La fotografia e il video sono morti. Non esiste più distinzione, non esisterà più. Da oggi, questo muro è stato completamente e totalmente sgretolato, è il momento di cambiare il vostro biglietto da visita, l’indicazione sui vostri siti, le insegne dei negozi (se ne avete uno). Non esiste e non esiterà più una fotografia che non sia “anche” un video, non esisterà più un video che non sarà “anche” fotografia.
Sono quattro anni che lo diciamo… e da quattro anni cerchiamo di far aprire la mente dei fotografi (e non solo) verso questa ormai evidente realtà. Non stiamo dicendo che il linguaggio dell’immagine fissa e di quella in movimento sono diventate un linguaggio unico, tutt’altro: i linguaggi rimangono, ma è la tecnologia che cambia e che ci offre una potenzialità in più: di scegliere effettivamente quello che vogliamo usare. Dopo lo scatto.
Quello che cambia, oggi, è che questa potenzialità diventa così evidente da far quasi male. Quello che abbiamo presentato, in anteprima assoluta a Firenze durante The Wedding Event, è il risultato del primo test che abbiamo realizzato con questa nuova visione, che abbiamo estremizzato al massimo. E’, come detto, un “semplice test”, nulla di definitivo (le immagini “definitive” sono in fase di realizzazione e verranno pubblicate sul prossimo numero di JPM8 con una serie di considerazioni, studi e risultati che – ne siamo sicuri – marcheranno nettamente passato e futuro di questo discorso). Al tempo stesso, pur essendo un test, con tanti difetti, non è figlio del caso, anzi: lo studio per ottenere questo risultato è frutto di molto studio e ricerca, e probabilmente non sarà immediato l’ottenimento di un risultato analogo pur seguendo “la stessa ricetta”: quando si estremizza bisogna considerare molti fattori, alcuni dei quali riguardano tematiche che sono finora state troppo snobbate dai fotografi professionisti; ne citiamo tre:
1) Come funzionano e come reagiscono i monitor retina ad alta densità rispetto alla resa del dettaglio dell’immagine raster (fatta di pixel, come per esempio le fotografie)
2) Come diventa sempre più importante la componente software in fase di ripresa (e non solo). Si tende a parlare solo di “hardware”, ma l’hardware si evolve più lentamente del software, e quindi oggi le “fotocamere” che consentono l’accesso alla gestione e sviluppo software esterni (tipicamente gli smartphone/tablet, con migliaia di sviluppatori di app) talvolta possono stupire con evoluzioni più veloci
3) Come funzionano i sistemi di stampa, la struttura dei retini, i rip di stampa, che oggi permettono di ottenere dettagli e nitidezza impensabili, ma anche come reagiscono le carte
In pratica, il problema è che siamo pieni di concetti e preconcetti che pesano sulle nostre spalle, addirittura li chiamiamo “esperienza”, quando a volte si tratta di “storia passata”.
I fatti, che mostriamo oggi (e che su schermo rendono meno che non dal vivo, lo avevamo detto…) ci portano a dire che la foto che riproduciamo (originale 3264 pixel x 1836 pixel) non è una foto, ma un frame di un video 4k. Questa “foto” l’abbiamo ripresa, poi abbiamo selezionato un frame che era adeguato alla sua cattura “still”, l’abbiamo trattata passandola in bianco e nero e l’abbiamo stampata: su carta fotografica, 30×40 cm, su carta digitale fine art stampata su HP Indigo, in formato A3, e poi abbiamo stampato una gigantografia base 127 cm (un metro e ventisette….). Le persone intervenute a Firenze, circa 150 fotografi professionisti, hanno potuto verificare il risultato e potrebbero commentare anche qui, se lo credono. Di sicuro, l’effetto è stato di stupore, incredulità, emozione: si, le opinioni espresse hanno confermato che non si poteva discutere la qualità (che, ripetiamo, in parte viene compromessa dalla riproduzione sullo schermo). Cliccate qui per vedere l’immagine interattiva per valutare i dettagli ingranditi!
Ah… quasi dimenticavo: la “videocamera” che ha ripreso questo video, convertito poi in fotografia stampata anche oltre un metro, era un iPhone. E, se qualcuno va a verificare, scoprirà che l’iPhone non è in grado di realizzare files video 4k (solo Full Hd 1080p). Per ottenere il 4K, abbiamo usato un’app chiamata Procam, che utilizza tutti i pixel del sensore “foto” e li sfrutta per generare video 4k. Ok, costa… ben 2.99 euro e poi per attivare l’opzione 4K altri “BEN” 4.99 euro.
Stiamo dicendo che ormai per fare foto e video (4k) è sufficiente un telefono e un’app che in totale ci costano meno di 8 euro? No, e ovviamente chi troverà che il test che abbiamo fatto ha una resa troppo “selfie”, causata dall’eccessivo effetto grandangolare vuol dire che sta guardando dalla parte sbagliata del concetto. No, un cellulare non risolve tutto, ma mostra una strada. Abbiamo fatto arrivare dagli USA ottiche aggiuntive di altissimo livello per vedere il risultato (anche queste cose saranno disponibili su JPM8), ma è ovvio che lo stupore che si può creare mostrando dei risultati simili ottenuti con un cellulare non deve nascondere il fatto che per ottenere un risultato simile con un apparecchio così “limitato” bisogna gestire tutta la produzione con grande cura, e che se ogni sfumatura del flusso non è perfetta il risultato non è “leggermente inferiore”… diventa pessimo!
Il fatto interessante è che proprio in questi giorni sono uscite delle novità interessantissime, da parte di Nikon e Canon. La prima ha lanciato una nuova Nikon 1 J5 che propone oltre ad altre innovazioni (e ad un look davvero bello) la ripresa 4k. Le ottiche intercambiabili e la qualità globali permettono di guardare con maggiore ottimismo a questa evoluzione, racchiuse in un apparecchio dal costo contenuto. Canon ha invece lanciato in settimana la XC10, quella che forse è la prima videocamera/fotocamera ibrida di nuova concezione: per forma, per caratteristiche e per posizionamento, stiamo parlando di un prodotto che attualmente è unico, anche se siamo sicuri che i segni di questa rivoluzione, che siamo ancora una volta i primi ad averla intuita e promossa, ce ne saranno tantissime.
Jumper e JPM saranno i precursori di questa rivoluzione, i narratori di quello che c’è sotto questa innovazione che stravolve e ridisegna i confini di fotografia e video: non si tratta solo di tecnologia, ma di visione, di applicazioni, di nuovi prodotti da vendere, di nuovi progetti. C’è molto da dire, da studiare, da apprendere: c’è da fondere il mondo della ripresa, della stampa, della visualizzazione sui monitor, della regia, dei media. Saremo un laboratorio – ancora una volta – di ricerca tecnica, espressiva, creativa, commerciale. Un laboratorio che vi consigliamo di frequentare assiduamente, nei prossimi mesi vogliamo disegnare le figure professionali del futuro di questo mestiere e le evoluzioni connesse.
In questo viaggio dobbiamo ringraziare parecchie persone e realtà che hanno seguito la nostra strada e la nostra ricerca:
- La pazienza delle persone che abbiamo fotografato (Grazie Sara!)
- Labocolor che ha realizzato le stampe su carta fotografica e Indigo
- HP e Dario Morelli
- Futurgrafica di Torino che ha realizzato le stampe su plotter (con tecnologia HP latex)
E tanti altri con i quali stiamo sviluppando questa ricerca, di cui questo primo esempio non è che un “semplice” test.
quattrocappa says:
comunque un file da 3264 pixel x 1836 pixel sono 5,99K arrotondiamo a 6K
Luca Pianigiani says:
4K non significa “4 milioni di pixel”, è un termine relativo alla risoluzione video che identifica il “doppio” della risoluzione del full HD (1920×1080 pixel) e specialmente del 2K (usato prevalentemente nel cinema). Con il termine 4k non si intende un valore “assoluto, ma compreso tra i “quasi” 4000 pixel di base, che sono appunto il doppio del “quasi 2000 pixel” del full HD ;-)
Paolo Marzocchella says:
A dire la veritá identifica il quadruplo della risoluzione del Full Hd, ovvero il doppio dei lati…..
Luca Pianigiani says:
Parlavo di risoluzione LINEARE… tranquillo qualcosa di risoluzione l’ho studiato al Cepu :P
Paolo Marzocchella says:
Non lo scrivevo per te, ma per qualcuno che magari poteva fraintendere :)
Luca Pianigiani says:
Si ma due informazioni giuste possono fare un danno tremendo! ;-)) Confermo che:
il 4K è “nominalmente” il doppio della risoluzione del Full HD se si considera la risoluzione lineare (da circa 2000 pixel di base a circa 4000 pixel di base), che corrisponde, essendo un’area (base per altezza) ad una risoluzione totale pari a 4 volte ;-)
Grazie per l’intervento e ora siamo sicuri che è chiaro a tutti ;-))
rudi says:
Ciao Luca, non so come sarà la resa nel suo insieme della nuova Nikon ma io sono entusiasta della mia “piccolina” Lumix LX100, che ovviamente fa anche le riprese in 4K !
Luca Pianigiani says:
Hai già provato ad usarla per catturare frame singoli e stamparli? Perché questa è la sfida interessante, anche considerando che un video 4K sostanzialmente non ha nessun media che possa “davvero” ospitarlo ;-) siamo aperti a vedere, a capire insieme, ad approfondire. Quello che ci interessa è avere una visione d’insieme, anche se poi come detto la cosa più interessante è sviluppare applicazioni e progetti: ne parleremo presto, il lato “tecnico” è il meno avvincente di tutti! ;-)
Alessio says:
Ciao Luca ero al TWE e ancora sono sbalordito in tasca a tutte le nostre FX, quando sono venuto al TWE stavo già lavorando a un integrazione tra foto e video ma più come prodotto finale e mantenendoli separati in fase di ripresa.
Ora ho finito quello che avevo cominciato e l’ ho pubblicato sul mio sito, ma con quello che ho visto secondo me è già obsoleto, l’ ho chiamato storytelling se vuoi dargli on occhiata, il sito è in fase di rif iniziane non commentare l’ inglese, e dirmi se è una strada percorribile anche in riferimento alle novità che mi hanno tolto il sonno.
http://www.florenceweddingphoto.it
Luca Pianigiani says:
Questo settore ci impone di correre… ma non è sempre necessaria una Formula 1…. la qualità delle proposte è sempre in primo piano rispetto alla velocità di utilizzo di nuove tecnologie. Il nostro mestiere, al contrario, è quello di cercare di indicare per primi le strade, ma è un compito diverso rispetto al mercato ;-) Quindi don’t Worry, cerca solo di ottimizzare la qualità e – visto che parli di storytelling – anche e specialmente di capacità narrativa
matteo says:
ciao, ok daccordissimo….. su queta possibilità…..
co i video però siamo un po’ costretti a usare il fuoco in manuale almeno con reflex etc… non sono più aggiornarissimo sulle ulime novità é cambiato qualcosa? non parlo di autofocus che non è proponibile….. ma di un sistema di messa a fuoco diciamo “fotografico”
Luca Pianigiani says:
Beh, in gran parte dipende dalla dimensione del sensore… nel caso del test fatto e qui pubblicato il problema non era certo la messa a fuoco, usando un sensore minuscolo era tutto a fuoco. Ci sono evoluzioni sulla messa a fuoco comunque anche su alcune macchine di ultima generazione anche con sensori più grandi… fatti un giro di approfondimento quando ti capita ;-)
Gianluca says:
Articolo molto interessante, ma non vedo specificato il formato di compressione dei filmati 4k.Se ipotizzo un mp4, cioè un algoritmo di compressione lossy che non permetterebbe di ottenere il singolo frame su N acquisiti, dato che la compressione non è soltanto intraframe (tipo jpg) ma tra sequenze di frame. Quindi solo il fotogramma chiave potrebbe essere inteso come Fotografia mentre gli altri risulterebbero di qualità inferiore perchè comunque calcolati utilizzando il fotogrammi chiave. Quindi non è solo un problema di risoluzione ma di qualità. Se si volesse invece ottenere una sequenza di Fotografie, sarebbe necessario eseguire un acquisizione RAW a 30fps, cioè siamo circa a 18 Mega (ad immagine) per 30 fotogrammi al secondo cioè 540 MB al secondo da scrivere su SD (molto alta, quasi al limite teorico del bus SATA III). Anche applicando una compressione jpeg di qualità (Motion JPEG), comunque, riducendo 10 volte i dati, otterremmo 54 MB al secondo, che creerebbe filmati sempre di dimensioni notevoli.
Ci vuole molta capacità di stoccaggio dati (e velocità di scrittura) per sfruttare fotograficamente dei filmati intesi come “sequenze di fotografie” ma è, di certo, un idea interessante come media dei prossimi anni.
Luca Pianigiani says:
Gianluca, stai puntando e concentrandoti – secondo me – su tematiche meno utili… avere un filmato 4K richiede delle attenzioni che, per questo utilizzo, non sono da cercare sul numero di frame e nemmeno sul RAW. Bisogna puntare sul fatto che si hanno tanti frame a disposizione, di alta qualità, per poter scegliere. Come hai visto, abbiamo usato un sistema di “bassissima” qualità tecnologica (un cellulare, elevatissima compressione, addirittura un “falso” 4K… eppure il risultato (specialmente stampato, ribadisco che dovresti vedere…) è eccezionale. Si può solo salire, in meglio, e le applicazioni non sono quelle della tecnica pura… ma dell’utilizzo di questa duplice potenzialità. Pensa, invece che ai dati teorici, ai risultati commerciali e creativi… secondo me sono più utili. Sarà quello che faremo noi, per il nostro lavoro e per raccontarlo sui nostri mezzi di informazione e formazione. Altra cosa: preoccupati di come si visualizzano le immagini sui monitor, più che il numero dei frames. Buona serata!
Alessio says:
Chiedo scusa per il precedente commento non volevo pubblicità ma qualche consiglio.
Il fatto è che dopo un bel po’ di lavoro fatto per provare, a modo mio, a integrare foto e video, quando al TWE ho visto la tua presentazione già li ho pensato che stavo lavorando a qualcosa di vecchio.
giacomo marini says:
E io che ho buttato 300 eurini per un ingranditore…dopo questa notizia la mia camera oscura ne uscirà a pezzi..eppure ero felice di stampare un 20×30 in b/n..
Luca Pianigiani says:
Perché? Non tutto deve passare dalla stessa strada, anzi: ben vengano le tante idee ;-)) Buone giornate al buio (bei tempi!!)
Barbara says:
Ciao Luca. Personalmente uso frame da video da un pò, se non altro per portfolio. Ma la differenza è che un frame video girato a t 1/50 è inevitabilmente quasi sempre “un pò mosso”. Quindi per ora il problema non è la fattibilità ma se un frame video possa VERAMENTE sostituire quello che si vorrebbe ottenere con uno scatto fotografico. Personalmente non sono una fanatica del mosso quindi va da se…. Bisognerebbe allora girare almeno a t 1/100 o superiore ma l’effetto cambia poi sul video. Io non c’ero (geograficamente irraggiungibile?) ma magari hai parlato anche di questo all’evento.
Luca Pianigiani says:
Ciao Barbara, hai ragione e uno dei motivi per cui dico che passare da una visione ad una “nuova visione” non si riassume solo nella potenzialità tecnica. Quando ho fatto queste prove ho espressamente detto alle persone ritratte di “muoversi poco”. Non si può entrare in un nuovo linguaggio pensando di poter fare “tutto quello che si faceva prima, come lo si faceva prima”, bisogna progettare i nuovi contenuti in funzione dei nuovi media e delle nuove applicazione. Bisogna riconsiderare come si fotografa e come si riprende in video. Quello che funzionava prima funzionerà anche dopo, quello che è nuovo richiede un nuovo approccio.
Chi pensa di poter fermare in un frame una Formula 1 o un bambino saltellante, sbaglia di grosso, e sarà sempre così. Ma il futuro dei media ibridi (carta/still, Monitor/Motion) aprono voragini di opportunità per chi avrà, prima di tutto, la cultura e la capacità di adattamento. Come detto… sono anni che ce ne occupiamo, sono mesi che lavoriamo sul 4k e dedicheremo i prossimi mesi a sviluppare concetti e visioni corrette ;-)
Corrado A. says:
Ciao Luca,
ricordo l’avvio del discorso rivoluzione quando parlasti della RED Epic.
2011 o anche prima?
ciao ;)
Luca Pianigiani says:
Già, quanta strada è stata fatta, ora è arrivata nelle nostre tasche :-))
Comments are closed.