Uno studio economico che mi aveva molto colpito, anni fa, riguardava la misurazione del potere di acquisto in tutto il mondo calcolato sul costo del BigMac. Il panino “più famoso al mondo”, viene calcolato come suo costo unitario a seconda della capacità di acquisto in ogni parte del mondo, e non è uno scherzo, ma un importante indice sviluppato da l’Economist; per banalizzare, negli USA un BigMac costa 3,54 Dollari, in Cina l’equivalente di 1,83 Dollari e così via. I panini più costosi da addentare sono in Danimarca (5,07$) e in Norvegia (5,79$), quelli più economici, in Malesia, 1.52 Dollari.
E’ interessante capire come un prodotto così “globale” possa darci un’indicazione concreta sul valore dei soldi in tutto il mondo, e da questo primo indice ne sono nati altri, di simili, come il caffé da Starbucks, la libreria Billy dell’Ikea (uno dei prodotti più famosi di questo marchio, quasi tutti ne hanno un pezzo in casa) e l’iPod. Qualche mese fa, sul “Sole” è uscito un articolo che proponeva un approccio proprio legato al costo dell’iPod (Nano, 8 Gb) in tutto il mondo, confrontando le ore di lavoro necessarie per poterlo acquistare. Per chi abita a Zurigo o a New York, bastano 9 ore di lavoro, ne servono 16 a Milano e 19,5 a Roma, 46 a San Paolo, 73 a Pechino, 99 a Buenos Aires, 128,5 a Manila, 168 a Nairobi (20 giorni) e un mese intero in India. Impressionante, vero?
Di solito, perdiamo tutto (siamo disordinati, e nella vita reale non c’è la funzione”cerca”), ma questo articolo lo abbiamo ritagliato e conservato: appena l’abbiamo letto, abbiamo infatti pensato che sarebbe stato interessante fare un indice di costo della fotografia in Italia. Senza la pretesa di essere “troppo serio“, senza scendere nel tono antipatico del tipo: “dimmi quanto fai pagare una foto“, e ovviamente considerando quanto possa essere variabile questo dato, non solo dal punto di vista geografico (ci sono zone d’Italia con potere economico diverso), ma anche da quello della specializzazione (un fotografo di pubblicità produce spesso una sola foto in una giornata, nella foto di matrimonio e di moda le foto possono essere centinaia). Però, malgrado questa nostra iniziativa sarà – per questi e tanti altri fattori e parametri – imprecisa e forse discutibile, potrebbe essere un primo segno di valutazione di quella che è la realtà del nostro Paese. E’ un gioco (non fateci la paternale, non abbiamo intenzione di usarla come “oro colato“, ma solo come un esercizio e un divertimento della “domenica”) che ci permette di fermarci un attimo a pensare su quello che vale il nostro lavoro, per trovare – dietro lo scherzo – la serietà di un’analisi che in questo periodo stiamo perdendo per strada. Come parametro, per essere originali e cool, abbiamo scelto l’iPad, che dall’altroieri è finalmente disponibile per l’acquisto anche in Italia. Abbiamo preso come “target” il modello base, ovvero quello con connessione solo WiFi e con 16 Gb di memoria: al pubblico, 499 Euro. Se volte fare i conti “seri” considerate i costi – sia i vostri che quelli dell’iPad – al netto dell’Iva, quindi considerate come importo netto 415 euro circa. La domanda che poniamo è: “quante foto dovete vendere per comprare un iPad”?
Qui sotto trovate una tabellina, ci si mette un secondo a compilarla, è assolutamente anonima e quindi… il senso è che è inutile mentire, non c’è modo di risalire a chi vota, e solo una risposta di massa potrebbe essere utile a capire un pochino il fenomeno. Ci saranno fotografi che risponderanno che basta che ne vendano una sola… altri che forse ne devono vendere 50 o addirittura 100. Quando e se volete commentare (nello spazio dei commenti, come di consueto) non dite quello che avete risposto nel “sondaggio”, non vogliamo sapere quello da ciascuno di voi, vogliamo un dato collettivo, l’unico che possa davvero dare un’indicazione. Se sarà un’iniziativa di successo, potremmo ogni anno riperterlo, per cercare di capire come si sposta il valore medio di una fotografia. Ma fatelo con coscienza, per favore… (e solo una volta). Lo spirito è “spiritoso”, ma non del tutto.
SONDAGGIO “Photo – iPad INDEX”, by Jumper.it
(Il sondaggio si chiude sabato 5 giugno 2010, si può votare una sola volta
ATTENZIONE: Se non volete ricevere una mail per ogni votazione, non date il vostro indirizzo di email per le notifiche!)
tiziana pannunzio says:
Però il discorso delle mie foto è un po’ a parte… Sono un fotografo d’arte ed il costo di una mia stampa autentica (tiratura max 10) è valutato con fattore 0,50. Un’opera unica (tiratura 1) però può valere anche 10 iPad, a seconda della grandezza e del tipo di stampa
tiziana pannunzio says:
Però il discorso delle mie foto è un po’ a parte… Sono un fotografo d’arte ed il costo di una mia stampa autentica (tiratura max 10) è valutato con fattore 0,50. Un’opera unica (tiratura 1) però può valere anche 10 iPad, a seconda della grandezza e del tipo di stampa
Luca Pianigiani says:
Tiziana, va bene così: ogni storia è una storia a parte… quindi è proprio la risposta collettiva che può dare una visione generale, dove la media terrà conto delle specificità di ciascuno. Grazie per la partecipazione ;-)
tiziana pannunzio says:
Prego :)
Devo anche aggiungere che questo è un periodo un po’ “tosto” per cui vendere, durante le mostre o altro, è diventato più difficile e la tentazione di svendersi c’è (sia in senso economico che in senso di contenuti, che è il mercimonio più temibile).
Per il rispetto che devo alla fotografia, piuttosto che svendermi, attacco le macchine al chiodo ed amen.
Luca Pianigiani says:
Tiziana, va bene così: ogni storia è una storia a parte… quindi è proprio la risposta collettiva che può dare una visione generale, dove la media terrà conto delle specificità di ciascuno. Grazie per la partecipazione ;-)
tiziana pannunzio says:
Prego :)
Devo anche aggiungere che questo è un periodo un po’ “tosto” per cui vendere, durante le mostre o altro, è diventato più difficile e la tentazione di svendersi c’è (sia in senso economico che in senso di contenuti, che è il mercimonio più temibile).
Per il rispetto che devo alla fotografia, piuttosto che svendermi, attacco le macchine al chiodo ed amen.
Luca Pianigiani says:
Non farlo ;-) C’è bisogno di fare uno sforzo e di crederci. So che le pacche sulle spalle non sono sufficienti… ma speriamo si possa sentire la forza dell’essere tutti vicini… è difficile per tutti, ma insieme possiamo superare le difficoltà. Auguroni, e lascia la fotocamera in mano e non appenderla al chiodo!
tiziana pannunzio says:
Grazie Luca, Maurizio e Pippo per l’incoraggiamento. Non è vero che le pacche sulle spalle servono poco, servono a non sentirsi soli in mezzo alla “barbarie” :)
Bruno tranquillo, quando poi vedono le foto inguardabili fatte dal cognato o amico di turno che s’è fatto la reflex ed il plasticotto, si pentono. Certo, per te ormai è tardi, ma è tardi anche per loro!!! :D
Luca Pianigiani says:
Non farlo ;-) C’è bisogno di fare uno sforzo e di crederci. So che le pacche sulle spalle non sono sufficienti… ma speriamo si possa sentire la forza dell’essere tutti vicini… è difficile per tutti, ma insieme possiamo superare le difficoltà. Auguroni, e lascia la fotocamera in mano e non appenderla al chiodo!
tiziana pannunzio says:
Grazie Luca, Maurizio e Pippo per l’incoraggiamento. Non è vero che le pacche sulle spalle servono poco, servono a non sentirsi soli in mezzo alla “barbarie” :)
Bruno tranquillo, quando poi vedono le foto inguardabili fatte dal cognato o amico di turno che s’è fatto la reflex ed il plasticotto, si pentono. Certo, per te ormai è tardi, ma è tardi anche per loro!!! :D
daniele robotti says:
Interessante questo discorso sui costi di beni “globalizzati”/ore di lavoro.
Io mi sono divertito a pensare il rapporto: guadagno mensile / costo della versione minima usabile nel Bel Paese (16GB + 3G a euro 600,00) ;-)
Daniele
daniele robotti says:
Interessante questo discorso sui costi di beni “globalizzati”/ore di lavoro.
Io mi sono divertito a pensare il rapporto: guadagno mensile / costo della versione minima usabile nel Bel Paese (16GB + 3G a euro 600,00) ;-)
Daniele
Francesca missan says:
..ma soprattutto quante foto dobbiamo vendere per registrarci ai Jumper Camp!
Francesca missan says:
..ma soprattutto quante foto dobbiamo vendere per registrarci ai Jumper Camp!
Luca Pianigiani says:
Immagino parlassi di Premium e non dei Camp. Nessuno obbliga all’iscrizione ovviamente, la differenza è che forse Premium aiuta a crescere, a migliorare la propria competenza e a trovare nuove aree per guadagnare di più e scoprire nuove aree di business… Direi che non c’entra molto con l’iPad ;-)
Luca Pianigiani says:
Immagino parlassi di Premium e non dei Camp. Nessuno obbliga all’iscrizione ovviamente, la differenza è che forse Premium aiuta a crescere, a migliorare la propria competenza e a trovare nuove aree per guadagnare di più e scoprire nuove aree di business… Direi che non c’entra molto con l’iPad ;-)
Maurizio Erra says:
Ciao, davvero strano che in questo periodo possa risponderti alla domenica, sono un fotografo di eventi, anche, e come credo si sappia il fotografo, in generale, è quello che lavora quando e dove gli altri si divertono. Ti ho dato un prezzo riferito ad un matrimonio medio. Un pensiero consolatore per Tiziana:
resisti! Più resisti e più gli scattini schiacciati dalla crisi desistono lasciando conseguentemente spazio a chi vale. uUn in bocca al lupo a te e a tutti coloro che amano la fotografia .
Maurizio Erra says:
Ciao, davvero strano che in questo periodo possa risponderti alla domenica, sono un fotografo di eventi, anche, e come credo si sappia il fotografo, in generale, è quello che lavora quando e dove gli altri si divertono. Ti ho dato un prezzo riferito ad un matrimonio medio. Un pensiero consolatore per Tiziana:
resisti! Più resisti e più gli scattini schiacciati dalla crisi desistono lasciando conseguentemente spazio a chi vale. uUn in bocca al lupo a te e a tutti coloro che amano la fotografia .
Pippo Nicoletti says:
Ciao,
apprezzo molto la tua maniera di “trattare” questa professione che di questi tempi se non si ama alla follia non si svolge.
Grazie
Pippo Nicoletti says:
Ciao,
apprezzo molto la tua maniera di “trattare” questa professione che di questi tempi se non si ama alla follia non si svolge.
Grazie
Bruno Gili says:
Ciao,
la fotografia per tantissimi anni mi ha dato entusiasmo, impegno, lavoro, da vivere e molto di più
ma da quando si è sviluppato il digitale ho visto una caduta verticale della richista di qualità da parte
di tantissimi, da chi si sposa ad aziende.
Quando una copia di sposi mi cancella il servizio di nozze perchè il cognato si è fatto la reflex e lo svolge
lui, perchè nella mentalità delle persone non è il fotografo che fa la foto ma la macchina che fa tutto,
è duro trovare ancora un filo di entusiasmo.
grazie
Bruno Gili says:
Ciao,
la fotografia per tantissimi anni mi ha dato entusiasmo, impegno, lavoro, da vivere e molto di più
ma da quando si è sviluppato il digitale ho visto una caduta verticale della richista di qualità da parte
di tantissimi, da chi si sposa ad aziende.
Quando una copia di sposi mi cancella il servizio di nozze perchè il cognato si è fatto la reflex e lo svolge
lui, perchè nella mentalità delle persone non è il fotografo che fa la foto ma la macchina che fa tutto,
è duro trovare ancora un filo di entusiasmo.
grazie
Luca Pianigiani says:
Ciao Bruno, non credo che sia colpa del “digitale”, le fotocamere automatiche analogiche già avevano superato il livello della difficoltà del pubblico medio. Il problema è che per troppi anni la professione del fotografo si è appoggiato su una capacità artigianale, del “saper fare tecnicamente una cosa difficile”… e quando il difficile è diventato “facile” bisognava cambiare direzione, uscendo da questo schema. Purtroppo non è facile, ma siamo ancora in tempo. Nuove strade, nuove idee, maggiore creatività… c’è un pubblico che è in grado di riconoscere queste qualità, e al limite bisogna cercarli, essere più visibili, propositivi. Se la macchina non fa il fotografo (e siamo d’accordo!) allora facciamogliela vedere!! Un saluto con affetto!
Luca Pianigiani says:
Ciao Bruno, non credo che sia colpa del “digitale”, le fotocamere automatiche analogiche già avevano superato il livello della difficoltà del pubblico medio. Il problema è che per troppi anni la professione del fotografo si è appoggiato su una capacità artigianale, del “saper fare tecnicamente una cosa difficile”… e quando il difficile è diventato “facile” bisognava cambiare direzione, uscendo da questo schema. Purtroppo non è facile, ma siamo ancora in tempo. Nuove strade, nuove idee, maggiore creatività… c’è un pubblico che è in grado di riconoscere queste qualità, e al limite bisogna cercarli, essere più visibili, propositivi. Se la macchina non fa il fotografo (e siamo d’accordo!) allora facciamogliela vedere!! Un saluto con affetto!
Luca Pianigiani says:
Ragazzi, ci stiamo rendendo conto di quello che stiamo riuscendo a fare? A parlare tra colleghi, a darci una mano a vicenda, a dare fiducia uno all’altro. Questa è la forza della rete, dell’aggregazione e del dialogo. È bello, no? Penso che possa darci fiducia, insieme riusciremo a fare bene :-)
tiziana pannunzio says:
Voglio ringraziare Luca, Maurizio e Pippo per l’incoraggiamento :)
Non è vero che le pacche sulla schiena non servono a molto, anzi! servono a farci sentire meno soli in mezzo alla “barbarie” dilagante.
Bruno, so che non può consolarti dalla perdita degli incarichi, ma stai sicuro che quando vedranno “i capolavori” eseguiti dal cognato o amico di turno, soprattutto se avranno modo di confrontare il loro album con quello di altri sposi che invece si sono serviti di un professionista… beh, stai sicuro che rimpiangeranno la loro scelta :)
Per farti sorridere ti racconto un “nanetto”. Invitata alle nozze di un caro amico, mi offro per fargli in regalo, invece di un servizio di piatti, il servizio fotografico. Mi dice, rammaricato, che c’è il fratello della sua futura sposa che è appassionato di fotografia e che quindi già si era offerto lui. La sposina aggiunge che , oh, mica pizzi e fichi, lui ci aveva la reflex professionale nuova di pacca… eh! Viene il giorno delle nozze, ed io, come mia abitudine, comunque ho in tasca una compatta digitale di buona risoluzione (può capitare lo scatto imprevisto, mentre sei in giro per fare tutt’altra cosa che foto e quindi meglio una compatta che perdere lo scatto, no?), con la quale scatto lo stesso le foto della cerimonia e della festa, per mio ricordo. E meno male! Le foto scattate dal cognato erano TUTTE fuori fuoco (credo si fosse dimenticato di attivare la leva dell’autofocus) e se non ci fossero stati i miei scatti non avrebbero nemmeno una foto che una! :D
Luca Pianigiani says:
Ragazzi, ci stiamo rendendo conto di quello che stiamo riuscendo a fare? A parlare tra colleghi, a darci una mano a vicenda, a dare fiducia uno all’altro. Questa è la forza della rete, dell’aggregazione e del dialogo. È bello, no? Penso che possa darci fiducia, insieme riusciremo a fare bene :-)
tiziana pannunzio says:
Voglio ringraziare Luca, Maurizio e Pippo per l’incoraggiamento :)
Non è vero che le pacche sulla schiena non servono a molto, anzi! servono a farci sentire meno soli in mezzo alla “barbarie” dilagante.
Bruno, so che non può consolarti dalla perdita degli incarichi, ma stai sicuro che quando vedranno “i capolavori” eseguiti dal cognato o amico di turno, soprattutto se avranno modo di confrontare il loro album con quello di altri sposi che invece si sono serviti di un professionista… beh, stai sicuro che rimpiangeranno la loro scelta :)
Per farti sorridere ti racconto un “nanetto”. Invitata alle nozze di un caro amico, mi offro per fargli in regalo, invece di un servizio di piatti, il servizio fotografico. Mi dice, rammaricato, che c’è il fratello della sua futura sposa che è appassionato di fotografia e che quindi già si era offerto lui. La sposina aggiunge che , oh, mica pizzi e fichi, lui ci aveva la reflex professionale nuova di pacca… eh! Viene il giorno delle nozze, ed io, come mia abitudine, comunque ho in tasca una compatta digitale di buona risoluzione (può capitare lo scatto imprevisto, mentre sei in giro per fare tutt’altra cosa che foto e quindi meglio una compatta che perdere lo scatto, no?), con la quale scatto lo stesso le foto della cerimonia e della festa, per mio ricordo. E meno male! Le foto scattate dal cognato erano TUTTE fuori fuoco (credo si fosse dimenticato di attivare la leva dell’autofocus) e se non ci fossero stati i miei scatti non avrebbero nemmeno una foto che una! :D
Luca Pianigiani says:
Io sto maturando un’opinione sul sondaggio… voi no? Mi sembra abbastanza chiara la tenenza, anche dopo poche ore…
Luca Pianigiani says:
Io sto maturando un’opinione sul sondaggio… voi no? Mi sembra abbastanza chiara la tenenza, anche dopo poche ore…
Nicola Pinna says:
azz quante foto mi ci vogliono…
Nicola Pinna says:
azz quante foto mi ci vogliono…
Luca Pianigiani says:
Dai Nicola, in realtà il vero parametro è quante se ne vendono! Il microstock insegna! Si può vendere a basso prezzo… ma vendere tante foto no? ;-)
Luca Pianigiani says:
Dai Nicola, in realtà il vero parametro è quante se ne vendono! Il microstock insegna! Si può vendere a basso prezzo… ma vendere tante foto no? ;-)
Nancy Spadaro says:
ho venduta una solo foto fin’adesso :) motlo interessante (e divertente come post!)
Nancy Spadaro says:
ho venduta una solo foto fin’adesso :) motlo interessante (e divertente come post!)
Luca Pianigiani says:
Spero, Nancy, che tu l’abbia venduta almeno a 499 euro, così l’iPad è tuo ;-) Auguri, la prima vendita è un buon inizio!
Luca Pianigiani says:
Spero, Nancy, che tu l’abbia venduta almeno a 499 euro, così l’iPad è tuo ;-) Auguri, la prima vendita è un buon inizio!
Giorgio Fochesato says:
navigando con l’iPhone nn si riesce a votare ;-) maledetta twcnologia :o)
Giorgio Fochesato says:
navigando con l’iPhone nn si riesce a votare ;-) maledetta twcnologia :o)
Luca Pianigiani says:
Ho visto anche io, Giorgio… sob! comunque hai tempo fino a sabato prossimo, passi da Macbook prima del prossimo fine settimana, vero? ;-)
Luca Pianigiani says:
Ho visto anche io, Giorgio… sob! comunque hai tempo fino a sabato prossimo, passi da Macbook prima del prossimo fine settimana, vero? ;-)
Giorgio Fochesato says:
mi correggo con Opera Mini il sondaggio risulta votabile (tra l’altro è davvero un ottimo browser alternativo a Safari da tener in considerazione x iPad).
I risultati sono contrastanti, più che il numero di foto, ormai vista la diversità dei canali di vendita, bisognerebbe tenere conto del tempo necessario a raggiungere la “quota iPad”.
Cè chi vende 1 foto al mese, chi 100 al giorno… il mercato della fotografia con l’avvento del microstock è diventato troppo diverso e variabile rispetto a quello del BigMac!
…dove lo metto il ketchup?
Giorgio Fochesato says:
mi correggo con Opera Mini il sondaggio risulta votabile (tra l’altro è davvero un ottimo browser alternativo a Safari da tener in considerazione x iPad).
I risultati sono contrastanti, più che il numero di foto, ormai vista la diversità dei canali di vendita, bisognerebbe tenere conto del tempo necessario a raggiungere la “quota iPad”.
Cè chi vende 1 foto al mese, chi 100 al giorno… il mercato della fotografia con l’avvento del microstock è diventato troppo diverso e variabile rispetto a quello del BigMac!
…dove lo metto il ketchup?
Luca Pianigiani says:
Credo che il differenziale in questo caso sia molto influenzato dalla fotografia di matrimonio, che vende tante foto in un servizio. Ma è interessante vedere come va a finire, nei prossimi giorni.
Io, più che un BigMac, in questo momento mi farei un panino con la salamella…
Luca Pianigiani says:
Credo che il differenziale in questo caso sia molto influenzato dalla fotografia di matrimonio, che vende tante foto in un servizio. Ma è interessante vedere come va a finire, nei prossimi giorni.
Io, più che un BigMac, in questo momento mi farei un panino con la salamella…
giuseppe says:
Grazie Luca per il lavoro sacrosanto che stai facendo.
Sostenerci, ed aiutarci a farlo tra di noi, anche solo moralmente è un’azione preziosissima.
La solidarietà a colleghi demoralizzati o quasi demotivati, la battaglia contro chi ha scambiato il nostro mondo come un orto nel quale sono ammessi tutti i saccheggi, la guerra contro le “professionalità” che non hanno l’umiltà o la volontà di imparare nuovi mezzi espressivi deve essere il filo che ci collega….
Più fili tendiamo, più è fitta la rete: non passerà nulla di ciò che noi non vogliamo che passi.
Grazie ancora
giuseppe says:
Grazie Luca per il lavoro sacrosanto che stai facendo.
Sostenerci, ed aiutarci a farlo tra di noi, anche solo moralmente è un’azione preziosissima.
La solidarietà a colleghi demoralizzati o quasi demotivati, la battaglia contro chi ha scambiato il nostro mondo come un orto nel quale sono ammessi tutti i saccheggi, la guerra contro le “professionalità” che non hanno l’umiltà o la volontà di imparare nuovi mezzi espressivi deve essere il filo che ci collega….
Più fili tendiamo, più è fitta la rete: non passerà nulla di ciò che noi non vogliamo che passi.
Grazie ancora
Jessica says:
Bisogna vendere tante, tante, tante foto in più rispetto a 6/7 anni fà!!
Non è detto che sia negativo per forza, sicuramente un pò complicato ma alla fine stimolante.
Il problema è riuscire a cambiare mentalità, essere elastici e positivi, percorrere le strade senza paura appena le si intravedono, o qualcuno come Jumper te le fà notare!!
Il problema è che alcuni di noi, io sicuramente, hanno sulle spalle strutture, investimenti, organizzazioni del lavoro pesanti e non ultimi mutui in corso, questo rende difficili le “rivoluzioni”.
Quindi??
Io punto ad una “decrescita felice” (katerpilar insegna :)) che mi renda più libera di prendere zaino e sacco a pelo e partire per nuove strade.
Ci vuole del tempo e tanta tenacia magari nel frattempo partiamo con un trolley!! E’ un pò pesante ma ha le ruote!!!!
grazie ancora a Luca e al suo staff!!
Adriano says:
Condivido, infatti avevo già votato prima di scrivere, (e avevo anche letto bene). Forse insieme al voto era il caso di specificare la zona geografica.
P.S. x Jessica condivido pienamente ;-)
Jessica says:
Bisogna vendere tante, tante, tante foto in più rispetto a 6/7 anni fà!!
Non è detto che sia negativo per forza, sicuramente un pò complicato ma alla fine stimolante.
Il problema è riuscire a cambiare mentalità, essere elastici e positivi, percorrere le strade senza paura appena le si intravedono, o qualcuno come Jumper te le fà notare!!
Il problema è che alcuni di noi, io sicuramente, hanno sulle spalle strutture, investimenti, organizzazioni del lavoro pesanti e non ultimi mutui in corso, questo rende difficili le “rivoluzioni”.
Quindi??
Io punto ad una “decrescita felice” (katerpilar insegna :)) che mi renda più libera di prendere zaino e sacco a pelo e partire per nuove strade.
Ci vuole del tempo e tanta tenacia magari nel frattempo partiamo con un trolley!! E’ un pò pesante ma ha le ruote!!!!
grazie ancora a Luca e al suo staff!!
Adriano says:
Condivido, infatti avevo già votato prima di scrivere, (e avevo anche letto bene). Forse insieme al voto era il caso di specificare la zona geografica.
P.S. x Jessica condivido pienamente ;-)
Adriano says:
Salve Luca;
trovo un pò strano fare questo calcolo, almeno x ciò che mi riguarda, il prezzo oltre a variare x professionalità e per zona geografica, credo varia anche x tipologia di servizio, la foto della comunione non credo possa essere venduta al prezzo di una foto per una pagina pubblicitaria o un ritratto realizzato in studio.
Questo determina anche una forte variabile all’interno della stessa categoria di fotografi e di conseguenza un disorientamento da parte dell’utente finale, che spesso si affida ad abusivi ignorando la differenza professionale. Quando colleghi professionisti, pur di fare più servizi, si appoggiano a scattini improvvisati e consegnano foto con la stessa qualità dell’abusivo…… come pretendiamo poi che il cliente non affidi il proprio matrimonio ai vari cognati?
Adriano says:
Salve Luca;
trovo un pò strano fare questo calcolo, almeno x ciò che mi riguarda, il prezzo oltre a variare x professionalità e per zona geografica, credo varia anche x tipologia di servizio, la foto della comunione non credo possa essere venduta al prezzo di una foto per una pagina pubblicitaria o un ritratto realizzato in studio.
Questo determina anche una forte variabile all’interno della stessa categoria di fotografi e di conseguenza un disorientamento da parte dell’utente finale, che spesso si affida ad abusivi ignorando la differenza professionale. Quando colleghi professionisti, pur di fare più servizi, si appoggiano a scattini improvvisati e consegnano foto con la stessa qualità dell’abusivo…… come pretendiamo poi che il cliente non affidi il proprio matrimonio ai vari cognati?
Luca Pianigiani says:
Adriano, se leggevi lo abbiamo detto noi per primi che il calcolo prevedeva delle anomalie e specialmente troppe variabili. Sta di fatto che se leggi le risposte, ti accorgerai che ci sono tendenze chiare che, partendo dalla massa dei participanti, ci offre un quadro di quello che succede in Italia. Non pretendiamo che il risultato possa essere preso come “oro colato”, come abbiamo detto. Io, personalmente, leggo però delle tendenze chiare dai risultati, e ne parleremo. Se non ti senti (perché troppo difficile stabilire una media nel tuo lavoro) non farlo, ma non si sta parlando di un dato primario nell’attività: se il tuo fatturato è fatto da tante voci, ma alla fine del mese guadagni più dalla vendita di tante foto a basso costo o da poche ad alto costo, questo fornisce una risposta che – pur non completa – è comunque significativa.
Adriano says:
Condivido, infatti avevo già votato prima di scrivere, (e avevo anche letto bene). Forse insieme al voto era il caso di specificare la zona geografica. Altrimenti il quadro o meglio la foto non è a fuoco. ;-)
Luca Pianigiani says:
Adriano, se leggevi lo abbiamo detto noi per primi che il calcolo prevedeva delle anomalie e specialmente troppe variabili. Sta di fatto che se leggi le risposte, ti accorgerai che ci sono tendenze chiare che, partendo dalla massa dei participanti, ci offre un quadro di quello che succede in Italia. Non pretendiamo che il risultato possa essere preso come “oro colato”, come abbiamo detto. Io, personalmente, leggo però delle tendenze chiare dai risultati, e ne parleremo. Se non ti senti (perché troppo difficile stabilire una media nel tuo lavoro) non farlo, ma non si sta parlando di un dato primario nell’attività: se il tuo fatturato è fatto da tante voci, ma alla fine del mese guadagni più dalla vendita di tante foto a basso costo o da poche ad alto costo, questo fornisce una risposta che – pur non completa – è comunque significativa.
Adriano says:
Condivido, infatti avevo già votato prima di scrivere, (e avevo anche letto bene). Forse insieme al voto era il caso di specificare la zona geografica. Altrimenti il quadro o meglio la foto non è a fuoco. ;-)
lucio linguanotto says:
Ciao da Lucio
lucio linguanotto says:
Ciao da Lucio
Peppe Bianco says:
Ciao luca grazie per il tuo lavoro davvero importante. Per me il problema serio e che molti fotografi cadono nel spirale della concorrenza dei prezzi e si svendono non valutando il loro vero valore.
Peppe Bianco says:
Ciao luca grazie per il tuo lavoro davvero importante. Per me il problema serio e che molti fotografi cadono nel spirale della concorrenza dei prezzi e si svendono non valutando il loro vero valore.
Alessandro says:
Leggo questo SJ solo ora, avrei voluto partecipare al sondaggio : (
Un discorso simile lo stiamo facendo da tempo con un mio collaboratore, sono un matrimonialista e mi rendo conto che se con la pellicola tornavo a casa da un servizio con 30 rulli da 36 circa ora, con la fotocamera digitale, supero sempre più spesso quota 2000 scatti, il prezzo del servizio però è rimasto invariato allora ho fatto un calcolo semplice semplice:
numero scatti : prezzo servizio – spese = valore di ogni singolo scatto
Mi sono reso conto che il valore di ogni mio singolo scatto è sceso paurosamente (ovviamente intendo solo dal punto di vista economico)
Grazie mille a Luca per i suoi continui spunti, solitamente seguo Jumper in silenzio ma questa volta ci tenevo a dire la mia.
Ciao
Alessandro says:
ho dimenticato una parentesi!
La formula giusta è:
numero scatti : (prezzo servizio – spese) = valore di ogni singolo scatto
Il risultato resta comunque deprimente
Alessandro says:
Leggo questo SJ solo ora, avrei voluto partecipare al sondaggio : (
Un discorso simile lo stiamo facendo da tempo con un mio collaboratore, sono un matrimonialista e mi rendo conto che se con la pellicola tornavo a casa da un servizio con 30 rulli da 36 circa ora, con la fotocamera digitale, supero sempre più spesso quota 2000 scatti, il prezzo del servizio però è rimasto invariato allora ho fatto un calcolo semplice semplice:
numero scatti : prezzo servizio – spese = valore di ogni singolo scatto
Mi sono reso conto che il valore di ogni mio singolo scatto è sceso paurosamente (ovviamente intendo solo dal punto di vista economico)
Grazie mille a Luca per i suoi continui spunti, solitamente seguo Jumper in silenzio ma questa volta ci tenevo a dire la mia.
Ciao
Alessandro says:
ho dimenticato una parentesi!
La formula giusta è:
numero scatti : (prezzo servizio – spese) = valore di ogni singolo scatto
Il risultato resta comunque deprimente
Luca Pianigiani says:
Ciao Alessandro. Grazie per il tuo intervento. Abbiamo voluto fare un sondaggio veloce, per poterlo commentare velocemente. sarebbe stato meglio avere 1000 risposte e non solo poco più di un centinaio, ma il risultato è comunque significativo nei dati che ci fornisce… Buona domenica!
Luca Pianigiani says:
Ciao Alessandro. Grazie per il tuo intervento. Abbiamo voluto fare un sondaggio veloce, per poterlo commentare velocemente. sarebbe stato meglio avere 1000 risposte e non solo poco più di un centinaio, ma il risultato è comunque significativo nei dati che ci fornisce… Buona domenica!
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