alle luci del set… quello che serve non è il migliore schermo, serve vedere se la foto è a posto, la messa a fuoco adeguata, ci serve vedere l’istogramma per controllare la resa, ci servono gli indicatori di sovra e sotto esposizione, non di una tecnologia che promette riproduzioni di spazio colore perfetti, che ci serve invece in fase di post produzione

3) Avere hard disk troppo capienti è un grande rischio, sui portatili, per persone che vivono una vita “spericolata” come i fotografi: un portatile (non osiamo dirlo… ma succede) può cadere, e se il suo contenuto dell’hard disk non è solo quello che abbiamo per comodità “anche” trasferito dalle schede dell’ultimo servizio (e i files sono ancora salvati sulle stesse schede per sicurezza), allora rischiamo di mandare al diavolo giorni (mesi… anni) di lavoro. No, gli hard disk non serve che siano grandissimi: se no la pigrizia vince e lo usiamo come sistema di archiviazione semi definitiva

4) Che cavolo ce ne facciamo del blue-ray? La nostra impressione è che morirà prima che possa guadagnare un utilizzo universale: il futuro del video ad alta definizione è senza supporto, trasmesso da reti veloci, non da dischi che rendono completamente analogica la sua fruizione (cose da spedire, cose da archiviare, cose che si impolverano…)

5) Bella la connessione HDMI: ormai universale per le fotocamere di fascia alta, ma non ci serve per le foto, ma al limite per applicazioni più o meno multimediali.

6) Ma, specialmente, sono sicuri che i fotografi siano così pieni di soldi da poter investire 3 o più mila euro per un “lap-lap-top”? Sempre più – noi che il contatto con i fotografi ce l’abbiamo quotidiano – la preoccupazione per gli investimenti è all’ordine del giorno, si chiede prima “quanto costa” e spesso non si prosegue nel chiedere null’altro. 

Cari signori, parlo a voi che, dai vostri uffici marketing con l’aria condizionata, cercate nuove idee per giustificare il vostro stipendio: uscite e parlate con coloro che volete mettere nella voce “target” delle vostre relazioni, dei vostri report, dei vostri progetti. A nome della categoria, vi regaliamo la chiave per un portatile di successo, tra i fotografi:

1) piccolo, molto piccolo, leggero, sottile

2) un buon processore, veloce abbastanza per non dover attendere troppi secondi per aprire un file

3) una dotazione di software molto completa di tante piccole features e plug ins, che i fotografi spesso non conoscono e non usano

4) un sistema di trasmissione incorporato per inserire una sim per trasferire le immagini alla maggiore velocità consentita specialmente in upload, perché i fotografi “caricano” le foto più che le “scaricano”. E specialmente che sia un sistema già configurato: ci metti la sim e non devi fare altro: i fotografi non amano la complicazione delle procedure informatiche.

5) un costo contenuto, perché i soldi non ci sono, e se anche ci fossero verrebbero usati per altro. 

Luca Pianigiani