Alla fine, è arrivato il giorno della presentazione della nostra “prima” rivista digitale. Sul palco di Milano e poi di Roma, durante le giornate di lancio di Adobe CS5, abbiamo presentato il progetto nato in collaborazione con Adobe e che aveva una logica molto chiara: da una parte, quella di dimostrare quello che si può fare con questa nuova release (perché i software di grafica non servono solo a “fare effetti”, ma anche a costruire nuove forme di comunicazione), e dall’altro attivare una sperimentazione pratica su quella che è l’oggetto più discusso in questo periodo: la rivista digitale.
Ci hanno concesso 30 minuti, a Roma (grazie alla fine anticipata della sessione precedente alla nostra) ce ne siamo presi 45, ma avremmo potuto parlare per ore ed ore: in questi giorni, poi, si stanno materializzando discussioni accese (e spesso inconcludenti) sul futuro di questa innovazione. Prima ancora che nasca, si sta discutendo, si sta cercando di definire degli standard prima che possa essere il mercato a scegliere. Ma non vogliamo cadere su tematiche troppo specifiche e “per operatori del settore editoriale”, che nel caso possiamo approfondire nei commenti, o in un contatto più diretto con coloro che fossero interessati. Vogliamo in questa sede raccontarvi quello che abbiamo fatto, e quello che reputiamo interessante per il nostro lettore, che di professione non fa l’editore di riviste, ma il fotografo.
Prima di tutto, questa rivista, che in questa sua “veste” si chiama Adobe Digital Magazine, ma che nasce per avere già diverse “interpretazioni” future, contiene immagini. A partire dalla copertina, che propone una foto di una fotografa eccezionale, Olena Vizerskaya, con uno di quei portfoli che “spaccano”, davvero creativa e bravissima, originale e trasgressiva. La particolarità è che questa fotografa è presente su iStockphoto (già… ma a vendere foto nel microstock non c’erano solo quelli che facevano foto “non creative”? no, e lei ne è la conferma!). Si tratta di una foto che fa parte della collezione più esclusiva di iStockPhoto (Vetta) e che mostra la nuova faccia del microstock, che propone un livello altissimo, e che propone un costo più elevato, a metà strada tra il microstock tradizionale e la foto di agenzia. Questa evoluzione è da valutare, prima di tutto nei risultati: Olena è, secondo noi, uno degli esempi più interessanti di questa nuova evoluzione/generazione, e la foto che abbiamo scelto rispondeva ad un mix di impatto e originalità, e l’abbiamo scelta anche pensando a voi, al fatto che ne avremmo parlato.
Passiamo al secondo aspetto: dentro la rivista, che – malgrado il nome che può trarre in inganno – non è una “brochure” digitale di un’azienda (Adobe), ma una rivista vera, con articoli, crediamo (speriamo) interessanti, scritti con passione, trattati con dedizione, con immagini di grandissimo impatto. Ci sono servizi con fotografie di Marko Tardito, di Edoardo Agresti, di un’illustratrice strepitosa che si chiama Lesja Chernish. Sono tre articoli e tre modi per presentare immagini: per Marko abbiamo realizzato un video con animazioni grafiche, transizioni e audio, e poi lo abbiamo confezionato in una cornisce “vintage”, che è poi un’altra fotografia. Per Edoardo abbiamo ipotizzato un viaggio che viene gestito dalle coordinate GPS di dove sono state scattate le fotografie, consigliando un’idea di una rivista di viaggi di nuova concezione (che è solo abbozzato da parte nostra, ma qualcuno potrebbe evolverlo, se lo vuole…), per Lesja invece abbiamo realizzato una galleria semplice, ma molto efficace secondo noi. Tre articoli, tre contenuti, e tre modi che possono attivare nella vostra mente il “come” potreste interpretare a modo vostro questi stimoli, per realizzare dei portfoli, delle pubblicazioni, delle riviste. Su JumperPremium abbiamo iniziato a postare dei video che spiegano, nella pratica, come fare: come vedete, i percorsi tra informazione e formazione si miscelano, e permettono a tutti di guardare oltre gli orizzonti “normali”.
C’è poi la “confezione”, sviluppata in Adobe AIR. Lo sappiamo che a molti, questa “roba” dice poco, ma è una chiave fondamentale per l’evoluzione delle riviste digitali (e non solo). L’altro giorno leggevo un interessante articolo che prevedeva la “morte dei siti web“: mentre la rete diventa sempre più importante per collegare persone e informazioni, i “siti” internet perdono la loro efficacia (e, in parte, anche l’email), mentre guadagnano sempre più terreno le “app” e i social network. Adobe AIR viene incontro a queste evoluzione, perché pur figlia del linguaggio web (html, flash, eccetera) viene confezionato come un’applicazione, che può essere distribuita per essere usata su qualsiasi computer (Mac, Win, Linux) e persino sui device mobili (in arrivo la versione per Android). Il fatto positivo di un’applicazione AIR è che ci consente di scaricare i dati quando siamo collegati, e poi di usare l’applicazione anche offline: nel caso della rivista, la scarichiamo mentre siamo collegati alla rete, poi possiamo scollegarci e goderci i contenuti, anche i video ad alta qualità, le immagini, i testi. Non dobbiamo quindi accettare compromessi nella navigazione, possiamo usare le immagini grandi a pieno schermo, l’audio stereo e tutto quello che, sul web, sarebbe proibito. Ma c’è di più: una volta che torniamo on line possiamo scaricare gli ultimi aggiornamenti, oppure possiamo inviare noi dei dati, come per esempio postare dei commenti su Twitter, oppure inviare un articolo via email. E, sempre se siamo collegati, possiamo navigare sul web grazie ai weblink presenti nelle pagine, senza lasciare l’applicazione “rivista”, ma aggiungendo uno strato di informazione dinamica, una volta esaurita la nostra curiosità basterà chiudere la finestra interna di navigazione web per ritrovare la pagina sottostante. I link esterni non sono più “distrazioni” che “portano fuori”, ma contenuti che arricchiscono la rivista stessa, e ci lasciano sulle pagine che stiamo sfogliando.
Ci sono poi i backstage, perché sin dalla nascita di Jump, la nostra prima vera rivista “cartacea”, nata nel 1995, amiamo usare vari livelli di informazione: i contenuti e come li abbiamo confezionati (all’epoca, come si stampava o si usavano le tecniche per le copertine, che erano – qualcuno se le ricorderà – molto particolari; ora, nel digitale, come ottenere buoni risultati e come superare le difficoltà: già… noi siamo sempre stati aperti a raccontare quello che sappiamo). E, ancora, la musica: non loop, ma brani musicali completi, di qualità, perché la musica è importante quanto le immagini, quanto le parole.
Vi abbiamo dato un po’ le indicazioni, prima di scaricare la rivista. E’ ancora in beta, ci sono alcune cosette da mettere a posto, manca un articolo dedicato al design che sarà on line prestissimo, e comunque è un inizio… valutatelo non certo come un prodotto definitivo, ma come una grande occasione per “fare” e non solo “parlare“. L’opportunità è stata quella di trasformare un concept (il web ne è pieno, e noi siamo stufi di parole e “finte”) in un prodotto, che è una prima puntata, ma c’è… ridendo e scherzando, si tratta della prima rivista (forse al mondo) realizzata in AIR partendo da CS5. E l’abbiamo fatta noi, qui in Italia, con il supporto di tanti amici che hanno creduto in noi (grazie Daria!), che ci hanno dato supporto, che hanno passato notti pesanti per risolvere tutti i dettagli (un grazie speciale a Luca Mezzalira e al team di Mart3, nostro partner tecnologico in questa avventura). Abbiamo lavorato per ridurre al minimo la percezione dei tasti e delle “funzionalità”, che ci sono, ma abbiamo cercato di creare per quanto possibile un’interazione naturale. Per esempio, il testo scorre senza barre di scroll o frecce, basta posizionare il mouse verso la fine del testo per scorrere alla fine dell’articolo, o all’inizio della colonna per tornare all’inizio. Lateralmente vedrete dei “fogli” che via via si riducono, segno che siete verso la fine della rivista… Piccoli dettagli, che sono 1/100 di quelli che abbiamo pensato, e che pensiamo di sviluppare in futuro.
Forse qualcuno potrà dire che è ancora “grezza”, e lo è, pensate che questa è come il primo foglio stampato da Gutenberg nel 1439. Non vogliamo certo confrontare questo piccolo passo con l’invenzione forse più importante di tutte, i corpi mobili, ma vogliamo dire che siamo solo all’inizio. E abbiamo voluto scriverla, perché eravamo stufi di parlarne e basta. E voi siete tra i primi a poterla “sfogliare”, e speriamo amare. Abbiamo bisogno del vostro entusiasmo per darci la spinta finale, che è il passo per creare (di nuovo… ancora…) un magazine per i professionisti dell’immagine. Che sia moderno, attuale, trasgressivo, trasversale, unico. Un “imaginario” che ormai inizia ad avere forma, e che ha bisogno di tutti voi. Fateci sapere, dateci supporto… credete in noi!
Ahh… il link per scaricare la rivista è questo!
Simone Alati says:
Ciao Luca,
ti scrivo dal mio netbook, un samsung NB30 abbastanza recente, da quale ho tentato di fruire dell’applicazione con un risultato, purtroppo, disastroso: CPU occupatissima e Windows 7 impallato dopo qualche minuto. Soluzione troppo pesante? Ti risulta che sia un problema condiviso? Se così fosse quale può essere il futuro di queste applicazioni vista anche la riluttanza di Apple ad accettare la “collaborazione” di Adobe?
Se tagliamo fuori netbook, iPhone, iPod Touch e iPad su quali piattaforme potremo usufruire delle riviste digitali di nuova concezione?
Mentre aspetto una tua risposta corro ad aprire la rivista dal mio desktop ;-)
Ciao e grazie.
Simone
Simone Alati says:
Ciao Luca,
ti scrivo dal mio netbook, un samsung NB30 abbastanza recente, da quale ho tentato di fruire dell’applicazione con un risultato, purtroppo, disastroso: CPU occupatissima e Windows 7 impallato dopo qualche minuto. Soluzione troppo pesante? Ti risulta che sia un problema condiviso? Se così fosse quale può essere il futuro di queste applicazioni vista anche la riluttanza di Apple ad accettare la “collaborazione” di Adobe?
Se tagliamo fuori netbook, iPhone, iPod Touch e iPad su quali piattaforme potremo usufruire delle riviste digitali di nuova concezione?
Mentre aspetto una tua risposta corro ad aprire la rivista dal mio desktop ;-)
Ciao e grazie.
Simone
Luca Pianigiani says:
Ciao Simone,
si, l’applicazione è troppo pesante per un netbook, che probabilmente non ha nemmeno una risoluzione di monitor minimamente adeguata per poterla fruire (il minimo è 1280×800 pixel). Questa rivista nasce per poter vivere esperienze multimediali che un netbook non può sopportare: video di alta qualità, grafica e suono. il netbook purtroppo è una soluzione che crea più problemi che vantaggi, a meno che non si usi per lo scopo per cui è nato: scrivere mail, documenti, guardare internet (non troppo pesante) e poco altro. Fare una rivista di elevato impatto grafico e contemporaneamente essere “compatibili” con macchine molto poco performanti genererebbe una serie di limiti che non avrebbero molto senso.
Diverso il discorso iPad, che non a caso è nato proprio per offrire, su un device mobile, leggero ed economico, prestazioni di altissimo livello proprio in queste situazioni. E non pensare che non stiamo lavorando su questo discorso, diciamo che eravamo ad un passo da offrire anche la versione per iPad, poi ci sono state delle chiusure da parte di Apple alla compilazione da Flash. Ma ci sono alternative, e noi siamo assolutamente “sul pezzo”… abbi quindi pazienza, ci saranno novità…. Per ora aprila sul computer, speriamo ti possa piacere!
Simone Alati says:
Luca, grazie per la rapidissima risposta…
in effetti con molta pazienza la rivista si apre ma come dici tu non mi basta neanche la risoluzione (1024 x 600) :-)
Sarà anche che, stregato dall’iPod Touch, non riesco a concepire una esperienza paragonabile alla lettura di una rivista cartacea se non ho a disposizione una tecnologia multitouch.
Credo sia fondamentale fornire una interfaccia utente completamente trasparente (penso alle gesture per girare le pagine, per scorrere i blocchi di testo, per ingrandire le immagini, alla possibilità di ruotare il device per modificare pesantemente il layout di pagina) per fare in modo che l’azione del fruire dei contenuti sia la più semplice e naturale possibile. Ti dico solo che per il mio lavoro quotidiano di raccolta e catalogazione di risorse relative al web development – che consiste essenzialmente nell’analisi dei feed RSS con Google Reader, la spunta di quelli interessanti e la successiva catalogazione tramite Delicious – viaggio molto più agevolmente con l’iPod (e il suo piccolo display) che con il netbook. Capisco, ovviamente, che tutto dipende dal device per il quale si è deciso di sviluppare.
A mio modesto parere questo “numero zero” mi sembra molto più vicino ad una classica presentazione multimediale su cd che non ad una rivista digitale di nuova generazione. L’ottima realizzazione dei contenuti (testi, immagini e musica) si scontra con una interfaccia abbastanza rigida e vecchio stile che limita di parecchio l’intervento “creativo” dell’utente o meglio ne “annacqua” l’esperienza. A tal proposito lavorerei sulla risoluzione in modo da rendere la rivista sempre a pieno schermo e magari più “tattile” (infobox che appaiono cliccando sugli elementi di sfondo, zoom sempre possibili ecc…). Cercherei anche di ridurre ancora di più le icone a schermo che fanno molto “software” (es. vorrei girare la pagina semplicemente avvicinandomi al bordo del monitor o a specifici angoli). I riquadri di testo in sovraimpressione fanno poi molto “old gen”. Non si potrebbe pensare ad una serie di brevi titoli ad effetto fortemente integrati a livello grafico interagendo con i quali si apre un layout di pagina alternativo basato, questa volta, sul testo? Ogni singola pagina potrebbe essere una sorta di vista su un documento multistrato che si rivela a seconda delle mie interazioni su di essa.
Molto interessante l’idea relativa al geocoding. Penso subito ad una sorta di box che mi mostra su Google Maps l’itinerario di viaggio e le zone dove si sono eseguiti gli scatti (per non parlare dei commenti dei turisti importati in tempo reale dal relativo gruppo di Facebook).
Vabbè chiudo qua…
inutile dire che aspetterò con trepidazione qualsiasi trasposizione di questo concetto su iPad!
Grazie ancora per il lavoro che svolgi e gli ottimi spunti che ci fornisci.
Simone
andrea says:
salve Luca, Complimenti!
Per i dati gps io utilizzo un gps recorder che oltre a seganre il punto dove è stata scattata la foto registra anche il percorso. Poi sincronizzo il tutto. Sto trovando molte difficoltà per il video. Creare dei tour fotografici con inserito il percorso è abbastanza semplice (e poco sfruttato dalle agenzie), ma con il video ho difficoltà a trovare dei software per la gestione del tour audio-video-foto-grafico. Per capirci tipo vidmap(.com) ma con la possibiltà di gestire la veste grafica e dei contenuti e che dia la possibiltà di interaggire. Un tour che abbia una veste fotografica. Conosci dei software del genere?
Grazie per il tuo prezioso lavoro.
Andrea
Luca Pianigiani says:
Ciao Simone,
si, l’applicazione è troppo pesante per un netbook, che probabilmente non ha nemmeno una risoluzione di monitor minimamente adeguata per poterla fruire (il minimo è 1280×800 pixel). Questa rivista nasce per poter vivere esperienze multimediali che un netbook non può sopportare: video di alta qualità, grafica e suono. il netbook purtroppo è una soluzione che crea più problemi che vantaggi, a meno che non si usi per lo scopo per cui è nato: scrivere mail, documenti, guardare internet (non troppo pesante) e poco altro. Fare una rivista di elevato impatto grafico e contemporaneamente essere “compatibili” con macchine molto poco performanti genererebbe una serie di limiti che non avrebbero molto senso.
Diverso il discorso iPad, che non a caso è nato proprio per offrire, su un device mobile, leggero ed economico, prestazioni di altissimo livello proprio in queste situazioni. E non pensare che non stiamo lavorando su questo discorso, diciamo che eravamo ad un passo da offrire anche la versione per iPad, poi ci sono state delle chiusure da parte di Apple alla compilazione da Flash. Ma ci sono alternative, e noi siamo assolutamente “sul pezzo”… abbi quindi pazienza, ci saranno novità…. Per ora aprila sul computer, speriamo ti possa piacere!
Simone Alati says:
Luca, grazie per la rapidissima risposta…
in effetti con molta pazienza la rivista si apre ma come dici tu non mi basta neanche la risoluzione (1024 x 600) :-)
Sarà anche che, stregato dall’iPod Touch, non riesco a concepire una esperienza paragonabile alla lettura di una rivista cartacea se non ho a disposizione una tecnologia multitouch.
Credo sia fondamentale fornire una interfaccia utente completamente trasparente (penso alle gesture per girare le pagine, per scorrere i blocchi di testo, per ingrandire le immagini, alla possibilità di ruotare il device per modificare pesantemente il layout di pagina) per fare in modo che l’azione del fruire dei contenuti sia la più semplice e naturale possibile. Ti dico solo che per il mio lavoro quotidiano di raccolta e catalogazione di risorse relative al web development – che consiste essenzialmente nell’analisi dei feed RSS con Google Reader, la spunta di quelli interessanti e la successiva catalogazione tramite Delicious – viaggio molto più agevolmente con l’iPod (e il suo piccolo display) che con il netbook. Capisco, ovviamente, che tutto dipende dal device per il quale si è deciso di sviluppare.
A mio modesto parere questo “numero zero” mi sembra molto più vicino ad una classica presentazione multimediale su cd che non ad una rivista digitale di nuova generazione. L’ottima realizzazione dei contenuti (testi, immagini e musica) si scontra con una interfaccia abbastanza rigida e vecchio stile che limita di parecchio l’intervento “creativo” dell’utente o meglio ne “annacqua” l’esperienza. A tal proposito lavorerei sulla risoluzione in modo da rendere la rivista sempre a pieno schermo e magari più “tattile” (infobox che appaiono cliccando sugli elementi di sfondo, zoom sempre possibili ecc…). Cercherei anche di ridurre ancora di più le icone a schermo che fanno molto “software” (es. vorrei girare la pagina semplicemente avvicinandomi al bordo del monitor o a specifici angoli). I riquadri di testo in sovraimpressione fanno poi molto “old gen”. Non si potrebbe pensare ad una serie di brevi titoli ad effetto fortemente integrati a livello grafico interagendo con i quali si apre un layout di pagina alternativo basato, questa volta, sul testo? Ogni singola pagina potrebbe essere una sorta di vista su un documento multistrato che si rivela a seconda delle mie interazioni su di essa.
Molto interessante l’idea relativa al geocoding. Penso subito ad una sorta di box che mi mostra su Google Maps l’itinerario di viaggio e le zone dove si sono eseguiti gli scatti (per non parlare dei commenti dei turisti importati in tempo reale dal relativo gruppo di Facebook).
Vabbè chiudo qua…
inutile dire che aspetterò con trepidazione qualsiasi trasposizione di questo concetto su iPad!
Grazie ancora per il lavoro che svolgi e gli ottimi spunti che ci fornisci.
Simone
andrea says:
salve Luca, Complimenti!
Per i dati gps io utilizzo un gps recorder che oltre a seganre il punto dove è stata scattata la foto registra anche il percorso. Poi sincronizzo il tutto. Sto trovando molte difficoltà per il video. Creare dei tour fotografici con inserito il percorso è abbastanza semplice (e poco sfruttato dalle agenzie), ma con il video ho difficoltà a trovare dei software per la gestione del tour audio-video-foto-grafico. Per capirci tipo vidmap(.com) ma con la possibiltà di gestire la veste grafica e dei contenuti e che dia la possibiltà di interaggire. Un tour che abbia una veste fotografica. Conosci dei software del genere?
Grazie per il tuo prezioso lavoro.
Andrea
Luca Pianigiani says:
Andrea: in effetti anche io non ho mai sentito molto sul discorso video, ma grazie per avere alimentato la nostra curiosità: proviamo a studiare e ci aggiorniamo a breve, spero con qualche novità!
Luca Pianigiani says:
Andrea: in effetti anche io non ho mai sentito molto sul discorso video, ma grazie per avere alimentato la nostra curiosità: proviamo a studiare e ci aggiorniamo a breve, spero con qualche novità!
Giorgio Fochesato says:
Per approfondire l’argomento Elena Vizerskaya e il mondo microstock consiglio il link: http://bit.ly/aPw2q0 dove abbiamo parlato e discusso “animatamente” e costruttivamente di quello che significa avere artisti di questo calibro su iStock, per capire se effettivamente può essere un mercato interessante anche per loro oppure se è un ottimo strumento di promozione e marketing legare il proprio nome al microstock.
Per quanto riguarda la rivista, beh non vedo l’ora di scaricarla e commentarla appena avrò a disposizione una connessione che mi permette di farlo. Sono davvero curioso.
thanks,
Giò
Giorgio Fochesato says:
Per approfondire l’argomento Elena Vizerskaya e il mondo microstock consiglio il link: http://bit.ly/aPw2q0 dove abbiamo parlato e discusso “animatamente” e costruttivamente di quello che significa avere artisti di questo calibro su iStock, per capire se effettivamente può essere un mercato interessante anche per loro oppure se è un ottimo strumento di promozione e marketing legare il proprio nome al microstock.
Per quanto riguarda la rivista, beh non vedo l’ora di scaricarla e commentarla appena avrò a disposizione una connessione che mi permette di farlo. Sono davvero curioso.
thanks,
Giò
Luca Pianigiani says:
Simone, come detto quella che abbiamo mostrato è una forma di compromesso che abbiamo dovuto accettare, il lavoro che stiamo svolgendo sullo studio dell’interfaccia e sulle funzionalità da oltre due anni non potevano essere inserite tutte, in un progetto che è stato sviluppato operativamente in una decina di giorni, e che aveva una data “fissa”. E’ l’inizio, e su questo stiamo continuando a lavorare, per piano piano integrare tutto. Quello che si vede on line, anche fatto dai “grandi”, non toglie che nella teoria si possono fare grandi numeri, ma con i fatti è più difficile, e specialmente con i budget di tempo e soldi che non sono infiniti. Abbiamo molto pensato al multitouch, ma in questo non c’è un device che possa sfruttarlo appieno, se non la tecnologia Apple (iPhone, iPad), e gli altri sono ancora agli inizi (Android, Symbian). E’ nelle nostre priorità, ma oggi per arrivare su Apple bisogna seguire delle strade più complesse, e stiamo approfondendo con grande attenzione l’unica strada possibile che parte da un approccio editoriale (leggi: sistema editoriale usato dagli editori per fare le riviste normali su carta) e che arriva a quelle digitali. Come detto in passato, a parte i progetti “nuovi”, in mondo dell’editoria si muoverà per gradi, convertendo le riviste cartacee e usando gli stessi processi.
Grazie per i tuoi commenti, ma ti assicuro che con così poco tempo e con risorse davvero limitate, quello che è stato fatto – un prodotto che funziona, dei contenuti di qualità, delle immagini di forte impatto, una navigazione che è operativa e funzionante – è stato un miracolo. Forse …. non si capisce del tutto cosa c’è dietro.
Non è ancora la rivista che vogliamo, ma specialmente la rivista che abbiamo in mente (e che pensiamo di avere anche la capacità di fare)… ma è un tassello: piuttosto che dire (nascondendosi dietro un dito), quello che bisognerebbe fare, abbiamo preferito fare, perché anche questo serve: sperimentare nella pratica, ascoltare i pareri, e anche avere qualche segno di entusiasmo. Ecco, forse ci manca un po’ quello… molti a dire quello che bisognava fare, e pochi a dire: Hey! buon lavoro, continuate così. Io, finora, non ho ancora visto nulla di “davvero meglio”, di reale, intendo… Da oggi l’annuncio di Condé Nast di avere deciso di cambiare strada, completamente… dopo che ci hanno mostrato “guardate come siamo bravi, come siamo primi”… in pratica, stanno ripartendo da zero. Noi, almeno, un numero 1 lo abbiamo fatto! E ci sarà altro, molto altro… ma sempre basandoci sulle nostre forze, che sono davvero piccoline, come editori. Ma sono grandi come sognatori, come progettisti, e come persone che vogliono muovere il mondo.
Simone Alati says:
Luca, ti chiedo scusa se sono apparso eccessivamente critico e pretenzioso.
Ti assicuro che a muovermi è solo l’interesse e l’entusiasmo per quello che stai portanto avanti.
Sto infatti mettendo da parte i soldini per un Jumper Premium che ogni giorno di più si arricchisce di contenuti veramente interessanti (vista la mole di contributi che riversate online ho veramente paura di non riuscire a stare al passo) anche per me che mi occupo quasi esclusivamente di web development.
Alla prossima.
Simone
Luca Pianigiani says:
Simone, come detto quella che abbiamo mostrato è una forma di compromesso che abbiamo dovuto accettare, il lavoro che stiamo svolgendo sullo studio dell’interfaccia e sulle funzionalità da oltre due anni non potevano essere inserite tutte, in un progetto che è stato sviluppato operativamente in una decina di giorni, e che aveva una data “fissa”. E’ l’inizio, e su questo stiamo continuando a lavorare, per piano piano integrare tutto. Quello che si vede on line, anche fatto dai “grandi”, non toglie che nella teoria si possono fare grandi numeri, ma con i fatti è più difficile, e specialmente con i budget di tempo e soldi che non sono infiniti. Abbiamo molto pensato al multitouch, ma in questo non c’è un device che possa sfruttarlo appieno, se non la tecnologia Apple (iPhone, iPad), e gli altri sono ancora agli inizi (Android, Symbian). E’ nelle nostre priorità, ma oggi per arrivare su Apple bisogna seguire delle strade più complesse, e stiamo approfondendo con grande attenzione l’unica strada possibile che parte da un approccio editoriale (leggi: sistema editoriale usato dagli editori per fare le riviste normali su carta) e che arriva a quelle digitali. Come detto in passato, a parte i progetti “nuovi”, in mondo dell’editoria si muoverà per gradi, convertendo le riviste cartacee e usando gli stessi processi.
Grazie per i tuoi commenti, ma ti assicuro che con così poco tempo e con risorse davvero limitate, quello che è stato fatto – un prodotto che funziona, dei contenuti di qualità, delle immagini di forte impatto, una navigazione che è operativa e funzionante – è stato un miracolo. Forse …. non si capisce del tutto cosa c’è dietro.
Non è ancora la rivista che vogliamo, ma specialmente la rivista che abbiamo in mente (e che pensiamo di avere anche la capacità di fare)… ma è un tassello: piuttosto che dire (nascondendosi dietro un dito), quello che bisognerebbe fare, abbiamo preferito fare, perché anche questo serve: sperimentare nella pratica, ascoltare i pareri, e anche avere qualche segno di entusiasmo. Ecco, forse ci manca un po’ quello… molti a dire quello che bisognava fare, e pochi a dire: Hey! buon lavoro, continuate così. Io, finora, non ho ancora visto nulla di “davvero meglio”, di reale, intendo… Da oggi l’annuncio di Condé Nast di avere deciso di cambiare strada, completamente… dopo che ci hanno mostrato “guardate come siamo bravi, come siamo primi”… in pratica, stanno ripartendo da zero. Noi, almeno, un numero 1 lo abbiamo fatto! E ci sarà altro, molto altro… ma sempre basandoci sulle nostre forze, che sono davvero piccoline, come editori. Ma sono grandi come sognatori, come progettisti, e come persone che vogliono muovere il mondo.
Simone Alati says:
Luca, ti chiedo scusa se sono apparso eccessivamente critico e pretenzioso.
Ti assicuro che a muovermi è solo l’interesse e l’entusiasmo per quello che stai portanto avanti.
Sto infatti mettendo da parte i soldini per un Jumper Premium che ogni giorno di più si arricchisce di contenuti veramente interessanti (vista la mole di contributi che riversate online ho veramente paura di non riuscire a stare al passo) anche per me che mi occupo quasi esclusivamente di web development.
Alla prossima.
Simone
Victor (on iPhone!) says:
Caro Luca, scusa se non parlerò bene l’italiano, ma sono tuo lettore amato: uso l’iPhone di Apple e sono spiacente di leggere niente. Anche il sito di Mart3 non posso leggere. Peccato di questo litigare Apple-Adobe, però la comunicazione non puoi fermarla a un dispositivo o altro, deve essere cross! Come se vado in edicola e qualcosa non posso comprare, perché non posso io aprire o liberare da cellophan! Fotografia non ha recinti, allora perché lo stesso non per una rivista? Aprezzo molto tuoi articoli. Ciao!
Victor (on iPhone!) says:
Caro Luca, scusa se non parlerò bene l’italiano, ma sono tuo lettore amato: uso l’iPhone di Apple e sono spiacente di leggere niente. Anche il sito di Mart3 non posso leggere. Peccato di questo litigare Apple-Adobe, però la comunicazione non puoi fermarla a un dispositivo o altro, deve essere cross! Come se vado in edicola e qualcosa non posso comprare, perché non posso io aprire o liberare da cellophan! Fotografia non ha recinti, allora perché lo stesso non per una rivista? Aprezzo molto tuoi articoli. Ciao!
Luca Pianigiani says:
No, Simone, siamo noi che vorremmo superare le tappe dal cervello alla pratica, ma ti assicuro che è un lavoro lungo, che richiede tanto lavoro, e tanto da affinare: anche la collaborazione e il dialogo tra editore, creativo e programmatore…. su questo abbiamo fatto passi da gigante, in pochi giorni, ma è un dialogo che serve sviluppare, e non c’entra il software… c’entrano le culture, gli approcci, il modo di pensare. Ma ci stiamo arrivando, e di questo siamo orgogliosi. E’ una “bambina giovane”, ma sorride, e questo è la cosa importante ;-)
Grazie per lo sforzo per Premium, noi ce la stiamo mettendo tutta!
Luca Pianigiani says:
No, Simone, siamo noi che vorremmo superare le tappe dal cervello alla pratica, ma ti assicuro che è un lavoro lungo, che richiede tanto lavoro, e tanto da affinare: anche la collaborazione e il dialogo tra editore, creativo e programmatore…. su questo abbiamo fatto passi da gigante, in pochi giorni, ma è un dialogo che serve sviluppare, e non c’entra il software… c’entrano le culture, gli approcci, il modo di pensare. Ma ci stiamo arrivando, e di questo siamo orgogliosi. E’ una “bambina giovane”, ma sorride, e questo è la cosa importante ;-)
Grazie per lo sforzo per Premium, noi ce la stiamo mettendo tutta!
sante castignani says:
innanzitutto complimenti e auguri!
sul notebook con Windows Vista dopo poche pagine Adobe Magazine ha smesso di funzionare, riproverò; domani sperimento anche Mac e Win 7, in ogni caso saranno normali peccati di gioventù, che nulla tolgono a un nuovo entusiasmante strumento…
verrebbe voglia di proporlo a qualche cliente, che spettacolo sarebbe convincerne uno a impostare un magazine aziendale che so, trimestrale…
sarebbe tutto alla portata di ognuno di noi (con le necessarie collaborazioni, evidentemente) con la giusta dose di volontà e creatività…
altro che PDF!
N.B.
a livello editoriale che formalità occorrono? iscrizione a tutti gli effetti, suppongo?
sante castignani says:
innanzitutto complimenti e auguri!
sul notebook con Windows Vista dopo poche pagine Adobe Magazine ha smesso di funzionare, riproverò; domani sperimento anche Mac e Win 7, in ogni caso saranno normali peccati di gioventù, che nulla tolgono a un nuovo entusiasmante strumento…
verrebbe voglia di proporlo a qualche cliente, che spettacolo sarebbe convincerne uno a impostare un magazine aziendale che so, trimestrale…
sarebbe tutto alla portata di ognuno di noi (con le necessarie collaborazioni, evidentemente) con la giusta dose di volontà e creatività…
altro che PDF!
N.B.
a livello editoriale che formalità occorrono? iscrizione a tutti gli effetti, suppongo?
Luca Pianigiani says:
Sante, in effetti il lato “house organ” è una delle aree più interessanti, e anche più “vicine alla meta”. Valuta (e valutate tutti) che una delle potenzialità di AIR è la possibilità di aggionare il contenuto: si apre l’applicazione, ti dice “c’è un aggiornamento” e si scaricano solo le novità, che possono essere altre pagine, altri numeri, oppure…. pagine corrette o con altri contenuti. Nulla di più interessante per una pubblicazione che cresce (anche un catalogo!).
Se parli di “burocrazia”, ovviamente se si parla di una rivista digitale ha (anche se non siamo certo all’interno di una legislazione che si aggiorna in tempo reale) le stesse” regole” di una rivista cartacea. Certo che se si tratta di un catalogo, o di una pubblicazione non del tutto “definita”, ci sono meno vincoli…
Luca Pianigiani says:
Sante, in effetti il lato “house organ” è una delle aree più interessanti, e anche più “vicine alla meta”. Valuta (e valutate tutti) che una delle potenzialità di AIR è la possibilità di aggionare il contenuto: si apre l’applicazione, ti dice “c’è un aggiornamento” e si scaricano solo le novità, che possono essere altre pagine, altri numeri, oppure…. pagine corrette o con altri contenuti. Nulla di più interessante per una pubblicazione che cresce (anche un catalogo!).
Se parli di “burocrazia”, ovviamente se si parla di una rivista digitale ha (anche se non siamo certo all’interno di una legislazione che si aggiorna in tempo reale) le stesse” regole” di una rivista cartacea. Certo che se si tratta di un catalogo, o di una pubblicazione non del tutto “definita”, ci sono meno vincoli…
Roberto says:
WOW!
Per me che da qualche anno mi occupo di organizzazione tecnica e logistica per “viaggi fotografici”, questa è manna caduta dal cielo. Altro che catalogo on-line con effetto sfoglia pagina. Se solo penso a cosa si potrebbe fare…e a quale potrebbe essere l’impatto sui clienti.
Guardando le fotografie del mio amico Edoardo, non ho avuto la sensazione di essere di fronte ad una rivista ma ad un’esperienza, una sensazione nuova ma anche confortevole. E non è cosa da poco, con novità tecnologiche. Una bella sensazione Apple-like.
Anche se non sono un fotografo, questo Jumper Premium mi attrae sempre più.
Bravi, bravi, bravi.
Roberto says:
WOW!
Per me che da qualche anno mi occupo di organizzazione tecnica e logistica per “viaggi fotografici”, questa è manna caduta dal cielo. Altro che catalogo on-line con effetto sfoglia pagina. Se solo penso a cosa si potrebbe fare…e a quale potrebbe essere l’impatto sui clienti.
Guardando le fotografie del mio amico Edoardo, non ho avuto la sensazione di essere di fronte ad una rivista ma ad un’esperienza, una sensazione nuova ma anche confortevole. E non è cosa da poco, con novità tecnologiche. Una bella sensazione Apple-like.
Anche se non sono un fotografo, questo Jumper Premium mi attrae sempre più.
Bravi, bravi, bravi.
Luca Pianigiani says:
Grazie Roberto, sono contento che lo stimolo sia stato percepito… sono anni che crediamo in questa evoluzione “georeferenziata”, e la tecnologia delle riviste digitali ci viene incontro… spero che possa essere presa al “volo” per sviluppare progetti interessanti. Tienici aggiornati!
Luca Pianigiani says:
Grazie Roberto, sono contento che lo stimolo sia stato percepito… sono anni che crediamo in questa evoluzione “georeferenziata”, e la tecnologia delle riviste digitali ci viene incontro… spero che possa essere presa al “volo” per sviluppare progetti interessanti. Tienici aggiornati!
Francesco Pacienza says:
Molto interessante…anche in un’ottica di strumento di promozione del proprio lavoro. Mi riservo altre considerazioni dopo aver studiato bene il prodotto.
Grazie, Luca.
Francesco
Francesco Pacienza says:
Molto interessante…anche in un’ottica di strumento di promozione del proprio lavoro. Mi riservo altre considerazioni dopo aver studiato bene il prodotto.
Grazie, Luca.
Francesco
Monica says:
Bel lavoro! Molti stimoli da raccogliere ed elaborare, nello stile di uno strumento potente come AIR.
La sfida più grossa rimane quella della fruibilità, ma di sicuro gli sbocchi sono numerosi.
Complimenti, anche per il bel materiale scelto.
Monica
Monica says:
Bel lavoro! Molti stimoli da raccogliere ed elaborare, nello stile di uno strumento potente come AIR.
La sfida più grossa rimane quella della fruibilità, ma di sicuro gli sbocchi sono numerosi.
Complimenti, anche per il bel materiale scelto.
Monica
Giorgio Fochesato says:
Con un pò di ritardo ho letto la rivista digitale. Si intravedono grandi potenzialità. Complimenti a tutti quelli che ci stanno lavorando dietro. E’ un mondo affascinante.
Giorgio Fochesato says:
Con un pò di ritardo ho letto la rivista digitale. Si intravedono grandi potenzialità. Complimenti a tutti quelli che ci stanno lavorando dietro. E’ un mondo affascinante.
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