C’è una grande voglia di vendere fotografie: questo è il commento a caldo che si può evidenziare, di ritorno da Fotografica, l’evento (eccezionale!) organizzato da Canon che ha riunito a Milano un numero di persone davvero eccezionale, malgrado le avversità climatiche degli ultimi giorni e creando un raffinato mix tra cultura, creatività, tecnica, innovazione: davvero un appuntamento che ci ha resi felici e orgogliosi di essere qui. Oggi era previsto un nostro intervento per parlare di “Vendita di Fotografie“, ed era riferito alle occasioni che nascono in rete per tutti coloro che pensano di avere qualcosa da dire con la fotografia (e qualcosa da ottenere, per il loro portafoglio) dalla proposta commerciale delle loro fotografie. Iniziava, teoricamente, alle 11, ma alle 10 le prime persone hanno iniziato ad entrare nella saletta, dove stavo finendo la presentazione. dopo qualche decina di minuti, la saletta era già piena, ma le persone continuavano ad arrivare.
Si è creato un momento di panico: la saletta era piccola, adatta ad un numero esiguo di persone, quelle che non erano interessate ad altri eventi, sulla carta più importanti, che iniziavano in contemporanea. C’era, fuori dalla saletta, circa il triplo delle persone che non riuscivano ad entrare, ma che non volevano comunque lasciare perdere: erano arrivate per sentirci parlare, evidentemente non tanto o non solo per la nostra bella faccia (ok… potete ridere sul “non solo”…. ehehehe), ma dall’argomento. Alla fine, è stata cambiata la saletta, abbiamo stravolto l’organizzazione delle sale, e abbiamo occupato uno spazio decisamente più grande, ma anche questo non era sufficiente, la massa di persone era incredibile. Il convegno, credo, è andato molto bene: molta partecipazione, molte domande pertinenti, molta voglia di capire, di approfondire, di scendere in dettagli anche profondi (tematiche sulle licenze d’uso, sulle modalità di vendita, sulle problematiche riguardo alla ripresa di alcuni soggetti…). Erano, quasi tutti, non professionisti (alla mia domanda, una sola persona ha alzato la mano, dichiarandosi tale).
Di questi argomenti abbiamo parlato spesso, nei convegni rivolti ai professionisti, e abbiamo spesso combattuto contro uno scetticismo che mostrava che tali discorsi (vendita tramite microstock, soluzioni per vendere immagini attraverso la produzione “virtuale” di libri, di magliette… e quant’altro) venissero letti come un impoverimento della professione, come un “vendersi al mercato”, o come una perdita di identità e di “professionalità”. Per far capire che l’approccio che abbiamo portato avanti, e che è stato ben capito, è che “vendere” significa confrontarsi con il mercato, analizzare la concorrenza, trovare soluzioni per ottimizzare il flusso dell’inserimento delle immagini on line, le problematiche relative al proprio posizionamento dal punto di vista del “ruolo” (abbiamo consigliato di leggere l’eccellente testo di Tau Visual di orientamento alla professione (e abbiamo detto che questa associazione può essere un riferimento per chi vuole, con serietà, avvicinarsi a questo mondo con il piede giusto e con correttezza), e abbiamo anche evidenziato le problematiche da risolvere dal punto di vista fiscale. Insomma, non abbiamo detto: fate quello che volete, ma agite con serietà.
I fotografi professionisti credo debbano analizzare con minor pregiudizio tali soluzioni: professionista è colui che è capace di rispondere al mercato con capacità imprenditoriale, e invece molto (troppo) spesso, le scelte sono di “pancia”, e di “orgoglio”. Vendere a 1 dollaro le proprie foto non viene considerato accettabile, per partito preso, non importa se poi il mercato è in grado di premiare (acquistando mille, mille e ancora mille volte quella foto che funziona, garantendo un fatturato anche molto superiore a quello che si riuscirebbe a vendere sul mercato “tradizionale”. Al tempo stesso, viene fatto poco (pochissimo) per avere un’alternativa a questa vendita massificata con proposte davvero coraggiose, creative, credibili e interessanti. Insomma, si passa tanto tempo a borbottare, a dire che il mondo fa schifo, e si perdono occasioni ed opportunità: verso la massificazione, o verso la vera specializzazione e differenziazione… si sta in mezzo, e si subisce.
Oggi ho visto l’altro lato della medaglia: centinaia e centinaia di persone motivate, giovani e meno giovani, che hanno visto l’opportunità, che hanno voglia di provare di cimentarsi, di seguire delle strade nuove. Qualcuno avrà la conferma che la professione fotografica ormai è alla frutta, io credo invece che siamo di fronte ad una nuova forma di professione, così come i blogger hanno rivoluzionato il mondo dell’editoria e del giornalismo, così come YouTube ha rivoluzionato il mondo della televisione. Di sicuro il giornalista bravo e capace (anche di scendere dal trono) non ha subito l’attacco dei blogger, anzi: ne ha aperto uno, per essere vicino e più sensibile alle sfumature del cambiamento, così come la televisione di qualità non ha perso audience dai video generati dagli utenti, anzi: sono nate trasmissioni e addirittura reti televisive da questa cultura (un esempio è Current TV, che proprio ha “combattuto” contro di noi, in un seminario in contemporanea, spero che Tommaso Tessarolo abbia avuto lo stesso successo che abbiamo avuto noi, Current se lo merita!). Chi però ha snobbato, chi non si è avvicinato con umiltà e con voglia di capire, chi non ha proposto alternativa e comunque qualità, invece, ha già perso, o perderà tra breve.
Tornando a casa, abbiamo preso una decisione: Jumper sarà terreno di crescita della cultura della vendita di immagini on line, dedicheremo spazio, impegno, sforzi per promuovere questo settore. Perché Jumper si occupa di “professionalità” nella fotografia, che per noi non è un concetto “artistico“, ma l’unione di visione, di conoscenza del mercato, di analisi di strumenti utili, di valutazione di servizi e di opportunità. Se i professionisti di oggi ne percepiranno il vantaggio e la forza, vorrà dire che continueremo a trovarci tutti insieme, anche con le “nuove leve”. Se, al contrario, guarderanno con sdegno l’apertura (che c’è sempre stata da parte nostra, sono anni che parliamo di queste tematiche, ma ora diciamo che ne parleremo molto di più), vorrà dire che saranno i “nuovi professionisti” che avranno più spazio e più attenzione. L’obiettivo è quello di far vivere questa professione, non distruggerla, e si può farla sopravvivere solo se si cambia testa, non solo, banalmente, la fotocamera.
Fabio says:
Ciao, ho partecipato all’intervento in questione, presso Fotografica08.
E’ possibile avere i riferimenti ai siti e al sofware che indicavi? Mi pare che citassi anche la possibilità di avere la presentazione…
Fabio says:
Ciao, ho partecipato all’intervento in questione, presso Fotografica08.
E’ possibile avere i riferimenti ai siti e al sofware che indicavi? Mi pare che citassi anche la possibilità di avere la presentazione…
Emma says:
Di ritorno da qualche ora da Fotografica 08, devo dire chesono rimasta entusiasta, è stata una splendide iniziativa!
Ho partecipato tra altre cose alla conferenza di Luca Pianigiani, per me è già un mito ^_^, a parte l’essere stato divertentissimo nell’esposizione ha dato con grande generosità, cosa a mio avviso non facile da riscontrare in un campo così competitivo, tantissime “dritte” e stimoli su come organizzare il proprio materiale fotografico e sopratutto come tentare di vendere !
Energia ,voglia di mettermi davvero alla prova, di confrontatmi !
Spero sia un inizio oggi
PS: qesto sarà lo pazio di discussione?
grazie a tutti
Emma Terenzio
Emma says:
Di ritorno da qualche ora da Fotografica 08, devo dire chesono rimasta entusiasta, è stata una splendide iniziativa!
Ho partecipato tra altre cose alla conferenza di Luca Pianigiani, per me è già un mito ^_^, a parte l’essere stato divertentissimo nell’esposizione ha dato con grande generosità, cosa a mio avviso non facile da riscontrare in un campo così competitivo, tantissime “dritte” e stimoli su come organizzare il proprio materiale fotografico e sopratutto come tentare di vendere !
Energia ,voglia di mettermi davvero alla prova, di confrontatmi !
Spero sia un inizio oggi
PS: qesto sarà lo pazio di discussione?
grazie a tutti
Emma Terenzio
Luca Pianigiani says:
Ciao, e benvenuti a tutti (vecchi e nuovi!). La presentazione, sotto forma di slide, ma specialmente di post che approfondiscono le tematiche e i dettagli trattati durante questo evento, verranno pubblicati a breve… dateci qualche giorno per organizzarci! ;-)
Emma: no, non è un forum, ma questo spazio di commenti è aperto a tutti coloro che vogliono condividere opinioni, e poi c’è la mail di jumper per ogni dettaglio! Buona domenica!
Luca Pianigiani says:
Ciao, e benvenuti a tutti (vecchi e nuovi!). La presentazione, sotto forma di slide, ma specialmente di post che approfondiscono le tematiche e i dettagli trattati durante questo evento, verranno pubblicati a breve… dateci qualche giorno per organizzarci! ;-)
Emma: no, non è un forum, ma questo spazio di commenti è aperto a tutti coloro che vogliono condividere opinioni, e poi c’è la mail di jumper per ogni dettaglio! Buona domenica!
Fabio says:
Grazie Luca! Attendo con trepidazione! (e complimenti)
Fabio says:
Grazie Luca! Attendo con trepidazione! (e complimenti)
filippo says:
Ciao! Non mi stupisce che questo seminario abbia riscosso tanto successo. L’anno scorso avevo assistito a qualche seminario del fotografica ed ero rimasto positivamente stupito: gli argomenti erano interessanti (ah: io faccio parte della schiera dei dilettanti…) e la parlantina di Luca Pianigiani non aveva nulla da invidiare a quella di Beppe Grillo. Quest’anno sono stato a casa per… neve e pioggia, ma mi dispiace di non essere venuto. Mi metto in coda anch’io, allora, e aspetto i link che quest’anno avete proposto. Complimenti a voi per il continuo impegno (vi leggo da un anno, anche se è la prima volta che commento) e per la nuova veste grafica del sito (dovrò fare i complimenti anche alla Barbara, che tra l’altro, è stata lei a segnalrmi il fotografica lo scorso anno…).
filippo says:
Ciao! Non mi stupisce che questo seminario abbia riscosso tanto successo. L’anno scorso avevo assistito a qualche seminario del fotografica ed ero rimasto positivamente stupito: gli argomenti erano interessanti (ah: io faccio parte della schiera dei dilettanti…) e la parlantina di Luca Pianigiani non aveva nulla da invidiare a quella di Beppe Grillo. Quest’anno sono stato a casa per… neve e pioggia, ma mi dispiace di non essere venuto. Mi metto in coda anch’io, allora, e aspetto i link che quest’anno avete proposto. Complimenti a voi per il continuo impegno (vi leggo da un anno, anche se è la prima volta che commento) e per la nuova veste grafica del sito (dovrò fare i complimenti anche alla Barbara, che tra l’altro, è stata lei a segnalrmi il fotografica lo scorso anno…).
Fabrizio Annibali says:
Caro Luca,
perchè ti stupisci che ci fossero pochi professionisti ? Le cose interessantissime di cui ci parli nei vari incontri le conosciamo già e cerchiamo di metterle in pratica per quanto il tempo a disposizione ci possa permettere.
Su fotografica 08.
Sono venuto a visitare Fotografica venerdì pomeriggio su consiglio di un’ amica che aveva partecipato lo scorso anno. Volevo vedere il lavoro di Majoli e Pesce e ho trovato alcune gigantografie senza firma ( ho scoperto per caso chi erano gli autori ), mi aspettavo di vedere qualche scatto di Hetherington invece niente, ho visto le foto della Raznovich e mi sono cadute le braccia. Sarah Moon e Nagashima ???? Workers sulla missione umanitaria del Cesvi; le solite foto dei bambini che soffrono. Incontro con Borlenghi, interessante; sai cosa voleva sapere il pubblico ? Ma tu non hai paura dell’ acqua? Nota positiva qualche giovane autore.
Questo per dire che la manifestazione sarà stata di sicuro interesse per chi si avvicina alla fotografia
e per Canon ma non di certo per i professionisti o per chi si interessa di cultura fotografica. Per concludere mi sgomenta il fatto che dietro tutto questo ci sia D. Curti e Contrasto; perchè trasformare un opportunità per la fotografia in un evento dal gusto provinciale ?
Buon lavoro e al prossimo incontro.
Fabrizio.
Fabrizio Annibali says:
Caro Luca,
perchè ti stupisci che ci fossero pochi professionisti ? Le cose interessantissime di cui ci parli nei vari incontri le conosciamo già e cerchiamo di metterle in pratica per quanto il tempo a disposizione ci possa permettere.
Su fotografica 08.
Sono venuto a visitare Fotografica venerdì pomeriggio su consiglio di un’ amica che aveva partecipato lo scorso anno. Volevo vedere il lavoro di Majoli e Pesce e ho trovato alcune gigantografie senza firma ( ho scoperto per caso chi erano gli autori ), mi aspettavo di vedere qualche scatto di Hetherington invece niente, ho visto le foto della Raznovich e mi sono cadute le braccia. Sarah Moon e Nagashima ???? Workers sulla missione umanitaria del Cesvi; le solite foto dei bambini che soffrono. Incontro con Borlenghi, interessante; sai cosa voleva sapere il pubblico ? Ma tu non hai paura dell’ acqua? Nota positiva qualche giovane autore.
Questo per dire che la manifestazione sarà stata di sicuro interesse per chi si avvicina alla fotografia
e per Canon ma non di certo per i professionisti o per chi si interessa di cultura fotografica. Per concludere mi sgomenta il fatto che dietro tutto questo ci sia D. Curti e Contrasto; perchè trasformare un opportunità per la fotografia in un evento dal gusto provinciale ?
Buon lavoro e al prossimo incontro.
Fabrizio.
Enrico says:
Buongiorno a tutti, Sabato sono andato a Fotografica 08. Mi incuriosiva il tema della conferenza Pimp my camera (o qualcosa di simile). Ho trovato un omino buffo che assomigliava a Beppe Grillo, che parlava e diceva in maniera divertente cose molto interessanti. Sono quindi tornato anche il giorno dopo quando ha parlato di guadagnare soldi con la fotografia. Nessuna promessa di guadagni facili ma tante idee. Complimenti è stato molto interessante.
Enrico says:
Buongiorno a tutti, Sabato sono andato a Fotografica 08. Mi incuriosiva il tema della conferenza Pimp my camera (o qualcosa di simile). Ho trovato un omino buffo che assomigliava a Beppe Grillo, che parlava e diceva in maniera divertente cose molto interessanti. Sono quindi tornato anche il giorno dopo quando ha parlato di guadagnare soldi con la fotografia. Nessuna promessa di guadagni facili ma tante idee. Complimenti è stato molto interessante.
Luca Pianigiani says:
Ciao Fabrizio, mi dispiace ma non condivido la tua opinione su Fotografica. SI, forse non è Arles (te lo dice uno che ci andava…), ma trovo che sia un’occasione in Italia per parlare di fotografia di grande importanza, e di rispetto. E’ ovviamente più orientata al pubblico amatoriale, ma anche i professionisti avrebbero potuto trovare (e hanno trovato) interessanti iniziative e incontri.
Forse bisognava essere meno prevenuti… per esempio dici che non serviva partecipare al nostro evento…. perché tanto le cose che dicevo erano le stesse che dico da tempo, ed è come dire che io non abbia nulla di nuovo da raccontare o da spiegare. Gli argomenti del microstock ormai fanno parte del dibattito su Jumper e negli eventi che organizziamo da anni, ma ogni giorno c’è qualcosa di nuovo, e nell’evento di ieri dicevo cose che ho scoperto e affrontato da poco, e che quindi ho condiviso con coloro che c’erano. Io non contestavo il fatto che “non ci fossero professionisti”; dicevo che questi temi, di solito, non interessano i professionisti, che li giudicano di basso livello. Al contrario, interessano moltissimo nuove categorie di utenti, che possono (e faranno) concorrenza a quei professionisti che non vorranno valutare non necessariamente l’occasione di vendere con nuovi schemi commerciali le proprie “opere”, ma anche chi non ne valuterà gli effetti per “fare altro”, di diverso, ma di uguale potenzialità di fatturato.
Le occasioni, pochissime, che ci sono in Italia, non vanno “bollate” come “provinciali”; perché è provincialismo fare così. Diverso è essere propositivi, consigliare, dare una mano per migliorare ogni volta quello che già c’è. Non lo dico per “difendere” la Canon, ma perché sono convinto che iniziative come Fotografica debbano essere salvate e protette come il Panda Gigante… e coccolate per farle vivere meglio, con l’aiuto e la collaborazione di tutti!
Luca
Luca Pianigiani says:
Ciao Fabrizio, mi dispiace ma non condivido la tua opinione su Fotografica. SI, forse non è Arles (te lo dice uno che ci andava…), ma trovo che sia un’occasione in Italia per parlare di fotografia di grande importanza, e di rispetto. E’ ovviamente più orientata al pubblico amatoriale, ma anche i professionisti avrebbero potuto trovare (e hanno trovato) interessanti iniziative e incontri.
Forse bisognava essere meno prevenuti… per esempio dici che non serviva partecipare al nostro evento…. perché tanto le cose che dicevo erano le stesse che dico da tempo, ed è come dire che io non abbia nulla di nuovo da raccontare o da spiegare. Gli argomenti del microstock ormai fanno parte del dibattito su Jumper e negli eventi che organizziamo da anni, ma ogni giorno c’è qualcosa di nuovo, e nell’evento di ieri dicevo cose che ho scoperto e affrontato da poco, e che quindi ho condiviso con coloro che c’erano. Io non contestavo il fatto che “non ci fossero professionisti”; dicevo che questi temi, di solito, non interessano i professionisti, che li giudicano di basso livello. Al contrario, interessano moltissimo nuove categorie di utenti, che possono (e faranno) concorrenza a quei professionisti che non vorranno valutare non necessariamente l’occasione di vendere con nuovi schemi commerciali le proprie “opere”, ma anche chi non ne valuterà gli effetti per “fare altro”, di diverso, ma di uguale potenzialità di fatturato.
Le occasioni, pochissime, che ci sono in Italia, non vanno “bollate” come “provinciali”; perché è provincialismo fare così. Diverso è essere propositivi, consigliare, dare una mano per migliorare ogni volta quello che già c’è. Non lo dico per “difendere” la Canon, ma perché sono convinto che iniziative come Fotografica debbano essere salvate e protette come il Panda Gigante… e coccolate per farle vivere meglio, con l’aiuto e la collaborazione di tutti!
Luca
Federico says:
Salve Luca, leggo Jumper ogni lunedì, un pò frettolosamente a volte per gli impegni ma sempre con molta curiosità, ti ho pure ascoltato numerose volte in varie occasioni, farti i complimenti è facile e spontaneo, qualche appunto un pochino meno ma, a rischio di essere banale, devo evidenziarti che troppo spesso iniziative come questa sono “riservate” ai residenti o giù di lì escludendo forzatamente gran parte dei professionisti sparsi nelle decine e decine di province italiane…e ti chiedo quindi dov’è possibile trovare e/o scaricare una sintesi degli incontri svolti in quest’occasione.
Federico
Federico says:
Salve Luca, leggo Jumper ogni lunedì, un pò frettolosamente a volte per gli impegni ma sempre con molta curiosità, ti ho pure ascoltato numerose volte in varie occasioni, farti i complimenti è facile e spontaneo, qualche appunto un pochino meno ma, a rischio di essere banale, devo evidenziarti che troppo spesso iniziative come questa sono “riservate” ai residenti o giù di lì escludendo forzatamente gran parte dei professionisti sparsi nelle decine e decine di province italiane…e ti chiedo quindi dov’è possibile trovare e/o scaricare una sintesi degli incontri svolti in quest’occasione.
Federico
Laura says:
Sì sono una principiante, una principiante che si è entusiasmata durante Fotografica 08 e ancora di più durante l’incontro con Luca Pianigiani. Per quale motivo? Per la quantità di informazioni condivise, per la volontà di coinvolgere persone che si avvicinano timidamente a questo settore, per il linguaggio e l’approccio che rivelavano una vera voglia di comunicare.
Quel che mi rattrista invece è lo snobbismo tutto italiano di alcuni professionisti che trovano queste manifestazioni di serie B solo perché avvicinano impiegati, commessi, operai ad una nobile arte.
Credo che questo sia l’atteggiamento che ci ha reso un paese di serie B, in cronico ritardo, pieno di pregiudizi, con il piede premuto sul freno perché “non si sa mai che arrivi quello con l’idea migliore della mia”.
Grazie Luca per le preziose informazioni, per i pro saranno superfle ma a me, povera beginners, hanno regalato un grande entusiasmo.
Laura says:
Sì sono una principiante, una principiante che si è entusiasmata durante Fotografica 08 e ancora di più durante l’incontro con Luca Pianigiani. Per quale motivo? Per la quantità di informazioni condivise, per la volontà di coinvolgere persone che si avvicinano timidamente a questo settore, per il linguaggio e l’approccio che rivelavano una vera voglia di comunicare.
Quel che mi rattrista invece è lo snobbismo tutto italiano di alcuni professionisti che trovano queste manifestazioni di serie B solo perché avvicinano impiegati, commessi, operai ad una nobile arte.
Credo che questo sia l’atteggiamento che ci ha reso un paese di serie B, in cronico ritardo, pieno di pregiudizi, con il piede premuto sul freno perché “non si sa mai che arrivi quello con l’idea migliore della mia”.
Grazie Luca per le preziose informazioni, per i pro saranno superfle ma a me, povera beginners, hanno regalato un grande entusiasmo.
Luce says:
ciao a tutti,
domenica 30 novembre ho seguito l’incontro presso Fotografica08 “come vendere foto per pagarsi le vacanze”, bello e utile, molto utile direi!
…è’ possibile ricevere via mail i riferimenti ai siti citati durante l’inconto?O possibile ricevere addirittura le slides che avete proiettato?!
grazie in anticipo
ciao ciao
Luce says:
ciao a tutti,
domenica 30 novembre ho seguito l’incontro presso Fotografica08 “come vendere foto per pagarsi le vacanze”, bello e utile, molto utile direi!
…è’ possibile ricevere via mail i riferimenti ai siti citati durante l’inconto?O possibile ricevere addirittura le slides che avete proiettato?!
grazie in anticipo
ciao ciao
Piero Cauduro says:
Ieri c’ero e ho trovato molto interessante ciò che Luca diceva. Ovvio su questo argomento hanno scritto molto anche riviste di fotografia sia in senso positivo che negativo o di orientamento per chi è interessato a fare qualcosa di più oltre che condividere in rete le proprie fotografie. L’intervento di Luca ha detto qualcosa di nuovo rispetto al passato. Basta leggere l’articolo sopra. Ma non è questo che mi spinge a intervenire. Leggendo gli interventi e anche ieri, tornando a casa, mi veniva in mente gli anni 70/80 con l’avvento della televisione commerciale e l’allargamento della pubblicità ricordate? Quando alcuni registi i primi, che avevano diretto grandi film che si cimentavno a dirigere spot pubblicitari? I primi. Ricordate il polverone che suscitarono? :-) Ricordate le polemiche di altri grandi registi? Quasi quasi si parlava di “Eresia”. Ricordate? :-) Di li’ a pochi mesi che successe? Che gli stessi che polemizzarono gridando allo scandalo anche loro si misero a dirigere spot. Famoso e prestigiosamente firmato lo spot di una famosa pasta.
Ecco per quel che conta il mio parere, secondo me oggi nella fotografia viviamo un po’ quel periodo.
Dopo l’incontro ho avuto modo di parlare con alcuni che come me, hanno partecipato a questo dibattito e la domanda che correva era anche questa: certo il microstock è interessante, come anche il mercato di stock del genere fotogiornalismo ma oltre alle opportunità, nasconde anche dei pericoli che vanno al di là delle intenzioni del fotografo e della sua etica. Per farmi comprendere userò un esempio:
Se come giornalista (non lo sono è un esempio) voglio dimostrare che in una data città italiana è aumentata la povertà e oltre a scrivere un articolo su questo ci metto una fotografia che fà vedere una coda lunghissima di poveri che attende il suo pasto ad un centro di assistenza ma la foto è presa da uno stock e quella fotografia ad esempio è stata scatta dall’altro capo del mondo e non in quella città? E’ noto che in genere una foto di stock e come dire…..un po’ senza luogo nel senso che chi la guarda non può dire che riconosce le tipiche case italiane o francesi ma paesaggi come di “neutri”. Ecco, un esempio di come l’uso di una immagine possa andare fuori dal controllo e dalle intenzioni etiche del fotografo. Certo sò bene di scoprire l’acqua calda ma questi quesiti e dubbi (parlando tra noi) non erano posti da fotografi professionisti ma da “amatori” in Italia si dice anche “dilettanti”.
Piero Cauduro says:
Ieri c’ero e ho trovato molto interessante ciò che Luca diceva. Ovvio su questo argomento hanno scritto molto anche riviste di fotografia sia in senso positivo che negativo o di orientamento per chi è interessato a fare qualcosa di più oltre che condividere in rete le proprie fotografie. L’intervento di Luca ha detto qualcosa di nuovo rispetto al passato. Basta leggere l’articolo sopra. Ma non è questo che mi spinge a intervenire. Leggendo gli interventi e anche ieri, tornando a casa, mi veniva in mente gli anni 70/80 con l’avvento della televisione commerciale e l’allargamento della pubblicità ricordate? Quando alcuni registi i primi, che avevano diretto grandi film che si cimentavno a dirigere spot pubblicitari? I primi. Ricordate il polverone che suscitarono? :-) Ricordate le polemiche di altri grandi registi? Quasi quasi si parlava di “Eresia”. Ricordate? :-) Di li’ a pochi mesi che successe? Che gli stessi che polemizzarono gridando allo scandalo anche loro si misero a dirigere spot. Famoso e prestigiosamente firmato lo spot di una famosa pasta.
Ecco per quel che conta il mio parere, secondo me oggi nella fotografia viviamo un po’ quel periodo.
Dopo l’incontro ho avuto modo di parlare con alcuni che come me, hanno partecipato a questo dibattito e la domanda che correva era anche questa: certo il microstock è interessante, come anche il mercato di stock del genere fotogiornalismo ma oltre alle opportunità, nasconde anche dei pericoli che vanno al di là delle intenzioni del fotografo e della sua etica. Per farmi comprendere userò un esempio:
Se come giornalista (non lo sono è un esempio) voglio dimostrare che in una data città italiana è aumentata la povertà e oltre a scrivere un articolo su questo ci metto una fotografia che fà vedere una coda lunghissima di poveri che attende il suo pasto ad un centro di assistenza ma la foto è presa da uno stock e quella fotografia ad esempio è stata scatta dall’altro capo del mondo e non in quella città? E’ noto che in genere una foto di stock e come dire…..un po’ senza luogo nel senso che chi la guarda non può dire che riconosce le tipiche case italiane o francesi ma paesaggi come di “neutri”. Ecco, un esempio di come l’uso di una immagine possa andare fuori dal controllo e dalle intenzioni etiche del fotografo. Certo sò bene di scoprire l’acqua calda ma questi quesiti e dubbi (parlando tra noi) non erano posti da fotografi professionisti ma da “amatori” in Italia si dice anche “dilettanti”.
Gabriele Nastro says:
ciao Luca,
ho trovato l’incontro di ieri molto interessante. Immaginavo che lo sarebbe stato (anche se non conoscevo ne te, ne Jumper), mi sono infatti sparato 400 km per venire a Milano, da Rimini. L’affluenza all’evento credo dimostri quanto bisogno ci sia, da parte di noi dilettanti o fotoamatori che dir si voglia, di essere presi in considerazione, di essere consigliati e guidati, non tanto verso il professionismo (molti amatori hanno già un lavoro, magari anche parecchio remunerativo) ma verso un’identità più alta e consapevole. Anche chi, come me ad esempio, conosceva molte delle risorse di cui hai parlato, ne ha tratto sicuro beneficio. Per una volta ci siamo visti “regalare” 2 ore di competenze e di consigli intelligenti e pertinenti. Complimeti davvero.
Gabriele Nastro says:
ciao Luca,
ho trovato l’incontro di ieri molto interessante. Immaginavo che lo sarebbe stato (anche se non conoscevo ne te, ne Jumper), mi sono infatti sparato 400 km per venire a Milano, da Rimini. L’affluenza all’evento credo dimostri quanto bisogno ci sia, da parte di noi dilettanti o fotoamatori che dir si voglia, di essere presi in considerazione, di essere consigliati e guidati, non tanto verso il professionismo (molti amatori hanno già un lavoro, magari anche parecchio remunerativo) ma verso un’identità più alta e consapevole. Anche chi, come me ad esempio, conosceva molte delle risorse di cui hai parlato, ne ha tratto sicuro beneficio. Per una volta ci siamo visti “regalare” 2 ore di competenze e di consigli intelligenti e pertinenti. Complimeti davvero.
Luca Pianigiani says:
Grazie davvero a tutti per le belle parole. Sappiate che stiamo, proprio in questo momento, scrivendo una relazione su quanto abbiamo detto… e molto di più!
Alcuni commenti “personali”:
A Laura: ti ho scritto già direttamente, ma volevo confermare che trovo molto bella la tua grinta e il tuo modo di esporre le tue (giuste) ragioni. Complimenti, sono sicuro che andrai lontano!
A Piero: quello che indichi come un “rischio etico” è un rischio che riguarda tutto il mondo dell’informazione, e anche del fotogiornalismo, da sempre: non è necessario, per falsare la realtà, usare foto scattate dall’altra parte del mondo rispetto alla notizia che si sta citando, basta scattare decidendo in partenza quello che si vuole mostrare e rappresentare (come a teatro… molto fotogiornalismo è figlio di una “finzione” costruita ad hoc), ma ancora più facile… basta cambiare la didascalia e la stessa foto viene “letta” in due modi molto diversi. Sta alla serietà e all’etica di chi fa informazione il garantire una veridicità almeno apparente, anche se poi forse quello che conta è il messaggio che si vuole trasmettere.
A Gabriele: grazie per i chilometri. Molto spesso, comunque, è più importante come si dicono e si raccontano le cose, e non necessariamente quello che si indica: mi è capitato spesso di sentire persone che “mettono insieme” elementi che conosco, creando un percorso mentale che non ero riuscito a raggiungere da solo. E’ un po’ quello che cerco di fare: non trovo sempre idee geniali (anzi… quasi mai), ma cerco di mettere insieme tasselli per creare un mosaico utile. Spero di esserci, almeno in parte, riuscito.
Luca Pianigiani says:
Grazie davvero a tutti per le belle parole. Sappiate che stiamo, proprio in questo momento, scrivendo una relazione su quanto abbiamo detto… e molto di più!
Alcuni commenti “personali”:
A Laura: ti ho scritto già direttamente, ma volevo confermare che trovo molto bella la tua grinta e il tuo modo di esporre le tue (giuste) ragioni. Complimenti, sono sicuro che andrai lontano!
A Piero: quello che indichi come un “rischio etico” è un rischio che riguarda tutto il mondo dell’informazione, e anche del fotogiornalismo, da sempre: non è necessario, per falsare la realtà, usare foto scattate dall’altra parte del mondo rispetto alla notizia che si sta citando, basta scattare decidendo in partenza quello che si vuole mostrare e rappresentare (come a teatro… molto fotogiornalismo è figlio di una “finzione” costruita ad hoc), ma ancora più facile… basta cambiare la didascalia e la stessa foto viene “letta” in due modi molto diversi. Sta alla serietà e all’etica di chi fa informazione il garantire una veridicità almeno apparente, anche se poi forse quello che conta è il messaggio che si vuole trasmettere.
A Gabriele: grazie per i chilometri. Molto spesso, comunque, è più importante come si dicono e si raccontano le cose, e non necessariamente quello che si indica: mi è capitato spesso di sentire persone che “mettono insieme” elementi che conosco, creando un percorso mentale che non ero riuscito a raggiungere da solo. E’ un po’ quello che cerco di fare: non trovo sempre idee geniali (anzi… quasi mai), ma cerco di mettere insieme tasselli per creare un mosaico utile. Spero di esserci, almeno in parte, riuscito.
Emma says:
Ciao,
ancora non ho ben capito come muovermi in questo blog.., e non so se è il luogo opportuno per porre certe domande,mi riferisco ai siti che ci hai segnalato Luca, alcune cose non mi sono chiare, ho letto ad esempio che su Shutterstock e altrove si deve pagare comunque una somma per abbonarsi e per poter usufruire di diversi download, ma se uno vuole tentare solo di vendere le proprie foto per esempio? Su Shutterstock ,è possibile utilizzare il servizio senza dover pagare 199 euro per un solo mese, che non mi pare poco…?
interessantissimi i siti,sto cercando di capirci un pò
grazie
Emma
Emma says:
Ciao,
ancora non ho ben capito come muovermi in questo blog.., e non so se è il luogo opportuno per porre certe domande,mi riferisco ai siti che ci hai segnalato Luca, alcune cose non mi sono chiare, ho letto ad esempio che su Shutterstock e altrove si deve pagare comunque una somma per abbonarsi e per poter usufruire di diversi download, ma se uno vuole tentare solo di vendere le proprie foto per esempio? Su Shutterstock ,è possibile utilizzare il servizio senza dover pagare 199 euro per un solo mese, che non mi pare poco…?
interessantissimi i siti,sto cercando di capirci un pò
grazie
Emma
Luca Pianigiani says:
Ciao Emma,
scusa il ritardo (la neve eehehhe…)
Allora, NOOO non devi pagare per iscriverti. Esempio di Shutterstock che citi, vasta che ti iscrivi (solo navigazione gratis) e poi guarda questa pagina:
http://submit.shutterstock.com/
Che ti spiega che puoi “sottomettere” le tue foto (o video). E’ in inglese, ma è abbastanza chiaro. Gli abbonamenti a pagamento sono per chi vuole “comprare” le foto, e quindi… per i tuoi futuri clienti.
Lo stesso vale per tutti, l’unica cosa a pagamento sono i servizi a pagamento (attivazione opzione vendite stampa) di DeviantArt, che costa pochi dollari, guarda qui:
http://services.deviantart.com/prints/
Ne parleremo comunque a breve proprio sul sito, spero di averti aiutato ;-)
A presto, Luca
Ps: per avere maggiori informazioni potete andare a questa pagina, che raccoglie gli interventi sull’argomento:
http://www.jumper.it/JumperReviews/?cat=43
Luca Pianigiani says:
Ciao Emma,
scusa il ritardo (la neve eehehhe…)
Allora, NOOO non devi pagare per iscriverti. Esempio di Shutterstock che citi, vasta che ti iscrivi (solo navigazione gratis) e poi guarda questa pagina:
http://submit.shutterstock.com/
Che ti spiega che puoi “sottomettere” le tue foto (o video). E’ in inglese, ma è abbastanza chiaro. Gli abbonamenti a pagamento sono per chi vuole “comprare” le foto, e quindi… per i tuoi futuri clienti.
Lo stesso vale per tutti, l’unica cosa a pagamento sono i servizi a pagamento (attivazione opzione vendite stampa) di DeviantArt, che costa pochi dollari, guarda qui:
http://services.deviantart.com/prints/
Ne parleremo comunque a breve proprio sul sito, spero di averti aiutato ;-)
A presto, Luca
Ps: per avere maggiori informazioni potete andare a questa pagina, che raccoglie gli interventi sull’argomento:
http://www.jumper.it/JumperReviews/?cat=43
Norberto says:
Ciao, seguo con interesse gli sviluppi della fotografia, anche se da qualche anno vivo di altre cose.
Tra gli anni ’80 e i ’90 lavoravo con un collega e producevamo immagini da passare alle agenzie stock.
Ti faccio un esempio, andavamo con una piccola troupe in Grecia affittando due motorini e un fuoristrada Suzuki, con due modelle e due modelli, per quattro, cinque giorni.
Fotografavamo questa felice comitiva (abbronzati, sorridenti, felici e le ragazze erano una mora e una bionda e pure i ragazzi…) insomma con una spesa inferiore ai 20 milioni, arrangiandoci con un paio di assistenti e make up artists del luogo, facevamo scatti in riva al mare, con gli sfondi delle case bianche di Santorini, le chiese, i traonti, i ristorantini, ecc.
Mi chiedo: ora come sarebbe possibile produrre una cosa del genere? Anche con una organizzazione scarna come la nostra prima di rientrarci dovrei vendere migliaia e migliaia di volte diversi scatti dello stesso servizio e poi ci sarebbe tassazione degli utili, prima vendevamo le foto dalle 350.000 lire ad 800.000 lire, in caso di copertine. Ma anche molto di più in situazioni particolari.
Le abbiamo vendute anche clienti istituzionali con ricavi molto buoni.
Rientravamo dell’investimento dopo i primi sei mesi di pubblicazione sui cataloghi delle agenzie, e poi per un anno, un anno e mezzo era tutto guadagno, dopo di che tutto sciamava ed occorrevano foto più fresche.
Ho notato sui cataloghi online che c’è chi vende anche 10.000 immagini al mese, ma sono pochi in tutto il mondo, ed hanno un portfolio enorme, non sono le 150 foto buone che producevamo noi.
So che hai vivisezionato questa cosa.
Hai fatto un grafico uno studio con un piano economico che accompagna le tesi che giustamente porti nelle tue conferenze?
Quando è che si rientra vendendo ad un dollaro?
E’ possibile produrre foto come facevamo noi o non è più il caso?
Ciao
Norberto says:
Ciao, seguo con interesse gli sviluppi della fotografia, anche se da qualche anno vivo di altre cose.
Tra gli anni ’80 e i ’90 lavoravo con un collega e producevamo immagini da passare alle agenzie stock.
Ti faccio un esempio, andavamo con una piccola troupe in Grecia affittando due motorini e un fuoristrada Suzuki, con due modelle e due modelli, per quattro, cinque giorni.
Fotografavamo questa felice comitiva (abbronzati, sorridenti, felici e le ragazze erano una mora e una bionda e pure i ragazzi…) insomma con una spesa inferiore ai 20 milioni, arrangiandoci con un paio di assistenti e make up artists del luogo, facevamo scatti in riva al mare, con gli sfondi delle case bianche di Santorini, le chiese, i traonti, i ristorantini, ecc.
Mi chiedo: ora come sarebbe possibile produrre una cosa del genere? Anche con una organizzazione scarna come la nostra prima di rientrarci dovrei vendere migliaia e migliaia di volte diversi scatti dello stesso servizio e poi ci sarebbe tassazione degli utili, prima vendevamo le foto dalle 350.000 lire ad 800.000 lire, in caso di copertine. Ma anche molto di più in situazioni particolari.
Le abbiamo vendute anche clienti istituzionali con ricavi molto buoni.
Rientravamo dell’investimento dopo i primi sei mesi di pubblicazione sui cataloghi delle agenzie, e poi per un anno, un anno e mezzo era tutto guadagno, dopo di che tutto sciamava ed occorrevano foto più fresche.
Ho notato sui cataloghi online che c’è chi vende anche 10.000 immagini al mese, ma sono pochi in tutto il mondo, ed hanno un portfolio enorme, non sono le 150 foto buone che producevamo noi.
So che hai vivisezionato questa cosa.
Hai fatto un grafico uno studio con un piano economico che accompagna le tesi che giustamente porti nelle tue conferenze?
Quando è che si rientra vendendo ad un dollaro?
E’ possibile produrre foto come facevamo noi o non è più il caso?
Ciao
franco franceschi says:
Caro Luca, ho fatto ed inoltrato giorni or sono a Roberto Tomesani, una riflessione sul così-detto microstock maturata su una mia personale esperienza portata avanti più per capire e poter giuducare che credendo in questo genere di commercio. Spero che possa essere utile ad altri.
– Possiamo cestinare (relativamente a questo uso) tutto l’archivio analogico perchè i “selettori” delle varie agenzie di stock, abituati all’immagine digitale, quando compare la foto scannerizzata (e ti parlo di foto a 40MB) la vedono subito “imperfetta”, come il suono di un 78 immesso fra tanti CD. Inoltre, per quanto ben tenute, le immagini, se scannerizzare, poi vanno perfettamente pulite il che richiede almeno 5′ cadauna e di conseguenza devi cominciare a calcolare un costo vivo di almeno 10€ a foto fra tempi di scannerizzazione e di pulizia, omettendo di imputare l’ammortamento di uno scanner buono.
– In ogni foto vanno messi, dopo aver caricato l’immagine nell’archivio dell’agenzia, le parole chiave, che vanno azzeccate bene sulla logica dell’agenzia stessa, non sulla tua.
– Le immagini del genere di quelle che già hanno vengono respinte percé ve ne sono in sovrabbondanza, le altre perchè non interessano in quanto non richieste dai loro clienti.
– Ogni cosa o persona riconoscibile nella propria identità deve avere la liberatoria e quindi in mancanza di essa rimangono solo piazze e strade vuote, paesaggi e foto astratte (oltre le liberatorie false). Quindi niente automobili, niente abitazioni sia interni che esterni, niente banche, niente scritte al neon con marchi…..in virtù del fatto che l’agenzia deve rispettare le norme di tutto il mondo (per gli US le case dove si abita hanno personalità, per il sud America ed altre zone l’hanno le banche, per tutti le persone, per alcuni Paesi gli animali, se sono personali……
– Dimentichiamo concetti troppo romantici come una sfuocatura, ancorchè evidentemente voluta, di sfondo o di primo piano. Il fuoco deve essere assoluto e totale, Niente grana, niente rumore, niente bianchi senza pix o neri oltre il 90%
In sostanza, viene accettato circa un 8/10% di quanto si spedisce e venduto un 10% dell’accettato (ottimisticamente) e consideriamo che il mio test nasce dalla spedizione di immagini tecnicamente ineccepibili, di buona composizione e di soggetti interessanti.
Quindi correggendo e mettendo didascalie in 10.000 immagini con un dispendio di circa 350/400 ore di lavoro hai l’opportunità di vedertene accolte meno di 1000 (mediamente 800) e di venderne un centinaio con una forbice di prezzo che va da 0,35 a 5 € l’una e non pensare di rivenderle reiteratamente, mentre, continuamente devi alimentare “il mostro”
– Anche pensare di poter lavorare contemporaneamente con tutte le agenzie è utopico perché se non lavori in esclusiva hai una percentuale bassissima ed è come se dividessi il provento aritmeticamente per il numero delle agenzie cui sei affiliato, con però il moltiplicarsi dei tempi di spedizione e identificazione delle immagini
– un buon sistema parrebbe quello di valutare quella che loro ti indicano come richiesta e produrre tali immagini, ma devi tenere conto che la richiesta proviene da un’elaborazione statistica che richiede tempo e perciò non rispecchia con esattezza un momento, ma alcuni mesi precedenti ed altrettanto tempo occorre a te per produrre. Di conseguenza quando le foto arrivano in archivio le richieste sono mutate o l’archivio stesso ne è già saturo.
Questa mia riflessione nasce da un esperimento fatto, nell’arco di sei mesi con una stagista “sul pezzo” a tempo pieno. Se qualche collega ha fatto ricerche simili e ne può dare il risultato, potrenmmo asssemblare dati interessanti e più obiettivi.
Alla domanda spontanea – “ma allora dov’è l’affare?” – mi sono risposto che l’affare c’è, ma solo per l’agenzia che draga 100 milioni di foto a rischio dei fotografi e incassa una percentuale notevole sulle vendite.
– Per quanto riguarda l’archivio di luoghi ed eventi tanto vale lavorare con GPS e registratore e proporre servizi completi anche di articolo e per il resto non vedo uno sbocco, ma se qualcuno ne vede sarei lieto di considerarli. Omettendo di credere che se di mie foto ne viene preso un 10% le tue, che sono certo più interessanti, verranno prese e vendute tutte, che è una tipica riflessione da fotografi, ma che fin quì non ha dato grandi risultati, vista la situazione.
franco franceschi says:
Caro Luca, ho fatto ed inoltrato giorni or sono a Roberto Tomesani, una riflessione sul così-detto microstock maturata su una mia personale esperienza portata avanti più per capire e poter giuducare che credendo in questo genere di commercio. Spero che possa essere utile ad altri.
– Possiamo cestinare (relativamente a questo uso) tutto l’archivio analogico perchè i “selettori” delle varie agenzie di stock, abituati all’immagine digitale, quando compare la foto scannerizzata (e ti parlo di foto a 40MB) la vedono subito “imperfetta”, come il suono di un 78 immesso fra tanti CD. Inoltre, per quanto ben tenute, le immagini, se scannerizzare, poi vanno perfettamente pulite il che richiede almeno 5′ cadauna e di conseguenza devi cominciare a calcolare un costo vivo di almeno 10€ a foto fra tempi di scannerizzazione e di pulizia, omettendo di imputare l’ammortamento di uno scanner buono.
– In ogni foto vanno messi, dopo aver caricato l’immagine nell’archivio dell’agenzia, le parole chiave, che vanno azzeccate bene sulla logica dell’agenzia stessa, non sulla tua.
– Le immagini del genere di quelle che già hanno vengono respinte percé ve ne sono in sovrabbondanza, le altre perchè non interessano in quanto non richieste dai loro clienti.
– Ogni cosa o persona riconoscibile nella propria identità deve avere la liberatoria e quindi in mancanza di essa rimangono solo piazze e strade vuote, paesaggi e foto astratte (oltre le liberatorie false). Quindi niente automobili, niente abitazioni sia interni che esterni, niente banche, niente scritte al neon con marchi…..in virtù del fatto che l’agenzia deve rispettare le norme di tutto il mondo (per gli US le case dove si abita hanno personalità, per il sud America ed altre zone l’hanno le banche, per tutti le persone, per alcuni Paesi gli animali, se sono personali……
– Dimentichiamo concetti troppo romantici come una sfuocatura, ancorchè evidentemente voluta, di sfondo o di primo piano. Il fuoco deve essere assoluto e totale, Niente grana, niente rumore, niente bianchi senza pix o neri oltre il 90%
In sostanza, viene accettato circa un 8/10% di quanto si spedisce e venduto un 10% dell’accettato (ottimisticamente) e consideriamo che il mio test nasce dalla spedizione di immagini tecnicamente ineccepibili, di buona composizione e di soggetti interessanti.
Quindi correggendo e mettendo didascalie in 10.000 immagini con un dispendio di circa 350/400 ore di lavoro hai l’opportunità di vedertene accolte meno di 1000 (mediamente 800) e di venderne un centinaio con una forbice di prezzo che va da 0,35 a 5 € l’una e non pensare di rivenderle reiteratamente, mentre, continuamente devi alimentare “il mostro”
– Anche pensare di poter lavorare contemporaneamente con tutte le agenzie è utopico perché se non lavori in esclusiva hai una percentuale bassissima ed è come se dividessi il provento aritmeticamente per il numero delle agenzie cui sei affiliato, con però il moltiplicarsi dei tempi di spedizione e identificazione delle immagini
– un buon sistema parrebbe quello di valutare quella che loro ti indicano come richiesta e produrre tali immagini, ma devi tenere conto che la richiesta proviene da un’elaborazione statistica che richiede tempo e perciò non rispecchia con esattezza un momento, ma alcuni mesi precedenti ed altrettanto tempo occorre a te per produrre. Di conseguenza quando le foto arrivano in archivio le richieste sono mutate o l’archivio stesso ne è già saturo.
Questa mia riflessione nasce da un esperimento fatto, nell’arco di sei mesi con una stagista “sul pezzo” a tempo pieno. Se qualche collega ha fatto ricerche simili e ne può dare il risultato, potrenmmo asssemblare dati interessanti e più obiettivi.
Alla domanda spontanea – “ma allora dov’è l’affare?” – mi sono risposto che l’affare c’è, ma solo per l’agenzia che draga 100 milioni di foto a rischio dei fotografi e incassa una percentuale notevole sulle vendite.
– Per quanto riguarda l’archivio di luoghi ed eventi tanto vale lavorare con GPS e registratore e proporre servizi completi anche di articolo e per il resto non vedo uno sbocco, ma se qualcuno ne vede sarei lieto di considerarli. Omettendo di credere che se di mie foto ne viene preso un 10% le tue, che sono certo più interessanti, verranno prese e vendute tutte, che è una tipica riflessione da fotografi, ma che fin quì non ha dato grandi risultati, vista la situazione.
Gino Begotti says:
E’ da evidenziare che sul mercato mondiale della fotografia di stock esistono anche agents i quali dopo aver attentamente esaminato la submission del contributor fotografo, impongono ad esempio una tariffa di 35 Euro per ogni fotografia accettata e messa in circolo sul loro website, pagando poi al fotografo il 30 per cento del revenue se la fotografia verrà successivamente scelta e pubblicata dal cliente editore tra decine di migliaia di fotografie esposte. In breve il fotografo ha già pagato anticipatamente all’agenzia distributrice dei diritti Royal Management tutti i costi di esercizio e anche un revenue che non si sa se al fotografo ritornerà e quando nel tempo.
Cari giovani pieni di entusiasmo state attenti, e il cash tenetevelo caro!!!!!
Gino Begotti says:
E’ da evidenziare che sul mercato mondiale della fotografia di stock esistono anche agents i quali dopo aver attentamente esaminato la submission del contributor fotografo, impongono ad esempio una tariffa di 35 Euro per ogni fotografia accettata e messa in circolo sul loro website, pagando poi al fotografo il 30 per cento del revenue se la fotografia verrà successivamente scelta e pubblicata dal cliente editore tra decine di migliaia di fotografie esposte. In breve il fotografo ha già pagato anticipatamente all’agenzia distributrice dei diritti Royal Management tutti i costi di esercizio e anche un revenue che non si sa se al fotografo ritornerà e quando nel tempo.
Cari giovani pieni di entusiasmo state attenti, e il cash tenetevelo caro!!!!!
Luca Pianigiani says:
Ho controllato, e il tuo commento non c’è, nè tra quelli approvati, nè tra quelli “censurati”, quindi non so cosa dirti (semmai spiegati, ma ti assicuro che non risulta alcun tuo commento su questo post). Noi passiamo tutto, a meno che non sia fuori luogo, eccessivamente stupido o inutilmente polemico, il resto al massimo rispondiamo a tono.
Ho pubblicato questa tua critica, che non ha un senso per quello che ho appena detto, ma aggiungo che se qualcuno si offende, senza prima chiedere i motivi, francamente ci interessa poco che prosegua la lettura. Il commento è una possibilità, la pubblicazione non è un diritto, come principio. Quindi, semmai, uno può chiedere eventuali motivi, come detto, nell’ottica di un dialogo costruttivo.
L’ottimismo non è indice di stupidità, è costruttivo. Se vuoi un piagnisteo, lo trovi altrove, il mondo è pieno. Non rispondere, se non per cambiare l’approccio e per chiederci scusa per delle critiche che non sono corrette, e che non ci meritiamo.
Luca Pianigiani says:
Ho controllato, e il tuo commento non c’è, nè tra quelli approvati, nè tra quelli “censurati”, quindi non so cosa dirti (semmai spiegati, ma ti assicuro che non risulta alcun tuo commento su questo post). Noi passiamo tutto, a meno che non sia fuori luogo, eccessivamente stupido o inutilmente polemico, il resto al massimo rispondiamo a tono.
Ho pubblicato questa tua critica, che non ha un senso per quello che ho appena detto, ma aggiungo che se qualcuno si offende, senza prima chiedere i motivi, francamente ci interessa poco che prosegua la lettura. Il commento è una possibilità, la pubblicazione non è un diritto, come principio. Quindi, semmai, uno può chiedere eventuali motivi, come detto, nell’ottica di un dialogo costruttivo.
L’ottimismo non è indice di stupidità, è costruttivo. Se vuoi un piagnisteo, lo trovi altrove, il mondo è pieno. Non rispondere, se non per cambiare l’approccio e per chiederci scusa per delle critiche che non sono corrette, e che non ci meritiamo.
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