Settimana scorsa abbiamo segnalato un articolo pubblicato su MediaBlog del Corriere della Sera (curato da Marco Pratellesi) che voleva “spiegare”, anzi: che “dichiarava” che Kindle, ovvero quell’oggetto del desiderio tecnologico che consente di leggere libri digitali, così come le versioni “paperless” di quotidiani e forse anche di riviste, è inadeguato per la lettura dei quotidiani. Abbiamo commentato (e, dopo il fine settimana di meritato riposo, è stato anche pubblicato, senza però dare risposta: i blog dovrebbero in teoria essere un dialogo, ma purtroppo vengono spesso trasformati in monologhi). Ma, specialmente, abbiamo dedicato ad un commento più ampio il SundayJumper, appunto. Avevamo scritto che ci sono almeno 10 buone ragioni per cui siamo d’accordo con l’opinione dichiarata nel titolo, ma non per l’unico motivo (un po’ demodè) del dichiarare che la carta avrà un futuro e una funzione perché puzza (già, perché può essere considerato “profumo”, ma dubito che possa essere commercializzato come essenza e poi acquistato da qualcuno per spruzzarselo alla sera, prima di uscire a cena…). Ci è stato chiesto, non dal giornalista (chi siamo noi, per meritare tanta attenzione da coloro che sono seri e impegnati?), ma da alcuni lettori, di chiarirli, questi punti. Inoltre, proprio ieri a Fotografica abbiamo fatto un convegno sul Self Publishing e l’aula magna che ci è stata predisposta, per evitare il problema dello scorso anno, dove c’erano troppe persone per la capienza della sala, per venirci ad ascoltare, era piena, con diverse persone in piedi. Mi sa che ci mettiamo al lavoro per sviluppare un JumperCamp sulle tecnologie e sulle soluzioni per creare forme di editoria alternativa, perché c’è tanto da fare, anche per i fotografi!
Eccoci quindi, pronti a rispondere alle richieste. Non si tratta di dogmi assoluti, ma il frutto di due anni di analisi di un mercato – quello dell’editoria digitale – che ci riguarda molto da vicino: il 2009 è stato un anno intenso, dove abbiamo ascoltato e parlato molto di questo, con gli editori. Insomma, lo abbiamo vissuto non per “sentito dire”.
1) Kindle è nato esattamente due anni fa. Proprio in questi giorni, nel 2007, la copertina di Time presentava il facciotto simpatico di Jeff Bezos con il Kindle, e la dichiarazione “I libri non sono morti”. Se ne parla da qualche mese dopo varie evoluzioni del prodotto, e specialmente dopo alcuni cambiamenti di rotta che hanno necessariamente dovuto aprire un sistema che si proponeva troppo chiuso e troppo a vantaggio di Amazon. Non si può quindi affrontare il discorso senza fare una valutazione del suo passato: certo, chi lo scopre oggi (e quindi ne parla ora) non sa che il prodotto è ancora alla caccia di una sua “strada”, che finora quelle che ha proposto non hanno funzionato poi così bene, e quindi se ancora non si sa quale sarà la strada (giusta) per Kindle, difficile pensare che possa essere il “faro da seguire” per il mondo dell’editoria.
2) Pur non essendoci dichiarazioni ufficiali, le stime parlano di un numero compreso tra 500 mila e 1,5 milioni di Kindle per la fine del 2009 (se volete, cito le fonti, fidatevi…). Magari sono stime sbagliate, ma quanti possono essere i Kindle in tutto il mondo, considerando che fino a due mesi fa si vendevano solo negli USA? Fossero anche il doppio, dobbiamo valutare che ci sono oltre 50 milioni di iPhone e iPodTouch, che sono stati venduti 291 milioni di cellulari nell’ultimo quadrimestre, che ci sono miliardi di computer collegati a Internet. I Kindle sono una gocciolina nell’oceano, e difficilmente diventeranno apparecchi dalla popolarità degli altri strumenti sopra indicati.
3) Se si pensa ad un’editoria di massa, dobbiamo pensare che il concorrente “cartaceo”, necessita come strumento di fruizione solo delle mani dell’utente. Ok, anche gli occhi, ma sia mani che occhi servono anche nel caso dell’editoria digitale. Vogliamo dire che se leghiamo la visualizzazione ad uno strumento, dovrebbe essere uno strumento che possono avere tutti (o quasi tutti), non un oggetto che bisogna comprare solo per questa applicazione, e che quindi sarà disponibile solo in mano a pochissime persone. Va bene il concetto della multipiattaforma (offrire contenuti su qualsiasi strumento tecnologico, senza limiti, ma tanta enfasi su Kindle è quantomeno anacronistica).
4) Parliamo di soldi. Il modello da 6″, che può essere acquistato fuori dagli USA (c’è un problema di sistema wireless per la connessione: il modello più grande consente al momento di usare solo la connessione Whispernet e quindi non è possibile usarlo altrove) costa sul sito di Amazon 259 dollari. Non è tantissimo, ma se facciamo un confronto con un iPodTouch da 8 Gb (199 dollari) costa di più. Del confronto però parliamo più avanti, per ora rimaniamo sui prezzi. Non sappiamo perché in questo momento non appare nella vendita dell’abbonamento anche il Corriere della Sera, che è stato il primo, ma c’è La Stampa: 19,90 dollari al mese, che è vero è meno rispetto il circa 26 euro dell’abbonamento cartaceo allo stesso quotidiano (su base annuale) che ti arriva entro le sette di mattina davanti all’uscio di casa, però non è poi così vantaggioso, considerando che, appunto, bisogna ammortizzare i soldi dell’oggetto (che nel caso della carta… non bisogna comprare!)
5) Parliamo di comodità: di solito, andiamo in giro con tante cose in tasca e in borsa (non a caso, è tornato di moda il borsello): cellulare, a volte due; navigatore satellitare, iPod, autoradio… e poi quasi sempre andiamo in giro col computer. l’iPhone, o similari (ehm… secondo noi non ci sono similari, ma non fa nulla) almeno sostituisce molti oggetti: può essere, a tutti gli effetti, un computer, per scrivere, mandare e ricevere mail, guardare internet, guardare e modificare files di Word e di Excel… ma sostituisce anche il TomTom, ovviamente l’iPod, di conseguenza anche l’autoradio. Kindle sarebbe una cosa in più, che serve solo a guardare il giornale e a leggere libri. A nient’altro. Se andiamo già in giro con iPhone o similari e un computer, non ci verrebbe voglia di leggere queste cose su uno di questi due devices, invece che averne un terzo. Ah… in effetti vale la pena dire che in entrambi i casi (sia iPhone, che computer Windows, questa cosa è già possibile, non serve il Kindle, c’è il software, rilasciato da Amazon!! Per Mac c’è un “coming soon”, idem per Blackberry).
6) Guardiamo le funzionalità che sono previste in questi 259 dollari del Kindle: schermo bianco e nero a 16 tonalità di grigio. Già, niente colore. Formati letti, quelli di testo, da qualche giorno anche il PDF (già, fino a pochi giorni fa, non si poteva, sulla versione “piccola”, sconvolgente, no?), unico formato “multimediale” è l’MP3, significa che potete usarlo come iPod (ahahahahaa….), se proprio riuscite a trovare comoda questa cosa. Niente video, niente web (si, legge l’html ma non è uno strumento adatto alla navigazione web), non ci puoi fare giochi, non ci puoi lavorare. Qual è il senso di un oggetto? Qualcuno dice: se costasse 99 dollari, allora… Forse, ma rimarrebbe il problema: è scomodo quasi quanto un computer, ma non fa quello che fa un computer, non è comodo e tascabile come un cellulare o uno smartphone. E’ un ibrido, poco utile e poco cool.
7) Parlavamo del confronto con iPodTouch, che è tutto quello che non è un Kindle: colori, touch screen, tascabile, potente, in grado di fare qualsiasi cosa, compreso vedere un film, ascoltare la musica, chattare, usare skype, lavorare, pilotare una reflex digitale, correggere le immagini con un programma di elaborazione d’immagine, prenotare un treno e pagare il biglietto, controllare se il nostro volo è puntuale, sapere dove siamo e dove dobbiamo andare. E leggere i libri proposti da Kindle (e anche quelli di Barnes ‹ Nobles, e di altre librerie). Però costa meno. Certo, lo schermo è più piccolo (3,5″ contro 6″, ma su quello della Apple si può zoomare con le dita, spostarsi, ed è comodo. E se arriva davvero quello “grande”, atteso per gennaio, il “tablet”?
8) Parlavamo del software: oggi è disponibile Kindle per Windows, esiste da tempo Stanza per iPhone, arriverà per Mac e per Blackberry. Se parliamo di offerta di una biblioteca digitale, va benissimo Amazon, per certi versi (non tutti), ma non serve uno strumento dedicato, perché non ci sta, nelle nostre tasche e nel nostro budget. Possiamo comprarlo perché è “fun”, ma non certo perché è utile davvero. A meno che non andiamo in giro con un cellulare che permette solo di telefonare e senza computer. Ma se lo facciamo, probabilmente siamo persone interessate ad un rapporto con l’informazione e con la tecnologia meno “evoluto”, probabilmente ci piace andare in edicola, con il nostro cane, a comprare il giornale. E magari anche annusarne la carta.
9) I problemi principali, però, non sono neanche questi: il concetto è che, da editori (grandi o piccoli) finiamo nel gioco di Amazon, che ci impone delle regole, ci incastra in un meccanismo di sudditanza, di royalties, di scelte commerciali molto ristrette. Gli editori stanno cercando, Murdoch in testa, di lottare contro lo strapotere di Google che gestisce, governa e controlla le informazioni on line, e passano dalla padella alla brace (da una parte cercano di sposare Bing di Microsoft, dall’altra si affidano a Amazon). La strada dell’editoria digitale passa da meccanismi più liberi e democratici, da tecnologie che devono essere gestite direttamente in produzione e distribuzione dall’interno, usando meccanismi e soluzioni semplici, che non facciamo tanti “giri” e specialmente che possano essere monitorati direttamente dall’editore stesso. Le tecnologie devono essere disponibili per qualsiasi piattaforma, per ogni device, in modo da consentire a tutti di fruirli nel modo che preferiscono. E devono essere prodotte una sola volta… non decine di versioni… una, che si ottimizza per ciascun device che lo visualizzerà (dimensione dello schermo, risoluzione, potenza). Queste tecnologie ci sono, diamine!!
10) Infine, ma non sarebbe finita: ho detto dieci e sono dieci, ma potrebbero essere 100. Noi che ci occupiamo di immagine, dobbiamo spingere soluzioni di editoria digitale che diano più valore all’immagine. Un mezzo come Kindle ci riporta indietro di 50 anni. Abbiamo guadagnato il colore, la risoluzione, la qualità, le sfumature, la multimedialità, l’immagine in movimento. Kindle non ci offre nulla di questo, ci riporta ad un mondo di parole. Vade retro… viva la tecnologia fresca, moderna, contemporanea, brillante.
Se qualcuno è interessato al “come fare” editoria digitale di qualità, come diventare self publisher, vogliamo dire che è il momento giusto: i grandi editori sembrano alla finestra a guardare cosa succede, fermi a causa di una mancanza di visione, a problemi interni, a problematiche che devono proteggere il delicato meccanismo della distribuzione “cartacea”. Voi (noi) siete e siamo la forza nuova dell’editoria, usando competenza, passione, visione, coraggio e… nulla da perdere. Se abbiamo un feedback serio, mettiamo insieme 2 anni di studio e ve lo mettiamo a disposizione. Fateci sapere. Non siamo contro Kindle, è anche carino… ma serve altro per rivoluzionare l’editoria (digitale o analogica che sia)… E non solo l’olezzo della carta.
Flavio Massari says:
…in effetti la carta stampata, sopratutto quella dei quotidiani, puzza proprio…
Flavio Massari says:
…in effetti la carta stampata, sopratutto quella dei quotidiani, puzza proprio…
Lucio Arboit says:
Sì Luca sono d’accordo con te… un oggetto informatico che si camuffa da libro o da giornale è un tentativo ingenuo di riproporre lo statuto gutemberghiano, io un po’ la posso capire la questione del profumo della carta, a casa ho 5 computer sparsi in giro, ma anche una bella biblioteca, ho tagliato le pagine delle edizioni Ricciardi col coltello, e le pagine delle edizioni con la carta di riso non le giro leccando l’indice perché non si rovinino, tuttavia un oggetto che vorrebbe in qualche maniera rievocare il primato del testo, snobisticamente inetto alla vera multimedialità, non mi convince.
un saluto e riposati ogni tanto
Lucio Arboit says:
Sì Luca sono d’accordo con te… un oggetto informatico che si camuffa da libro o da giornale è un tentativo ingenuo di riproporre lo statuto gutemberghiano, io un po’ la posso capire la questione del profumo della carta, a casa ho 5 computer sparsi in giro, ma anche una bella biblioteca, ho tagliato le pagine delle edizioni Ricciardi col coltello, e le pagine delle edizioni con la carta di riso non le giro leccando l’indice perché non si rovinino, tuttavia un oggetto che vorrebbe in qualche maniera rievocare il primato del testo, snobisticamente inetto alla vera multimedialità, non mi convince.
un saluto e riposati ogni tanto
stefano says:
Ho visto questi aggeggi per la prima volta proprio ieri al centro commerciale. Non ne avevo mai sentito parlare. Appeno visti mi hanno incuriosito mi sono avvicinato e ho provato a “toucchare” lo schermo ed allargare il testo con le dita. Che delusione. Ho notato poi uno schermo grigio che si governava ancora con i pulsanti. Ho pensato ma a cosa mi serve dato che ho un paio di mac e l’i-phone e tra l’altro costa cisrca 250 euro. Old Technology!!!
stefano says:
Ho visto questi aggeggi per la prima volta proprio ieri al centro commerciale. Non ne avevo mai sentito parlare. Appeno visti mi hanno incuriosito mi sono avvicinato e ho provato a “toucchare” lo schermo ed allargare il testo con le dita. Che delusione. Ho notato poi uno schermo grigio che si governava ancora con i pulsanti. Ho pensato ma a cosa mi serve dato che ho un paio di mac e l’i-phone e tra l’altro costa cisrca 250 euro. Old Technology!!!
eman says:
Ciao Luca, come sai io sono mooolto interessato sia al self publishing sia al futuro dell’editoria online ( e credimi avrei voluto che ci fosso l’occasione di vederti all’opera, ma tornerò all’attacco!)
Per quanto riguarda la carta stampata e l’importanza delle immagini ti segnalo una piccola riflessione: in libreria ho trovato il libro anniversario di PRADA, un progetto tutto sommato fin troppo semplice, molte foto delle campagne, un po’ di vernice offset sulle immagini, un tomo simile ad una enciclopedia…
Guardo incuriosito il colophon e scopro che: il team di creativi che ha realizzato il libro è New yorkese, il libro è stato stampato in Cina; il costo proibitivo del volume di 100 euro… Insomma un prodotto simbolo del “made in Italy” completamente realizzato fuori dai confini del Belpaese e venduto ad una cifra spropositata…
Ma perchè PRADA a Seoul fa costruire da REM KOOLAS una costruzione avveniristica come il PRADA TRANSFORMER e poi fa cataloghi degni della Treccani?
Credo che il problema, in questo momento, sia quello di trovare degli editori “pionieri” o “rompighiaccio”, purtroppo è difficile vedere il mercato italiano che investa sull’innovazione…
Vuol dire che dovremmo farcela da soli la rivoluzione! ;-)
eman says:
Ciao Luca, come sai io sono mooolto interessato sia al self publishing sia al futuro dell’editoria online ( e credimi avrei voluto che ci fosso l’occasione di vederti all’opera, ma tornerò all’attacco!)
Per quanto riguarda la carta stampata e l’importanza delle immagini ti segnalo una piccola riflessione: in libreria ho trovato il libro anniversario di PRADA, un progetto tutto sommato fin troppo semplice, molte foto delle campagne, un po’ di vernice offset sulle immagini, un tomo simile ad una enciclopedia…
Guardo incuriosito il colophon e scopro che: il team di creativi che ha realizzato il libro è New yorkese, il libro è stato stampato in Cina; il costo proibitivo del volume di 100 euro… Insomma un prodotto simbolo del “made in Italy” completamente realizzato fuori dai confini del Belpaese e venduto ad una cifra spropositata…
Ma perchè PRADA a Seoul fa costruire da REM KOOLAS una costruzione avveniristica come il PRADA TRANSFORMER e poi fa cataloghi degni della Treccani?
Credo che il problema, in questo momento, sia quello di trovare degli editori “pionieri” o “rompighiaccio”, purtroppo è difficile vedere il mercato italiano che investa sull’innovazione…
Vuol dire che dovremmo farcela da soli la rivoluzione! ;-)
marco says:
In parte ripeto cose già dette a proposito della prima puntata Kindle.
Personalmente, oltre ad utilizzare la tecnologia in modo abbastanza intensivo, credo che uno sguardo disincantato ai media della comunicazione debba considerare le caratteristiche anche di quelli “vecchi”. In sostanza il libro ha enormi qualità. Uso iphone per fare una quantità di cose, dall’informazione quotidiana, alla consultazione di archivi, di testi tecnici, del web, alle mappe, faccio foto, video, messaggi e ogni tanto telefono pure e altre cose ora me le dimentico. Ma un libro costruisce una qualità dell’interazione tra oggetta e persona che é a mio parere unica e straordinaria. Per una buona ecologia dei media non butterei via nulla, se una media é consolidato ed altamente efficace perchè buttarlo?
Alcuni media nuovi sono delle patacche, esempio il videotelefono c’é da almeno quindici anni, ma é una patacca perchè non serve a nulla. Obbliga a stare seduti e diventare un attore (per simulare bene). Concordo dunque nel dire che, almeno allo stato attuale, il Kindle é una patacca. Tenendo conto che di sistemi elettronici di lettura se ne parla da almeno una decina d’anni, se non di più.
Aspettiamo l’uscita di altri sistemi che saranno più interessanti e vedremo. Ma spero proprio che il libro non scompaia, sarebbe una grande perdita comunicativa.
marco
marco says:
In parte ripeto cose già dette a proposito della prima puntata Kindle.
Personalmente, oltre ad utilizzare la tecnologia in modo abbastanza intensivo, credo che uno sguardo disincantato ai media della comunicazione debba considerare le caratteristiche anche di quelli “vecchi”. In sostanza il libro ha enormi qualità. Uso iphone per fare una quantità di cose, dall’informazione quotidiana, alla consultazione di archivi, di testi tecnici, del web, alle mappe, faccio foto, video, messaggi e ogni tanto telefono pure e altre cose ora me le dimentico. Ma un libro costruisce una qualità dell’interazione tra oggetta e persona che é a mio parere unica e straordinaria. Per una buona ecologia dei media non butterei via nulla, se una media é consolidato ed altamente efficace perchè buttarlo?
Alcuni media nuovi sono delle patacche, esempio il videotelefono c’é da almeno quindici anni, ma é una patacca perchè non serve a nulla. Obbliga a stare seduti e diventare un attore (per simulare bene). Concordo dunque nel dire che, almeno allo stato attuale, il Kindle é una patacca. Tenendo conto che di sistemi elettronici di lettura se ne parla da almeno una decina d’anni, se non di più.
Aspettiamo l’uscita di altri sistemi che saranno più interessanti e vedremo. Ma spero proprio che il libro non scompaia, sarebbe una grande perdita comunicativa.
marco
maxfabrizi says:
ciao Luca,
visto che ho portato pazienza!
Ti ringrazio della risposta al post di domenica scorsa per le dieci tesi per cui il kindle non avrà futuro. Alcune cose le condivido appieno altre non proprio ed altre ancora mi sono oscure. Ora ti scrivo il perché, poi voglio fare anche l’avvocato del diavolo e provare a vedere di dare ragione ad Amazon. :)) Vediamo se regge il confronto:
1- Quando dici che ancora non sono chiare le strade a me viene in mente quando Apple debutto con l’ipod ed itunes anche allora (all’inizio) la strada non era chiara chiara. Anzi gli unici che forse avevano chiara la strategia erano quelli di apple (forse come amazon oggi!)
2- Qui mi trovi daccordo in quanto a numeri e quindi, che sicuramente apple non starà ferma con il suo potenziale di giocattolini in commercio.
3- chi è abituato a leggere il giornale tutti i giorni ha la possibilità di avere su un unico dispositivo più quotidiani, gli altri, se lo acquistano ci leggono i libri (altra grande fetta di mercato).
4-5-6- I grandi paregnosti di amazon hanno volutamente castrato il kindle al livello di firmware, in questi giorni hanno rilasciato l’upgrade per il pdf, guarda caso prima di natale e poco prima che sony ed altri concorrenti rilasciassero i loro rispettivi modelli. Per quanto riguarda caratteristiche e funzionalità harware, sicuramente oggi giorno è un device vecchio per le cose non messe, (colori usb connessioni ecc ecc) ma ad esempio per leggere con la tecnologia inkqualcosa ora mi sfugge ma a mezzanotte permettimelo :) la lettura è molto meglio che su uno schermo brillante a led dove la troppa brillantezza su un iphone ad esempio stanca a lungo andare la vista.
Portabilità: 1 a 0 per gli smartphone se vediamo il device come ho detto sopra, all’estremizzazione.
Ma se ad esempio valutiamo il device come strumento di sapere scolastico, immagina se tramite firmware aggiungono il copia incolla e sottolinea o evidenzia, come in un libro?! Immagina i ragazzi nativi digitali tra due o tre anni e immagina le case editrici che come per le case discografiche che si sono praticamente messe a novanta gradi con apple pur non avendo il mercato musicale.
Amazon, di fatto, ha già il mercato librario mondiale in quanto a vendite on-line.
In un unico gingillo tutti i libri che un ragazzo deve avere per studiare. Quel giocattolo se piglia piede per come la vedo io non lo mettono 250,00 euro,ma il doppio. Immagina le famiglie tra qualche anno che invece di acquistare 350 – 400 euro di libri all’anno per 11 anni, (3 anni di medie, 5 di superiori, 3 di laurea) acquistano 500,00 euro di kindle e 200,00 euro di libri digitali all’anno. Ci guadagnano tutti, ovvio chi più chi meno ma questo è un altro discorso.
In quanto all’mp3 immagina di poter studiare, ascoltare e ripetere una lingua e fare direttamente gli esercizi sul kindle col copia incolla evidenzia. E magari spedire il compito al professore tramite connessione wireless e senza connessione esterne (protezione totale contro quello che succede adesso quando i ragazzini studiano e si collegano su internet per recuperare notizie). Pensi che tutto questo non possa avere mercato, riflettici.
Loro stanno mettendo le basi non su l’aspetto ludico e cool, ma sul sapere dei futuri ragazzi e quindi sulla formazione dei futuri uomini di domani.
Questo è uno strumento che gli è costato poco in ricerca e sviluppo gli costa poco di produzione e massimizza il guadagno subito. Tastano il terreno e poi mettere uno due o tre gadget in più, sia via firmware che eventualmente hardware è un attimo.
I concorrenti secondo me ancora non lo hanno capito. Si concentrano tutti sull’editoria dei quotidiani, ma non hanno capito che i quotidiani difficilmente riusciranno a vendere notizie a pagamento sul gingillo Amazon. Lì si che iphone e similari hanno già vinto, se devo leggere una notizia di 500 o 1000 battute o anche fossero di 3000, non mi compro certo una roba del genere. In quel campo hai ragione te, ma se studio? Allora cambia la musica.
Oggi Amazon ha il più grande servizio hosting storage al mondo (AWS) (facebook, twitter e molti altri player mondiali si appoggiano sui suoi server) una delle rivendite di libri più grande al mondo, unisci le due cose mettici un contratto con i maggiori editori al mondo e vedi cosa ne esce per nostri futuri ragazzi. Io la vedo come una grande biblioteca d’Alessandria on line, in mano ad una sola azienda.
Per le altre ipotesi sono d’accordo con te, ma come ti ho detto, il business di Amazon secondo me va da un’altra parte.
PS1: Data l’ora tarda e siccome lo moderi, se ci sono errori, correggi che non mi offendo. :)
PS2: Felice possessore di tre mac ed un iphone, quindi ora te lo posso dire: mi sono rotto di fare l’avvocato del diavolo. :))
ciao Luca ora spengo che vado a nanna, domani leggo la risposta tanto so che arriverà.
Notte
MAX
maxfabrizi says:
ciao Luca,
visto che ho portato pazienza!
Ti ringrazio della risposta al post di domenica scorsa per le dieci tesi per cui il kindle non avrà futuro. Alcune cose le condivido appieno altre non proprio ed altre ancora mi sono oscure. Ora ti scrivo il perché, poi voglio fare anche l’avvocato del diavolo e provare a vedere di dare ragione ad Amazon. :)) Vediamo se regge il confronto:
1- Quando dici che ancora non sono chiare le strade a me viene in mente quando Apple debutto con l’ipod ed itunes anche allora (all’inizio) la strada non era chiara chiara. Anzi gli unici che forse avevano chiara la strategia erano quelli di apple (forse come amazon oggi!)
2- Qui mi trovi daccordo in quanto a numeri e quindi, che sicuramente apple non starà ferma con il suo potenziale di giocattolini in commercio.
3- chi è abituato a leggere il giornale tutti i giorni ha la possibilità di avere su un unico dispositivo più quotidiani, gli altri, se lo acquistano ci leggono i libri (altra grande fetta di mercato).
4-5-6- I grandi paregnosti di amazon hanno volutamente castrato il kindle al livello di firmware, in questi giorni hanno rilasciato l’upgrade per il pdf, guarda caso prima di natale e poco prima che sony ed altri concorrenti rilasciassero i loro rispettivi modelli. Per quanto riguarda caratteristiche e funzionalità harware, sicuramente oggi giorno è un device vecchio per le cose non messe, (colori usb connessioni ecc ecc) ma ad esempio per leggere con la tecnologia inkqualcosa ora mi sfugge ma a mezzanotte permettimelo :) la lettura è molto meglio che su uno schermo brillante a led dove la troppa brillantezza su un iphone ad esempio stanca a lungo andare la vista.
Portabilità: 1 a 0 per gli smartphone se vediamo il device come ho detto sopra, all’estremizzazione.
Ma se ad esempio valutiamo il device come strumento di sapere scolastico, immagina se tramite firmware aggiungono il copia incolla e sottolinea o evidenzia, come in un libro?! Immagina i ragazzi nativi digitali tra due o tre anni e immagina le case editrici che come per le case discografiche che si sono praticamente messe a novanta gradi con apple pur non avendo il mercato musicale.
Amazon, di fatto, ha già il mercato librario mondiale in quanto a vendite on-line.
In un unico gingillo tutti i libri che un ragazzo deve avere per studiare. Quel giocattolo se piglia piede per come la vedo io non lo mettono 250,00 euro,ma il doppio. Immagina le famiglie tra qualche anno che invece di acquistare 350 – 400 euro di libri all’anno per 11 anni, (3 anni di medie, 5 di superiori, 3 di laurea) acquistano 500,00 euro di kindle e 200,00 euro di libri digitali all’anno. Ci guadagnano tutti, ovvio chi più chi meno ma questo è un altro discorso.
In quanto all’mp3 immagina di poter studiare, ascoltare e ripetere una lingua e fare direttamente gli esercizi sul kindle col copia incolla evidenzia. E magari spedire il compito al professore tramite connessione wireless e senza connessione esterne (protezione totale contro quello che succede adesso quando i ragazzini studiano e si collegano su internet per recuperare notizie). Pensi che tutto questo non possa avere mercato, riflettici.
Loro stanno mettendo le basi non su l’aspetto ludico e cool, ma sul sapere dei futuri ragazzi e quindi sulla formazione dei futuri uomini di domani.
Questo è uno strumento che gli è costato poco in ricerca e sviluppo gli costa poco di produzione e massimizza il guadagno subito. Tastano il terreno e poi mettere uno due o tre gadget in più, sia via firmware che eventualmente hardware è un attimo.
I concorrenti secondo me ancora non lo hanno capito. Si concentrano tutti sull’editoria dei quotidiani, ma non hanno capito che i quotidiani difficilmente riusciranno a vendere notizie a pagamento sul gingillo Amazon. Lì si che iphone e similari hanno già vinto, se devo leggere una notizia di 500 o 1000 battute o anche fossero di 3000, non mi compro certo una roba del genere. In quel campo hai ragione te, ma se studio? Allora cambia la musica.
Oggi Amazon ha il più grande servizio hosting storage al mondo (AWS) (facebook, twitter e molti altri player mondiali si appoggiano sui suoi server) una delle rivendite di libri più grande al mondo, unisci le due cose mettici un contratto con i maggiori editori al mondo e vedi cosa ne esce per nostri futuri ragazzi. Io la vedo come una grande biblioteca d’Alessandria on line, in mano ad una sola azienda.
Per le altre ipotesi sono d’accordo con te, ma come ti ho detto, il business di Amazon secondo me va da un’altra parte.
PS1: Data l’ora tarda e siccome lo moderi, se ci sono errori, correggi che non mi offendo. :)
PS2: Felice possessore di tre mac ed un iphone, quindi ora te lo posso dire: mi sono rotto di fare l’avvocato del diavolo. :))
ciao Luca ora spengo che vado a nanna, domani leggo la risposta tanto so che arriverà.
Notte
MAX
Luca Pianigiani says:
Sono contento che questa settimana ci sono commenti anche di persone “nuove” (alcuni amici di vecchia data). Domani con calma rispondo… ora troppo incasinato a chiudere dei lavori, e troppo stanco. Ma sono contento: il livello delle opinioni è profondo, quello che forse non è stato chiaro è che non sono “contro” le soluzioni in questioni, dico che ci sono “soluzioni migliori”, che penso che Amazon faccia benissimo il suo lavoro e stia portando avanti la sua strategia in modo eccezionale. Ma… non è detto che sia la strategia giusta per gli editori. E poi non ho trattato l’argomento libri, che mi interessa meno, anche se sogno ancora nuove strade per i libri, che non sono la conversione digitale della carta, ma molto di più…. ma è un’altra storia.
Luca Pianigiani says:
Sono contento che questa settimana ci sono commenti anche di persone “nuove” (alcuni amici di vecchia data). Domani con calma rispondo… ora troppo incasinato a chiudere dei lavori, e troppo stanco. Ma sono contento: il livello delle opinioni è profondo, quello che forse non è stato chiaro è che non sono “contro” le soluzioni in questioni, dico che ci sono “soluzioni migliori”, che penso che Amazon faccia benissimo il suo lavoro e stia portando avanti la sua strategia in modo eccezionale. Ma… non è detto che sia la strategia giusta per gli editori. E poi non ho trattato l’argomento libri, che mi interessa meno, anche se sogno ancora nuove strade per i libri, che non sono la conversione digitale della carta, ma molto di più…. ma è un’altra storia.
marco says:
Oggi su radio 3 si é parlato di tecnologie e anche di Kindle, e si é raccontato un episodio, quantomeno curioso, per non dire di più. Per ragioni di diritti Amazon ha dovuto togliere 1984 di Orwell (curiosa coincidenza) dai suoi scaffali, risultato, gli acquirenti virtuali del libro non se lo sono più ritrovato dopo averlo pagato. Il fatto in se si sarà anche aggiustato, ma é come se il libraio venisse a portarmi via i libri da casa che mi ha venduto!!
alla prossima
marco
marco says:
Oggi su radio 3 si é parlato di tecnologie e anche di Kindle, e si é raccontato un episodio, quantomeno curioso, per non dire di più. Per ragioni di diritti Amazon ha dovuto togliere 1984 di Orwell (curiosa coincidenza) dai suoi scaffali, risultato, gli acquirenti virtuali del libro non se lo sono più ritrovato dopo averlo pagato. Il fatto in se si sarà anche aggiustato, ma é come se il libraio venisse a portarmi via i libri da casa che mi ha venduto!!
alla prossima
marco
Luca Pianigiani says:
Si Marco, del discorso 1984 su Kindle si è discusso molto :-) appena riesco in nottata rispondo alle altre cose !
Luca Pianigiani says:
Si Marco, del discorso 1984 su Kindle si è discusso molto :-) appena riesco in nottata rispondo alle altre cose !
Grazia Neri says:
Bravo Luca seguo Jumper con passione. Kindle serve se si va in vacanza alle Maldive per non portare i libri. Non ho potuto seguirti a Forma perchè aiutavo per un trasloco. Ciao Grazia
Grazia Neri says:
Bravo Luca seguo Jumper con passione. Kindle serve se si va in vacanza alle Maldive per non portare i libri. Non ho potuto seguirti a Forma perchè aiutavo per un trasloco. Ciao Grazia
Daniele Catellani says:
Ciao luca, ho letto attentamente i punti che hai elencato e devo dire che sebbene su alcuni sia d’accordo, altri mi sembrano trattati con superficialita’.
Tu accomuni piu’ volte il Kindle con l’iPhone/iPod, questo paragone secondo me e’ poco calzante in quanto i due “aggeggi” hanno scopi completamente diversi.
L’iPhone (e gli altri smartphone, da cui non differisce di molto.. e qui potrebbe nascere una discussione a parte, ma tralasciamo) sono poco piu’ di orologi da polso con un lcd.. oltre a controllare le mail, messaggi e forse seguire twitter dubito che molti usino il loro telefono per leggere articoli di wikipedia o come nel caso da te citato interi articoli di giornale, per pochi semplici motivi:
– lo schermo e’ tremendamente troppo piccolo (deve poter entrare nelle tasche!) e alla gente non piace dover scrollare la pagina per riuscire a finire di leggere una riga.
– Leggere su lcd stanca incredibilmente la vista.
Per questo secondo me il Kindle non e’ un oggetto “datato” che ci manda indietro di anni nel campo dell’editoria.. anzi..
Quanti libri hai mai letto su uno Smartphone?
Kindle e’ stato studiato in tutto e per tutto per essere uno strumento che “cerchi” di sostituire completamente i libri cartacei (non parlo di riviste, ma di libri di narrativa/tecnici) e percio’ la sua “nicchia ecologica” non e’ in alcun modo in sovrapposizione con quella dei device che hai citato tu.
Ti porto qualche esempio di features del Kindle che mi aspettavo di vedere citate direttamente da te nel post e che invece non ho trovato:
Lo schermo utilizza una tecnologia detta E-ink, questo tipo di schermo ha un ottimo contrasto pari quasi a quello dato dalla carta il che rende la lettura molto meno stancante per gli occhi. La stessa tecnologia fa anche si’, che una volta “disegnata” la pagina sul display, non sia piu’ necessaria alimentazione per mantenere l’immagine (e qui sta la ragione dell’assenza di colori, piuttosto che dello schermo touch). Questa cosa fa si che la batteria del Kindle possa durare per settimane o mesi.. in base a quanto uno legge, ovviamente!
A quanto ne so questo e’ il primo uso commerciale di un display di questo tipo e non e’ una cosa da scartare cosi’ su due piedi. Se qualcuno usa il tuo suo telefono per leggere la posta, seguire notizie online, telefonare etc.. quanto puo’ reggere la batteria? dire 2 giorni sarebbe essere moooolto ottimisti!
Questo e’ il punto di quest’oggetto secondo me.. Quando mi sposto e viaggio ho con me sia il pc portatile che lo smartphone, ma anche un bel libro di carta.. e il kindle si propone di perdere il posto di quest’ultimo, non dei primi due!
Daniele Catellani says:
Ciao luca, ho letto attentamente i punti che hai elencato e devo dire che sebbene su alcuni sia d’accordo, altri mi sembrano trattati con superficialita’.
Tu accomuni piu’ volte il Kindle con l’iPhone/iPod, questo paragone secondo me e’ poco calzante in quanto i due “aggeggi” hanno scopi completamente diversi.
L’iPhone (e gli altri smartphone, da cui non differisce di molto.. e qui potrebbe nascere una discussione a parte, ma tralasciamo) sono poco piu’ di orologi da polso con un lcd.. oltre a controllare le mail, messaggi e forse seguire twitter dubito che molti usino il loro telefono per leggere articoli di wikipedia o come nel caso da te citato interi articoli di giornale, per pochi semplici motivi:
– lo schermo e’ tremendamente troppo piccolo (deve poter entrare nelle tasche!) e alla gente non piace dover scrollare la pagina per riuscire a finire di leggere una riga.
– Leggere su lcd stanca incredibilmente la vista.
Per questo secondo me il Kindle non e’ un oggetto “datato” che ci manda indietro di anni nel campo dell’editoria.. anzi..
Quanti libri hai mai letto su uno Smartphone?
Kindle e’ stato studiato in tutto e per tutto per essere uno strumento che “cerchi” di sostituire completamente i libri cartacei (non parlo di riviste, ma di libri di narrativa/tecnici) e percio’ la sua “nicchia ecologica” non e’ in alcun modo in sovrapposizione con quella dei device che hai citato tu.
Ti porto qualche esempio di features del Kindle che mi aspettavo di vedere citate direttamente da te nel post e che invece non ho trovato:
Lo schermo utilizza una tecnologia detta E-ink, questo tipo di schermo ha un ottimo contrasto pari quasi a quello dato dalla carta il che rende la lettura molto meno stancante per gli occhi. La stessa tecnologia fa anche si’, che una volta “disegnata” la pagina sul display, non sia piu’ necessaria alimentazione per mantenere l’immagine (e qui sta la ragione dell’assenza di colori, piuttosto che dello schermo touch). Questa cosa fa si che la batteria del Kindle possa durare per settimane o mesi.. in base a quanto uno legge, ovviamente!
A quanto ne so questo e’ il primo uso commerciale di un display di questo tipo e non e’ una cosa da scartare cosi’ su due piedi. Se qualcuno usa il tuo suo telefono per leggere la posta, seguire notizie online, telefonare etc.. quanto puo’ reggere la batteria? dire 2 giorni sarebbe essere moooolto ottimisti!
Questo e’ il punto di quest’oggetto secondo me.. Quando mi sposto e viaggio ho con me sia il pc portatile che lo smartphone, ma anche un bel libro di carta.. e il kindle si propone di perdere il posto di quest’ultimo, non dei primi due!
Luca Pianigiani says:
Daniele, ti assicuro che seguo l’evoluzione della tecnologia e-ink con grande attenzione e per nulla superficiale. Ho iniziato ad occuparmene con profondo interesse almeno 5 anni fa quando era solo una tecnologia e non ancora un prodotto. Il trattato del sj non è superficiale, è… Breve. Se vuoi possiamo approfondirlo, e non sto dicendo che kindle non serva a nulla: per i libri, suo campo primario, può avere e ha un senso. Ma leggi il titolo: si parlava di quotidiani e ho aggiunto il concetto riviste. Purtroppo molti editori hanno capito che kindle può essere una strada, io non sono d’accordo e ogni giorno approfondisco tecnologie che lo confermano. Non è questa la sede, saremmo troppo off topic credo, ma se vuoi ti posso parlare di come, secondo me, l’editoria diventerà digitale e, per farlo, ha bisogno di altre cose: business models, studio di interazione digitale, interfacce emotive, forse addirittura strade di augmented reality… Non di un kindle. I libri sono altro discorso che
come avrai letto non ho considerato. Se vuoi posso darti conferme del fatto che nella
mia mente questo argomento è tutt’altro che guardato con leggerezza. E poi forse tutto questo dovremmo ridiscuterlo attorno o dopo la prima decade di gennaio……..
Luca Pianigiani says:
Daniele, ti assicuro che seguo l’evoluzione della tecnologia e-ink con grande attenzione e per nulla superficiale. Ho iniziato ad occuparmene con profondo interesse almeno 5 anni fa quando era solo una tecnologia e non ancora un prodotto. Il trattato del sj non è superficiale, è… Breve. Se vuoi possiamo approfondirlo, e non sto dicendo che kindle non serva a nulla: per i libri, suo campo primario, può avere e ha un senso. Ma leggi il titolo: si parlava di quotidiani e ho aggiunto il concetto riviste. Purtroppo molti editori hanno capito che kindle può essere una strada, io non sono d’accordo e ogni giorno approfondisco tecnologie che lo confermano. Non è questa la sede, saremmo troppo off topic credo, ma se vuoi ti posso parlare di come, secondo me, l’editoria diventerà digitale e, per farlo, ha bisogno di altre cose: business models, studio di interazione digitale, interfacce emotive, forse addirittura strade di augmented reality… Non di un kindle. I libri sono altro discorso che
come avrai letto non ho considerato. Se vuoi posso darti conferme del fatto che nella
mia mente questo argomento è tutt’altro che guardato con leggerezza. E poi forse tutto questo dovremmo ridiscuterlo attorno o dopo la prima decade di gennaio……..
Luca Pianigiani says:
Guardate questo video
Tanto per capirci, se parliamo di riviste digitali, forse dobbiamo entrare in quest’ottica, che pur non è ancora quello che abbiamo in mente, e che non risolve alcune problematiche. Si tratta di una proposta di Time, che apre lo spiraglio di quello che potrebbe/dovrebbe essere la prossima rivoluzione dei devices Apple (il famoso “tablet” di cui si parla da anni) e che potrebbe vedere la luce a breve.
Luca Pianigiani says:
Guardate questo video
Tanto per capirci, se parliamo di riviste digitali, forse dobbiamo entrare in quest’ottica, che pur non è ancora quello che abbiamo in mente, e che non risolve alcune problematiche. Si tratta di una proposta di Time, che apre lo spiraglio di quello che potrebbe/dovrebbe essere la prossima rivoluzione dei devices Apple (il famoso “tablet” di cui si parla da anni) e che potrebbe vedere la luce a breve.
Marco says:
Perfetto, in sostanza un ipertestualità dove il visivo la fa da padrone, sia nel format statico che audiovisivo. Se guardate l’esempio la lettura é confinta in secondo piano.
Chiaro é una demo delle potenzialità ma é anche una presentazione di quella che interessa realizzare a Time nel futuro. Poi si deve stare attenti a fare i futurologi, ma se si sta alla demo, quello che si vede é che il linguaggio principe é il visivo/audiovisivo.
E in questo senso una rivista, un quotidiano, rischiano veramente di scomparire, anche perchè le dimensione del futuro tablet non sono insignificanti e le immagini come i video si iniziano godere bene.
Un manuale tecnico, sarà una figata pensato con queste tecnologie, un aggiornamento professionale pure, ma un libro di Hesse continuo a pensare che me lo leggo più volentieri sulla carta per tutte le ragioni dette prima. So che non hai parlato di libri, ma ho aggiunto lo stesso questa considerazione.
marco
Marco says:
Perfetto, in sostanza un ipertestualità dove il visivo la fa da padrone, sia nel format statico che audiovisivo. Se guardate l’esempio la lettura é confinta in secondo piano.
Chiaro é una demo delle potenzialità ma é anche una presentazione di quella che interessa realizzare a Time nel futuro. Poi si deve stare attenti a fare i futurologi, ma se si sta alla demo, quello che si vede é che il linguaggio principe é il visivo/audiovisivo.
E in questo senso una rivista, un quotidiano, rischiano veramente di scomparire, anche perchè le dimensione del futuro tablet non sono insignificanti e le immagini come i video si iniziano godere bene.
Un manuale tecnico, sarà una figata pensato con queste tecnologie, un aggiornamento professionale pure, ma un libro di Hesse continuo a pensare che me lo leggo più volentieri sulla carta per tutte le ragioni dette prima. So che non hai parlato di libri, ma ho aggiunto lo stesso questa considerazione.
marco
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