Tu chiamala, se vuoi… “Frame”: 10 motivi per cui la fotografia sta cambiando

Tu chiamala, se vuoi… “Frame”: 10 motivi per cui la fotografia sta cambiando

Molte persone non si sono accorte (e, peggio ancora, non si stanno ancora accorgendo) che siamo di fronte ad una rivoluzione globale dell’immagine di portata molto più ampia rispetto a quella che in molti hanno vissuto – i più giovani se la sono trovata già “pronta” e quindi non l’hanno percepita come tale – a cavallo della fine degli anni ’90, ovvero al passaggio da analogico a digitale. All’epoca, si trattava di una rivoluzione tecnologica, enorme, immensa, ma dove l’unico punto fermo è stato il risultato: le fotografie sono rimaste le stesse, quello che cambiava era il metodo di ripresa, non più su pellicola, ma su un file; non più sviluppate da un laboratorio, ma da un software.

Dal punto di vista espressivo solo l’elaborazione è stata di simile portata dal punto di vista del lessico visivo rispetto a quella che stiamo vivendo ora, ma è stata più dirompente e di immediata comprensione: ancora ricordo lo stupore al cambiamento del colore degli occhi ad un ritratto di una bella ragazza: così facile, ma di così forte impatto (anche psicologico, non si sa perché ma quasi tutti sognano di avere un diverso colore degli occhi, rispetto a quanto fornito di serie da madre natura). Oggi, però, la rivoluzione è più sottile, ma così determinante per il futuro di tutti che è bene focalizzarci un attimo per chiarirne i confini e le prospettive. Questa rivoluzione, secondo noi, passa da un cambiamento di parola per definire il prodotto che facciamo, da sempre (ed è chiaro che non è banale accettarlo). Il passaggio dal chiamare il nostro prodotto: non Fotografie ma Frames. E, attenzione, con questo non vogliamo dire che tutti noi dobbiamo abbandonare l’immagine “Fissa” per quella “Video”, ma pensare in funzione dei risultati che vogliamo mostrare, e in funzione del media sui quali vogliamo/dobbiamo veicolare i nostri sforzi. Cerchiamo di parlarne in modo chiaro, sappiamo che il rischio di confusione è alto.

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1) Da diversi anni, lo sappiamo tutti molto bene, le fotocamere reflex hanno guadagnato la possibilità di realizzare video. Cos’è un “video”, se non una sequenza di 24, 25, 30 FRAMES al secondo? Quindi, se scomponiamo un video, ne otteniamo 25 (24, 30…) FOTOGRAFIE in un secondo. Simile ad uno scatto a rapida cadenza (una volta, ai miei tempi, si chiamava motore), facciamo finta di dimenticarci un secondo che la risoluzione è più bassa rispetto a quella degli scatti fotografici, ma sono fotografie.

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2) Una delle maggini rivoluzioni degli ultimi anni è stata la fotografia 3D e cos’è la fotografia 3D se non un’immagine frutto della fusione di due frames (Destro e sinistro)? Scattiamo due FRAMES, li mettiamo insieme usando una tecnica specifica (o simulandola) per ottenere una resa della realtà diversa e più coinvolgente

3) Per recuperare un range tonale maggiore, rispetto a quanto sia possibile registrare da un unico scatto, si usa la tecnica HDR che non è altro che scattare diversi FRAMES della stessa scena, su treppiede, con varie esposizioni, e poi le componiamo con opportune modalità software. Anche la luce può essere memorizzata a “dosi”, in vari frames per ottenere un livello di informazioni maggiore rispetto ad un unico scatto.

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4) La stessa tecnica dell’HDR si sta sviluppando nell’ambito della messa a fuoco. Varie tecnologie promettono una messa a fuoco regolabile in fase di visione (per esempio quella che viene adottata dalla fotocamera Lytro) per “mettere a fuoco” il dettaglio che si desidera. Come si ottiene? Ancora una volta con vari FRAMES uniti in modo adeguato allo scopo che si desidera raggiungere.

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5) La moda del momento sono i Time Lapse, gli Stop motion: tante immagini fisse che vengono poi “riconvertite” in un video e quindi si trasformano in FRAMES, aumentando la cadenza di visione rispetto alla velocità/tempo tra gli scatti. Migliaia e migliaia di frames si trasformano in video di pochi minuti o addirittura di pochi secondi, ma nascono come fotografie.

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6) Altra grande moda (abbiamo intervistato la sua “regina” sul numero di JPM che uscirà tra un paio di giorni) è quella del Cinemagraph, immagini con elementi fissi (fotografia o FRAME FISSO) e elementi in movimento (FRAMES IN MOVIMENTO), il primo maschera i frames sottostanti e si ottiene un’immagine dal sapore fantastico, un po’ fotografia e un po’ video… ma secondo la nostra opinione andrebbe definita come un’immagine con diverse velocità di frames in diverse aree della stessa immagine.

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7) Da un paio di anni parliamo di “immagini che respirano da usare nelle pubblicazioni digitali: immagini statiche che, ad un certo istante, si muovono leggermente. Stanno diventando una vera e propria ”bomba ad orologeria” che ancora una volta abbiamo avuto la sensibilità di percepire in anticipo, e che ora si sono trasformate in realtà reale (e, ancora più importante, commerciale). Cosa sono, se non FRAMES gestiti con una regia sapiente, che prende in considerazione il tempo di reazione e di fruizione del pubblico?

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8) l’App più cool del momento si chiama VINE (si scarica gratis da qui) e consente di creare piccoli video che possono essere regolati in velocità semplicemente toccando con il dito lo schermo dell’iPhone durante la ripresa: in pratica, il video parte, in fase di ripresa, ma vengono registrati solo i FRAMES quando si agisce sul “Touch”; in questo modo si possono ottenere delle sequenze di immagini molto originali e moderne, da condividere con amici e contatti su Twitter, Facebook o salvare sul proprio telefonino.

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9) Moltissimi ormai stanno sperimentando tecniche di ripresa che partono dal video e che poi estraggono un unico frame da stampare. Si lavora, di solito, con fotocamere con risoluzione video 4K (le RED, per esempio – che dispongono anche di un meraviglioso software per questo tipo di trattamento/estrapolazione di un FRAME, ma anche la Canon EOS 1-C) e si usano per realizzare video (sequenze di FRAMES alla velocità che li fa apparire come un “video”… ancora una volta, impariamo a pensare in questo modo), dai quali poi si esportano solo i FRAMES (fotografie) che si desiderano. In questo modo, l’istinto del “click” cede il passo alla realizzazione di una situazione che viene ripresa in tutte le sue sfaccettature (25 frames al secondo catturano proprio tutto quello che si vuole). Abbiamo accettato che “fare belle foto” non fosse legato a muovere la ghiera del diaframma o dei tempi, e nemmeno a ruotare il barilotto della messa a fuoco… perché non possiamo superare anche l’idea che “un bravo fotografo” è quello che sa fare “click” nella frazione di secondo giusta?

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10) Tutti questi “FRAMES” sembrano essere destinati solo alla riproduzione su media digitali, ma ricordo a tutti che esistono tecniche di stampa che possono far uso di vari FRAMES, come per esempio la stampa lenticolare, che qualcuno ricorda nella sua banalità delle figurine ”animate” dei formaggini, ma che trovano invece strade e soluzioni di fortissimo impatto per la realizzazione di stand, di poster, di copertine di una pubblicazione preziosa. E, comunque… anche se fossero solo destinate alla comunicazione su media digitali… forse è il momento di capire che ormai quasi tutta la comunicazione passa da mezzi digitali, e sarà sempre più così… è il caso di adeguarsi.

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Come detto, stiamo uscendo, tra lunedi e martedi, con il nuovo numero di JPM, che è stato fortemente rivoluzionato ed evoluto (e, si… anche se non avete un iPad, un tablet o uno smartphone potrete fruirlo lo stesso!) e parla tantissimo di queste evoluzioni, partendo dalla copertina (realizzata con la collaborazione del nostro carissimo amico e collaboratore Marko Tardito) che è davvero speciale ed incredibile nel suo effetto (tutti coloro che l’hanno vista sono rimasti estasiati!). Video e Foto si uniscono e si fondono in un mondo che si chiama “FRAMES” e serve tanta cultura visiva, conoscenza tecnica, intuito e comprendere come usare i mezzi, sia della ripresa che della post produzione per essere propositivi: oggi, non tra un anno. Abbiamo diversi fotografi che stiamo seguendo in questa rivoluzione, fornendo loro consulenza e visioni di sviluppo marketing in questo settore. A fine febbraio lavoreremo ad un grande Jumper Camp che parla di questo… state all’erta, la rivoluzione è in atto, ma se non siete attenti rischiate di perdere il treno. Se volete un consiglio, iniziate a mandarci ora una mail di “Pre-Prenotazione” per avere il vantaggio di essere sicuri di non arrivare tardi, a prenotazioni chiuse :)

Comments (4)
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  • Alessio - synergiaphoto.com
    Feb 4th, 2013
    Alessio – synergiaphoto.com says:

    Purtroppo la questione che hai messo in tavola è interessante.
    Spero non ci siano tra di noi fotografi professionisti che non hanno fatto a questa tendenza perchè sarebbe grave.

    Credo anch’io che le cose stanno cambiando sotto questo punto di vista ma sono estremamente battuto e per questo ho cominciato questo commento con “purtroppo”.

    Onestamente non lo so… non tempo l’adeguamento alle nuove tecnologie e tendenze visive, ma a volte mi chiedo se sia sempre corretto “l’adeguarsi” alle nuove tendenze/tecnologie o se, in certi casi, sia il caso di piantare un po’ i piedi ed impegnarsi a voler mantenere separate le cose; tener separato il modo operativo “video style” rispetto al classico approccio fotografico.

  • Mario
    Feb 5th, 2013
    Mario says:

    se continua la velocità di cambiamento dell’era digitale tra pochissimi anni, 3/4, saranno pochi quelli che ricorderanno cosa era la fotografia nel ‘900 e magari ci sarà di nuovo spazio per chi vorrà provare a proporre quello che sarà “un altro modo” di rappresentazione, un altro modo di (ri)conoscimento del mondo.
    se ci sarà comunque qualità espressiva dietro oh, sai, hai visto mai che assuma il sapore di “esotico”…
    :-)

  • Francesco
    Feb 5th, 2013
    Francesco says:

    La tecnologia va avanti, inutile impuntarsi. La Fotografia in se -la stampa fotografica- rimarrà comunque tale, col suo innato fascino. Di certo potrà cambiare tutto quello che viene prima.

  • mario
    Feb 12th, 2013
    mario says:

    una volta o l’altra qualcuno dovrà fare un bel post sulle differenze tra tecnica, tecnologia e magari anche scienza
    comunque io osservo che già adesso esistono laboratori/atelier che sono tornati a trattare materiale argentico con approccio e qualità di alto livello…e fanno affari molto buoni. Certo, non è il futuro “tecnologico”, non è per tutti e da tutti siamo o non siamo il tanto decantato paese dell’arte, del bello, del design, del fashion etc etc :-)
    se esistono artigiani ( non industriali) costruttori di bellissime biciclette, di mobili raffinati o arte orafa… ;-)

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