In questi giorni c’è fermento nel mondo dell’industria fotografica. Siamo vicini alla Photokina, e si cerca di creare entusiasmo – vero o fittizio – su nuovi prodotti, nuove tecnologie e nuove funzionalità. Di sicuro alcune “bombe” sono state lanciate da Kodak e Dalsa, che sono poi i due principali (e storici) costruttori di sensori che hanno rispettivamente annunciato nuovi sensori da 50 e 60 milioni di pixel, già sposati ufficialmente da Hasselblad con la sua H3DII-50 (il primo) e da PhaseOne con il dorso P65+ (il secondo). Sono novità che otterranno il loro impatto, anche perché non si tratta solo di un aumento di pixel (che comunque porta i files ad una dimensione impressionante di 150 / 180 Mb), ma di prestazioni generali: maggiore gamma dinamica, maggiore velocità di scatti (PhaseOne e Hasselblad dichiarano 1 scatto al secondo) e migliorie nell’ambito della ripresa ad alta sensibilità, uno dei punti deboli – ma forse anche uno dei meno richiesti dagli utenti di questi apparecchi – dei dorsi di “vecchia generazione”. Inizia quindi oggi la battaglia per questo nuovo step qualitativo: promozioni per convincere a comprare oggi i modelli attualmente disponibili, e poi avere con una piccola differenza, l’aggiornamento al nuovo sensore, e – da parte degli altri produttori, un inseguimento, tecnologico o commerciale, e sarà una battaglia che seguiremo da vicino. Da subito, però, vale la pena fare qualche considerazione, che vuole essere propositiva e non critica, stimolante e non banale: chissà se ci riusciamo.
Abbiamo letto una stima, che siamo portati a condividere e controfirmare pur non avendo conferme ufficiali: sul mercato mondiale, il numero dei dorsi medioformato venduti all’anno sono circa 6000. Ricordo che una decina di anni fa (anche 12…), visitando la fabbrica di Göteborg di Hasselblad (quella storica, con tanto di tendine di pizzo del salotto della moglie di Mr. Victor) mi dissero che la produzione era di circa 40 mila fotocamere all’anno, ma poco importa questo rapporto passato/presente. Più interessante è sapere che la produzione di 6000 pezzi è pari a quella delle reflex digitali di Canon… di un giorno, un numero che immaginiamo possa essere tranquillamente raddoppiato unendo la produzione di Nikon
Certo, direte voi: non si producono certo 6000 EOS-1Ds MarkIII al giorno, e nemmeno 6000 Nikon D3 al giorno o di Nikon D700, tanto per citare la nuovissima reflex professionale di questa Casa: sono cifre che si fanno con le fotocamere consumer, ma pur sempre reflex e pur sempre di livello elevato, non certo con le compatte. Non accusateci di qualunquismo: non stiamo dicendo che tutti devono orientarsi verso i modelli di grande successo commerciale, e nemmeno vi stiamo dicendo di non orientare la vostra scelta verso questi apparecchi che sono, ne siamo sicuri, di grandissima qualità, che ci possono far quasi venire le lacrimone agli occhi per l’entusiasmo. Vogliamo dire che, quantomeno, è sensato preoccuparsi di come è cambiato il mondo in questi dieci anni, e trarne le dovute conseguenze.
A questo proposito, mentre stavamo raccogliendo informazioni e stimoli per questo Sunday Jumper, siamo capitati su un articolo interessante, legato al mondo del fotogiornalismo: si dice, giustamente, che in questo momento la fotografia di fotogiornalismo è in fase di transizione, e che il fotoreportage richiede sempre più un’integrazione con il video, linguaggio più efficace sui nuovi media (blog, portali, Web TV, eccetera), pur senza abbandonare la fotografia di qualità, sia dal punto di vista espressivo che, banalmente, di numero di pixel. La proposta era quindi di valutare l’uso di un camcorder HD di livello professionale o broadcast (come le nuove Canon XL H1A e XL H1S HDV, oppure la Sony Sony XDCAM PMW-EX1) che consentono di effettuare riprese eccezionali per il video, e di congelare immagini da 2 milioni di pixel che… siamo d’accordo che sono un po’ pochi, ma spesso sono più che sufficienti per molte applicazioni, anche stampate, senza considerare (ma consideriamolo, invece) che si sta parlando di 24 fotogrammi al secondo: ogni frame può quindi essere selezionato ottimizzato e diventare una foto di qualità: nessuna fotocamera professionale raggiunge questa velocità di scatto. Non è certo una soluzione per tutti, ma volevamo essere di stimolo, non dare risposte assolute.
Proviamo a continuare… su questa strada. Se 2 milioni di pixel possono apparire pochi, ma specialmente se la vostra cultura dell’immagine vi porta a volere il massimo, sarebbe il caso di parlare di RED, se non ne avere mai sentito parlare è grave, ma non preoccupatevi…. ve ne parliamo noi (che stiamo seguendo, pur a distanza, l’evoluzione di questo progetto da un paio di anni). RED è la strada più concreta per superare la barriera, ancora evidente, del digitale nel mondo del cinema (inclusi spot pubblicitari, corti, eccetera). Come ben sapete, in questi ambiti si usa ancora la pellicola, a nostro giudizio per abitudine e un po’ di spocchiosità più che per una reale esigenza qualitativa, specialmente se consideriamo che tutto comunque poi passa da una scansione e da una elaborazione digitale, per tornare spesso su un filmrecorder che produce il risultato, ancora su pellicola, ad una risoluzione di 2K al massimo. Se, come abbiamo detto, il video e la fotografia in certi campi si sta unendo in modo sinergico, allora perché non dare un’occhiata a questo tipo di produzione, che propone – ad un costo alla fine ragionevole considerando la qualità che offre – una strada alternativa che unisce i mondi del video, del cinema e l’alta risoluzione (4K, o 4 Megapixel a frame): potrebbe essere un percorso interessante? Stimolante? Originale? Date un’occhiata a questa pagina di download di lavoro realizzati con RED, tanto per avere una percezione di quella che può essere la qualità offerta; se volete qualche segnalazione specifica, date un’occhiata a questo video in ambito pubblicitario, oppure questo frame (4096 pixel di base) di un film girato da Peter Jackson: non è impressionante, considerando che è, appunto, “solo” un frame di un film (e RED ci tiene a dire che è stato girato con una versione ancora non definitiva della sua macchina). Scaricate questa immagine, e poi apritela in Photoshop per osservarla meglio, e non soffermatevi solo alla qualità della risoluzione, guardate il colore, le sfumature… Non è certo paragonabile ad un dorso da 50 milioni di pixel e neanche ad una fotocamera reflex professionale da 10, 16, 22 milioni di pixel… però…..
In definitiva, il senso che vogliamo trasmettere è: oggi ha senso, come ieri (e come domani) investire in innovazione, in qualità, in nuove proposte. A volte, però, si guarda solo da una parte, quella che conosciamo meglio, mentre è più faticoso guardare oltre. Ma le cose lontane potrebbero essere più vicine di quello che si immagina.
Vi salutiamo segnalandovi – forse non ve ne siete accorti – che la pubblicazione di questo Sunday Jumper è diversa rispetto alle precedenti, non più una pagina html “normale”, ma all’interno di una piattaforma di content management, sulla quale tutto Jumper sta migrando e che consentirà una ricerca e una navigabilità dei contenuti più efficace, un’integrazione tra le varie sezioni più completa e una maturazione del sito, in generale. Attualmente molti link non sono attivi, o non completi, ma presto sarà tutto on line…Non sembra, ma stiamo lavorando al futuro: al nostro, ma anche al vostro!
Buona domenica
Luca Pianigiani