Siamo tornati da un paio di giorni dalla “Fiera più importante al mondo” per la fotografia, ed eccoci ad un appuntamento obbligato con un commento ponderato sulla Photokina 2010, dopo i vari report che abbiamo pubblicato live e “a caldo” durante i giorni che abbiamo passato a Colonia. Non è un compito facile, ma ci proviamo, partendo da speranze, delusioni, argomentazioni, dubbi.
1) Speranze.
Le speranze dei professionisti erano forse rivolte a qualche novità davvero succosa, magari una “DS Mark IV” o una D4… ma nulla di questo. Ma forse è un segno positivo: dobbiamo smetterla con il consumismo, e le aziende in questione, Canon e Nikon, forse condividono. Certo, c’è movimento e mare agitato nei modelli consumer e prosumer (Canon D60 da un lato, Nikon 7000D dall’altro: due apparecchi entrambi interessanti anche in mano ai professionisti che vogliono qualità ma anche un prodotto non estremamente impegnativo dal punto di vista dei costi), ma in campo professionale estremo ci si muove con attenzione e senza troppo stress. Le macchine che ci sono oggi sul mercato, al massimo livello (sia sui banconi di vendita che nelle borse dei professionisti) sono più che adeguate per rispondere ad ogni esigenza. Il prossimo step, che deve riuscire a fare e far fare un significativo passo in avanti dal punto di vista qualitativo, non è ancora maturo, c’è bisogno di attendere, magari anche capire davvero quali saranno le esigenze reali dei professionisti: 30 milioni di pixel (o anche più?), velocità? riduzione del rumore? Non abbiamo già raggiunto un livello incredibile? Serviranno sicuramente altre cose, altra qualità, ma non siamo più nel periodo della rincorsa di una qualità digitale che non soddisfa ancora. La qualità ce l’abbiamo, quindi le “speranze” in questo campo non hanno trovato un nome e una sigla, ma questo non è un segno negativo, lo ripetiamo: possiamo fare i nostri investimenti, se ci servono, con serenità, oppure possiamo continuare a lavorare con gli apparecchi che abbiamo (e, di questi tempi, non è poi così male).
2) Delusioni.
I giornalisti che sono intervenuti erano tutti a caccia della fantomatica “EVIL” di Canon e anche di Nikon. Due di picche… nessuna conferma e nemmeno nessuna ipotesi. Un collega mi ha chiesto, mentre sgranocchiavo un wurstel, cosa ne pensavano i professionisti di questo tipo di fotocamera. Gli ho risposto che la maggior parte dei professionisti nemmeno lo sanno, cos’è una Evil Camera, e visto che siete in tanti che secondo noi non ne hanno mai sentito parlare, voglio chiarire che non si tratta di una fotocamera “cattiva” e nemmeno di quella fotocamera che cercavano di evitare i due fondatori di Google che dichiaravano (e poi se lo sono rimangiato parecchie volte) “Don’t Be Evil“. Sono quelle fotocamere piccole, con ottiche intercambiabili e senza specchio, che usano il mirino elettronico (Electronic Viewfinder Interchangeable Lens). Tra le protagoniste di questo mercato, le Olympus PEN, le Sony NEX, alcune Samsung ed altre. Ma per rispondere alla domanda specifica, anche conoscendole, queste fotocamere possono e potranno trovare spazio nelle tasche dei fotografi, che possono trovare affascinante e interessante avere una fotocamera di alta qualità (usano sensori grandi, obiettivi molto luminosi) molto piccola e poco appariscente. Il problema è che difficilmente potrebbero sostituire un sistema reflex 35 mm con uno EVIL, considerando anche che i costi degli apparecchi e degli obiettivi sono tutto meno che “piccoli”. In periodo di vacche grasse si può anche cadere in tentazione, ma quando i soldi sono contati, si pensa più a qualcosa di più concreto, come un’obiettivo nuovo, o altri accessori importanti. Detto questo, va detto che queste macchinette sono davvero carine, e stanno vivacizzando il mercato.
3) Medio formato e dorsi digitali.
Una tematica molto vivace, partendo dalle novità (tante) proposte da Hasselblad di cui abbiamo parlato nel report N.5, ma non solo. Le proposte di Pentax, di PhaseOne, di Leaf sono tante e “concrete”, specialmente dal punto di vista del numero di pixel che sono in grado di erogare (80 milioni da parte di Leaf Aptus-II 12, con il sensore da 10,320×7752 pixel, e addirittura fino a 200 Megapixel con l’evoluzione del modello 50MP di Hasselblad, che però promette di ottenerli con il movimento del sensore, e non con uno scatto unico). Insieme alla rincorsa e alla gara sui pixel, sta maturando una battaglia ancora più vivace e complessa che è quella del prezzo: tutti stanno cercando di avvicinarsi alla cifra dei “sotto 10.000” euro per la configurazione base, per tentare chi oggi vuole acquistare una fotocamera reflex DSLR top di gamma.
Si sono rivisti anche “dorsi da soli”, addirittura abbiamo rivisto dei dorsi a scansione, oppure modelli che – come quello di Hasselblad – propongono un look and feel (e l’adattamento meccanico, ovviamente) con gli apparecchi analogici della casa. Oppure, al contrario, si sono anche viste soluzioni per adattare su banco fotocamere Nikon e Canon, potendone sfruttare tutti i movimenti di macchina: la proposta è quella della Sinar p-srl.
C’era vita, in questi settori. Qualche anno fa sembrava fosse una battaglia impossibile da vincere, ora si vede che c’è un’area di utenti che si rivolge a questa tipologia di prodotto, magari non con i numeri di venti anni fa (quando il medio formato era quasi un “must” per molte fasce di professionisti), ma esiste e si sta specializzando, offrendo una visione moderna e interessante. Sarebbe interessante approfondire, magari con dei test, le specificità di ogni prodotto, non sappiamo se sarà facile e/o possibile, ma ci proveremo, se anche i distributori e importatori italiani dimostreranno di credere in questa scommessa.
4) Fotocamere speciali, grande formato
C’era spazio per tutti, e forse stupisce. Qualche nome non l’abbiamo incontrato e, come succede quando non si sentono notizie da vecchi e lontani amici, si ha un po’ paura di chiedere, per paura di fare gaffes… sai, il povero amico è morto, non ce l’ha fatta. Ma molti c’erano, ed erano arzilli e propositivi. Dagli italiani, come Vincenzo Silvestri, che purtroppo ho visto il giorno prima della fiera, ci siamo promessi di incontrarci, ma poi quando sono passato non c’era e io avevo purtroppo un aereo che mi aspettava. Ma ho saputo che sta sviluppando una fotocamera panoramica, la Horizon D-L3, in collaborazione con la russa Zenit. Settimana prossima lo provo a sentire per avere più informazioni, ma il progetto sembra davvero interessante.
Linhof ha puntato su molti accessori come la testa 3D Micro che consente controlli precisissimi, una loupe per la M679 e la Techno, un paraluce e il nuovo Rapid Change Adapter Slide sempre per le M679 e la Techno. Altre novità interessanti da Arca Swiss che punta al mercato dei fotografi di architettura, ma anche a quei fotoreporter e viaggiatori che cercano altissima qualità, con apparecchi leggeri, ma in grado di offrire prestazioni eccezionali.
Sinar ha lanciato il suo eShutter, re interpretato in una veste moderna, comandato anche da iPhone (e iPad) e completamente integrato al sistema Sinar.
Rodenstock ha presentato un’ottica HD Digaron -W 32 mm f/4 ideale per sensori dalla dimensione di 36×56 mm e 40×54 mm, che offre una focale ultragrandangolare e una resa strepitosa: bello vedere che ci sono sforzi anche in questo settore.
5) Varie sensazioni
Non possiamo trasformare questo Sunday Jumper in un libro… cerchiamo di fare il punto di alcune sensazioni, che vi trasmettiamo in modo un po’ telegrafico, ma magari saranno occasione di un approfondimento successivo (valutate che … ci saranno anche possibilità di approfondire, lo vedrete!).
– Luci, la parola d’ordine è compattezza, luce flash che si aggiorna e si rinnova, sistemi per sincronizzarla senza fili, una presenza crescente di luce continua: fluorescente, HMI, LED e sistemi di luci a basso consumo energetico.
– iPhone e iPad: tantissime aziende (Elinchrom, Sinar, Leaf e tanti altri) hanno trovato nell’iOS una soluzione per visualizzare le immagini scattate, per comandare i flash, per gestire tante attività in studio.
– V-SLR: grande presenza di nuove e strepitose ottiche, da Schneider e da Carl Zeiss, per le reflex usate nel video. Nikon presenta la sua D7000 che per la prima volta propone il full-HD e chiede al “mito” Chase Jarvis di realizzare un video e di presentarlo il giorno della “preapertura”. Infinito il numero di rig e soluzioni per questo tipo di ripresa.
– 3D: Fujifilm, Panasonic e tanti altri hanno cavalcato la ripresa a tre dimensioni. Difficile credere che sia una moda passeggera
– Stampa: prima di tutto la FineArt uno spazio forte ed importante, per la stampa di qualità. Stampare è diventato un lusso, e proprio per questo cresce il suo valore e la sua importanza nel mercato, con produttori di supporti che crescono nel numero e nell’offerta. C’era anche la stampa commerciale e anche quella da fotolaboratorio, sempre più distante dalla chimica e sempre più “total digital” o “dry” che dir si voglia: le soluzioni erano per piccole, medie e grandi produzioni, in questa ultima in particolare in evidenza la Nexpress allo stand di Kodak.
-Foto sub: c’era un’area dedicata alla fotografia subacquea, e anche in questo campo molte proposte, specialmente di fascia alta (c’erano anche le custodie per le compattine, ma abbiamo visto molte soluzioni anche per Hasselblad digitale, e anche luci da studio, con ombrelli e parabole. E persino un fotografo tedesco che realizza servizi (anche di foto di matrimonio) sotto l’acqua, se volete date un’occhiata qui.
– Immagine: c’era tanta immagine, di alta qualità: sia negli stand (un plauso a quelle esposte allo stand Leica, realizzate con S2 da Manuel Pandalis), ma anche nello spazio Visual Gallery, con soluzioni originali anche di composizione e di presentazione.
Siamo arrivati alla fine, ma l’esplorazione è solo iniziata, abbiamo tonnellate di materiale che dobbiamo spulciare, organizzare, trasformare in contenuto condivisibile con tutti voi. Ma mica che andate via, no? Noi di sicuro no, quindi ci si ritrova tutti qui, in compagnia.