Parallelismi creativi, opportunità da scoprire in un’era di nuove “distanze”

Parallelismi creativi, opportunità da scoprire in un’era di nuove “distanze”

Parallelismi, Pinhdar
© PINHDAR – editing credit: Elisabetta Cardella

Oggi parliamo di un viaggio di parallelismi e di connessioni. Abbiamo sempre considerato fondamentale, in un processo creativo, riuscire a mettere insieme i puntini di tanti elementi, ingredienti, percorsi. A volte, questi percorsi hanno la grande difficoltà di essere paralleli, quindi di seguire la stessa strada e direzione, ma l’impossibilità di incrociarsi: a pensarci, è terribile, perché si tratta di occasioni perse, di situazioni che potrebbero dare forza e che invece rimangono inespresse. Guardare di lato, cercare di far combaciare visioni e obiettivi dovrebbe essere una priorità, e invece ci sono infinite strade parallele che non toccandosi mai addirittura non si scopriranno mai.

Facendo un parallelo, prima di scendere nel dettaglio e nei “parallelismi”, vorremmo dire che una delle cose che questo periodo di lockdown ci ha “offerto” (meglio parlare in modo positivo piuttosto che dire “imposto”) è di avere più tempo o più occasioni di guardarsi attorno, di cercare altre strade, di avere bisogno di sinergie perché le strade conosciute apparivano o sembravano non più perseguibili, e guardando invece alle strade parallele che altri stavano seguendo è stato possibile in certi casi vedere che sebbene il punto di partenza e di arrivo fossero simili, in certi casi la strada percorsa da altri appariva più scorrevole della nostra, e la sensazione in certi casi è stata meravigliosa; capire che andare avanti con i paraocchi, guardando solo in avanti, rischiava di portare, ha rischiato di portare e ha portato solo ad una strada senza uscita, o addirittura ad un burrone.

Oggi quindi parliamo di musica, che ha approcci e percorsi molto vicini e paralleli all’immagine, anche se molti “creativi dell’immagine” non se ne accorgono, senza considerare che l’approccio a nuove visioni di business model della musica, arrivata al digitale ben prima di qualsiasi altra forma di creatività, doveva e può ancora mostrare strade da valutare, ne abbiamo parlato nel lontanissimo 2013 quando quasi nessuno in Italia conosceva Spotify, e poi più di recente abbiamo ripreso il discorso, un paio di anni fa parlando proprio di come si poteva “imparare” da Spotify come vendere immagini in un mondo sempre più digitale. Come si è mossa la musica, in un periodo come quello del lockdown, dove tutta l’attività dei concerti si è fermata?

La musica non si ferma (the show must go on, anche durante lockdown)

Chi conosce un po’ il business della musica, sa bene che una delle voci più importanti della sostenibilità è data dai concerti: i dischi si “vendono” sempre meno, il flusso della musica passa dallo streaming, che ovviamente diventa importante se sono importanti i numeri, ma se “i numeri non tornano” si rischia di non trarre da questa popolarità e disponibilità universale di quello che viene prodotto, un modo per sopravvivere. Però la fusione di attività di promozione, di social, di presenza digitale, genera un flusso di “fans” che poi sono quelli che sono disposti a seguire e supportare gli artisti partecipando ai concerti, dove un “biglietto” porta alle tasche degli artisti un valore – in proporzione e in assoluto – per ogni contatto molto superiore a quello che è il valore economico di uno stream. Il problema è che i concerti sono fermi, da mesi, da quasi un anno… e tutta l’industria dello spettacolo è bloccata; a pagarne le spese ancor più degli artisti sono le maestranze (tecnici audio, “luciferi” – questo è il termine in gergo dei tecnici della luce – eccetera) e i musicisti. Come hanno reagito gli artisti? Tornando a produrre più dischi, e a fare iniziative di “concerti a distanza”, tra queste iniziative segnaliamo questa che è davvero molto interessante, perché è stata creata una piattaforma, specialmente per gli artisti meno conosciuti, per avere un ritorno di pubblico, di donazioni, di interazioni, e vediamo quindi come da esigenza si creano idee nuove (approfittatene per scoprire e per contribuire con qualche anche piccola donazione agli artisti che preferite). Chi produce immagini ha pensato a produrre di più, e a cercare nuove piattaforme per monetizzare e promuovere il proprio lavoro?

In definitiva, quindi, la musica che è molto più avanzata nella cultura digitale, non si è fermata, non si fermerà, ha investito in produzioni anche particolari, nuove, ha esplorato nuovi suoni che magari sarebbero rimasti chiusi in un cassetto sconosciuto, ha fatto ricerca, perché l’immobilismo del mercato ha aperto occasioni di nuovi percorsi, appunto di parallelismi che hanno aperto nuove strade, per tutti: per i piccoli ma ha anche attivato antenne più sensibili tra i grandi, che invece che essere totalmente concentrati sulla propria strada, già battuta e “sicura”, hanno guardato anche di lato, hanno prestato attenzione anche a percorsi paralleli e sono nati e stanno nascendo progetti di più ampio respiro.

Parallel… un parallelo da scoprire, con un gruppo da scoprire oggi: PINHDAR 

 

Parallelismi, Pinhdar
© PINHDAR

Arriviamo alla conclusione di questo nostro pensiero segnalando il punto iniziale che ci ha portato ad analizzare questi parallelismi. Qualche giorno fa, gli incroci sui social (dove, dobbiamo dirlo, LinkedIn vince su qualsiasi altro social che – proprio perché fin troppo allargato – diluisce tutto e tutti) ci hanno riavvicinato a degli amici da cui la vita frenetica ci aveva distanziato (senza alcun motivo), ovvero la cantante e autrice Cecilia Miradoli e il musicista e produttore Max Tarenzi, in passato fondatori di un gruppo chiamato Nomoredolls (ne avevamo parlato nel lontano 2011 sempre qui su Jumper), che durante il lockdown si sono “chiusi” nel loro studio e hanno creato un nuovo percorso artistico, sia di gruppo, PINHDAR appunto (il nome deriva dal poeta greco Pindaro, che rappresenta il senso stesso dell’immaginazione e del concetto di volo creativo, che raggiunge universi paralleli), sia di apertura a nuove collaborazioni. Ecco quello che dicono questi amici del loro progetto e della situazione che ha portato alla produzione di questo nuovo album:

 

“Lo smarrimento che abbiamo provato durante i mesi di lockdown, mentre registravamo i pezzi, ci ha spinto a cercare rifugio in una realtà parallela che tuttavia si è rivelata aliena. Tale realtà parallela è rappresentata sulla copertina del disco come una casa, ambiente rassicurante per antonomasia, arroccata però sull’acqua, un elemento al contrario estraneo e instabile.Parallel è una specie di viaggio onirico attraverso l’ansia esistenziale causata dalle attuali condizioni sociali e ambientali, pericolose per l’uomo e in generale per il pianeta, ed è un invito a trovare strade alternative”. I PINHDAR parlano di solitudine e di paure, a partire da quella della morte. Sempre con una luce di speranza.

Questa situazione, che dal punto di vista del “vissuto” è “parallela” a quella vissuta da tantissime persone, che lavorano in settori che si sono chiusi da un giorno con l’altro, porta ad una riflessione e ad una domanda: come è stato “sfruttato”, come si sta “sfruttando” questo periodo, dal punto di vista creativo, di visione e anche nel creare nuovi incontri cercando tra le infinite strade parallele? Nel caso specifico, per i Pinhdar è stata esplosiva, sia per trovare questi loro nuovi sound, per rafforzare lo spessore artistico, per modellare un nuovo meraviglioso progetto sia poi anche per cercare appunto queste strade parallele, guardando non solo agli intrecci “già conosciuti”, ma proponendosi a mondi paralleli, che erano e sono forse in questo momento più vicini: una delle considerazioni nelle quali riusciamo a riassumere questa situazione di Lockdown, è che la distanza è aumentata nelle occasioni “vicine” e si è ridotta in quelle “lontane”. E in una di queste strade parallele questi ragazzi di Milano hanno incrociato Howie B, celebre musicista e produttore scozzese che nel corso della sua carriera ha collaborato con grandissimi artisti quali Björk, Massive Attack, Tricky, Everything But The Girl, U2 e molti altri, che ha poi co-prodotto a distanza il loro disco. 

Il risultato è quello che è uscito, solo un paio di giorni, fa nel singolo di lancio (Parallel, appunto) e che potete ascoltare direttamente su Spotify, oppure apprezzare nel video che vi proponiamo qui sopra. Se vi piace, date una mano a promuovere, a farlo conoscere, ad ascoltarlo… (date una mano alla loro musica e ai loro progetti) e mentre lo fate prendete spunto e ispirazione da questo approccio di ricerca di mondi e strade parallele, e lavorate a sviluppare la vostra creatività, le vostre idee, i vostri sogni… perché da questo rallentamento e blocco vissuto con il Covid-19 si può trarre un beneficio, per scoprire quello che davvero conta, quello che vive dentro di noi e che finora non siamo riusciti a tirare fuori, e a creare occasioni con tanti altri, con queste tante (infinite) strade e mondi paralleli. E’ successo anche a noi, perché questa occasione di collegamento parallelo ci ha riportati a prendere in mano una fotocamera, e ricordare che, tanti universi or sono, questa era una delle prospettive e desideri che ci hanno fatto arrivare dove siamo, e magari ci porteranno a percorrere altre e nuove strade.

 

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