Torniamo, almeno in parte, sul tema della settimana scorsa. Non avremmo voluto farlo, perché insomma… ne abbiamo parlato, discusso tutta la settimana, e poi sembra che ne scriviamo perché abbiamo lanciato il nostro Jumper Camp basato su questo argomento. Chi ci conosce bene, però, sa che non ci muoviamo per “interesse” e che non ci piace ripeterci. Con quello che è successo, proprio l’altro ieri, il 30 ottobre (ma da noi, in fuso orario europeo, si è letto ieri, il 31 e quindi ieri che è ancora oggi per chi scrive), come fare a non ripensare a tutto quello che si è detto in questa settimana, sull’argomento del video, del cinema, della fotografia? Il “problema” è che qualcuno ieri ha ribussato alla porta, dicendo: hey, guardate che noi stiamo andando avanti nel progetto e tra breve...
Parliamo di RED, a cui abbiamo accennato proprio sul SJ di domenica scorsa, sebbene abbiamo poi sviluppato il discorso più sulle reflex di “casa nostra”, quindi di Canon e di Nikon. Questa azienda, davvero “bizzarra” per certi versi, che comunica e annuncia sul forum con dei post del “capo” Jim Jannard, che produce oggetti che sembrano disegnati per i film di animazione di fantascienza, e che per certi versi è di un’arroganza che viene giustificata solo dalla genialità, ha mostrato la forma della RED DSMC – (Digital Stills and Motion Camera), e ancora una volta lascia interdetti. Userà il nuovo sensore Mysterium-X 5K in grado di lavorare con queste prestazioni:- 5K (2:1) at 1-100fps
- 4K (2:1) at 1-125fps
- Quad HD at 1-120fps
- 3K (2:1) at 1-160fps
- 2K (2:1) at 1-250fps
- 1080P (scaled from full frame) at 1-60fps
In pratica, un oggetto che mette insieme risoluzione fotografica (ok, noi siamo abituati a risoluzioni maggiori, in fotografia, ma guardate il contesto generale dell’utilizzo) a quella video, su un sensore 35 mm, che permette l’utilizzo di ottiche RED, ma anche Canon e Nikon (guardate qui sotto)
Inoltre, sono stati studiati sistemi per trasferire ad alta velocità i dati catturati, che – ve lo ricordiamo, perché è importante – sono in formato RAW, e quindi… sono davvero tanti! Guardate qui sotto:
Per poter avere una macchina di queste bisogna seguire una procedura, che prevede l’acquisto di una versione “beta” per poi seguire le varie evoluzioni, un percorso non privo di tortuosità, che privilegia coloro che sono già utenti RED e che crea un network di utilizzatori che sicuramente contribuiranno, utilizzando le versioni non ancora definitive, a rendere definitivo il prodotto.
Quello che vogliamo rimarcare in questa sede è la cronaca, più che la filosofia. Questa cosa sta succedendo, e tutti ne stanno parlando, nel mondo: non possiamo certo tirarci indietro noi che per primi in Italia ne abbiamo raccontato le potenzialità e le visioni. Aggiungiamo però una serie di dettagli: proprio “a causa” del corso che stiamo organizzando, ma anche per capire meglio questa rivoluzione, stiamo parlando con i nostri “vicini”, e per esempio abbiamo chiesto a Canon se c’è in previsione qualche progetto che possa portare verso un formato video RAW anche per il video (e per ora non se ne parla, o almeno non è dato sapere, anche se qualcuno ne sta accennando nei corridoi del web). Abbiamo chiesto a Nikon risposte ad alcune scelte tecnologiche fatte, e ci stanno facendo avere delle informazioni più approfondite. E poi c’è Adobe che ha iniziato a parlare di un formato CinemaDNG, che fa capire che la tematica è calda, che si sta percependo qualcosa di importante.
In tutto questo, ci siete voi, che amate come noi la fotografia, che avete da sempre vissuto la fotografia come “sintesi” ed eccellenza dell’istante perfetto. E che quindi vi sentite (e noi con voi) nella difficoltà nei confronti di un lessico diverso, dannatamente diverso. In molti avete commentato, la scorsa settimana, dicendo che i fotografi non devono cambiare il loro mestiere, che ci possono essere tante applicazioni nell’immagine e nella comunicazione, ma che la fotografia ha e avrà sempre il suo valore. E’ vero, lo controfirmiamo, siamo noi stessi i primi che ci sentiamo degli stupidi quando cerchiamo di muovere una macchina che, per noi, nasce per essere ferma. Ma poi ci soffermiamo su quello che sta succedendo, torniamo a guardare queste RED che sembrano tanto i dorsi digitali della metà degli anni ’90, che sembravano oggetti misteriosi, così distanti da noi e che sono stati la base per quella che è la fotografia digitale di oggi.
Siamo davanti a un momento storico. Cerco di trasmettervi questa sensazione non per opportunismo, non perché amo meno di voi l’immagine fissa, ma perché questa sensazione è troppo forte per lasciarla in un cassetto. Probabilmente siamo oggi quello che Jump (la nostra rivista cartacea, nata appunto nel 1995) era per la rivoluzione digitale: lo spazio dove se ne parla, dove ci aiutiamo a capire, dove utenti, creatori, fruitori, committenti e aziende produttrici si uniscono insieme, perché prima del mercato ci deve essere la percezione di quello che sta succedendo. All’epoca, ho usato delle metafore, per far digerire il “nuovo”, ora ne cerco altre perché so che devo farvi superare una barriera che è più difficile di quella del passaggio tra analogico e digitale, ma ha a che fare con il come si vede, e come si costruisce l’immmagine, da fissa a movimento. Ci provo…
1) Quando si lavora con le reflex che fanno video (anzi, abbiamo stabilito che fanno “cinema”, il video è cosa di poco conto!), si lavora con 24 “fotogrammi al secondo”. Le reflex più potenti, sullo scatto continuo, arrivano a 11 fotogrammi al secondo, ma questo non l’abbiamo mai vissuto come un problema di linguaggio, no? Beh, iniziamo a pensare che abbiamo a disposizione un “motore” più veloce.
2) Pensate ad una situazione come quella di una sfilata di moda. In pochi secondi bisogna catturare figura intera, mezzobusto, dettaglio… e la modella cammina veloce, e dopo un istante va via, lasciando lo spazio ad un nuovo vestito. Molte volte, lo stress dell’attimo da catturare è superiore al guardare ogni sfumatura, del viso, del vestito, della postura. Fare un video consente, in un secondo momento, di scegliere davvero il “frame” perfetto.
3) Molti fotografi di moda amano lavorare di fianco alla fotocamera, non “nella” fotocamera. Pensano – e sono in molti a concordare con questa tesi – che stare “dietro” alla macchina possa togliere rapporto con la persona fotografata. Lavorare in video consente di liberarsi anche del momento dello scatto: la libertà è totale, andrebbe provata.
4) A volte le immagini possono essere fisse, ma generare microscopici movimenti, e si ottiene un risultato incredibilmente intrigante. Pensate ad una scena di moda, la modella è ferma, immobile, ma dopo un paio di secondi che la guardiamo, il sorriso si allarga leggermente, oppure un colpo di vento fa muovere i capelli. Poco… quasi nessuno potrebbe accorgersene, ma in realtà l’occhio lo percepisce e trattiene lo sguardo. In una foto di still-life un bicchiere potrebbe dopo un paio di secondi far cadere una gocciolina e creare quindi tensione visiva.
Vogliamo dire che dobbiamo digerire le innovazioni a modo nostro. Forse, settimana scorsa, ho spaventato molte persone, perché fare “cinema” è dannatamente difficile, ma è una strada che potrebbe aprire moltissimi orizzonti. Ci si può arrivare a piccole dosi, trovando una strada, che può essere utilitaristica, che può aggiungere piccoli elementi o piccole “furbizie” come quelle che abbiamo raccontato in 4 punti (ma potrebbero essere 100, vi mostreremo molti esempi). Ma quello che serve è capire che gli spazi si allargano, ed è un vantaggio che è bene cogliere. Non per essere tuttologhi, non perché dobbiamo violentare il nostro mestiere, non perché “ora ci dobbiamo mettere a fare anche video”. Ma perché stanno cambiando i media, i metodi di fruizione, i ritmi della comunicazione e possiamo affrontare tutto questo guadagnandoci. Serve una base, per capire, per dominare, per sapere cosa non è positivo fare.
Se tornate alle RED, vi accorgerete che i ragazzi parlano una lingua diversa dalla nostra, così come quindici anni fa “quelli dei computer” parlavano una lingua diversa da noi. Malgrado questo, ora tutti parliamo “la lingua straniera” di quelli che non capivamo. Siamo abbastanza convinti che tra 5 anni le fotocamere saranno molto diverse rispetto a quelle di oggi, e forse somiglieranno più alle RED che non alle reflex attuali. Ma abbiamo bisogno di digerire i cambiamenti, e le aziende fotografiche anche, perché hanno la nostra stessa cultura. Oggi non sappiano se investire 28 mila euro per una RED sia sensato per un fotografo che non ha mai pensato di fare un video, che non ha cultura di cinema, ma il futuro ce lo stanno mostrando, forse sono solo “dei ragazzi pazzi”, e non credo che sia così. Oggi dobbiamo entrare in un mondo nuovo da capire, magari anche per evitarlo, poi (non prima). Ci sono persone che ancora usano la pellicola, ma chi lo fa ci auguriamo che lo faccia dopo avere analizzato vantaggi e svantaggi (forse a modo suo, forse in modo discutibile, o forse con buone motivazioni).
Noi tratteremo sempre di più questo argomento, non in “sostituzione” di altri più “ufficialmente vicini alla fotografia”, ma in aggiunta. Troverete qui amici che vi consiglieranno, cercheremo di trasmettere la cultura del “movimento” mantenendo la rotta all’interno del mondo della fotografia. Anche quando vi sembrerà che tratteremo argomenti distanti, siamo sempre focalizzati sulla fotografia professionale, ve lo assicuriamo. E il 17 novembre saremo a parlarne, forse può valerne la pena, ma valutate voi…
sante castignani says:
Non ho obiezioni di principio, ma personalmente ho sempre rifiutato di fare il rompighiaccio; se si svilupperà un trend genuino, l’ostacolo non sarà quello di impadronirsi di qualche mezzo nuovo; se fosse un fuoco di paglia, gli lasciamo il tempo di spegnersi :-)
sante castignani says:
Non ho obiezioni di principio, ma personalmente ho sempre rifiutato di fare il rompighiaccio; se si svilupperà un trend genuino, l’ostacolo non sarà quello di impadronirsi di qualche mezzo nuovo; se fosse un fuoco di paglia, gli lasciamo il tempo di spegnersi :-)
Luca Pianigiani says:
Ehehee… io per tradizione invece butto giù i muri (a volte fa male, in effetti!).
Luca Pianigiani says:
Ehehee… io per tradizione invece butto giù i muri (a volte fa male, in effetti!).
Andrea Scala says:
Per me l’evoluzione è in atto da tempo. Da anni mi interesso di cinema e di direzione della fotografia oltre che della nostra amata Fotografia. Da domani e per alcune settimane lavorerò sul set di un progetto ambizioso che utilizza al posto delle costosissime Panasonic Varicam la nuova D300s di Nikon. I test sono incoraggianti e il look dei filmati e’ gia’ molto “CINEMA” cosa che invece con le videocamere era possibile sono dopo una accurata color correction. Insomma, secondo me il futuro è già qui! :D
Andrea Scala says:
Per me l’evoluzione è in atto da tempo. Da anni mi interesso di cinema e di direzione della fotografia oltre che della nostra amata Fotografia. Da domani e per alcune settimane lavorerò sul set di un progetto ambizioso che utilizza al posto delle costosissime Panasonic Varicam la nuova D300s di Nikon. I test sono incoraggianti e il look dei filmati e’ gia’ molto “CINEMA” cosa che invece con le videocamere era possibile sono dopo una accurata color correction. Insomma, secondo me il futuro è già qui! :D
Luca Pianigiani says:
Andrea, se hai modo o voglia di mostrarci qualcosa, sarà molto interessante ;-)
Luca Pianigiani says:
Andrea, se hai modo o voglia di mostrarci qualcosa, sarà molto interessante ;-)
Andrea Scala says:
Luca, appena possibile vi mandero’ delle immagini relative a questa produzione. Ho segnato nel campo privato la mia mail, contattami per farmi sapere a quale mail posso inviarti il materiale. :)
Andrea Scala says:
Luca, appena possibile vi mandero’ delle immagini relative a questa produzione. Ho segnato nel campo privato la mia mail, contattami per farmi sapere a quale mail posso inviarti il materiale. :)
Paolo S. Pretini says:
Quel GPB che hai anticipato mi ricorda tanto il grande Gian Paolo Barbieri! Per quanto riguarda l’argomento di oggi, penso che bisogna stare sempre nel presente e nel futuro. Guai se ci voltiamo indietro troppo spesso! Io ho vissuto tutta l’evoluzione della fotografia e del cinema degli ultimi 30 anni da quando ho cominciato a lavorare in fotografia. Mi sono, anche, cimentato nella direzione della fotografia nel cinema pubblicitario per un breve periodo. Sono poi tornato alla fotografia. Sempre più spesso mi sento richiedere dai clienti filmati ( che io giro ad amici che fanno quel lavoro ). Sono favorevolissimo alle nuove tecnologie che evitano di portarsi dietro tanto materiale pesante e ci fanno concentrare di più sulla composizione, sulla creatività, sul contenuto. Ho conosciuto in questo lungo percorso tanti fotografi superaccessoriati ma con poche idee e fotografi che con una semplice Leica e un paio di ottiche hanno fatto la storia della fotografia; HCB docet! Spesso, molti, sono restii a guardare avanti perchè per guardare avanti occorre rimettersi in discussione, mettersi a studiare e non tutti lo vogliono fare. E’ più comodo rimanere ancorati alle cose ormai acquisite e criticare la novità. Io che potrei non bacarmi ( come si dice a Firenze) più di tanto, ho raccolto una tua provocazione in un seminario a Riccione e sto studiando un modo diverso di utilizzare Internet; sto studiando, anche, per la certificazione ACE/ACI per Photoshop CS3 e altro ancora di cui ti aggiornerò, se lo vorrai. Caro Luca, tutte le domeniche leggo i tuoi articoli e riflessioni, non ero mai intervenuto, ma l’ho fatto oggi che sono influenzato; mi scuserai per la lunghezza del mio intervento.
Paolo S. Pretini says:
Quel GPB che hai anticipato mi ricorda tanto il grande Gian Paolo Barbieri! Per quanto riguarda l’argomento di oggi, penso che bisogna stare sempre nel presente e nel futuro. Guai se ci voltiamo indietro troppo spesso! Io ho vissuto tutta l’evoluzione della fotografia e del cinema degli ultimi 30 anni da quando ho cominciato a lavorare in fotografia. Mi sono, anche, cimentato nella direzione della fotografia nel cinema pubblicitario per un breve periodo. Sono poi tornato alla fotografia. Sempre più spesso mi sento richiedere dai clienti filmati ( che io giro ad amici che fanno quel lavoro ). Sono favorevolissimo alle nuove tecnologie che evitano di portarsi dietro tanto materiale pesante e ci fanno concentrare di più sulla composizione, sulla creatività, sul contenuto. Ho conosciuto in questo lungo percorso tanti fotografi superaccessoriati ma con poche idee e fotografi che con una semplice Leica e un paio di ottiche hanno fatto la storia della fotografia; HCB docet! Spesso, molti, sono restii a guardare avanti perchè per guardare avanti occorre rimettersi in discussione, mettersi a studiare e non tutti lo vogliono fare. E’ più comodo rimanere ancorati alle cose ormai acquisite e criticare la novità. Io che potrei non bacarmi ( come si dice a Firenze) più di tanto, ho raccolto una tua provocazione in un seminario a Riccione e sto studiando un modo diverso di utilizzare Internet; sto studiando, anche, per la certificazione ACE/ACI per Photoshop CS3 e altro ancora di cui ti aggiornerò, se lo vorrai. Caro Luca, tutte le domeniche leggo i tuoi articoli e riflessioni, non ero mai intervenuto, ma l’ho fatto oggi che sono influenzato; mi scuserai per la lunghezza del mio intervento.
Gaetano Lo Porto says:
Ciao Luca, ciao a tutti
Io sono di quelli che “ben venga la sperimentazione, sempre”. Ma questa RED mi ricorda tanto un brain storming, della serie “andiamo avanti, e man mano capiremo che farne”.
Mi spiego:
fare un filmato in RAW ad altissima frequenza di frame, in modo da poi pescare il frame giusto, con il taglio giusto, il pathos giusto della gocciolina imprevista che ti svolta l’immagine… bhè, francamente mi sembra un pò riduttivo sia per chi la stà progettando, sia per chi la usa. Nel senso che quando mi accingo ad un lavoro, sia fashion, sia reportage, sia still-life, in linea di massima so in partenza dove voglio arrivare (così mi hanno insegnato in tanti), cioè ho “previsualizzato” il lavoro. Filmare un set fotografico con una fotocamera dotata di superwinder, rischia di essere l’ennesima degenerazione concettuale del digitale : “non ho spese di rulli e sviluppo, scatto quanto mi pare, magari così l’azzecco!”.
Quando sei su una sfilata, sai già cosa interessa al tuo committente: le scarpe, i capelli, le borsette; quindi ti attrezzi e ti organizzi di conseguenza.
Diversamente si diventa (o si regredisce a) dilettanti tuttologi a morte. Non si va da nessuna parte.
In ogni caso questa RED mi interessa, non fosse altro per il suo design visionario e per la componibilità e quindi versatilità, ma, al momento, mi sembra che possa tornare utile per esempio ad uno studio che produce fotografia e cinema (o video che dir si voglia), nel senso che si acquista un solo apparecchio, con i diversi componenti specifici, e si avrà a disposizione una signora fotocamera, ed una signora cinepresa digitale, riducendo forse i costi di attrezzatura. Questa potrebbe essere una giusta destinazione dell'”apparecchio-concept”.
Ma poi si fa la fotografia con la testa e la mano del fotografo, e il cinema con la testa e la mano del cinematografaro.
Scusate la prolissità, e tanti baci
Vi voglio bene
Gaetano Lo Porto
Gaetano Lo Porto says:
Ciao Luca, ciao a tutti
Io sono di quelli che “ben venga la sperimentazione, sempre”. Ma questa RED mi ricorda tanto un brain storming, della serie “andiamo avanti, e man mano capiremo che farne”.
Mi spiego:
fare un filmato in RAW ad altissima frequenza di frame, in modo da poi pescare il frame giusto, con il taglio giusto, il pathos giusto della gocciolina imprevista che ti svolta l’immagine… bhè, francamente mi sembra un pò riduttivo sia per chi la stà progettando, sia per chi la usa. Nel senso che quando mi accingo ad un lavoro, sia fashion, sia reportage, sia still-life, in linea di massima so in partenza dove voglio arrivare (così mi hanno insegnato in tanti), cioè ho “previsualizzato” il lavoro. Filmare un set fotografico con una fotocamera dotata di superwinder, rischia di essere l’ennesima degenerazione concettuale del digitale : “non ho spese di rulli e sviluppo, scatto quanto mi pare, magari così l’azzecco!”.
Quando sei su una sfilata, sai già cosa interessa al tuo committente: le scarpe, i capelli, le borsette; quindi ti attrezzi e ti organizzi di conseguenza.
Diversamente si diventa (o si regredisce a) dilettanti tuttologi a morte. Non si va da nessuna parte.
In ogni caso questa RED mi interessa, non fosse altro per il suo design visionario e per la componibilità e quindi versatilità, ma, al momento, mi sembra che possa tornare utile per esempio ad uno studio che produce fotografia e cinema (o video che dir si voglia), nel senso che si acquista un solo apparecchio, con i diversi componenti specifici, e si avrà a disposizione una signora fotocamera, ed una signora cinepresa digitale, riducendo forse i costi di attrezzatura. Questa potrebbe essere una giusta destinazione dell'”apparecchio-concept”.
Ma poi si fa la fotografia con la testa e la mano del fotografo, e il cinema con la testa e la mano del cinematografaro.
Scusate la prolissità, e tanti baci
Vi voglio bene
Gaetano Lo Porto
Luca Pianigiani says:
Gaetano, non ho dubbi sul fatto che una RED, o qualsiasi reflex digitale con funzionalità video possano o debbano fare molto di più di una semplice azione di movimento, ma stavo cercando di spiegare, a chi pensa che il “Movimento” non sia fotografia, che si più andare èer gradi, prendendo confidenza con l’immagine in movimento e creando al tempo stesso prodotti dal look and feel fotografico. Oggi sto lavorando ad un convegno dove interverrò martedi per parlare di riviste digitali, e il movimento sarà una delle chiavi del successo di questi nuovi media, a volte usati con effetti microscopici, ma efficaci. C’è tanto da fare, per i fotografi, in questo campo. Muovendosi poco o tanto, a seconda del gusto e dell’esperienza. Per il “concept”, le reflex attuali con funzione video (Canon o Nikon) fanno già perfettamente quello che dici, ma proprio “alla grande”. RED è ancora di più, ma è una “bestia” ancora da capire, e forse da domare….
Luca Pianigiani says:
Gaetano, non ho dubbi sul fatto che una RED, o qualsiasi reflex digitale con funzionalità video possano o debbano fare molto di più di una semplice azione di movimento, ma stavo cercando di spiegare, a chi pensa che il “Movimento” non sia fotografia, che si più andare èer gradi, prendendo confidenza con l’immagine in movimento e creando al tempo stesso prodotti dal look and feel fotografico. Oggi sto lavorando ad un convegno dove interverrò martedi per parlare di riviste digitali, e il movimento sarà una delle chiavi del successo di questi nuovi media, a volte usati con effetti microscopici, ma efficaci. C’è tanto da fare, per i fotografi, in questo campo. Muovendosi poco o tanto, a seconda del gusto e dell’esperienza. Per il “concept”, le reflex attuali con funzione video (Canon o Nikon) fanno già perfettamente quello che dici, ma proprio “alla grande”. RED è ancora di più, ma è una “bestia” ancora da capire, e forse da domare….
Gaetano Lo Porto says:
Caro Luca, chiedo scusa a tutti se sono andato giù un pò pesante! Condivido pienamente la tua curiosità e la tua voglia di ricerca e sperimentazione. Il mio voleva essere un invito a non lasciarsi prendere la mano dalla pigrizia, ma, appunto, capire se e come dominare questa affascinante “bestia”, e quale nuovo linguaggio si può sviluppare. Ciao e grazie a JUMP
Gaetano Lo Porto says:
Caro Luca, chiedo scusa a tutti se sono andato giù un pò pesante! Condivido pienamente la tua curiosità e la tua voglia di ricerca e sperimentazione. Il mio voleva essere un invito a non lasciarsi prendere la mano dalla pigrizia, ma, appunto, capire se e come dominare questa affascinante “bestia”, e quale nuovo linguaggio si può sviluppare. Ciao e grazie a JUMP
Beppe Raso says:
Ciao ragazzi, bella sta discussione!
Certo che è bello sperimentare. E’ vero c’è ancora qualcuno che usa la pellicola?
No non ci credo! Ma a far cosa? Arte, grande arte, spero.
Bella sta red, ma chiedo scusa, una 5d mark 2 cosa fa di meno a parte il numero di frame?
é l’idea che conta e con una 5d garantisco che ci si avvicina al senso cinematografico davvero.
Poi direi un’altra cosetta, gestire, (lavorarci, ) i file full hd di una eos5 è già molto pesante e comunque
richiede una stazione parecchio accessoriata.Non riesco a pensare cosa serva per gestire riprese raw.
Certo la eos5 ha dei limiti ma giocando dentro i suoi limiti e i suoi grandi pregi ( quante videocamere
possono montare un 14 mm senza distorsione laterale? ) si possono ottenere
grandi risultati. Diciamo che questo è il tempo per la “ ricerca e sviluppo” e che il mondo
della fotografia sia in evoluzione continua ormai è chiaro a tutti.
Si tratta di non perdere di vista il nostro prezioso e consolidato bagaglio, guardando alle nuove
proposte con attenzione e curiosità. Insomma esserci e condividere…………grazie Luca
Beppe Raso says:
Ciao ragazzi, bella sta discussione!
Certo che è bello sperimentare. E’ vero c’è ancora qualcuno che usa la pellicola?
No non ci credo! Ma a far cosa? Arte, grande arte, spero.
Bella sta red, ma chiedo scusa, una 5d mark 2 cosa fa di meno a parte il numero di frame?
é l’idea che conta e con una 5d garantisco che ci si avvicina al senso cinematografico davvero.
Poi direi un’altra cosetta, gestire, (lavorarci, ) i file full hd di una eos5 è già molto pesante e comunque
richiede una stazione parecchio accessoriata.Non riesco a pensare cosa serva per gestire riprese raw.
Certo la eos5 ha dei limiti ma giocando dentro i suoi limiti e i suoi grandi pregi ( quante videocamere
possono montare un 14 mm senza distorsione laterale? ) si possono ottenere
grandi risultati. Diciamo che questo è il tempo per la “ ricerca e sviluppo” e che il mondo
della fotografia sia in evoluzione continua ormai è chiaro a tutti.
Si tratta di non perdere di vista il nostro prezioso e consolidato bagaglio, guardando alle nuove
proposte con attenzione e curiosità. Insomma esserci e condividere…………grazie Luca
marco giugliarelli says:
Luca, trovo sempre più affascinante la tua newsletter. Punzecchi la comunità fotografica italiana in maniera sempre interessante e fuori dal coro. Non avrei mai pensato di ritrovarmi affascinato dal video, realtà da cui mi sono sempre sentito richiamato e allo stesso tempo respinto perché la ritenevo una tecnica distante dalla mia. Mi devo proprio svegliare e svecchiare il mio linguaggio professionale.
marco giugliarelli says:
Luca, trovo sempre più affascinante la tua newsletter. Punzecchi la comunità fotografica italiana in maniera sempre interessante e fuori dal coro. Non avrei mai pensato di ritrovarmi affascinato dal video, realtà da cui mi sono sempre sentito richiamato e allo stesso tempo respinto perché la ritenevo una tecnica distante dalla mia. Mi devo proprio svegliare e svecchiare il mio linguaggio professionale.
Larrry says:
è dannatamente brutta, tu dirai “e allora?” e allora è strano, Jannard non ha mai fatto una cosa brutta in vita sua… è più schiavo del design di Steve Jobs!
Comunque migliorerà è solo un prototipo.
E’ interessante, praticamente ci posso installare tutte le ottiche esistenti al mondo, cosa che non posso fare con un Canon 5D mark II.
Per considerarla una fotocamera mi sembra che manchi ancora l’80% delle parti, tipo un otturatore, un esposimetro, un sistema di messa a fuoco ecc ecc Cose che non si fanno in quattro giorni…
è molto più facile fare un sensore CMOS da 60 megapixel (roba che riesce persino a una piccola azienda in un paese depresso piuttosto che sviluppare un sistema esposimetrico come quello di Nikon o un autofocus come quello di Canon.
Nel video i problemi sono molti meno ma non vedremo mai Spielberg o anche solo Tarantino girare un film con una reflex digitale, mentre li vedremo presto alle prese con una RED.
No, Jannard diventerà sicuramente il santo protettore di Hollywood, ma da questa scatola, a questo punto, Nikon, Canon, Hasselblad & co. possono stare tranquilli ( ancora per un po’).
Larrry says:
è dannatamente brutta, tu dirai “e allora?” e allora è strano, Jannard non ha mai fatto una cosa brutta in vita sua… è più schiavo del design di Steve Jobs!
Comunque migliorerà è solo un prototipo.
E’ interessante, praticamente ci posso installare tutte le ottiche esistenti al mondo, cosa che non posso fare con un Canon 5D mark II.
Per considerarla una fotocamera mi sembra che manchi ancora l’80% delle parti, tipo un otturatore, un esposimetro, un sistema di messa a fuoco ecc ecc Cose che non si fanno in quattro giorni…
è molto più facile fare un sensore CMOS da 60 megapixel (roba che riesce persino a una piccola azienda in un paese depresso piuttosto che sviluppare un sistema esposimetrico come quello di Nikon o un autofocus come quello di Canon.
Nel video i problemi sono molti meno ma non vedremo mai Spielberg o anche solo Tarantino girare un film con una reflex digitale, mentre li vedremo presto alle prese con una RED.
No, Jannard diventerà sicuramente il santo protettore di Hollywood, ma da questa scatola, a questo punto, Nikon, Canon, Hasselblad & co. possono stare tranquilli ( ancora per un po’).
Luca Pianigiani says:
Dici, Larry? mmm… secondo me i ragazzi di RED non sono così provveduti come immagini. Ma, ovviamente, neanche i ragazzi del mondo della fotografia. Insisto col dire che ci saranno novità importanti, per i prossimi anni ;-)
Luca Pianigiani says:
Dici, Larry? mmm… secondo me i ragazzi di RED non sono così provveduti come immagini. Ma, ovviamente, neanche i ragazzi del mondo della fotografia. Insisto col dire che ci saranno novità importanti, per i prossimi anni ;-)
Marco says:
Non vorrei apparire con questo post fuori dal coro entusiasta…provo ad argomentare, cercando allo stesso tempo di capire, ma anche sottolineare che la faccenda del passaggio al video non é questione legata ad una macchina. Che ci sia un fermento intorno alle nuove macchine, da quelle tipicamente fotografiche che fanno video, a queste della Red, é ormai nel settore professionale cosa riconosciuta. Direi quasi, e con più forza nel settore videocinematografico che in quello fotografico e giustamente Luca fa opera propulsiva proprio nel settore fotografico. E con questo voglio dire che non é in dicussione l’attenzione, l’interesse, il necessario approfondimento delle novità tecnologiche e non solo. Ma non mi tornano alcune questioni. Fare video e più ancora “cinema” vuol dire occuparsi di sceneggiatura, riprese, organizzate in vista di un montaggio, montaggio video e sonoro, ecc, ecc. E spesso non si lavora da soli. Certo, diversi fotografi, in particolare quelli che provengono dallo studio sono già abituati a lavorare in condizioni simili, ma non basta. Insomma per prima cosa, se da fotografo voglio fare video/cinema devo imparare un altro mestiere che é diverso dal fare fotografia, a meno che si voglia fare l’operatore, allora un po di base c’è già. E’ questo che si vuole proporre? e come seconda cosa, quelli che fanno video oggi non é che stanno li ad aspettare orde di fotografi che diventano neo cineasti…hanno già i loro problemi e se così fosse in poco tempo il mercato i saturerebbe (lo é già).
Non mi torna la facilità con la quale si sta parlando di far cinema a fronte di una situazione del mercato video/cinematografico già intasata, problematica. Se dobbiamo ragionare invece sul senso dell’innovazione tecnoclogica, ragioniamoci. In questo settore l’innovaizone é norma, é il motore che va andare avanti le cose per cui ben venga discuterne, ma é cosa diversa dal pensare che cambiamo mestiere, perchè giriamola come la si voglia, ma sia che si voglia fare l’operatore, sia il regista, sia il producer a partire dall’essere fotografi, si cambia mestiere. A meno che si volgia aggiungere, affiancare all’attività di fotografo quella di..? regista, operatore, produttore? siamo sempre li… insomma cosa ci permette, non di fare, ma di essere la Red e compagnia bella? In questo senso mi sfuggono alcune cose.
grazie
marco
Marco says:
Non vorrei apparire con questo post fuori dal coro entusiasta…provo ad argomentare, cercando allo stesso tempo di capire, ma anche sottolineare che la faccenda del passaggio al video non é questione legata ad una macchina. Che ci sia un fermento intorno alle nuove macchine, da quelle tipicamente fotografiche che fanno video, a queste della Red, é ormai nel settore professionale cosa riconosciuta. Direi quasi, e con più forza nel settore videocinematografico che in quello fotografico e giustamente Luca fa opera propulsiva proprio nel settore fotografico. E con questo voglio dire che non é in dicussione l’attenzione, l’interesse, il necessario approfondimento delle novità tecnologiche e non solo. Ma non mi tornano alcune questioni. Fare video e più ancora “cinema” vuol dire occuparsi di sceneggiatura, riprese, organizzate in vista di un montaggio, montaggio video e sonoro, ecc, ecc. E spesso non si lavora da soli. Certo, diversi fotografi, in particolare quelli che provengono dallo studio sono già abituati a lavorare in condizioni simili, ma non basta. Insomma per prima cosa, se da fotografo voglio fare video/cinema devo imparare un altro mestiere che é diverso dal fare fotografia, a meno che si voglia fare l’operatore, allora un po di base c’è già. E’ questo che si vuole proporre? e come seconda cosa, quelli che fanno video oggi non é che stanno li ad aspettare orde di fotografi che diventano neo cineasti…hanno già i loro problemi e se così fosse in poco tempo il mercato i saturerebbe (lo é già).
Non mi torna la facilità con la quale si sta parlando di far cinema a fronte di una situazione del mercato video/cinematografico già intasata, problematica. Se dobbiamo ragionare invece sul senso dell’innovazione tecnoclogica, ragioniamoci. In questo settore l’innovaizone é norma, é il motore che va andare avanti le cose per cui ben venga discuterne, ma é cosa diversa dal pensare che cambiamo mestiere, perchè giriamola come la si voglia, ma sia che si voglia fare l’operatore, sia il regista, sia il producer a partire dall’essere fotografi, si cambia mestiere. A meno che si volgia aggiungere, affiancare all’attività di fotografo quella di..? regista, operatore, produttore? siamo sempre li… insomma cosa ci permette, non di fare, ma di essere la Red e compagnia bella? In questo senso mi sfuggono alcune cose.
grazie
marco
Luca Pianigiani says:
Marco, io non so se non riesco a farmi capire. Non sto dicendo e non ho mai detto di entrare nel mondo “del mercato video/cinematografico già intasato”. Dico che ci sono nuove aree di mercato, nuovi prodotti da proporre, nuovi media che hanno bisogno di nuove realtà e di nuove proposte. Se non vogliamo crederci, non crediamoci. In altre parti del mondo questo sta diventando un’opportunità. Ma ora vado a dormire… non penso che tutti debbano seguire questo consiglio, posso puntare tutto quello che ho in tasca (facile… ho un paio di euro) che qualcosa succederà.
Luca Pianigiani says:
Marco, io non so se non riesco a farmi capire. Non sto dicendo e non ho mai detto di entrare nel mondo “del mercato video/cinematografico già intasato”. Dico che ci sono nuove aree di mercato, nuovi prodotti da proporre, nuovi media che hanno bisogno di nuove realtà e di nuove proposte. Se non vogliamo crederci, non crediamoci. In altre parti del mondo questo sta diventando un’opportunità. Ma ora vado a dormire… non penso che tutti debbano seguire questo consiglio, posso puntare tutto quello che ho in tasca (facile… ho un paio di euro) che qualcosa succederà.
Marco says:
anch’io vado tra un po a dormire, ma prima una risposta. Probabilmente non é facile per web spiegarsi, perchè anch’io sento che non riesco a spiegarmi, in quanto le risposte mi fanno capire che non ci si capisce. Non capisco la tua insistenza nel dire che non ci si vuole credere, mai detto qualcosa di simile. Sto dicendo che non mi tornano le cose, non voglio ne andar contro qualcosa ne mettere in discussione quello che viene detto. Personalmente non mi devo convincere, faccio già video e foto…tra un paio di settimane proveremo anche la red, forse, …è che se dall’altra parte dell’oceano però funziona qualcosa mi piacerebbe sentirmelo raccontare. Se la, qualcosa funziona non é questione solo di macchine, ma di attività, lavoro, produzione, organizzazione. E che cos’è? Se hai dei riferimenti, esempi non sarebbe male capirli meglio. Tutto qui. E ripeto non é questione di crederci o meno, non c’entra nulla.
E che qualcosa succederà lo possiamo sottoscrivere, ma non é questo che é in discussione. Ormai sta nelle cose che succederà.
grazie e notte
marco
Marco says:
anch’io vado tra un po a dormire, ma prima una risposta. Probabilmente non é facile per web spiegarsi, perchè anch’io sento che non riesco a spiegarmi, in quanto le risposte mi fanno capire che non ci si capisce. Non capisco la tua insistenza nel dire che non ci si vuole credere, mai detto qualcosa di simile. Sto dicendo che non mi tornano le cose, non voglio ne andar contro qualcosa ne mettere in discussione quello che viene detto. Personalmente non mi devo convincere, faccio già video e foto…tra un paio di settimane proveremo anche la red, forse, …è che se dall’altra parte dell’oceano però funziona qualcosa mi piacerebbe sentirmelo raccontare. Se la, qualcosa funziona non é questione solo di macchine, ma di attività, lavoro, produzione, organizzazione. E che cos’è? Se hai dei riferimenti, esempi non sarebbe male capirli meglio. Tutto qui. E ripeto non é questione di crederci o meno, non c’entra nulla.
E che qualcosa succederà lo possiamo sottoscrivere, ma non é questo che é in discussione. Ormai sta nelle cose che succederà.
grazie e notte
marco
Luca Pianigiani says:
Le mie risposte sono spesso sintesi di tanti pensieri che arrivano, non solo in questo forum. Possono essere risposte dirette, ma sono in realtà una raccolta di segnali che arrivano, da questa parte del sito c’è un lavoro di ricerca e di percezione che deve essere diversa rispetto a chi fa il fotografo ogni giorno, perché il nostro mestiere è quello di essere avamposto, e in questo c’è anche il limite del dover guardare sempre un po’ oltre. Se abbiamo deciso di farci un camp, e di dedicare tanto tempo a questo argomento vuol dire che c’è molta carne sul fuoco, e non si può sintetizzare tutto in un SundayJumper… già ne abbiamo dedicati due, che è quasi troppo. Ci sono esperienze si, ce ne sono tante, ci sono dialoghi e confronti che viaggiano su media più veloci, come Twitter, dove ci si scambia sensazioni in tempo reale. Qui non serve “crederci”, serve decidere se approfondire, studiare, affinare la vista. La discussione invece troppo spesso cade su tematiche romantiche che hanno purtroppo (o per fortuna) poco a che fare con la realtà del mercato. Se settimana prossima ci mettiamo a parlare di 3D come altra tendenza della fotografia… allora sarà una nuova lotta… forse lo faremo. Perché, oltretutto, è una sacrosanta e vera tendenza, ancora più distante.
Rispetto a settimana scorsa i pareri sono meno critici, vuol dire che piano piano riusciamo a trovare un dialogo e una visione comune… questo è quello che importa, non tanto avere ragione o torto.
Comunque, sul sonno io ho barato… non è ancora momento di dormire, c’è ancora molto lavoro da fare.
Luca Pianigiani says:
Le mie risposte sono spesso sintesi di tanti pensieri che arrivano, non solo in questo forum. Possono essere risposte dirette, ma sono in realtà una raccolta di segnali che arrivano, da questa parte del sito c’è un lavoro di ricerca e di percezione che deve essere diversa rispetto a chi fa il fotografo ogni giorno, perché il nostro mestiere è quello di essere avamposto, e in questo c’è anche il limite del dover guardare sempre un po’ oltre. Se abbiamo deciso di farci un camp, e di dedicare tanto tempo a questo argomento vuol dire che c’è molta carne sul fuoco, e non si può sintetizzare tutto in un SundayJumper… già ne abbiamo dedicati due, che è quasi troppo. Ci sono esperienze si, ce ne sono tante, ci sono dialoghi e confronti che viaggiano su media più veloci, come Twitter, dove ci si scambia sensazioni in tempo reale. Qui non serve “crederci”, serve decidere se approfondire, studiare, affinare la vista. La discussione invece troppo spesso cade su tematiche romantiche che hanno purtroppo (o per fortuna) poco a che fare con la realtà del mercato. Se settimana prossima ci mettiamo a parlare di 3D come altra tendenza della fotografia… allora sarà una nuova lotta… forse lo faremo. Perché, oltretutto, è una sacrosanta e vera tendenza, ancora più distante.
Rispetto a settimana scorsa i pareri sono meno critici, vuol dire che piano piano riusciamo a trovare un dialogo e una visione comune… questo è quello che importa, non tanto avere ragione o torto.
Comunque, sul sonno io ho barato… non è ancora momento di dormire, c’è ancora molto lavoro da fare.
Ando Gilardi says:
mah!
Ando Gilardi says:
mah!
sante castignani says:
Mi scappa una considerazione; nel clima attuale da “ultimi giorni di Pompei”, non vedo come troppo remoto il rischio di indurre a rovinose migrazioni di massa una categoria fondamentalmente disorientata.
“In my onest opinion” la soluzione all’empasse attuale passa per almeno tre fasi:
-la più cruenta è una fisiologica riduzione degli addetti; nessuno vuol morire per primo, ma dai dati noti sembra che siamo a buon punto: specie nella fascia bassa la decimazione procede (ahime) spedita;
-la seconda fase è la tanto attesa ripresa dell’economia; allo stato attuale delle cose ogni indicatore è falsato dalla poca o nulla propensione all’investimento; prendere decisioni o intraprendere svolte epocali con questo chiaro di luna può significare perdere la propria strada senza alcun beneficio;
-terzo passaggio, quello immagino stimolato da Jumper, la necessità di ciascuno di noi di fluidificare il proprio profilo professionale, rendendolo malleabile e pronto ad aderire (ma con know how già maturato, non abborracciato al momento a spese del cliente) a nuove necessità, alcune delle quali ancora in attesa di emergere dal magma del divenire continuo tipico del nostro tempo.
Ma questo ultimo passaggio, l’unico in fondo sul quale possiamo incidere, non c’è alcuna formula universale; ognuno deve individuare autonomamente le proprie dinamiche evolutive, e attingere alla bisogna alle fucine di stimoli che Jumper (e Tau) stanno dimostrando di rappresentare.
Spiace constatare in questi frangenti la totale invisibilità di quelle associazioni cui molti artigiani continuano a pagare la quota annuale (:-
Ma tant’è, sopravviveremo anche a questo.
sante castignani says:
Mi scappa una considerazione; nel clima attuale da “ultimi giorni di Pompei”, non vedo come troppo remoto il rischio di indurre a rovinose migrazioni di massa una categoria fondamentalmente disorientata.
“In my onest opinion” la soluzione all’empasse attuale passa per almeno tre fasi:
-la più cruenta è una fisiologica riduzione degli addetti; nessuno vuol morire per primo, ma dai dati noti sembra che siamo a buon punto: specie nella fascia bassa la decimazione procede (ahime) spedita;
-la seconda fase è la tanto attesa ripresa dell’economia; allo stato attuale delle cose ogni indicatore è falsato dalla poca o nulla propensione all’investimento; prendere decisioni o intraprendere svolte epocali con questo chiaro di luna può significare perdere la propria strada senza alcun beneficio;
-terzo passaggio, quello immagino stimolato da Jumper, la necessità di ciascuno di noi di fluidificare il proprio profilo professionale, rendendolo malleabile e pronto ad aderire (ma con know how già maturato, non abborracciato al momento a spese del cliente) a nuove necessità, alcune delle quali ancora in attesa di emergere dal magma del divenire continuo tipico del nostro tempo.
Ma questo ultimo passaggio, l’unico in fondo sul quale possiamo incidere, non c’è alcuna formula universale; ognuno deve individuare autonomamente le proprie dinamiche evolutive, e attingere alla bisogna alle fucine di stimoli che Jumper (e Tau) stanno dimostrando di rappresentare.
Spiace constatare in questi frangenti la totale invisibilità di quelle associazioni cui molti artigiani continuano a pagare la quota annuale (:-
Ma tant’è, sopravviveremo anche a questo.
Luca Pianigiani says:
Grazie per la tua sensibilità, Sante. la tua presenza mette di buon umore anche quando fai notare mancanze gravi in questo settore, ma a queste mancanze io mi sono abituato. Devono cambiare gli atteggiamenti, non solo dei professionisti nei confronti delle innovazioni (o involuzioni), ma anche di coloro che non hanno ancora capito che la condivisione e il “vissuto” di una categoria bisogna viverla con atteggiamenti più propositivi, più “socialmente integrati” e con meno voglia di protagonismo. Voi, noi, Tau… siamo in pochi, ma cerchiamo di fare qualcosa che appare spontaneo, lasciando tutto lo spazio anche alla discussione e alle opinioni diverse, ma tutti con la voglia di esserci, e di stare insieme.
Luca Pianigiani says:
Grazie per la tua sensibilità, Sante. la tua presenza mette di buon umore anche quando fai notare mancanze gravi in questo settore, ma a queste mancanze io mi sono abituato. Devono cambiare gli atteggiamenti, non solo dei professionisti nei confronti delle innovazioni (o involuzioni), ma anche di coloro che non hanno ancora capito che la condivisione e il “vissuto” di una categoria bisogna viverla con atteggiamenti più propositivi, più “socialmente integrati” e con meno voglia di protagonismo. Voi, noi, Tau… siamo in pochi, ma cerchiamo di fare qualcosa che appare spontaneo, lasciando tutto lo spazio anche alla discussione e alle opinioni diverse, ma tutti con la voglia di esserci, e di stare insieme.
Flavio Massari says:
Concordo pienamente con Ando Gilardi……Mah!!!!
Flavio Massari says:
Concordo pienamente con Ando Gilardi……Mah!!!!
Luca Pianigiani says:
Quando i bambini fanno Mahhh… nuova canzone di Povia ? ehehehee….
Luca Pianigiani says:
Quando i bambini fanno Mahhh… nuova canzone di Povia ? ehehehee….
Mauro Lausdei says:
Mah!
PS. Povia non capisce nulla…..
Mauro Lausdei says:
Mah!
PS. Povia non capisce nulla…..
Larrry says:
Gilardi così riassunto non l’avevo mai visto…
Larrry says:
Gilardi così riassunto non l’avevo mai visto…
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