La tendenza del mercato ci porta ad una scelta: essere sempre più competitivi, oppure inventarsi nuove idee e nuovi prodotti, non ancora “codificati”. Cosa intendiamo? Che, nelle attività ben conosciute e riconosciute, esistono “prezzi stabiliti”, che sono in rapida discesa. La strategia delle aziende, oggi più che mai, è quella dei tagli: se ieri per una fotografia ti pagavo 100 Euro, ora – visto che c’è la “crisi” – ti pago 50 Euro, e non si discute. Se si discute, vuol dire che “non capisci che c’è crisi”, che non sei “collaborativo”, che “non vuoi lavorare”. E quindi diventi antipatico, poco positivo, fuori dal mondo… e quindi ecco un’ottima occasione per tagliarti del tutto, tanto c’è qualcuno che può, al posto tuo, non solo fare lo stesso lavoro a 50 Euro, ma anche a 30. Il meccanismo lo si può accettare, quello che serve è come far quadrare i conti, alla fine del mese: invece che fare 20 fotografie, bisogna farne 40, 50, 100 (sono numeri a caso, ovviamente).
Per assurdo, in questo periodo, e con questa logica, il mercato è più mobile, perché non tutti vogliono (o possono) adattarsi a questo tipo di condizioni. Proporsi con una logica più competitiva può portare dei risultati, ovvero guadagnando nuovi clienti, a svantaggio di chi si tira indietro, ma prevede la capacità di riuscire a dare un prodotto di qualità ad un prezzo molto basso (e sempre più basso). Quello che è difficile accettare, infatti, è che a fronte di un abbassamento di prezzo, il mercato non sempre è disposto ad accettare una qualità scarsa: vogliono – come dice il detto popolare – la botte piena e la moglie ubriaca. Chi ha provato a offrire bassa qualità a basso prezzo (eccezioni escluse, ce ne sono), è stato sbattuto fuori dal mercato.
Qual è l’alternativa? Qualcuno dice… l’arte. Come se “arte” fosse un prodotto da comprare o da vendere. Artista non è colui che si definisce tale, ma chi viene considerato tale, e coloro che hanno il potere di dare tale “etichetta” non sono semplici da convincere, o anche solo da contattare. No, fare “l’artista” non è una “scappatoia” per chi non riesce a vendere il suo prodotto commerciale al prezzo “di una volta”. E non è una strategia commerciale, in generale: lo abbiamo detto diverse volte.
Secondo noi c’è una strada diversa. Siamo convinti che i “soldi” non siano tutti finiti, che quello che sta succedendo è che il mercato è disposto a pagare meno quello che finora aveva pagato “di più”. Si possono quindi proporre prodotti che “finora” non hanno avuto un prezzo? Si tratterebbe di proporre idee nuove, non ancora viste, o quantomeno non ancora portate ad un livello “umano”. In questo, la strategia per un fotografo è quello di inventare dei “nuovi contenitori” che possono ospitare e fruire le immagini, dove il “contenitore” può dare quel valore aggiunto che si sta perdendo nella contrattazione economica legata alle “semplici fotografie”.
Prima di segnalare quelle che sono, per noi (ma non solo… si tratta di una lista di stimoli che percepiamo e condividiamo con voi), sappiamo che ci saranno discussioni che portano a dire – giustamente – che non ci si può improvvisare, che serve competenza, che il fotografo ha dovuto imparare già tanto e non è sempre facile continuare ad investire soldi e tempo per imparare nuove specializzazioni, che dovrebbe riuscire a monetizzare quello che sa fare. Vero, ma non possiamo nasconderci dietro un dito: se non riusciamo a farci pagare a sufficienza per quello che facciamo, se la qualità media accettata non richiede tutta questa specializzazione, torniamo al punto di partenza: o diventiamo industria di produzione, in grado di produrre tantissimo, in tempi brevi e a bassissimo costo (che è, lo ribadiamo, una soluzione, forse la più concreta, malgrado tutto), se non riusciamo a trovare aree di “paradiso” che possano garantire un ritorno importante al nostro lavoro anche dal punto di vista economico, allora dobbiamo puntare su nuove strade, non ancora battute. Ecco dunque alcune segnalazioni di argomenti molto “cool” in questo momento, e le possibili interpretazioni che possono essere portate avanti dai fotografi e da chi si occupa di comunicazione.
1) Augmented Reality
Ne abbiamo parlato qui, anche se è stato solo un accenno. Si parla di “realtà aumentata”, integrazione tra mondo “reale” e mondo “virtuale”. Una campagna importante, appena lanciata, è quella di Benetton, che ha pubblicato sulle principali riviste delle pubblicità che contengono un codice visuale (se volete fare una prova e non avete la rivista in questione, andate qui, scaricate il PDF e stampatelo su un foglio con la vostra stampante, poi seguite le istruzioni a questo link). Uno studio di questa tecnologia permetterebbe di proporre ai vostri clienti idee, anche semplici, che possono proporre un’apertura verso questa strada, facendovi apparire un riferimento per questo progetto, e non solo “semplici produttori di foto”. Pensate che la cosa sia “davvero complicata”? In realtà, l’aiuto di un buon programmatore Flash vi risolve la cosa (qui, per esempio, qualche informazione di base), quello che conta è studiare l’idea che possa funzionare dal punto di vista della comunicazione, dell’originalità, del “vostro lavoro”. Pensate: siete fotografi di matrimonio? Perché non dare ai partecipanti al matrimonio una stampa con un simbolo che – andando su un apposito sito – permetterà agli utenti di vedersi via webcam mentre stanno sfogliando le foto dell’album come se lo avessero tra le mani, per un’esperienza “virtuale” divertente ed originale?
Una soluzione ancora più semplice è quella di usare codici simili (i QR-CODE, ne abbiamo parlato qui) come “ponte” per accedere ad un sito, senza dover digitale l’URL. Pensato: un cliente non ha soldi per stampare i cataloghi, portatelo a fare un eccellente catalogo accessibile tramite una cartolina con un QR-CODE. Una cartolina costa molto meno che un catalogo da stampare in centinaia di migliaia di copie e in centinaia di pagine… In un solo colpo avete salvato il vostro lavoro di foto di catalogo e vi farete dare dei soldi per il progetto di Augmented Reality.
2) iPhone Apps per aumentare la “brand awareness” (e per i singoli…)
Ok, forse dobbiamo iniziare a spiegare cosa sia la “brand awareness“; in pratica, per dirla in modo molto povero, la popolarità di un marchio, ovvero quello che i responsabili marketing di tutto il mondo inseguono come l’orso insegue il miele. Un modo può essere molto “cool”, ed è quello di studiare una soluzione che possa “finire” sull’iPhone (compreso iPodTouch, iPad). Questi strumenti sono sempre più popolari, specialmente in un determinato target di pubblico, di cui le aziende sono molto golose: qui potete trovare qualche esempio interessante, anche se di “alto livello”, ovvero per aziende molto grandi. Creare un’applicazione per iPhone, progettandola per il vostro cliente, al fine di creare interesse e fidelizzazione al marchio è un progetto molto meno complesso di quello che sembra, e qualcuno – prima o poi – lo proporrà e verrà sviluppato. Perché non voi? Avete rapporti stretti con alcune aziende che potrebbero trarre beneficio, e vedere di buon occhio un prodotto di comunicazione di questo tipo? Fate un progetto, contattate qualcuno che possa sviluppare per iPhone (ora è possibile anche grazie a Flash), sviluppate un progetto che preveda l’uso di vostre foto già realizzate o da produrre ex-novo e fate una presentazione, facendo capire che siete all’avanguardia, che questa idea è vostra ed un progetto importante. Le grandi aziende sono già a conoscenza di queste potenzialità, ma le piccole aziende (addirittura i singoli… pensate sempre al discorso della foto di matrimonio: lo facciamo perché è un mercato molto ampio, in Italia, ovviamente), nemmeno immaginano che questo sia possibile. Perché non essere proprio voi ad offrire, in “anteprima” questo prodotto?
In realtà le cose che abbiamo identificato sono molte di più, ma come al solito ci siamo dilungati. E, forse, è bene distribuire le idee poche alla volta, se no vi bombardiamo troppo… meglio poco alla volta, da analizzare con calma. Sono due esempi, forse banali, forse “già visti”, ma che non abbiamo ancora visti applicati al nostro settore. Speriamo di potervi avere dato qualche stimolo, allargando le potenzialità del nostro mondo, per coloro che stanno cercando nuove strade. A presto, con i vostri commenti, le vostre idee, le vostre richieste.
Fabio Sirna says:
No dai…l’augmented reality usata per questa cose è davvero inutile :) Già solo l’idea di prendere la rivista, metterla davanti alla telecamera, andare sul sito….no secondo me la gente è troppo pigra per farlo. Chi lo fa IMHO sono davvero in pochi, ed hanno tempo da perdere :)
Il primo SJ che non mi piace :P
Fabio Sirna says:
No dai…l’augmented reality usata per questa cose è davvero inutile :) Già solo l’idea di prendere la rivista, metterla davanti alla telecamera, andare sul sito….no secondo me la gente è troppo pigra per farlo. Chi lo fa IMHO sono davvero in pochi, ed hanno tempo da perdere :)
Il primo SJ che non mi piace :P
Luca Pianigiani says:
Le cose “utili” sono legate a quello che si può sviluppare e far crescere. Se le principali multinazionali al mondo stanno usandole, forse ha senso capire come approfittare di questa tendenza. E’ una cosa che affascina, incuriosisce, fa dedicare molto tempo a un brand (invece che poche decine di secondo). Dai, Fabio, non fare lo snob ;-)
Luca Pianigiani says:
Le cose “utili” sono legate a quello che si può sviluppare e far crescere. Se le principali multinazionali al mondo stanno usandole, forse ha senso capire come approfittare di questa tendenza. E’ una cosa che affascina, incuriosisce, fa dedicare molto tempo a un brand (invece che poche decine di secondo). Dai, Fabio, non fare lo snob ;-)
Marko says:
Grandissimo post! Questi sí che sono aiuti concreti a una categoria di lavoratori che sta passando un momento di transizione, che per taluni sarà durissima ( quelli che non vorranno accettare il cambiamento ormai evidente). Grazie di gettare questi semi che potranno portarci a far nascere idee o anche semplicemente a farci avere una visione piú ampia di quello che sarà il nostro lavoro!!!
Marko says:
Grandissimo post! Questi sí che sono aiuti concreti a una categoria di lavoratori che sta passando un momento di transizione, che per taluni sarà durissima ( quelli che non vorranno accettare il cambiamento ormai evidente). Grazie di gettare questi semi che potranno portarci a far nascere idee o anche semplicemente a farci avere una visione piú ampia di quello che sarà il nostro lavoro!!!
Alessandro says:
Ciao, l’ultima volta non sono stato postato anche se avevo fatto solo complimenti….. spero stavolta non sia uguale. Luca, ti adoro!!!!! E’ un mese che vorrei scriverti di fare un SJ su questo argomento. E’ un mese che sto studiando la cosa per il lungo e per il largo, a me non riesce così facile la cosa. Ma è una cosa M E R A V I G L I O S A!!!!! Ancora adesso non riesco a fare partire le immagini….. non so…… acconsento all’uso della webcam ( ho un iMac 24″ ) ma poi non vedo nulla ….. il vuoto……. Hai un consiglio?!?!?!? Idee per sfruttare l’AR ne avrei tantissime…… spero ci sia qualcuno che riesca a spiegarlo bene, anche se le mie ricerche non si fermeranno mai. DEVO riuscire a farlo….. l’uso nei matrimoni poi……. GRANDE LUCA, mi piaci veramente tanto. Buon fine domenica.
Alessandro says:
Ciao, l’ultima volta non sono stato postato anche se avevo fatto solo complimenti….. spero stavolta non sia uguale. Luca, ti adoro!!!!! E’ un mese che vorrei scriverti di fare un SJ su questo argomento. E’ un mese che sto studiando la cosa per il lungo e per il largo, a me non riesce così facile la cosa. Ma è una cosa M E R A V I G L I O S A!!!!! Ancora adesso non riesco a fare partire le immagini….. non so…… acconsento all’uso della webcam ( ho un iMac 24″ ) ma poi non vedo nulla ….. il vuoto……. Hai un consiglio?!?!?!? Idee per sfruttare l’AR ne avrei tantissime…… spero ci sia qualcuno che riesca a spiegarlo bene, anche se le mie ricerche non si fermeranno mai. DEVO riuscire a farlo….. l’uso nei matrimoni poi……. GRANDE LUCA, mi piaci veramente tanto. Buon fine domenica.
Beppe says:
Ciao ragazzi, buona domenica. Caspita ma siamo sempre cosi connessi? Incredibile davvero
oggi è domenica!!! Bèh lo dico soprattutto a me ovviamente.
Volevo fare una considerazione. Indipendentemente che le proposte di Luca ci stimolino
subito a ricercare oppure ci infastidiscano, credo sia saggio conoscerle almeno.
Mi spiego; a volte noi pensiamo che ci paghino come fotografi, sì ma è la valutazione finale.
In realtà i nostri clienti si comportano come tutti i clienti ( e persone ) nel mondo:
acquistano sicurezza, solo unicamente sicurezza da noi. Cioè la certezza che da noi otterranno
il risultato sperato e magari anche un pò insperato ( cioè di più ).
Allora come si fa a dare sicurezza se i mezzi che ci coinvolgono parallelamente nella comunicazione
non sono a noi noti? Bella domanda. Il tema non ci deve sviare, non è che dobbiamo fare i tuttologhi, ma capire come si stanno muovendo intorno a noi nella comunicazione, con nuovi media e nuove proposte credo sia fondamentale. Io francamente è la prima volta che ne sento parlare. Grazie Luca
Beppe says:
Ciao ragazzi, buona domenica. Caspita ma siamo sempre cosi connessi? Incredibile davvero
oggi è domenica!!! Bèh lo dico soprattutto a me ovviamente.
Volevo fare una considerazione. Indipendentemente che le proposte di Luca ci stimolino
subito a ricercare oppure ci infastidiscano, credo sia saggio conoscerle almeno.
Mi spiego; a volte noi pensiamo che ci paghino come fotografi, sì ma è la valutazione finale.
In realtà i nostri clienti si comportano come tutti i clienti ( e persone ) nel mondo:
acquistano sicurezza, solo unicamente sicurezza da noi. Cioè la certezza che da noi otterranno
il risultato sperato e magari anche un pò insperato ( cioè di più ).
Allora come si fa a dare sicurezza se i mezzi che ci coinvolgono parallelamente nella comunicazione
non sono a noi noti? Bella domanda. Il tema non ci deve sviare, non è che dobbiamo fare i tuttologhi, ma capire come si stanno muovendo intorno a noi nella comunicazione, con nuovi media e nuove proposte credo sia fondamentale. Io francamente è la prima volta che ne sento parlare. Grazie Luca
luckyj says:
io ho provato con la rivista colors, intervista a degli adolescenti…mettevi davanti alla webcam la foto che c’era sulla rivista e la foto si trasformava nel video del ragazzo che era stato fotografato e intervistato. Una cosa semplicissima, velocissima e divertentissima, però probabilmente non molto applicabile ai matrimoni, troppo “tecnologica” (già a dargli un cd con visualizzazione delle immagini da scegliere per l’album su cui semplicemente cliccare per farmi arrivare la notifica della scelta sembrava di fargli un torto…tesoro, costa meno a entrambi, cos’ha che non va il cd? immagino la zia che non sa neanche accenderlo, un computer, come può reagire!) . Grazie sempre per le tue puntuali osservazioni sul mondo che ci circonda, comunque.
luckyj says:
io ho provato con la rivista colors, intervista a degli adolescenti…mettevi davanti alla webcam la foto che c’era sulla rivista e la foto si trasformava nel video del ragazzo che era stato fotografato e intervistato. Una cosa semplicissima, velocissima e divertentissima, però probabilmente non molto applicabile ai matrimoni, troppo “tecnologica” (già a dargli un cd con visualizzazione delle immagini da scegliere per l’album su cui semplicemente cliccare per farmi arrivare la notifica della scelta sembrava di fargli un torto…tesoro, costa meno a entrambi, cos’ha che non va il cd? immagino la zia che non sa neanche accenderlo, un computer, come può reagire!) . Grazie sempre per le tue puntuali osservazioni sul mondo che ci circonda, comunque.
Luca Pianigiani says:
Grazie a tutti per i commenti. per luckyj: vero, non si tratta di qualcosa per “le zie”… ma chi si sposa è giovane, ed è interessato a fare qualcosa di “cool” per gli amici, che sono anche loro giovani. Ah… di solito sono gli sposi a pagare i fotografi (o almeno a sceglierli)… no? Non è per tutti, ma per quelli che vogliono qualcosa di speciale, non possiamo continuare a dire… “faccio reportage, non foto posate…” perchè questo lo dicono tutti (anche se poi pochi sono davvero capaci di farlo). Dire: noi, a parte le cose normali… facciamo anche gli album virtuali in AR… secondo me fa scena… ;-)
Luca Pianigiani says:
Grazie a tutti per i commenti. per luckyj: vero, non si tratta di qualcosa per “le zie”… ma chi si sposa è giovane, ed è interessato a fare qualcosa di “cool” per gli amici, che sono anche loro giovani. Ah… di solito sono gli sposi a pagare i fotografi (o almeno a sceglierli)… no? Non è per tutti, ma per quelli che vogliono qualcosa di speciale, non possiamo continuare a dire… “faccio reportage, non foto posate…” perchè questo lo dicono tutti (anche se poi pochi sono davvero capaci di farlo). Dire: noi, a parte le cose normali… facciamo anche gli album virtuali in AR… secondo me fa scena… ;-)
Giò says:
Una cosa in questo articolo è molto chiara. Il fotografo (ma anche qualsiasi altra professione) deve essere sempre più inserito nella tecnologia, nelle tendenze informatiche, nei meccanismi di comunicazione e su internet. Il futuro è qui. Qui, inteso come la rete. Grazie per gli spunti Luca.
Giò says:
Una cosa in questo articolo è molto chiara. Il fotografo (ma anche qualsiasi altra professione) deve essere sempre più inserito nella tecnologia, nelle tendenze informatiche, nei meccanismi di comunicazione e su internet. Il futuro è qui. Qui, inteso come la rete. Grazie per gli spunti Luca.
Roberto says:
Grazie Luca, come sempre!
O.T. (ma nemmeno troppo)
Sanremo non è stato così male, non parlo della classifica decretata dagli SMS ma, di Malika Ayane,
meritatamente premiata dalla critica.
La sua voce è stata definita da Paolo Conte “di un colore arancione scuro che sa di spezia amara e rara”.
E poi Marco Mengoni e altri ancora, cioè più o meno la classifica di iTunes.
Tutto sommato uno spunto di riflessione sul targhet dei fruitori della musica on-line e probabilmente anche delle immagini.
Roby
Roberto says:
Grazie Luca, come sempre!
O.T. (ma nemmeno troppo)
Sanremo non è stato così male, non parlo della classifica decretata dagli SMS ma, di Malika Ayane,
meritatamente premiata dalla critica.
La sua voce è stata definita da Paolo Conte “di un colore arancione scuro che sa di spezia amara e rara”.
E poi Marco Mengoni e altri ancora, cioè più o meno la classifica di iTunes.
Tutto sommato uno spunto di riflessione sul targhet dei fruitori della musica on-line e probabilmente anche delle immagini.
Roby
Rorschach says:
Trovo abbastanza grave dire che si può accettare il meccanismo per il quale, dato che c’è crisi, quello per cui prima si veniva pagati 100 oggi debba essere fatto a 20: un conto è venirsi incontro, un’altro è coricarsi e fare da zerbino a clienti che, in futuro, anche a crisi passata, continueranno poi a volere lo stesso lavoro a 20… e poi perchè non a 10…
Rorschach says:
Trovo abbastanza grave dire che si può accettare il meccanismo per il quale, dato che c’è crisi, quello per cui prima si veniva pagati 100 oggi debba essere fatto a 20: un conto è venirsi incontro, un’altro è coricarsi e fare da zerbino a clienti che, in futuro, anche a crisi passata, continueranno poi a volere lo stesso lavoro a 20… e poi perchè non a 10…
Andrea Magistroni says:
Ciao Luca,
bisogna anche dire che non tutto è semplice quando è nuovo.
Sicuramente l’idea è la parte più importante, ciò che avvierà la “macchina” ma molti si intimoriscono per la parte tecnica/tecnologica.
Quando un’idea vale, o si pensa possa valere, non necessariamente dobbiamo iniziarla e terminarla noi, possiamo sviluppare il progetto insieme ad altri o passarlo totalmente, pagando chi lo farà per noi o facendosi pagare in caso della vendita dell’idea (se anticipatamente protetta).
Naturalmente coinvolgere altre persone, richiede ugualmente tempo e denaro ma in modo diverso e con diverse finalità: si possono instaurare nuovi rapporti di lavoro, si scambiano idee, si fanno girare i soldi, si creano nuovi lavori.
A presto
Andrea
Andrea Magistroni says:
Ciao Luca,
bisogna anche dire che non tutto è semplice quando è nuovo.
Sicuramente l’idea è la parte più importante, ciò che avvierà la “macchina” ma molti si intimoriscono per la parte tecnica/tecnologica.
Quando un’idea vale, o si pensa possa valere, non necessariamente dobbiamo iniziarla e terminarla noi, possiamo sviluppare il progetto insieme ad altri o passarlo totalmente, pagando chi lo farà per noi o facendosi pagare in caso della vendita dell’idea (se anticipatamente protetta).
Naturalmente coinvolgere altre persone, richiede ugualmente tempo e denaro ma in modo diverso e con diverse finalità: si possono instaurare nuovi rapporti di lavoro, si scambiano idee, si fanno girare i soldi, si creano nuovi lavori.
A presto
Andrea
Luca Pianigiani says:
Rorschach: non ho detto che si può accettare… forse dico che a volte bisogna farlo. Se si riesce a tenere in pugno il mercato e non “svendersi” è ottimo, ma sarebbe sciocco far finta che, quasi sempre, sia una necessità obbligata. Lo spirito dell’articolo è: “se” si entra nel loop della svendita, e non si può fare nulla per combatterlo (si può dire di no, ma il mercato non si ferma ad un “no”, cerca altrove), allora bisogna trovare altre strategie. Abbiamo proposto una possibile strategia, se la reputi utile adottala anche tu, altrimenti spero davvero (ma sul serio, senza polemiche) che tu riesca a mantenere i prezzi alti e lavorare tanto. Noi dobbiamo pensare anche a quelli che, purtroppo, potrebbero anche non essere così fortunati.
Andrea: si, non dobbiamo fare tutto da soli, ed è vero che mettere in piedi un progetto che prevede altre collaborazioni è complesso. Non è solo però il settore della fotografia a soffrire, quindi si possono trovare – per progetti intelligenti e propositivi, collaborazioni e supporto utile, dove ogni parte investe e mette sul tavolo la propria competenza per sviluppare iniziative di più ampio respiro. O, almeno, si spera !
Luca Pianigiani says:
Rorschach: non ho detto che si può accettare… forse dico che a volte bisogna farlo. Se si riesce a tenere in pugno il mercato e non “svendersi” è ottimo, ma sarebbe sciocco far finta che, quasi sempre, sia una necessità obbligata. Lo spirito dell’articolo è: “se” si entra nel loop della svendita, e non si può fare nulla per combatterlo (si può dire di no, ma il mercato non si ferma ad un “no”, cerca altrove), allora bisogna trovare altre strategie. Abbiamo proposto una possibile strategia, se la reputi utile adottala anche tu, altrimenti spero davvero (ma sul serio, senza polemiche) che tu riesca a mantenere i prezzi alti e lavorare tanto. Noi dobbiamo pensare anche a quelli che, purtroppo, potrebbero anche non essere così fortunati.
Andrea: si, non dobbiamo fare tutto da soli, ed è vero che mettere in piedi un progetto che prevede altre collaborazioni è complesso. Non è solo però il settore della fotografia a soffrire, quindi si possono trovare – per progetti intelligenti e propositivi, collaborazioni e supporto utile, dove ogni parte investe e mette sul tavolo la propria competenza per sviluppare iniziative di più ampio respiro. O, almeno, si spera !
Rorschach says:
Per carità, la mia non voleva essere polemica: io per primo sono sempre stato disponbile ad andare incontro al cliente… ho fatto piaceri, lavori gratis, favori. Ma di contro non mi è tornato nulla, e allora dico: ne è valsa la pena?
Purtroppo è un circolo vizioso, si trova sempre lo schiavo di turno che lavora non a prezzo basso, ma sotto costo! E la qualità della fotografia pubblicitaria in Italia è sotto gli occhi di tutti. Parlo di pubblicità perchè è il campo in cui lavoravo.
Detto questo, ben vengano alternative e persone come te che le fanno conoscere!
Il mio era solo un discorso amaro di un ormai ex fotografo.
Claudio says:
Mi trovo pienamente d’accordo con la considerazione di Rorschach. Indipendentemente dalla crisi, nessuna azienda sarò disposta a pagare un servizio fotografico, una immagine o qualsiasi altro bene o servizio ad un valore diverso da quello di mercato. Ora, il mercato è da sempre regolato dalla legge della domanda e dell’offerta, pertanto è ovvio che a fronte di un un medesimo servizio offerto da un numero sempre maggiore rispetto alla domanda di quel servizio porterà all’abbassamento generalizzato dei prezzi. Così come è vero che un prodotto o servizio “nuovo” che non tutti possono offrire tenderà a far decollare i prezzi a fronte di una certa richiesta. L’economia funziona così, con o senza la crisi. Se accettiamo di abbassare i nostri prezzi per lavorare non facciamo altro che favorire la corsa al ribasso, oltre a svalorizzare oltremodo la nostra attività e nome. E se si perde un cliente per non aver accettato la sua univoca condizione, questo è un cliente che perderemmo comunque perchè è un soggetto che sarà sempre alla ricerca del risparmio. Questo è quello che fa la maggior parte delle aziende: cambia fornitori spesso, perchè ad ogni cambio corrisponde un vantaggio economico immediato. Allora, alla fine del discorso, è inutile lamentarsi quando ad innescare un processo negativo è proprio la nostra categoria. Tutte le associazioni che mi vengono in mente, di ogni categoria merceologica, fa “cartello” senza farsi intimidire dal mercato e scendere a compromessi. Tanto per intenderci, crisi o non crisi, se vuoi acquistare un Rolex lo devi tuttora pagare molto caro; se vuoi solo un orologio allora devi rivolgerti ad un mercato diverso. Ora, vogliamo fornire Rolex o ammazzarci al ribasso offrendo orologi da 12,00 Euro? Semmai, il discorso dovrebbe essere diverso: se il prodotto o servizio che forniamo lo possono offrire tutti (fotografi, cani e porci), allora, da un punto di vista economico questo servizio o bene non è – per definizione – un “bene economico” (ovvero, suscettibile di valutazione economica). L’aria che respiriamo ha un valore economico? NO, perchè è ancora a disposizione di tutti. Quando comincierà a mancare, allora diventerà un qualcosa di prezioso con un suo valore intrinseco, oggetto di scambio. Quella immagine, servizio o cosa altro vi viene in mente che l’azienda non vuole pagare perchè ritiene che ci sia la crisi è soggetto al ribasso incondizionato dei prezzi solo se tale bene o servizio ha poco valore. Quindi se ha poco valore, è meglio concentrarsi su altro. In definitiva, per chi è riuscito a seguire questo breve trattato di economia spicciola per fotografi e non, il ribasso non va mai ne accettato tantomeno offerto. Le aziende conoscono bene questi meccanismi, è il loro lavoro acquistare a poco per rivendere a tanto…quindi…Ad ognuno le proprie considerazioni. Le mie, tra l’altro – con grande piacere – sono in linea con la filosofia di Tau Visual…
Rorschach says:
Per carità, la mia non voleva essere polemica: io per primo sono sempre stato disponbile ad andare incontro al cliente… ho fatto piaceri, lavori gratis, favori. Ma di contro non mi è tornato nulla, e allora dico: ne è valsa la pena?
Purtroppo è un circolo vizioso, si trova sempre lo schiavo di turno che lavora non a prezzo basso, ma sotto costo! E la qualità della fotografia pubblicitaria in Italia è sotto gli occhi di tutti. Parlo di pubblicità perchè è il campo in cui lavoravo.
Detto questo, ben vengano alternative e persone come te che le fanno conoscere!
Il mio era solo un discorso amaro di un ormai ex fotografo.
Claudio says:
Mi trovo pienamente d’accordo con la considerazione di Rorschach. Indipendentemente dalla crisi, nessuna azienda sarò disposta a pagare un servizio fotografico, una immagine o qualsiasi altro bene o servizio ad un valore diverso da quello di mercato. Ora, il mercato è da sempre regolato dalla legge della domanda e dell’offerta, pertanto è ovvio che a fronte di un un medesimo servizio offerto da un numero sempre maggiore rispetto alla domanda di quel servizio porterà all’abbassamento generalizzato dei prezzi. Così come è vero che un prodotto o servizio “nuovo” che non tutti possono offrire tenderà a far decollare i prezzi a fronte di una certa richiesta. L’economia funziona così, con o senza la crisi. Se accettiamo di abbassare i nostri prezzi per lavorare non facciamo altro che favorire la corsa al ribasso, oltre a svalorizzare oltremodo la nostra attività e nome. E se si perde un cliente per non aver accettato la sua univoca condizione, questo è un cliente che perderemmo comunque perchè è un soggetto che sarà sempre alla ricerca del risparmio. Questo è quello che fa la maggior parte delle aziende: cambia fornitori spesso, perchè ad ogni cambio corrisponde un vantaggio economico immediato. Allora, alla fine del discorso, è inutile lamentarsi quando ad innescare un processo negativo è proprio la nostra categoria. Tutte le associazioni che mi vengono in mente, di ogni categoria merceologica, fa “cartello” senza farsi intimidire dal mercato e scendere a compromessi. Tanto per intenderci, crisi o non crisi, se vuoi acquistare un Rolex lo devi tuttora pagare molto caro; se vuoi solo un orologio allora devi rivolgerti ad un mercato diverso. Ora, vogliamo fornire Rolex o ammazzarci al ribasso offrendo orologi da 12,00 Euro? Semmai, il discorso dovrebbe essere diverso: se il prodotto o servizio che forniamo lo possono offrire tutti (fotografi, cani e porci), allora, da un punto di vista economico questo servizio o bene non è – per definizione – un “bene economico” (ovvero, suscettibile di valutazione economica). L’aria che respiriamo ha un valore economico? NO, perchè è ancora a disposizione di tutti. Quando comincierà a mancare, allora diventerà un qualcosa di prezioso con un suo valore intrinseco, oggetto di scambio. Quella immagine, servizio o cosa altro vi viene in mente che l’azienda non vuole pagare perchè ritiene che ci sia la crisi è soggetto al ribasso incondizionato dei prezzi solo se tale bene o servizio ha poco valore. Quindi se ha poco valore, è meglio concentrarsi su altro. In definitiva, per chi è riuscito a seguire questo breve trattato di economia spicciola per fotografi e non, il ribasso non va mai ne accettato tantomeno offerto. Le aziende conoscono bene questi meccanismi, è il loro lavoro acquistare a poco per rivendere a tanto…quindi…Ad ognuno le proprie considerazioni. Le mie, tra l’altro – con grande piacere – sono in linea con la filosofia di Tau Visual…
Simone Pierfelice says:
Sempre pieno di stimoli il Sunday Jumper come del resto tutte le altre news, ma in questo caso ci tengo a dire che il problema spesso è trovare “CLIENTI” e non “coltivarli” con le idee… ;)
Simone Pierfelice says:
Sempre pieno di stimoli il Sunday Jumper come del resto tutte le altre news, ma in questo caso ci tengo a dire che il problema spesso è trovare “CLIENTI” e non “coltivarli” con le idee… ;)
Andrea Magistroni says:
Ciao Luca,
hai ragione, non è solo il settore fotografico a soffrire
Interessante l’idea che ci si possa fondere con altri settori e ampliare il raggio per creare maggiori prospettive, in parte questo è già accaduto.
Certo, non è semplice ma nemmeno impossibile.
Essere aggiornati e non rimanere troppo incollati al passato, alimenta la ricerca, smuovendo il mercato; è anche vero però, che i giochi politico-burocratici tolgono spesso gli stimoli.
Bisogna allora non farsi intimorire e proseguire, attivando le proprie potenzialità e cercando in altre direzioni per sfondare il muro.
Certo è più facile a scrivere queste righe che a mettere in atto un progetto, ma iniziare ad avere una buona idea è già un grande passo.
Dunque, buona fortuna a chi ne ha!
Andrea Magistroni says:
Ciao Luca,
hai ragione, non è solo il settore fotografico a soffrire
Interessante l’idea che ci si possa fondere con altri settori e ampliare il raggio per creare maggiori prospettive, in parte questo è già accaduto.
Certo, non è semplice ma nemmeno impossibile.
Essere aggiornati e non rimanere troppo incollati al passato, alimenta la ricerca, smuovendo il mercato; è anche vero però, che i giochi politico-burocratici tolgono spesso gli stimoli.
Bisogna allora non farsi intimorire e proseguire, attivando le proprie potenzialità e cercando in altre direzioni per sfondare il muro.
Certo è più facile a scrivere queste righe che a mettere in atto un progetto, ma iniziare ad avere una buona idea è già un grande passo.
Dunque, buona fortuna a chi ne ha!
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