Vogliamo un futuro? Cerchiamo soluzioni a problemi irrisolti

Vogliamo un futuro? Cerchiamo soluzioni a problemi irrisolti

Il futuro è fatto di nuove idee. L’evoluzione del mercato non può che dipendere da nuovi approcci, perché è evidente che quello che è passato, che era… ora non c’è più, oppure non ci permette di vivere più come vorremmo. Questo “nuovo” si deve basare su alcuni punti, probabilmente sull’unione di molti punti, se non tutti:

  • Una nuova gamma di prodotti (leggi: se non si vendono più certi “prodotti”, bisognerà venderne altri)
  • Un nuovo approccio al rapporto con la clientela (leggi: vendere quello che i clienti vogliono)
  • Una nuova modalità per farci conoscere (leggi: se i clienti che abbiamo non comprano più, ne dobbiamo trovare altri)
  • Una nuova strategia di costi (leggi: se costiamo troppo, vuol dire che dobbiamo abbassare i nostri costi)
  • Una monetizzazione diversa di ore/lavoro (leggi: se non guadagnamo abbastanza, dobbiamo fatturare e non solo “lavorare” più giorni al mese.

Oggi ci dedichiamo al primo punto, ma state tranquilli: stiamo preparando una grande novità, e stiamo allargando questo argomento a tutti i comparti del mercato della fotografia, spingendoci per affrontare con concretezza (e con soluzioni) la problematica fondamentale per tutti, che è imparare ad affrontare la crisi economica: a poco serve parlare di “filosofia”, a poco serve che si parli di nuovi prodotti da comprare, quando il mercato non è in grado di investire nel proprio futuro: vogliamo essere uno strumento per vedere il futuro, ma non solo come abbiamo fatto negli ultimi 20 anni, ovvero per mostrare nuove tecnologie e nuove innovazioni, ma anche e soprattutto in questo momento storico per poterlo vedere, il futuro (e così, come si sta andando avanti, il futuro è difficile anche solo da sognare).

Torniamo quindi alla nostra dissertazione sulle idee da vendere, e facciamo qualche considerazione generica. Andiamo per punti perché è utile per essere “oggettivi” e pratici.

  • Un nuovo prodotto da offrire deve prima di tutto “apparire nuovo”, ancor prima di esserlo
  • Un nuovo prodotto deve posizionare la vostra offerta al di sopra (o di lato) rispetto alla vostra concorrenza. Think Different… è un approccio che funziona

Un esempio? E’ cominciato il periodo del freddo e le caldaie del riscaldamento iniziano a lavorare con intensità. Per comandare (ovvio, se abbiamo il riscaldamento autonomo) una caldaia serve un termostato, che funziona in modo stupido: tutti i termostati sono proprio così, sono stupidi. Li possiamo programmare e diciamo quindi che ad una certa ora del giorno devono gestire più calore, in altre ore meno. E questa “macchina stupida” agisce, sincronizzando le esigenze teoricamente, non impara e non cresce con noi e specialmente, ci porta ad uno spreco di energia. A questo ha pensato un’azienda e ha realizzato Nest, un termostato che impara dal nostro comportamento come ottimizzare la temperatura. C’era “bisogno” di un nuovo termostato nel mondo? Probabilmente nessuno ne sentiva l’esigenza, ma Nest ha creato una nuova esigenza, una nuova “aspettativa” da quello che il pubblico chiede ad un termostato, e al momento l’unico termostato al mondo che si programma e si ottimizza in questo modo è proprio Nest. Se hai bisogno di un termostato come Nest, comprerai Nest. Non vogliamo in nessun modo portarvi a comprare questo termostato, vogliamo farvi capire che serve pensare a cosa un cliente potrebbe – magari senza saperlo – avere bisogno, a una determinata funzione o servizio, ed essere il primo a proporlo. Il “goal” non è trovare altre soluzioni a problemi già risolti, perché la nostra alternativa può avere successo solo se la facciamo conoscere meglio di quella degli altri, o – specialmente in questo periodo – se costa meno, e non è una grande idea proporci semplicemente come quelli che costano meno; dobbiamo invece rivolgere la nostra progettazione e fantasia verso quei problemi ancora irrisolti, e trovare una strada innovativa. L’esempio di Nest è significativo proprio per questo concetto: è un termostato più costoso degli altri, ma risolve un problema che gli altri termostati non sono in grado di risolvere: risparmio energetico e autoapprendimento delle nostre esigenze. E – lo ribadiamo – non si tratta del concetto, molto amato da chi nelle aziende si preoccupa di giustificare il proprio stipendio parlando di “Problem Solving“, non si tratta di “risolvere problemi già esistenti”, ma problemi che nessuno ancora si era accorto che “fossero dei problemi“. I problemi latenti sono molto più interessanti e ricchi di opportunità rispetto ai problemi “sviluppati”.

Una volta che abbiamo individuato questa esigenza, dobbiamo ingegnerizzarla, ovvero dobbiamo renderla possibile, credibile e funzionale (ieri, in libreria ho visto un libretto dal titolo: Gli ingegneri non vivono, funzionano, bella come definizione, dovremmo essere tutti anche un po’ ingegneri… dobbiamo funzionare, è un approccio costruttivo!). E poi dobbiamo farlo sapere, definire un prezzo corretto e appetibile, decidere quanto tempo dedicare a questo nuovo progetto. Ma, come detto, si tratta di argomenti che svilupperemo insieme: visto che sono tematiche che sono di natura ostili ai creativi, non possiamo bombardarvi con tanti concetti, bisogna digerirne uno alla volta ;-) A presto, quindi: voi nel frattempo però non dovete rimanere in attesa passiva: iniziate a pensare a problemi irrisolti, nel nostro settore, e cercate delle soluzioni credibili e costruttive. Il futuro non si scrive in un giorno (avete quindi bisogno di noi a lungo, e dovete partecipare attivando la vostra mente per prendere questo treno sin dal primo momento, altrimenti scappa via).

Comments (4)
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  • Flavio
    Nov 26th, 2012
    Flavio says:

    Oggi faccio il Pierino della situazione, quello che difficilmente dice “ah si bene” ma dice “…si però…”

    Anni fa ho vissuto, come tanti di noi, il passaggio tra analogico e digitale, tra l’altro stampavo e ho dovuto abbandonare tutto, rottamare tutto. Il mio vecchio commercialista mi diceva che per uscire da quella fase dovevo fare, il commercialista che è venuto subito dopo di lui mi ha detto come dovevo fare.

    C’è molta differenza tra chi ti dice cosa fare e come fare quella cosa.

    Fatturare di più è facile dirsi
    creare quello che vuole il cliente….cosa vuole il cliente? chi lo sa?

    Lo sai Luca, preferisco agire che criticare…ma che palle tutta sta fatica… ;-)

    1. Luca Pianigiani
      Nov 26th, 2012
      Luca Pianigiani says:

      Ne ho parlato per due ore a Digital symposium,
      C’eri vero? Ti ho anche mostrato una serie di cose del tuo sito che non funzionano, stai provvedendo ? Sai, io ho il diabete e la mia dottoressa mi dice sempre: se vuoi avere la salute sotto controllo devi seguire la dieta e la cura … :-))

  • Mario
    Nov 26th, 2012
    Mario says:

    Praticamente si tratta di creare non che il cliente VUOLE ma che il cliente VORRA’.
    Cambia solo il tempo verbale, ma fa una differenza così grande che è tema solo per “visionari”.

    “Stay hungry, stay foolish” ne è la sintesi?

    Non è una strada facile (mi sbilancio: è proprio difficile), ma sicuramente percorribile. Stimolante. Gratificante. Interessante.

    Grazie Luca per tenerci vive con le tue di “visioni” ;-)

  • alle
    Nov 26th, 2012
    alle says:

    Ciao, interessante spunto/provocazione/proposta. Davvero.
    Personalmente, la difficoltà maggiore sta nel cercare di essere Visionari (la maiuscola è voluta) e… costruttori di bisogni futuri, senza però scadere nelle – per me – bieche logiche consumistiche (anche l’-istico è voluto! ;-)).
    Vale a dire: non vorrei ridurmi a propinare falsi bisogni mascherati da nuove necessità…
    Ci sarà il modo di conciliare progresso, evoluzione e ciò che oggi viene indicato come ‘decrescita felice’?
    Io penso di sì, e penso che il cammino passi dall’educazione e dalla formazione, anche del (gusto del) cliente.

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