In questo periodo, nelle librerie spopola il libro di Ken Follett, uno dei maestri della narrativa mondiale. Il titolo, di impatto, è “Fu sera e fu mattina”, parla di un periodo storico, quello dei Vichinghi, che arriva prima di una delle trilogie di maggiore successo dello scrittore scozzese, I Pilastri della Terra. Nel consigliarvi, se avete tempo e voglia di leggere, questo libro (nelle sue versioni cartacee o digitali, a seconda del gusto), per ora ne prendiamo in prestito il titolo per affrontare il tema di oggi.
Fu sera, di sicuro, nei mesi scorsi: quasi da un momento all’altro, ci siamo trovati chiusi e bloccati nelle nostre case, senza la possibilità di portare a termine o comunque sviluppare il nostro lavoro, spaventati per un futuro che non siamo stati in grado di prevedere e al quale non siamo stati preparati. E’ stata sera, è stato buio e per molti questo buio è rimasto, negli occhi e nello spirito, ancor più nel portafoglio. E’ chiaro che in un’ottica di visione “buia”, è difficile percepire la luce, e siamo abbastanza sicuri che anche i segni e le promesse che arrivano dai nostri governanti, per esempio quando si parla di “ripresa economica per il 2021-23” con azioni e misure, può esserci quella diffidenza, almeno per quello che riguarda le categorie meno tutelate. E, si: probabilmente il settore della fotografia ai “piani alti” non rientra certo nelle “priorità”; siamo dei panda che dobbiamo provvedere a salvarci da soli, lo sappiamo.
E’ anche evidente che la “sera” non è finita. Abbiamo avuto una pausa per riprenderci dal panico, per cercare di rimettere a posto i pezzi, ma già dalla fine di agosto si è capito che si stava ripartendo con le preoccupazioni e con la paura: i numeri, che erano stati previsti in crescita per l’autunno, sono tornati altissimi, e cresceranno ancora. L’unica differenza è che – esclusi pochi e illusi che negano l’evidenza – ora siamo più preparati, sappiamo cosa succederà, sappiamo che dobbiamo convivere con questa realtà probabilmente ancora per un anno, o forse di più. In realtà, come abbiamo sempre detto, questa situazione ha attivato dei meccanismi che ci hanno cambiato, che ci cambieranno ancora di più perché ci hanno portato verso un modo di essere consumatori, di essere comunicatori, utenti, clienti decisamente diversi rispetto al passato. Sono state spezzate le barriere nell’accettazione del digitale, si sono disperse quelle abitudini legate alla tradizione che si giudicavano impossibili da superare, specialmente in Italia.
Finirà la pandemia? Di sicuro si, sta già “finendo” anche se dobbiamo vivere ancora le urgenze, ma siamo già pronti, almeno in parte, ad affrontarla, e quindi sta iniziando il “mattino”, quello citato nel titolo del libro di Ken Follett. Quello che però serve non è “tenere duro”, ma accettare il cambiamento, che non è uno stato mentale, ma è un’organizzazione e una crescita verso il cambiamento. Il nostro mestiere, ma così tutti i mestieri, sarà diverso, e serve prendere in mano la situazione, a partire dal sapere cosa fare, e ancor di più al sapere COME fare. Questa mattina mi è capitato, nel giro di aggiornamento delle fonti di informazione della domenica, tra cui la nostra pagina LinkedIn che ci mette in contatto con centinaia di persone interessanti legate al mondo professionale che ci interessa e di cui ci occupiamo, abbiamo trovato un commento di una campagna pubblicitaria di WeRoad, una delle più interessanti ed innovative realtà nel settore del travel, dove venivano mostrate queste affissioni, che riportiamo qui sotto (il post originale è questo: WeRoad_PostLinkedin). Troviamo che sia una bella campagna, intelligente, che mette in evidenza sia il momento difficile, sia il fatto che no, non si abbassa la guardia, non si fa vincere il buio, e anche se il mondo dei viaggi è stato uno di quelli più colpiti, e continua ad essere tra quelli colpiti, non si deve nemmeno nascondere la situazione e far finta di nulla. Bel messaggio, ci auguriamo che possa dare frutti e forza.
Il mattino non arriva solo perché la Terra si muove ed è inevitabile che dal buio arrivi la luce. E’ qualcosa di più, che deve essere compreso e desiderato, ricercato e perseguito. Di questo parliamo nei tre appuntamenti che vi abbiamo anticipato la settimana scorsa, come spiegato sembra che non siano “per voi” perché non c’è scritto “evento per fotografi”, ma sapete che da anni (da sempre) la nostra filosofia non è quella di vedere questa professione come qualcosa che va verso una unica direzione e visione. Vi aspettiamo, se pensate che il mattino ha un buon sapore, in bocca come si dice nella cultura popolare, ma in generale nella vita.