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Nuovi media e nuovi mezzi per i fotografi professionisti: dalla risoluzione alle soluzioni

Analizzare i nuovi media, ma anche i nuovi mezzi, è un’attività fondamentale per noi, che – come sito – ci rivolgiamo ai fotografi professionisti. Destinazioni e strumenti mutano con l’evoluzione tecnologica e specialmente in funzione dell’evoluzione culturale con la quale ci dobbiamo confrontare. Un po’ ci scoccia tornare su argomenti già discussi, ma non è per mancanza di argomenti… è che ci sono evoluzioni, ci sono novità e specialmente c’è un “periodo vissuto” che ci aiuta a fare valutazioni più profonde. Da condividere con voi.

Parliamo dell’universo “tablet”  e “smartphones”, che hanno nella loro più popolare rappresentazione i prodotti Apple, rispettivamente iPad e iPhone. La novità è legata alla presentazione di lunedi: iPhone4 è arrivato, e tra qualche giorno verrà commercializzato negli Usa e in altri Paesi, ma l’Italia dovrà aspettare luglio. Tra pochi giorni, però, sarà rilasciato per tutti iOS4, il nuovo sistema operativo, che farà fare un passo in avanti agli iPhone già in mano a tutti (a partire dal modello 3G, che sarà in parte penalizzato dalla mancanza di multitasking, troppo impegnativo per la richiesta di potenza, ma le altre funzionalità saranno tutte disponibili). Torniamo però ad iPhone4: delle sue innovazioni, la più interessante secondo noi – parlando di media e mezzi per chi produce (e prima ancora progetta) comunicazione – è lo schermo chiamato “Retina Display“, che Steve Jobs ha presentato così:

Lo sbalorditivo schermo Retina da 3,5 pollici ha 960 x 640 pixel—quattro volte i pixel di iPhone 3GS e il 78 per cento dei pixel di un iPad. I risultanti 326 pixel per pollice (ppi) sono così densi che l’occhio umano non è in grado di distinguerli singolarmente quando il telefono è tenuto ad una distanza normale, rendendo il testo, le immagini e i video più limpidi, vividi e più realistici, come mai prima su uno schermo elettronico.”

Al di là delle parole di marketing (non siamo qui a fare marketing e, ahinoi, nessuno nemmeno ci paga per parlarne…) la novità è sostanzialmente quello di una risoluzione finora inimmaginabile. Visto che lo so (si, lo so… sono quasi vent’anni che lo so) che i fotografi non amano molto i calcoli legati alla risoluzione, ma è importante comprendere a fondo di che tipo di innovazione stiamo parlando, abbiamo fatto un po’ di schemi e cerchiamo di chiarire la tematica nella pratica. Guardate lo schema qui sotto:

Quello che abbiamo fatto è mostrare un confronto (che non abbiamo visto da nessuna parte ancora…e invece secondo noi aiuta a capire qualcosa di più profondo rispetto ai numeri puri) tra quante informazioni ci sono in più sul modello 4 rispetto al 3. Questo schema non corrisponde alla realtà “fisica”, perché gli schermi sono grandi uguali (3,5 pollici di diagonale) e quindi quello che succede è che – per starci così tante informazioni in più, praticamente 4 volte – quello che succede è che è stata raddoppiata la risoluzione: da 163 a 326 ppi (pixel per pollice). Voi direte… e chissenefrega? Io ci ho dedicato diversi minuti alla domenica sera per fare i conti, e qusto significa – in valori “fisici”, che 1 pixel dello schermo del nuovo iPhone4 è grande circa 0,07 mm, quello dell’iPhone3 0,15 mm. Vi è venuto il mal di testa? No, dai: non volevo fare un trattato scientifico come quello che è stato fatto qui (che per di più è fatto in pollici, quindi meno chiaro a noi “metrici”, e devo dire che abbiamo seguito la nostra mente e il nostro approccio, e non quello degli scienziati del sito in questione). Il senso che volevamo trasmettere è che l’occhio umano (che non è misurabile in modo assoluto, ogni occhio vede in modo diverso) è in grado di distinguere i “puntini” se sono “grandi” come quelli sul pur eccezionalmente nitido schermo dell’iPhone3 , ma praticamente non sono visibili sullo schermo del’iPhone4. Si dice che è quindi uno schermo dalla qualità visiva e dalla nitidezza di uno stampato, ma si commette un errore o quantomeno una semplificazione, e non vogliamo proseguire nella complessa dissertazione tecnica, ma gli stampati usano retinature che spesso sono anche di molto inferiori, e poi ci sono le imperfezioni dell’inchiostro, delle lastre, della struttura della carta. No, lo schermo dell’iPhone4 sarà più nitido, molto più nitido di qualsiasi foglio stampato in pari dimensioni (opere d’arte escluse, e aggiungo “forse”).

Torniamo ai media: abbiamo detto che tra poche settimane avremo tra le mani un “media” con risoluzione superiore a qualsiasi altro (e lasciamo perdere le discussioni da birreria di altre aziende che dicono… non è vero, non interessano, non stiamo parlando di annotare questa dichiarazione nel libro dei Record: parliamo di cose concrete e pratiche). Addirittura più nitido della carta ben stampata, ed enormemente più nitido del “media del futuro” per eccellenza (almeno per quello che riguarda fama, popolarità e numeri): iPad, che – tanto per parlar ancora un secondo di numeri, ha una risoluzione inferiore a quella del vecchio iPhone (iPad: 132 ppi; iPhone 3: 163 ppi; iPhone4: 326 ppi): è ovvio che essendo più grande, iPad si guarda da una distanza superiore, ma questa è solo una teoria: per vedere i dettagli, siamo abituati ad avvicinarci, oppure a fare azione di “pinch” sui device multitouch, e quindi la differenza di nitidezza sarà evidente. iPad, di colpo, è diventato un oggetto di risoluzione “bassa”, e già si sta ipotizzando a quello che succederà – probabilmente tra 9 o 12 mesi – su iPad2: adotterà anche lui il Retina Display? Per certi versi questo ci affascinerebbe, dall’altro ci terrorizza: se l’edizione di Wired per iPad (che ha venduto oltre 76 mila copie, alla bellezza di 4,99 dollari in pochi giorni) pesa oltre 500 Mb, e questo è largamente dovuto alla soluzione tecnologica adottata (sviluppata in collaborazione con Adobe Systems) che fa uso di pagine rasterizzate in PNG (e quindi tutte pagine rappresentate da pixel, e non da vettori, testi compresi), vuol dire che la versione per l’ipotetico iPad2 peserebbe più di 2 Gb… Difficile, ben oltre l’accettabile, anche perché bisogna ricordarci che, per quanto si possa essere entusiasti, iPad non è un computer, purtroppo, è una meravigliosa tavoletta che emula e addirittura allarga le potenzialità di un computer vero, ma non lo sostituisce. E, stiamo dicendo in questo articolo, non sostituisce nemmeno quella nitidezza alla quale siamo abituati con la carta.

Abbiamo quindi trovato un nuovo media: piccolo, nitidissimo, si chiama iPhone4 (e ci saranno altri che lo emuleranno, senza dubbio, o forse anche che lo supereranno, in futuro). Cosa possiamo farcene, da fotografi professionisti? Diventerà un visore fantastico delle nostre immagini, e dobbiamo pensare a sfruttare al massimo questa potenzialità, possiamo pensare a dei “libri bonsai” da distribuire per questo “media”. Ora che (tra qualche giorno, con iOS4) sarà possibile usare iBook, l’applicazione degli eBook nata per iPad, si potranno caricare libri (anche in PDF, visto che è stato aperto a questo formato “universale” in aggiunta all’ePub), e possiamo pensare a dei libri fotografici, piccoli come dei piccoli gioielli di valore, con testi perfettamente leggibili e immagini da fruire al meglio e al massimo. La cosa ci affascina, e siamo già al lavoro su questo versante: avremo cento milioni di utenti potenziali (tanti sono gli utenti nel mondo di iPhone, iPod Touch e iPad), e sempre più cresceranno però gli utenti “ad alta risoluzione”. Ha senso, molto senso, investire nei pixel: non tanto quelli delle fotocamere, che sono già tanti (troppi?), ma in quelli dell’output. Dobbiamo smettere di pensare a “risoluzione video” e risoluzione “stampa“. Dobbiamo pensare molto più a “proporzioni”, ad “orientamenti” (più orizzontale, meno verticale) e a dimensione fisica degli schermi. Pensate per un istante a cosa potrebbe succedere se venisse adottato il Retina Display  su un Cinema Display, su un iMac… Altro che HD, ready, full, super full…!

Finora abbiamo parlato di media, e ci sarebbe da dire tanto (per esempio, date un’occhiata a questo video, che mostra “finalmente” un passo serio nella progettazione di riviste digitali, che non sono e non saranno certo quelle ancora “ingessate” che abbiamo  visto finora (tutte… non ci sono scusanti al poco finora tirato fuori dagli editori di tutto il mondo). Lo propone Time, con quello che è ancora un mockup (e si vede che è falso anche dal fatto che è stata usata come “cornice” un “iPad 16:9” che ovviamente non esiste. Ma si si vede che finalmente si sta usando la testa per creare sensazioni ed emozioni più forti di quelle che, alla fine, si potevano già fare con un “banale” PDF.

Nel titolo però abbiamo parlato anche di “mezzi” per fotografi professionisti: oltre che “media”, quindi destinazioni dei nostri lavori, questi strumenti (iPhone, iPad) sono anche dei mezzi per lavorare. In questo, i due mesi abbondanti di iPad ci fanno capire che iPhone (specialmente la versione 4 che arriverà, con la sua fotocamera da 5 milioni di pixel: se qualcuno vuole dare un’occhiata ai primi esempi pubblicati online, potete vederli a questo link: dicono che non sono stati manipolati, e comunque non veniteci a dire che un’Hasselblad digitale o una Canon o Nikon fanno foto migliori… lo sappiamo!) ci può venire incontro come mezzo di produzione, perché ha creato un nuovo modo di fotografare, che non sostituisce ovviamente le fotocamere professionali, ma che si propone come un “polaroid” creativo e artistico, istintivo ed immediato che, in più rispetto a quello “storico”, ci offre non solo la possibilità di manipolazione multipla e sequenziale (tante manipolazioni, una successiva all’altra), ma anche una distribuzione immediata, via email, su un sito, o tramite social network: basta un click e raggiungiamo tutti coloro che ci interessano. Incredibilmente, invece, il ruolo “mezzo” di iPad appare al momento più incerto. Ci sono degli utilizzi, senza dubbio, come usarlo come doppio monitor (ma un secondo monitor è meglio, più grande, e sta in piedi da solo), oppure per vedere quello che si inquadra con la fotocamera con il fantastico DSLR Camera Remote di cui credo di essere il maggiore responsabile dell’acquisto in Italia (l’ho consigliato a così tanti fotografi professionisti che almeno una medaglia la meriterei… quantomeno dai fotografi che lo usano, non certo dall’azienda: mica l’ho fatto per soldi! ehehehe); nel caso qualcuno non lo sapesse, questo software consente di pilotare a distanza una reflex Canon o Nikon, e di gestire tutte le funzionalità di scatto e di impostazione, e anche per vedere le inquadrature e le immagini scattate. Ma questo si può fare – e forse è più comodo con iPhone – quindi non è una novità. Tutti abbiamo però pensato subito a quanto meraviglioso poteva essere iPad per vedere e scegliere le immagini, e il nostro pensiero è andato subito a Lightroom o a Aperture... a quando una versione per iPad? Ne hanno parlato, John Nack di Adobe per primo, si sono attaccati a questo discorso altri, ma il problema è stato analizzato molto seriamente da Dennis Walker, titolare di CameraBits (per chi non lo sapesse, la società di uno dei software per fotografi professionisti per la gestione di fotografie, Photo Mechanic), direttamente sul loro forum, potete trovarlo a questo link. Per chi non ha molta dimestichezza con l’inglese, o semplicemente è pigro, i problemi sono di memoria (non solo di memoria fisica, che è poca e costosa su iPad, ma specialmente di RAM: per gestire immagini da 2o milioni di pixel come quelli delle reflex più potenti, servono 60 Mb di RAM per gestirne una sola nella “memoria di lavoro”, e iPad dispone di 256 Mb di RAM, di cui solo la metà (128 Mb) sono usabili dall’applicazione. Insomma, per gestire immagini pesanti non ci sono scuse: servono Gb di RAM, se no non si riescono a “gestire”. Ci sono poi problemi pratici, dalle connessioni non semplici (non è previsto, per esempio, scaricare schede CF, e il collegamento diretto alla fotocamera via USB è più lento di una soluzione “scheda+lettore Fw800, configurazione comune per trasferire le immagini scattate) alla limitazione imposta dal sistema di iPad che ogni foto deve “prima” essere importata all’interno dell’applicazione nativa di Apple, e solo successivamente si può pensare di “trasferirle” in un’altra applicazione: in pratica, non è prevista al momento la possibilità da parte di un software di terze parti di gestire direttamente le immagini da una scheda o da una fotocamera (e non scendiamo nella problematica dei formati, come i RAW… perché sarebbe inutile).

L’analisi di Walker mostra il “suo lato” della problematica, e potrebbe esserci spazio per controbattere, ma nella sostanza è vero che iPad è eccellente per visualizzare un portfolio, per fare una presentazione, ma non certo per “lavorare” sulle immagini. E’ quindi molto più “media” che “mezzo”. Diventerà anche “mezzo”, ne siamo sicuri… ma c’è da lavorarci tanto, ancora. Per ora, il “mezzo” non è e non può essere altro che un computer, magari uno piccolo nella dimensione dello schermo (intendiamo anche un 13″, ma farcito e potente, non un netbook), ma comunque computer a tutti gli effetti. E lo diciamo con rammarico: nella nostra voglia di futuro, abbiamo visto e vediamo in iPad (e nei suoi “cugini” che verranno, anche da altri produttori) uno strepitoso passo in avanti nell’evoluzione dell’interfaccia tra uomo e tecnologia, e in particolare in quello tra “uomo-fotografo” e “professione-fotografia”, ma bisognerà attendere. Speriamo non troppo… e nel frattempo speriamo che chi produce media, nel frattempo, si dia da fare per fare bene: l’hardware deve attendere per evolversi, il software (e i contenuti) possono e devono correre. E noi con loro…